15.
“Oh
che palle!”
Allison
chiuse per un attimo gli occhi, poi si voltò e fissò lo sguardo perplesso
sull’uomo di fronte a lei.
Credeva
che non avrebbe mai più visto quel viso, quel cappellino da baseball. Che non
avrebbe mai più sentito quell’esclamazione pronunciata con quel tono. La sua
presenza lì le faceva piacere, ma allo stesso tempo le dava un chiaro indizio
sul posto in cui si trovava, e non era un indizio piacevole.
“Bobby?”
chiese incredula. “Cosa… cosa ci fai qui?”
“Credo
che tu lo sappia ragazzina.”
“Sono
morta?”
L’uomo
alzò un sopracciglio avvicinandosi di qualche passo, fino ad essere faccia a
faccia con lei. “Cos’è, ti sei rincitrullita da quando sono morto? No che non
sei morta. Non ancora almeno.”
Allison
annuì cercando di elaborare tutte le informazioni in suo possesso, soprattutto
le ultime parole di Bobby; non ancora… L’abbraccio
improvviso dentro il quale l’uomo la strinse le fece dimenticare ogni cosa e si
lasciò andare in quella stretta paterna.
“Bobby,
cosa mi è successo? E che ci fai qui? Credevo fossi in Paradiso.”
“Sei
in una specie di coma” le spiegò Bobby allontanandosi poco da lei. “Io ero in
Paradiso ma a quanto pare sei un’anima succulenta e da lì mi hanno mandato qui
per convincerti a rimanere.”
“Rimanere?”
“Sì…
il Paradiso vorrebbe che tu ti lasciassi andare e trovassi la pace e altre
cazzate del genere. Quindi mi hanno mandato affinché io ti racconti le
meraviglie del grande hotel tra le nuvole.”
“E…?”
“E
quel posto fa schifo!” esclamò Bobby.
Allison
corrugò la fronte, poi allargò le braccia e sospirò. “Wow! Tu sì che sai come
fare un’ottima pubblicità.”
Bobby
si strinse nelle spalle. “Che vuoi che ti dica? È una noia mortale. Te ne stai
lì, chiuso nel tuo paradiso personale a fare nulla tutto il giorno.”
“Effettivamente
sembra terribile” constatò lei. “Ma c’è una cosa che ancora non capisco; questo
che posto è? Non è l’Inferno, perché lì ci sono stata e non c’era una bella
distesa di verde. Ma non è nemmeno il Paradiso perché sono stata anche lì e il
mio personalissimo Paradiso assomiglia ad un’isola Caraibica. Non è neppure il
Purgatorio perché sono stata anche lì ed era la Valle delle Lacrime e del
sangue… niente di simile a questo. Quindi dove siamo esattamente?”
“Un’isola
Caraibica?”
“Drink
freschi, spiagge bianche e acque cristalline… riesci a pensare a qualcosa di
più paradisiaco?”
Bobby
piegò la bocca in una specie di smorfia, poi fece un grosso respiro. “Siamo
nella tua testa,” le disse. “Quello che succederà da qui in avanti dipende da
te.”
Allison
fece un grosso respiro, poi si lasciò cadere sul prato verde e si guardò
intorno. “Non è una novità!”
****
Elijah
entrò di corsa dentro l’ospedale, passò tra la gente incurante di chi gli stava
intono e seguì il suo udito fino alla sala d’attesa di fronte alla stanza di
Allison.
Seduti
su due divanetti e varie sedie di plastica se ne stavano Castiel l’Angelo e i
Winchester, i fratelli Salvatore e il loro piccolo gruppetto, quel John
Constantine che aveva conosciuto a New Orleans e qualche altra persona che non
conosceva ma che sembrava tremendamente preoccupata.
Klaus
lo raggiunse dopo poco, fissò gli occhi su Caroline per qualche secondo e poi
diede una pacca sulla spalla al fratello. Poteva percepire il suo nervosismo,
la sua paura per le sorti di quella donna che gli stava tanto a cuore.
“Tutta
questa gente per una sola donna.” Klaus si avvicinò seguito da Elijah e abbozzò
un sorriso per nascondere il fatto che anche lui, come tutti i presenti,
sentiva un senso di apprensione fortissimo.
