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Autore: Lullaby1992    28/06/2015    2 recensioni
Dunque, questa one-Shot è nata come una piccola sfida tra autori, ossia tra me, I_S_Acquamarine e Xandalphon.
Questa, è la traccia 'indetta' da I_S_Acquamarine per me.
Titolo: Volevo volare, ma possedevo solo ali spezzate.
Obbligo di genere 'introspettiva' e uso di qualsiasi personaggio del mondo di Fairy Tail, tranne Lisanna.
Non metterò il protagonista da me scelto nelle 'note' poichè trovo che One-Shot perderebbe molto del suo fascino iniziale se si capisse subito a chi è riferita.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Volevo volare, ma possedevo solo ali spezzate



Le fate. Hanno la coda o no?

Nessuno le ricorda. Nessuno sa come sono. Sono piccoli e gracili creature oppure con il loro aspetto incantevole nascondono una forza inspiegabile?

Erano creature gentili e dolci, o protettive e vendicatrici?

Erano domande a cui nessuno sapeva rispondere. Nessuno le aveva viste.

Ormai c'erano solo più un gruppo di fate. Un gruppo di fate pazzo e scatenato.
Fairy Tail.

Cosa dire di questa gilda? Erano i più pazzi, i più scatenati, i più festaioli, i più guerrafondai, i migliori e i peggiori.

Perché? Dove ho sbagliato?

Tsk. Sto solo mentendo a me stesso. Quanto sono stato stupido. Quanto sono stato miope. Lo so benissimo dove ho sbagliato, la vera domanda era piuttosto, esisteva un modo per farmi perdonare? O per perdonare me stesso?

Forse è vero che la natura degli uomini è fallace. Così gloriosi e miseri. Capaci di grandezza, ma anche quando riescono a innalzarsi, finiscono solo con il cadere in un sassolino che non avevano visto lungo la via della vita e cadere rovinosamente.

La mia vita era già iniziata così, malamente, inciampando.

Nato sbagliato.

Mio padre era un uomo grande e grosso. Imponente e robusto di fisico. Forte, potente, e che voleva diventarlo sempre di più. La sua vita era una cerca puntata con quell'obbiettivo.

Mio padre mi voleva a sua immagine e somiglianza. Possente e glorioso. Dovevo essere la dimostrazione del suo potere su ogni cosa. Il meglio del meglio. Io, sangue del suo sangue non dovevo essere da meno della sua grandezza, o lo avrei sminuito.

Eppure ero nato così. Debole, gracile, appena in grado di respirare.
Sopravvissuto a mala pena grazie alle incubatrici artificiali, crescendo non ero migliorato. La mia magia era pallida, debole e gracile come il mio corpo, ma mio padre voleva colori grandi e appariscenti, non stinti e slavati.

Lui voleva il porpora della gloria, non il debole rosato appena visibile che ero.

Andando contro il volere anche di suo padre, pur di far sì che fossi alla sua altezza mi aveva esposto ad un intervento estremamente rischioso.

Mi aveva fatto impiantare un lachrima recuperato chissà dove con i poteri di un drago.

Avevo sofferto delle pene d'inferno per i primi giorni. Ricordavo ancora quanto fosse doloroso il potere del drago che invadeva il mio corpo, che tentava disperatamente di assestarsi e adeguarsi alla potenza della magia di una creatura così forte.

Io ero solo un piccolo e gracile umano, la potenza del drago mi soverchiava, mi schiacciava, mi invadeva, angosciosa. Ero un contenitore troppo piccolo e fragile per una simile creatura. Era come tentare di pressare del pesante mercurio liquido in un sottile calice di cristallo.

Ma sopravvissi. C'è l'avevo fatta. Anche se fu solo grazie alle cure ricevute da Porylusca sotto la vigilanza di Makarov. Per un breve istante fui orgoglioso di me.

Avevo alzato lo sguardo sull'uomo che mi aveva generato, sperando... forse solo di ricevere un sorriso. Una parola gentile.

C'è l'avevo fatta... non era soddisfatto di questo?

Le sue lapidarie parole furono “Ora puoi iniziare ad allenarti”

Io obbedii. Forse, dentro di me, credevo che se mi fossi impegnato abbastanza, se avessi sudato e faticato a sufficienza, alla fine mi avrebbe gratificato. Sarebbe stato orgoglioso di me.

Il nonno e il papà litigavano spesso in quel periodo. Non so per cosa, ma ad un certo punto, dopo una litigata particolarmente infervorata, mio padre scomparve.

Lo attesi. Giorni, mesi, ma lui non tornò.

Litigai con il nonno. Ero confuso, ero arrabbiato. Perché papà se n'era andato? Perché non tornava da me? Perché il nonno mi diceva che lui era malvagio e che dovevo stargli lontano?

