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Autore: eugeal    28/06/2015    0 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Robin indicò a Much la nuvoletta di polvere in lontananza.
- Tieniti pronto, sta arrivando un carro.
Attesero nascosti dietro un cespuglio al margine della strada finché non scorsero la carrozza che stava arrivando. Robin sorrise: non era scortata da uomini armati, ma non era il carro di qualche contadino.
Lui e Much uscirono allo scoperto puntando gli archi contro il cocchiere e la carrozza si fermò. Un uomo anziano si affacciò dallo sportello per vedere cosa stesse succedendo e Robin gli sorrise.
- Per passare dovrete lasciarci un decimo del vostro denaro. Consideratela un'offerta per aiutare i poveri. Se opporrete resistenza, ci prenderemo tutto.
- Chi siete?
- Robin Hood.
- Ho sentito parlare di voi, fate del bene a chi ne ha bisogno. Vi darò quello che volete, ma dovrete venire a prenderlo: le mie gambe non funzionano più come una volta e la cassetta con il denaro è troppo pesante perché possa prenderla senza aiuto.
Robin si avvicinò cautamente, mentre Much continuava a tenere sotto tiro il cocchiere. Aprì lo sportello e guardò all'interno della carrozza: non c'era alcuna cassetta con il denaro, ma sul sedile di fronte a quello del vecchio vide Guy di Gisborne, privo di sensi e legato.
Robin si voltò di scatto per avvisare Much, ma l'amico si era accasciato a terra, immobile e Robin sentì una puntura sul collo, poi i suoi sensi si offuscarono e cadde sul pavimento della carrozza ai piedi di Guy e dell'uomo anziano.
Il vecchio si alzò in piedi per disarmarlo e gettò l'arco e la spada di Robin fuori dallo sportello della carrozza, poi, dopo un attimo di riflessione, buttò accanto al corpo svenuto di Much anche le armi di Gisborne. Richiuse lo sportello e la carrozza ripartì.
L'uomo anziano guardò i due uomini addormentati di fronte a lui e si concesse un sorriso soddisfatto.
- Beh, Robin di Locksley, mi hai fatto risparmiare un viaggio.

Marian attese accanto al carro, irritata.
Lei ed Edward avevano finito i loro acquisti da un pezzo e ormai Guy e Allan avrebbero dovuto essere tornati, ma non si vedeva traccia di nessuno dei due.
Marian sospirò, era praticamente certa che Allan avesse trascinato Guy alla taverna insieme a lui e quell'idea la innervosiva. Ricordava ancora con rabbia e dolore la scena che aveva visto qualche tempo prima: Guy che scendeva dal piano di sopra del locale coi vestiti in disordine e i capelli arruffati.
Era quasi sul punto di gettare alle ortiche l'orgoglio e la dignità e andare a cercarlo in quel luogo indecoroso, quando vide arrivare Allan, trafelato.
Il giovane tirava per la briglia il cavallo di Gisborne, ma Guy non era insieme a lui.
- Marian, dov'è Giz?
La ragazza lo fissò, preoccupata.
- Non era con te?
- Non l'ho visto per tutto il giorno. L'ho cercato dal maniscalco questa mattina, ma era già andato via, allora ho pensato che mi avrebbe raggiunto per pranzare alla taverna e sono andato lì, ma non si è visto. Credevo che alla fine si fosse unito a voi, ma quando ho visto che il suo cavallo era ancora dal maniscalco mi sono preoccupato. Giz non lo avrebbe lasciato lì tutto il giorno.
- E se gli fosse successo qualcosa? Forse lo sceriffo lo ha arrestato per qualche motivo! - Disse Marian, ansiosamente.
- In tal caso ne avremmo sentito parlare al mercato, la gente non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione di spettegolare. In ogni caso ho qualche conoscenza tra le guardie del castello, proverò a chiedere a loro, anche se dubito che sia lì.
Si separarono per cercare Guy, ma qualche ora dopo furono costretti a tornare al carro senza aver ottenuto alcun risultato. Gisborne sembrava essere svanito nel nulla e nessuna delle persone a cui avevano chiesto informazioni era sembrata minimamente interessata alla sua sorte. Solo un monello aveva detto di averlo visto salire di sua spontanea volontà su una carrozza dall'aspetto anonimo, ma Allan non sapeva quanto potessero essere affidabili le sue parole.
- Cosa facciamo? - Chiese Marian, tanto angosciata da essere sull'orlo delle lacrime.
Sir Edward le mise una mano sulla spalla per confortarla.
- Sir Guy è una persona forte, sa come difendersi e abbiamo visto che è riuscito a sopravvivere anche in situazioni disperate. Vedrai che non gli succederà nulla di male.
Allan pensò che da quelle situazioni disperate Guy era sopravvissuto, ma era anche uscito piuttosto malconcio, ma non lo disse per non far preoccupare Marian ancora di più.
- Andrò a parlare con Robin Hood. Lui e i suoi uomini sanno sempre tutto quello che succede e hanno contatti ovunque. Robin è riuscito a ritrovare lo sceriffo prima che Nottingham venisse distrutta, riuscirà a rintracciare anche Giz. Voi tornate a Locksley, magari è già arrivato a casa in qualche modo.
Allan montò in sella al cavallo di Guy mentre Marian prese le redini del carro. Usciti da Nottingham, avrebbero percorso un tratto di strada insieme e poi Allan avrebbe deviato verso la foresta di Sherwood.
Prima di arrivare al punto in cui le loro strade si sarebbero separate, videro una persona che barcollava lungo la strada e avvicinandosi riconobbero che era Much.
- Ehi, stai bene? Hai un aspetto tremendo... - Disse Allan e Much scosse la testa, sconvolto.
- Lo hanno preso! Hanno portato via Robin!
- Chi? Gli uomini dello sceriffo?
- No, no! Era una carrozza senza insegne. L'abbiamo fermata per derubarla, ma mi hanno colpito con questa. - Mostrò la freccetta acuminata che aveva in mano. - Quando mi sono svegliato la carrozza era sparita e anche Robin. Per terra c'erano solo le sue armi e anche un'altra spada e un pugnale che non appartengono a Robin...
- Che armi? - Chiese Marian, interrompendolo.
Much si tolse dalla spalla il sacco in cui aveva messo le armi che aveva trovato accanto a sé e lo aprì per mostrare loro il contenuto.
Marian scattò in avanti e raccolse una spada infilata nel suo fodero di cuoio nero.
- Questa è di Guy!
- E quello è il suo pugnale. - Aggiunse Allan prendendo dal sacco la lama ricurva.
- Allora quel bambino non mentiva. - Disse Sir Edward. - C'era davvero una carrozza.
- Much, hai visto chi c'era a bordo?
- Il cocchiere era un ragazzo, il passeggero era un uomo anziano, ma non avevo mai visto prima nessuno dei due.
- Cosa facciamo adesso? Se sono riusciti a prendere sia Robin che Guy devono essere persone davvero pericolose! - Disse Marian, sconsolata e gli altri tre la guardarono senza trovare una risposta.

