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Autore: Montreal    30/06/2015    0 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Cordelia è diventata la nuova Suprema, e nella Congrega c'è aria di cambiamento.
Leonard Saint-Claire, nuovo studente, nonché primo alunno di sesso maschile a frequentare la Robichaux's Academy dopo molto tempo, si troverà suo malgrado coinvolto in una fitta rete d'intrighi, complotti e battaglie per la conquista del titolo di prossima Suprema.
Riuscirà Cordelia a mantenere il potere? Oppure sarà surclassata da un nemico che cospira nell'ombra?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cordelia Foxx, Nuovo personaggio, Zoe Benson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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 -Avete trovato qualcosa d'interessante ?- disse Serina. La sua voce, calma e melodica come sempre, non era mai sembrata così minacciosa.

Leonard trasalì. Voleva scappare, correre lontano da quel posto, il più velocemente possibile.

La sua mente si annebbiò, si svuotò completamente. Tutto attorno a lui era sfocato, ogni rumore ovattato. Tutto tranne la vista di Serina, e la sua voce.

La sentì nella sua mente vuota, chiara ed imperativa.

Uccidila!

In meno di un secondo, si ritrovò l'esile collo di Lydia fra le sue mani. Ma non riusciva a pensare a nient'altro, se non ad eseguire gli ordini che le impartiva la voce.

Stringi!

E lui strinse.

Più forte!

E lui aumentò la stretta.

Lydia emise una serie di rantoli agonizzanti; i suoi occhi erano spalancati, le lacrime le scorrevano lungo le guance.

Sapeva cosa stava succedendo; era Serina, era colpa sua. Impiegò tutte le sue energie nel cercare di sottrarsi a quella stretta mortale. Mentre le mani e le gambe si dibattevano freneticamente, colpendo la schiena ed il volto di lui.

Provò a parlare a Leo, a convincerlo a lasciarla andare, appellandosi alle sue ultime vestigia di volontà, ma non riusciva a spiccicare mezza parola di senso compiuto. E probabilmente non avrebbe aiutato comunque; i suoi occhi erano vitrei, la faccia inespressiva, fredda e dura.

Ed in quel momento, le venne in mente solo un modo per porre fine a quel supplizio.

Invece di respingerlo, lo attirò a sé e lo baciò disperatamente.

Non sapeva cosa stava facendo nemmeno mentre lo faceva , eppure, mentre le sue labbra erano posate su quelle di lui, sentiva le mani che le stringevano il collo allentare lentamente la presa.

Il volto di Leonard, che fino ad allora sembrava una maschera bianca, ora era più espressivo che mai.

Il ragazzo guardò i segni rossi sul collo di Lydia, e poi scrutò con orrore le proprie mani. Non ci volle molto per mettere insieme i pezzi.

-Lydia io...- non sapeva cosa dire. Cosa avrebbe dovuto dire? “Mi dispiace per averti quasi ammazzata?”

-Ora abbiamo altro di cui occuparci- rantolò la ragazza massaggiandosi la gola, mentre volgeva lo sguardo verso una Serina sconvolta ed inviperita.

-E' finita !- le disse Leonard minaccioso.

Una schiera di espressioni balzò sul volto della ragazza, ma alla fine fu la sua solita serenità a trionfare.

-Non credo proprio-

Detto questo, buttò le mani in avanti, come a lanciare qualcosa.

D'avanti a lei, una fiammata incandescente serpeggiò sul pavimento di legno, avanzando veloce verso Lydia.

Senza pensarci due volte, Leonard le si buttò addosso , risparmiandole una atroce destino.

Serina stava per lanciare una nuova lingua di fuoco, ma Lydia fu più svelta e, afferrando la mano di Leonard, fece un piccolo balzo in avanti.

Leonard contò tre spostamenti; un attimo prima erano in corridoio, un attimo dopo sulle scale, quello dopo ancora nel bel mezzo del salotto, proprio d'innanzi alla faccia stupefatta di Cordelia.

 

Il salotto, adibito a tribunale, era immerso in un mare di brusii e bisbigli, interrotti solamente dal fragore dei tuoni.

Le ragazze di tutta al scuola erano accorse per assistere, curiose di sapere l'esito del processo.

Era quasi tutto deciso, la sentenza stava per essere emessa.

Cordelia non provava più pena per la ragazza dallo sguardo gelido che sedeva di fronte a lei.

Si preparò mentalmente a recitare la stessa frase che aveva usato per condannare anche Myrtle, quando qualcosa d'inaspettato accadde.

Due figure si materializzarono dal nulla, facendo scricchiolare le assi di legno del pavimento.

-Lydia! Leonard!- esclamò scioccata Zoe.

-E' stata Serina!- gridò Lydia, avanzando verso la sua Suprema -Serina ha cercato di ucciderti, e poi ha ucciso Sophie quando lei l'ha scoperto!-

Una lampo illumino la sala.

-Quella pazza si sarebbe accoppata da sola, prima o poi- commentò una voce leggera e sprezzante.

Serina stava sulla soglia della porta, le mani appoggiate ai due stipiti.

Il suo sguardo era a metà strada fra il divertito ed il minaccioso.

