Il mio amore è mutevole come il mutar delle stagioni,
volubile, incostante, curioso e ardente come un fuoco.
All’arrivare dell’inverno il suo nome era Robert, era moro, robusto, misterioso.
La sua passione mi ravvivava dal gelo dell’ inverno, i nostri incontri scaldavano il mio corpo come dieci focolari, ogni suo bacio era in me un turbinio di emozioni, era l’estasi che mi teneva sveglia la notte e nuda di giorno.
Ma il suo amore non era esclusivo, egli era come un viandante che si ferma ad ogni casa vuota per ristorarsi, ripartendo alle prime luci del mattino.
Così col giungere della primavera Robert partì alla ricerca di nuovi piaceri.
Col arrivare dei fiori e del tiepido sole conobbi John, egli era timido come la stagione che lo aveva portato da me.
Dolce come il miele, biondo come il grano, arrossiva ad ogni mio sorriso, era gentile nei modi ed educato nel rispondere.
Alle avances delle signorine per bene non diceva nè si nè no, lasciandoci tutte nel crogiolio di sogni fanciulleschi e facili illuisioni.
M’ ama non m’ ama chiedevamo alle margherite.
Ma egli era troppo candido per concedere il suo amore. 
Partì un giorno con i suoi sogni in mano e non fece più ritorno.
Spesi settimane alla finestra sperando di vederlo tornare da me, ma col arrivare del caldo il tenero John sparì dai miei pensieri.
Su una nave il destino portò con sé Marcus. 
Bello come il divenire del bruco in farfalla, maturo come le pesche di luglio, forte come la tempesta, riaccese in me il desiderio.
Oziammo sulle rive del fiume bevendo vino e parlando d’amore, le sue dita giocavano con i miei capelli, le sue labbra erano facili da baciare, mi dilettava leggendomi poesie e suonando per me armoniose melodie..
Era dolce il suo sapore come piacevole la sua presenza. 
Ma ahimé il vento lo richiamò a sé. Il vento della guerra è sordo al lamento degli innamorati.
L’autunno fu per me malinconia. 
Anthony non per dispetto ma per sensibilità d’animo non era in grado di farsi amare, vedeva in se stesso una tale quantità di inesistenti difetti che gli era impossibile farsi voler bene.
La sua intelligenza era la sua condanna.
Provai in ogni modo ad alleviare il suo dolore, ma nemmeno la mia arte di donna curava i suoi dispiaceri. Egli era nella sua fragile bellezza attratto da tutto ciò che non poteva avere e si sentiva per questo condannato ad una vita di infelicità e solitudine.
Come le foglie rosse e arancioni che cadevano scosse dal vento così poco a poco caddero i miei buoni propositi, il mio amore che seppur forte e sincero continuava a scontrarsi con il dilui malcontento finì col spezzarsi e morire.
Mi chiedo se sia il mio così essere innamorata dell’ amore la mia maledizione, e se un giorno arriverà qualcuno per poi non ripartire, il cui amore sia saldo come una roccia e profondo come le radici di una quercia, sempre verde nel mio cuore e nel mio spirito.
Se mai arriverà fonderò il mio cuore con il suo, sarà il suo respiro la prima cosa che sentirò al risveglio del mattino e l’ultima che sentirò prima di addormentarmi tra le braccia dell' eterna morte.
In questo io spero e confido, questa la mia sola speranza, che d’amore mutevole io non debba morire, perché ciò che rende questa vita degna d’esser vissuta è amore.
Amore sconfinato.
Amore desiderato.
Amore sognato, vissuto, temuto, consumato, radicato.
Amore che non lascia spazio ad altro amore,
Amore che di sé stesso vive e per se stesso muore.