Stiles non sa perché gli sta scrivendo.

In realtà sì, perché vedere le iniziali del suo nome su uno degli scaffali in biblioteca ha azionato in lui la voglia di soffermarsi a pensarci più del dovuto. Di cogliere quel momento, stamparselo nella mente, accorgersi che sono ormai passati mesi dall'ultima volta che l'ha visto, sfiorare con i polpastrelli l'inchiostro lucido del pennarello indelebile e realizzare che Derek Hale gli manca più di quanto avrebbe mai immaginato.

In realtà quelle iniziali potevano essere di chiunque, eppure lui - la sua mente, il suo cuore - ha subito pensato al lupo.

Si erano salutati con un semplice cenno del capo, mesi fa, in Messico. Stiles non sapeva cosa dire, cosa fare. Era semplicemente contento di vederlo integro e in gran forma, e non in fin di vita prima di trasformarsi in un lupo vero e proprio. Con un muso, quattro zampe ed un pelo folto e nero, gli hanno poi riferito. Stiles ci pensa a volte. Avrebbe voluto vederlo.

L'ultima ora è già suonata, Lydia sbuffa dietro di lui, perciò con un movimento veloce del polso, scrive le iniziali del suo nome e passa il pennarello all'amica. Poi è il turno di Malia, Stiles è così contento quando le vede disegnare una 'T' ad indicare il suo cognome. E' una Hale nel sangue, ma Stiles ha sempre pensato che il sangue che ti circola dentro è frutto di chi ti cresce, e non di chi ti crea. Dopo Kira, che firma sotto le iniziali di Lydia, finalmente è il turno di Scott. Il suo migliore amico, suo fratello. E un po' gli si forma un nodo in gola quando vede l'altro tratteggiare due 'A'. Allison Argent. E, alla fine, Stiles si sente leggermente spossato, così riferisce agli amici di aver dimenticato una cosa in aula e si allontana diretto verso di essa, per stare un po' solo.

Non si è mai perdonato. Non lo farà mai. Nonostante gli altri gli dicano che non è stata colpa sua, lui si sente ugualmente colpevole. I suoi amici non lo sanno, ma ha assistito a tutto. Alla creazione degli Oni, all'uccisione di gente innocente, all'uccisione di una delle sue migliori amiche. E a quella di Aiden che, seppur non gli stava tanto simpatico, ha perso la vita nel momento in cui si era schierato dalla parte dei 'buoni', dalla parte di Derek. Derek che in quella situazione era anche contro Stiles.

(...)

La cartella viene scagliata sul letto, come ogni giorno. La finestra viene aperta e i vestiti lasciati cadere a casaccio, a formare un percorso verso la porta del bagno. L'acqua è tiepida, tendende alla freschezza, ma al ragazzo non importa, il vapore che crea l'acqua bollente, gli fa paura.

Quando esce dalla doccia, suo padre non è in casa. Stiles scende in cucina, mangia l'ennesima cena in scatola e ritorna nella sua camera da letto. Ormai è sera, la luna è nell'esatta prospettiva della sua finestra, illumina di poco le pareti, il pavimento e metà del letto. Letto su cui poco dopo Stiles si sdraia e riflette su ciò che è successo durante il giorno.

Non c'era pace per lui ed i suoi amici, il nemico è sempre dietro l'angolo. E Theo non gli piace. Ha provato a dirlo a Scott, ma gli ha semplicemente messo una mano sulla spalla dicendogli che era uno okay. Dopotutto, lo conoscono dalla quarta elementare.

Stiles sbuffa, altrimenti sa che si arrabbierà inutilmente, e afferra il cellulare, pigiando casualmente sulla cartella nominata 'Rubrica'. Il suo cuore perde un battito. Così tante volte si è ritrovato a chiamare Derek perché Scott era in pericolo, che ha deciso di inserire il suo numero tra i preferiti, così da non perdere tempo a scorrere tra i contatti. E i preferiti sono sempre in evidenza, in primo piano.