Tutti nella stanza la fissarono stupefatti.

-E' la verità?- le chiese Cordelia, la voce vacillante.

La ragazza si limitò ad alzare le spalle, il volto strafottente piegato in una smorfia lievemente folle.

-Temo proprio di sì, Cordelia. Non che ciò abbia molta importanza, ora. Presto sarò la nuova Suprema-

-Noi non ti riconosceremo mai come nostra suprema- le gridò contro Quenee.

Serina alzò nuovamente le spalle.

-Io non voglio costringere nessuno- affermò pacata -chi non vuole unirsi a me può tranquillamente andare... all'inferno!-

In un attimo, le tende bianche appese di fronte alle finestre presero fuoco simultaneamente.

Molte allieve cercarono di scappare, ma a Serina bastò un gesto della mano per sbarrare la porta.

In breve la stanza fu piena di grida, di ragazze che correvano da una parte all'altra e del crepitare delle fiamme che cominciavano a divorare la mobilia della stanza.

Prima che Cordelia, o Zoe, o Quenee potessero fare qualcosa, Gloria, che fino ad allora era rimasta impassibile,piombò giù dalla sedia.

Con un ampio movimento della mano, strappò la tenda in fiamme, facendola volare dritta contro Serina.

La ragazza però riuscì a schivare il colpo,e con un gesto mandò Gloria a schiantarsi sul pianoforte nell'angolo della stanza.

La tenda infuocata cadde nel bel mezzo del salotto, provocando un'ondata di panico ancora più accentuata, mentre il tessuto del divano e del tappeto venivano lentamente divorati dalle fiamme.

Il fumo riempiva il locale, rendendo l'aria irrespirabile.

Lydia si accasciò a terra, tossendo violentemente.

Dopo un attimo d'indecisione , Leonard fece la cosa che più lo terrorizzava.

Usò i suoi poteri.

Si concentrò sul tavolo di legno addossato alla parete che non era ancora stato raggiunto dalle fiamme. Non fu una cosa facile; l'oggetto era più grande di quelli che di solito riusciva a sollevare.

Si sforzò più che poté, ma il tavolo si alzò solo di pochi centimetri, prima di ripiombare sul pavimento con un tonfo.

Le urla disperate lo distraevano, così si coprì le orecchie con le mani, e ci riprovò.

Stavolta il tavolo non solo si alzò, ma andò anche nella direzione da lui voluta.

Riuscì ad infrangere il vetro della finestra, dalla quale fuoriuscì tutto il fumo.

Lydia era svenuta; la prese per la vita e la portò con sé fuori da quell'inferno.

Non era mai stato così grato di sentire la pioggia bagnargli la pelle.

Quenee e Zoe approfittarono del varco per aiutare le alunne a scappare, ma all'interno la battaglia continuava.

Serina si diresse verso una Gloria dolorante, che cercava di rialzarsi dalle macerie del pianoforte distrutto.

-La Regina di Ghiaccio sta per sciogliersi- disse esultante Serina, preparandosi a lanciare verso la ragazza una fiammata assassina.

 

-Ora basta, Serina!- le urlò contro Cordelia -sono io la Suprema! Se vuoi prendere il mio posto è me che devi uccidere!-

Serina sorrise raggiante, dopodiché alzò le mani e le mosse verso Cordelia, che volò fin dentro lo studio. Serina a la raggiunse velocemente, poi, una volta sprangate le porte, pose una mano davanti alla sua faccia, e strinse il pugno.

Cordelia sentì la gola stringersi, chiudersi fino a non far passare un filo d'aria.

Boccheggio, distesa a terra, muovendo le membra spasmodicamente.

Afferrò la caviglia di Serina, tirandola giù, di modo da farle perdere il controllo.

E funzionò, per un secondo.

Cordelia respirò a pieni polmoni, tossendo, quando la rivale tornò all'attacco.

Una nube biancastra s'impadronì della sua mente, mettendo a tacere ogni senso.

Sentiva solo una voce, la voce calma di Serina, che le chiedeva di fare qualcosa per lei.

Vide il tagliacarte d'argento sul ripiano della scrivania, vide la lama luccicare, e prima di accorgersene, lo teneva stretto nella mano, puntato al proprio petto.

Fallo impose la voce.

E lo avrebbe fatto, sicuramente, se solo non fosse stato per le urla isteriche delle ragazze nella stanza accanto.

Non poteva morire, non ora. Doveva sopravvivere per il bene delle sue allieve.

Appellandosi ad ogni briciolo di forza dentro di sé, trovo il modo di ribellarsi all'influenza estranea che agiva sulla sua mente.

Brandì il tagliacarte contro Serina, poi, con un urlo disperato, glielo conficcò nel petto.

Gli occhi spalancati e stupefatti della ragazza ricaddero sulla ferita stillante sangue.

Con la mano tremante, immerse le dita nella pozza di liquido vermiglio che si era formata ai suoi piedi, portandoselo d'avanti agli occhi, come se non riuscisse a capire cosa fosse successo.

Ma Cordelia capì cosa era successo.

Era tutto finito.

 

  
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