Quando scoprii che era stato lui a mandarlo via, lo odiai.

Lo presi a male parole, mi infervorai, rifiutando di sentire le sue spiegazioni.

Non potevo comprendere, non volevo comprendere. Perché faceva quello?

Aveva messo la gilda anche sopra della sua famiglia. Perché? Perché aveva mandato via mio papà?

Comunque, quell'unica volta che lo rividi... compresi che non mi voleva con sé. Ero troppo debole. Gli sarei solo stato d'intralcio.

Per ora comunque, rimase Fairy Tail la mia casa. D'altra parte... dove altro potevo andare?

Conoscevo solo quel mondo.

Ma me ne discostai. Dovevo diventare più forte. Più forte di tutti, di quella marmaglia urlante, quegli sciocchi che ridevano e facevano casino per ogni cavolata.

Loro non potevano capire. E io non volevo farmi compatire. La mia anima era confusa, avevo bisogno della solitudine per allenarmi, per crescere, per capire... ma al contempo bramavo di mostrare agli altri la mia forza, per far capire che ero io a essere potente, non solo perchè avevo il sangue del nonno nelle vene.

Ora ero un Dragon Slayer no? Bene, sarei diventato il più forte di tutti.

Presi ad allenarmi con costanza, assiduamente. Non volevo essere 'un mago', dovevo essere il migliore.

Affrontai presto l'esame per diventare un mago di classe S.

Correvo. Volevo raggiungere mio padre.

Al mio cammino si aggiunsero Fried, Bixlow e una tipa di nome Evergreen.

Mi idolatravano. Mi chiamarono forte, fondando il Raijinshuu. L'armata del dio tuono.

Ero davvero un dio?

Di certo, iniziai a credere di poter volare.
Mio padre mi aveva abbandonato perché ero debole. Non mi voleva con sé. Forse, se avessi epurato Fairy Tail da quella marmaglia, da tutta quella feccia debole che si limitava a gozzovigliare nella sala comune senza alcuna utilità...

Forse sarebbe ritornato lui da me?

O era semplice rabbia quella che covava in me e dovevo trovare il modo per liberarmene?

Non lo so dire nemmeno io.

Ora, vedendo la mia amata gilda capitolare sotto le voraci mani di quei bastardi... provo solo... cosa?

Rabbia. Tanta rabbia.

Frustrazione.

Impotenza.

Dolore.

Rabbia per essere stato così stolto. Se solo avessi agito diversamente, forse sarei stato qui, con loro.

Frustrazione, perché non so nemmeno se mi merito di sentirmi arrabbiato per quello che altri hanno fatto a loro. Sono arrivato a capire di amare loro come la mia famiglia troppo tardi. Le mie, in fin dei conti sono solo 'lacrime da coccodrillo'.

Impotenza, perché sebbene mi sono lanciato contro il nemico, so che il mio potere non basterà.

Dolore. Vederli e sapere che non sono più parte di loro.

Basterà la mia vita per salvarli? Che poi, ho ancora il diritto di sentirmi parte di loro, dopo tutto quello che ho fatto?

Vorrei chiedere scusa. Tante e tante volte.

Scusa al nonno, per non aver capito prima che aveva ragione lui.

Vorrei chiede scusa a Mirajane, per essere stato villano e scortese con lei.

Vorrei chiedere scusa a Natsu, ringraziarlo per avermi fermato prima che potessi fare peggio di quello che aveva già fatto.

Vorrei ringraziare tutta la gilda, uno per uno per aver distrutto quel mio folle piano che avrebbe raso al suolo Magnolia. La mia amata città.

Vorrei poter pure chiedere scusa persino a Gajil. In fin dei conti era stato anche lui a fermarmi la mano, assieme a Natsu.

Ed Erza e... no, avrei potuto continuare in eterno la lista delle cose che avrei ancora voluto fare.

Avevo capito solo quando era troppo tardi.

Non importava essere forti o deboli. Una famiglia era più importante. I forti proteggevano i deboli... ma erano quei 'deboli' a motivare e sostenere i forti.

Senza di loro... non siamo nessuno.

Chi è disposto a sacrificare la propria vita per gli altri ha una forza dieci volte superiore a chiunque. Quella, è l'unica vera forza.

Mio padre era solo un miserabile.
Padre è colui che ti ama e ti cresce, non chi ti genera.

Anche questo l'avevo capito grazie a te, Natsu Dragneel. Figlio di Igneel.

Sorrisi, mentre i cerchi viola dell'Amaterasu mi circondavano.

Nonno... Makarov. Sei stato tu il mio vero padre. Quello che mi ha accettato anche quando ero solo un debole scricciolo.

Quello che mi ha voluto bene e mi ha tirato su, tenendomi vicino a sé mentre mio padre era via, in cerca di gloria, potere o di chissà cosa. Quello che per me desiderava non un grande destino o un grande ruolo, ma solo tanta felicità.

