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Autore: King_Peter    30/06/2015    7 recensioni
{ Based on City of Lost Souls | Malec | Broken!Heart }

I cocci del suo cuore infranto erano sparsi alla rinfusa dentro sé stesso e, per quanto Alec avesse cercato di rimetterne assieme i pezzi, non ci era riuscito.
« La runa per curare il cuore infranto è quella più dolorosa. » aveva detto, una volta, a Jace.
E aveva mentito

Avevano passato assieme solo una notte ed era stata un turbinio di lenzuola, boxer e baci fugaci, ma era bastata per far si che Alec ne volesse un'altra. Magnus, per lui, era come una droga: più non la si può avere, più la si desidera. Ed Alec era caduto preda proprio di questa nuova droga, più dolce di qualsiasi altra che avesse mai assaggiato.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alec sedeva su una delle poltrone consunte dell'Istituto.       
I suoi occhi azzurri, ora cerchiati da profonde occhiaie scure, continuavano ad indugiare su un pezzo di carta accanto ad una penna, mentre il suo cuore veniva stretto in una morsa di dolore ed angoscia.
Aveva voglia di piangere, ma faticava a sentire il pizzicore tipico delle lacrime alla base degli occhi, temendo che fosse giunto in una sorta di fase della negazione.
I cocci del suo cuore infranto erano sparsi alla rinfusa dentro sé stesso e, per quanto Alec avesse cercato di rimetterne assieme i pezzi, non ci era riuscito.
« La runa per curare il cuore infranto è quella più dolorosa. » aveva detto, una volta, a Jace.
E aveva mentito.
Se solo ci fosse stato un modo per curarsi magicamente, Alec lo avrebbe provato, non gli importava quanto doloroso sarebbe stato. Adesso si sentiva una nave alla deriva, lasciata sola, senza il suo capitano, in un mare troppo grande per essa.
E quel capitano era Magnus.
Erano passati giorni da quanto il Sommo Stregone di Brooklyn lo aveva allontanato, dicendogli che non avrebbe voluto vederlo mai più. Alec ricordava così bene la smorfia sorpresa che si era dipinta sul suo volto quando aveva scoperto che aveva complottato con Camille per privarlo della sua immortalità.
Ricordava così bene le fessure dei suoi occhi, simili a quelli di un serpente, mentre le sue labbra, quelle labbra che aveva assaporato e che erano morbide e dolci, gli sputavano parole dure ed aspre.
Alec dubitava che esistesse qualcosa, in questo mondo, che facesse più male dell'amore.
Poteva sentire i suoi artigli affondare nella carne, le sue zanne fameliche farsi strada fra ossa e sangue per frantumare in pezzi, ancora più piccoli, quello che una volta era stato il suo cuore.
Aveva cercato di professare il suo sbaglio, aveva cercato di scusarsi con Magnus, con il mondo e persino con sé stesso, arrivando ad odiarsi per essere stato così meschino e stupido.
Per la prima volta nella sua vita, aveva tra le mani la cosa più bella che avesse mai potuto desiderare e lui, come un bambino spocchioso e viziato, l'aveva rotta, spezzandola dopo essere rimasto in preda alle sue paure ed angosce.
Magnus.
Gli mancava tutto di lui, il modo in cui lo guardava con i suoi occhi da gatti, il nomignolo affettuoso che gli aveva dato, fiorellino, Chairman Meow e la capacità che aveva di intrecciare le dita delle loro mani in maniera così seducente.
Avevano passato assieme solo una notte ed era stata un turbinio di lenzuola, boxer e baci fugaci, ma era bastata per far si che Alec ne volesse un'altra.
Ed un'altra.
Ed un'altra ancora.
Magnus, per lui, era come una droga: più non la si può avere, più la si desidera. Ed Alec era caduto preda proprio di questa nuova droga, più dolce di qualsiasi altra che avesse mai assaggiato.
Guardò il foglietto di carta, pronto per essere spedito come un messaggio col fuoco, anche se mancava la cosa più importante, ovvero il testo.
Le dita di Alec formicolarono quando presero in mano la penna: non sapeva cosa scrivere, non sapeva se, effettivamente, esistessero delle parole che gli avrebbero ridato indietro il suo Magnus.
Perché si, Magnus era suo.
Voleva i suoi baci nei punti più nascosti del suo corpo, quelli che non osava toccare, voleva il calore delle sue mani, l'odore della sua pelle ambrata, i suoi capelli costantemente ricoperti di gel e brillantini.
Voleva tutto di lui, persino il gatto fastidioso.
Alla fine mosse velocemente la mano sul foglio di carta, lo ripiegò, mentre dai suoi occhi scendeva un'unica lacrima rovente a bagnare la superficie sottile del messaggio. Poi prese il suo stilo e disegnò la runa giusta, poco prima che il foglietto prendesse fuoco e lasciasse l'odore della carta bruciata nell'aria della biblioteca dell'Istituto.
Si asciugò il volto con il un lembo della maglia.
« Ubi tu gaius, ibi ego gaie. » disse, le parole che suonavano amare nella sua bocca, « Dove tu sarai, io sarò Magnus. »
 
 
 
 
 
 
#King'sCorner
 
Hola, gente del fandom di Shadowhunters!
Ho iniziato da poco a leggere i libri della Clare e mi sono subito piaciuti, quindi ho pensato bene di venire ad infestare anche questo posto, non è fantastico?
AHAHAHAHAHAHAHAHAH
Innanzitutto ringrazio chiunque sia arrivato fin qui a leggere, mi fa davvero piacere :3 Fin dal primo libro ho trovato Alec e Magnus dei personaggi con i fiocchi, mentre Jace e Clary sorry non mi hanno mai fatto impazzire c.c
Quindi, adesso che ho finito di leggere Città delle Anime Perdute e il mio piccolo cuoricino di fanboy (yep, sono un ragazzo! ahahahah), mi sono messo a sclerare e ne è uscito questo.
È una piccola flash-fic senza pretese, quindi spero davvero che vi sia piaciuta! (anche perché ho altri progetti e tornerò qui, ovvio AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH)
Ah, piccole curiosità (?)
La frase che Alec scrive a Magnus e da cui prende spunto l'intera storia, è una frase cerimoniale dell'Antica Roma, e il significato l'ho messo proprio sulla bocca di Alec. Mi piaceva troppo e ho dovuto farci una storia sopra, no? uu
Per quanto riguarda la citazione della runa, quella è presa dal film e mi serviva solo per evidenziare quanto Alec sia dispiaciuto per quello che ha fatto.
Grazie a chiunque lascerà una recensione :')


King.




 
  
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