Damon,
in piedi, si voltò a guardarlo. “Una donna piuttosto speciale.”
“Che
diavolo è successo?” chiese Elijah avanzando di qualche passo. “E perché ci
avete messo una settimana ad avvertirci?”
“Abbiamo
avuto qualche altra piccola cosa di cui occuparci” la voce di Stefan arrivò
calma ma decisa.
Il
vampiro Originale sospirò avvicinandosi al vetro che divideva la sala d’attesa
dalla stanza di Allison. Sul letto, addormentata, indifesa, inerme, giaceva la
cacciatrice che lui era abituato a vedere sempre combattiva e autoritaria.
Sentì la gola stringersi, si chiese cosa sarebbe successo, si chiese se, se
fosse entrato a toccarla, lei avrebbe potuto sentirlo.
Mentre
entrava nella stanza, decise che l’avrebbe scoperto.
****
“Quindi
siamo nella mia testa. Ne sei sicuro?”
Allison
girò la testa per guardare Bobby e tornò a guardare in alto il cielo azzurro
sopra di loro quando l’uomo annuì sistemandosi il cappello.
“È
la tua testa e chiedi a me se sono sicuro?” chiese lui incrociando le mani
sullo stomaco. “Ti sei davvero rammollita da quando sono morto.”
“Sì,
forse è davvero successo,” ammise lei. “O magari sono solo stanca; ho avuto
parecchie cose da fare nell’ultimo periodo.”
“Raccontami.
Non posso più vivere all’insegna dell’avventura, ma almeno posso sopravvivere a
questa noia mortale tramite i tuoi racconti.”
“Beh
per prima cosa, Dean è impazzito, quel dannato marchio lo manda fuori di testa.
Ho provato a cercare una soluzione e credevo di aver scoperto qualcosa ma sono
finita qui quindi non ne ho ancora parlato con lui. Ho passato la maggior parte
del mio tempo a New Orleans, ad aiutare la famiglia dei vampiri Originali a
tenere al sicuro una bellissima bambina figlia di una notte di soprannaturale
passione tra un ibrido ed un licantropo, mio fratello è tornato in vita grazie
all’incantesimo di un folle stregone che mi odia e… e questo è quanto.”
Bobby
si mise a sedere. “Tutto qui?”
“Tutto
qui?” Allison si alzò in piedi e gli si posizionò davanti. “Hai sentito quello
che ho detto?”
“Quello
che ho sentito è il racconto di una tipica giornata nella tua vista,” disse lui
alzandosi.
“Credo
che morire abbia danneggiato i tuoi neuroni. Sì, è vero che la mia vita non è
mai tranquilla, come quella di quasi tutti i cacciatori del soprannaturale del
resto. Ma il mio ultimo anno non è stato come lavorare a due casi
contemporaneamente… cosa che ho fatto più di una volta, per la cronaca.”
Allison riprese fiato e seguì Bobby che aveva preso a camminare. “È stato molto
di più.”
“Quindi
cosa vuoi fare? Rimanere qui un’altra settimana per riposarti?”
“Settimana?”
chiese Allison. “Sono qui solo da qualche ora. Vero?” aggiunse confusa.
Bobby
scosse il capo. “No, sei qui da una settimana, solo che il tempo passa molto
molto lentamente. Te l’ho detto che morire è una noia mortale, a quanto
pare stare a metà tra la vita e la morte anche.”
“Se
il tuo compito è davvero quello di convincermi a venire con te in Paradiso,
sappi che stai fallendo miseramente.”
“Magnifico!”
esclamò Bobby. “Perché se decidi di rimanere significa che stai scegliendo di
morire e se ti azzardi a morire, io ti ammazzo.”
Allison
alzò un sopracciglio piegando poco il capo.
“Hai
capito quello che intendo” le disse Bobby. “Ragazzina, tu hai ancora molto da
offrire e da fare, non puoi morire.”
Lei
si schiarì la voce passandosi una mano tra i capelli. Poi sentì un forte
fischio, una luce accecante la costrinse a chiudere gli occhi. Quando li
riaprì, Bobby era sparito, ma una figura familiare avanzava verso di lei.
“Oh
mio Dio…” sussurrò. “Questa non me l’aspettavo.”