Io invece ho solo saputo darti dispiacere.

Mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto.

So che non sarò mai in grado di dirti queste parole ad alta voce, sono troppo caparbio e orgoglioso per poter fare una cosa simile.

Ma so anche che tu mi capirai comunque, in fin dei conti, mi conosci meglio di chiunque altro... e ti ringrazio per questo.

Hai fatto bene a scacciarmi. Anche se ora, senza più il marchio di Fairy Tail mi sembra che mi manchi qualcosa di essenziale, come se mi avessero strappato via il cuore senza che me ne accorgessi.

Non mostrerò mai questi sentimenti a nessuno.

Forse ora, moriranno con me.

Per un breve periodo ho creduto di volare. Di essere diventato al di sopra di tutto.

Ringrazio voi, che mi avete spezzato quelle fallaci ali e mi avete fatto vedere come stavano davvero le cose, riportandomi i piedi in terra.

Mi butto contro Master Hades, incurante delle ferite, del dolore, di essere sopravvissuto per miracolo al suo Amaterasu.

Non posso fare nulla per voi. Non so nemmeno se ho ancora il diritto di sentirmi parte di questa grande famiglia.

Non m'importa. Se morirò qui e ora, sul sacro suolo di Tenroujima, sarò comunque felice di avere dato la mia vita per voi.

Per ciò che davvero conta, per aver capito prima della fine quali sono i veri valori.

Crollo al suolo. Alla fine devo comunque rendere conto al mio fisico. Per quale che sia la mia volontà, le gambe non mi tengono più in piedi.

Laxus...” la voce di Natsu era incerta. Preoccupata.

Quello scemo... è messo peggio di me, ma riesce comunque a stare in piedi, addirittura si sta preoccupando per me, che lo avevo massacrato senza pietà nemmeno troppo tempo prima.

Quella è la vera forza. Mi domando se vivrò abbastanza per comprenderla a pieno e farla mia. Anche solo un po'.

Natsu... prendi... ti affido i miei fulmini, la mia rabbia” è tutto ciò che posso fare.

Gli lascio tutta la mia forza, tutto quello che mi rimane e chiudo gli occhi, esausto.

Non sarà mai abbastanza. Tutto quello che farò non sarà mai abbastanza per ripagare il debito.

Mio padre ha tentato di lanciarmi in volo, e io ho cercato di volare, ignorando chi mi diceva che le mie ali non erano ancora pronte per solcare i cieli.
Sono stato superbo, e ho fatto la fine di Icaro.

Il sole rovente ha sciolto quelle ali fasulle, e sono precipitato al suolo, solo con la cruda verità.

Non so se sopravviverò a questo scontro oppure no... ma in caso ce la facessi... vorrei... vorrei solo poterci riprovare.

Nonno... ho imparato la lezione.

Questa volta le mie ali sono pronte, te lo giuro. Ora... ti prego, insegnami a volare, e permettimi di farlo al tuo fianco!


Angolo d'autore.


Ebbene... questa breve ff è nata per una sorta di piccola 'sfida' tra autori. Spero di aver rispettato le tue aspettative, I_S_Acquamarine.

Detto ciò... spero che piaccia anche a voi lettori. Ho voluto scegliere Laxus come protagonista di questa storia perchè trovo che si addica bene al titolo.

Tra tutte le fate, oltre che è la mia preferita... è quella più adatta. Avevo pensato anche un po' a Gajil, visto il suo periodo pre-fairy Tail nei Phantom Lord... ma alla fine ne è uscito ciò.

Ovviamente alcune parti non rispecchiano perfettamente la storia vera, sono state un po'... 'romanzate' da me, tappando ancune cose che magari ancora non si conosce del nostro drago del tuono. Per me Laxus alla fine deve essere un personaggio che deve aver sofferto molto, ma è quello che tra tutti, lo dimostra di meno.

D'altra parte, se mettiamo insieme ciò che veramente si sa di lui -il fatto che nell'infanzia era un bambino molto dolce e allegro- comporta che deve essere successo qualcosa di davvero grave per averlo reso il sadico spaccone che si è presentato durante la battaglia per Fairy Tail. Così come credo che si sia realmente pentito delle sue azioni... e anche se forse non lo dirà mai... ha capito a chi è veramente affezzionato: a suo nonno e alla gilda.


Dopo questo sproloquio... beh, ditemi la vostra e fatemi sapere il vostro pensiero... lasciate un commentino! Grazie!


p.s. Chiedo scusa per eventuali errori grammaticali o di battitura grossolani, ma ho il correttore automatico di Open Office rotto, e mi segna tutto equalmente rosso, sia parole giuste che sbagliate... e a rileggere faccio mediamente schifo. Perdono!


  
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