Robin aprì gli occhi e si strofinò le tempie doloranti con un gemito. La testa gli pulsava, si sentiva stordito e si guardò intorno, allarmato nel ricordare quello che era successo.
Era in una stanza dalle pareti di pietra, arredata in modo semplice, ma confortevole ed era steso su un letto soffice e pulito, coperto da lenzuola di buona qualità e da una coperta leggera.
Un altro letto identico era accanto al suo e Robin vide che anche Guy era lì, profondamente addormentato.
Robin sentì la porta che si apriva e chiuse gli occhi, fingendo di dormire.
Una donna di mezza età entrò nella stanza e si fermò per un attimo accanto al suo letto, poi gli voltò la schiena e si avvicinò a quello di Guy, sedendosi sul bordo.
Robin socchiuse gli occhi per guardare quello che stava facendo, ma la donna si limitava a guardare Gisborne senza dire nulla.
Dopo un po' allungò una mano ad accarezzargli i capelli, scostandoglieli dalla fronte con un gesto amorevole, poi la donna iniziò a cantare una nenia sottovoce.
Robin non poteva distinguere le parole della canzone, ma aveva l'impressione che fossero in francese.
Guy non si mosse e la donna si alzò in piedi e gli sistemò meglio le coperte, poi si voltò a guardare Robin.
- Un tempo lo facevo tutte le sere. - Disse con un sospiro. - A volte piangeva nel sonno e allora cantavo per lui per calmarlo.
Robin aprì gli occhi, visto che ormai la donna era perfettamente consapevole che era sveglio, e la guardò, cercando di capire chi fosse. Aveva un'aria familiare, ma non riusciva a riconoscerla.
- Chi siete? Cosa volete da noi?
Robin si alzò a sedere sul letto e si accorse della lunga catena legata al suo polso destro e fissata a un anello attaccato al muro.
La donna rivolse uno sguardo affettuoso a Guy.
- L'ho visto nascere. Sono stata la sua balia e anche la vostra, signorino Robin.
Robin la guardò meglio, ma non riuscì a ricordare il suo volto.
Alzò il polso incatenato.
- Se è vero, perché questo?
- Mio padre pensava che fosse necessario. Abbiamo cercato per anni lui e la signorina Isabella - la donna accennò a Guy - ma sembravano essere svaniti nel nulla. Quando finalmente siamo riusciti a rintracciarlo, abbiamo sentito tante voci su di lui, sul suo lavoro agli ordini dello sceriffo di Nottingham... Dovevamo essere sicuri che ci ascoltasse e anche voi, Sir Robin. Siete un fuorilegge, non potevamo sapere se ci avreste dato ascolto e come avreste reagito. E quello che dobbiamo dirvi è troppo importante per rischiare.
- Cosa è importante?
La donna si alzò in piedi, improvvisamente timorosa di aver parlato troppo.
- Ne parleremo dopo, quando mio padre sarà qui e anche Sir Guy sarà sveglio. Vi ho lasciato del cibo sul tavolo e l'infuso in quelle ciotole vi farà passare il mal di testa. Torneremo più tardi e allora saprete tutto.

   
 
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