Così spinge il pollice sul suo nome e sceglie la voce 'Invia un messaggio'. Stiles non sa perché gli sta scrivendo, ma lo fa ugualmente.

Non che solo tu possegga un nome ed un cognome che iniziano rispettivamente per 'D' e 'H', ma insomma...mi stavo chiedendo se fossi stato tu.

Ma che razza di parole va farneticando? Tralasciando il fatto che gli ha già intasato la casella messaggi con quattro invii senza ricevere risposta, ma non era umanamente possibile che Derek fosse passato per Beacon Hills, lasciando la sua firma sullo scaffale di una libreria di una scuola che non frequentava da almeno cinque anni.

 

Sei stato tu?

E invia anche questo. Non voleva sapere la risposta, ma semplicemente ricevere una risposta.

Ma tutto tace.

Stiles guarda la luna per l'ultima volta, poi si volta verso la parete scura e spegne lo schermo del cellulare, mettendolo al suo fianco, nel caso qualcuno avesse avuto bisogno di lui.

(...)

E' notte fonda, Stiles sta correndo a perdifiato, senza meta. Che stupido. Il motivo è che si  è svegliato di soprassalto, a causa di un ululato. Non sembra appartenere a Scott, uno di quelli dal suo ego da Vero Alpha, uno di quelli in cui si avverte ancora la voce umana. E' un ululato da lupo, un ululato che sembra gridare 'Stiles'.

Poi tutto si ferma, soprattutto Stiles che si ritrova ad avere il fiatone e ad essere leggermente infreddolito nella sua maglietta a mezze maniche, il pantalone di una tuta e i piei nudi, sul terriccio bagnato. Nella fretta ha dimenticato di coprirsi meglio.

L'unica cosa che odono le sue orecchie è se stesso.

Si sta già dando dello stupido per essere uscito di notte, essersi recato nel bosco non proprio sicuro, senza nemmeno un'arma. Non che avrebbe potuto fare qualcosa se avesse incontrato una qualche entità con brutte intenzioni, ma Stiles non si è mai lasciato intimorire da nulla, se non da se stesso, tempo prima.

Poi un rumore.

Il ragazzo è già pronto a scattare, ma l'apparizione di qualcuno lo lascia inchiodato là. Non qualcuno, non qualcosa. Un lupo. Le labbra di Stiles tremano leggermente, inspirando aria. In cuor suo ha già realizzato.

La conferma arriva dagli occhi. Occhi azzurri, occhi familiari. Occhi di Derek.

‹ Der--›, la voce si arresta. L'altro si avvicina lentamente, poi alza il muso e lo sfrega sulla mano del ragazzo, ancora immobile. Lo lascia fare, poi crolla. Le ginocchia toccano terra e le braccia circondano il 'collo' del mutaforma.

‹ Mi sei mancato. › E lo dice con naturalezza, come Derek l'ha detto a lui attraverso quel gesto. E lo dice perché lo pensa, perché lo prova ed inevitabilmente sente che anche il più grande sente lo stesso. E restano così, abbracciati, con la luna a fargli da spettatrice.

(...)

Derek l'ha accompagnato fino all'uscita del bosco, ma non ha mai preso la sua forma umana. Se solo l'avesse fatto, non sarebbe più riuscito a voltarsi e ad andare via.

Derek pensa che il suo 'lavoro' a Beacon Hills sia finito: Scott riesce a cavarsela, Lydia è un ottimo braccio destro, Malia si è ambientata a meraviglia, Kira dovrebbe iniziare ad usare meglio i suoi poteri - perché così sono una bomba ad orologeria -  e Stiles...Stiles è colui che salva sempre tutti quanti. Derek pensa questo.

Derek ama Stiles, e ciò che sta facendo è aspettare. Perché sa che lo rivedrà, un giorno.

Stiles ama Derek, e ciò che sta facendo è aspettare. Perché deve ancora sistemare un paio di cose, deve diplomarsi, e sa che lo rivedrà, un giorno.

Derek e Stiles si amano. E ora Stiles sa perché ha scritto a Derek.