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Autore: SniperShy    01/07/2015    7 recensioni
Già, forse l' ho pubblicata un pò presto.
Che dire, era già da prima che mi girava in testa 'sta idea. Avevo tutte le storie di Tales From Stalliongrad già in testa ancora prima di EGT.
No, giuro.
Si sono presi i nostri cuori sotto una coperta scura. Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura. Fù un generale di vent' anni, occhi turchini e giacca uguale. Fù un generale di vent' anni, figlio d' un temporale. Ora i puledri giocano, nel letto del Mane Creek.
Genere: Azione, Guerra, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
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L' incidente di Fiume Mane Creek

Si sono presi i nostri cuori sotto una coperta scura. Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
Venni svegliato da un lungo rombo che mi fece tremare le ossa in corpo e da degli spari. nella tenda da campo era ancora buio, e non c' era nessuno dentro, nè sulle brandine, ne nell' ambiente centrale. Il rumore era tutto fuori, e potevo distinguere il panico nel battito disordinato degli zoccoli al galoppo. Corsi fuori, e nell' accampamento c' era il panico; era ancora buio, ma una colonna di denso fumo nero si alzava da quello che doveva rimanere dal deposito delle munizioni e del napalm, coprendo le stelle sopra l' accampamento Mane Creek, e i soldati galoppavano in ogni direzione imbizzarriti. Si sentivano frequentemente spari e urla, e vedevo molti miei compagni a terra, agonizzanti in pozze del loro stesso sangue.
I nostri guerrieri troppo lontani, sulla pista del bisonte. E quella musica distante diventò sempre più forte. Chiusi gli occhi per tre volte, mi ritrovai ancora lì; chiesi a mio nonno è solo un sogno, mio nonno disse sì.
Sentii gli spari avvicinarsi alla mia posizione. Scorsi il capitano della mia unità, McClopney, appoggiato al palo di una bandiera, il suo manto verde muschio macchiato del suo stesso sangue in corrispondenza del ventre, dove c' era un ampio squarcio da dove cadevano a terra i suoi intestini. Come mi avvicinai a lui, i suoi occhi si alzarono piano verso di me, terrei, la vita che lo abbandonava velocemente, fuggendo da lui come elettroni l' uno dall' altro.
"Hoofalong... la pattuglia è stata distratta. Hanno... hanno fatto saltare il deposito delle munizioni, e adesso stanno rastrellando il campo per i sopravvissuti, per ucciderci tutti" disse, tossendo sangue. Le sue labbra cominciarono a tremare, col sangue che colava dagli angoli della bocca e dalle narici.
"Trova... trova un arma e sc- scappa. Fuggi da questo campo maledetto. Salvati almeno tu... Racconta ai nostri compagni di quello che i Demoni Bipedi Blu ci hanno fatto" disse infine in un singulto, morendo sotto a i miei zoccoli sporchi del suo sangue. Mi alzai con le lacrime agli occhi, raccolsi una pistola con mezzo caricatore che trovai poco lontano, e galoppai via.
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso. Il lampo in un orecchio, nell' altro il paradiso. le lacrime più piccole, le lacrime più grosse; quando l' albero della neve fiorì di stelle rosse. Mentre galoppavo disperatamente, fuggendo per la mia vita, sentii un suono secco, di legno che impattava contro qualcosa. Prima che potessi rendermi conto di cosa fosse accaduto, qualcosa mi colpì forte alla nuca, e caddi a terra, stordito. Cercando di alzarmi, la mia vista si offuscò un poco, e vidi bianco per alcuni secondi. Vidi la neve sotto di me sporcarsi del mio sangue, spillato a causa della concussione del mio cervello nella mia testa.
Fù un generale di vent' anni, occhi turchini e giacca uguale. Fù un generale di vent' anni, figlio di un temporale. Voltandomi, vidi colui che mi aveva mandato a terra. Ad un centinaio di metri da me c' era un pegaso dal manto di un blu elettrico, che volteggiava reggendo una mazza da baseball, la cui palla era vicino a me, macchiata del mio sangue.
Quando il sole alzò la testa, tra le spalle della notte c' erano solo cani e fumo e tende capovolte. Tirai una freccia in cielo per farlo respirare. Tirai una freccia al vento per farlo sanguinare. La terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek. Mi guardai intorno, cercando una salvezza che non arrivò mai. Attorno a me e il misterioso assassino c' erano solo la penombra dell' alba e il fuoco che cominciava a divorare le tende d' accampamento. Mi guardai lo zoccolo, dove avevo la pistola. A fatica la sollevai puntandola verso il mio nemico, che si stava avvicinando pericolosamente. Riuscii a sparare solo tre colpi verso di lui: il primo lo mancò del tutto, perdendosi nel vento e nel fumo; il secondo sembrò impattare sulla sua spalla, ma lui non rallentò la sua avanzata, e riuscii a distinguerlo sghignazzare. L' ultimo colpo per cui premetti il grilletto si inceppò nella canna, bloccando il carrello a metà della sua corsa; della terra doveva essere finita nei meccanismi quando ero caduto, rendendo impossibie riutilizzarla senza un attenta manutenzione. Me la lasciai cadere in grembo, le mie spalle che tremavano dal freddo della neve in cui ero caduto riverso e dal dolore alla testa, da cui sentivo gocciolare veloce il mio prezioso liquido vitale.
Ormai era sopra di me, e facevo sempre più fatica a guardarlo, gli angoli della mia vista attanagliati da un alone nero che andava ad allargarsi sempre più, mentre il mio campo visivo si stringeva sempre di più. Il suo Cutiemark era un piede alato, e rideva di me dall' ombra del suo cappello da baseball nero, mentre nello zoccolo teneva una mazza da baseball di legno insanguinata, gocciolante anch' essa del sangue di chissà quanti miei compagni. La alzò sulla mia testa, e io chiusi gli occhi carichi di lacrime, attendendo l' ultimo colpo che avrei dovuto subire.
"Nessun testimone" sentii dirgli, con una voce atona e sprezzante allo stesso tempo.
E la sua mazza calò sul mio cranio.
Si sono presi i nostri cuori sotto una coperta scura. Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura. Fù un mercenario di vent' anni, occhi turchini e giacca uguale. Fù un mercenario di vent' anni, figlio d' un temporale. Ora i puledri giocano, nel letto del Mane Creek.

Il Nido del Cecchino


Che bellezza, il ritorno dell' operazione CrinieraRossa. Yay.
Ok, a questo punto credo che due o tre spiegazioni siano d' obbligo.
Mane Creek è un accampamento militare dei 'Grandi e Potenti', sul fiume omonimo; testa di ponte settentrionale della difesa dei Grandi Pascoli Orientali (Quella meridionale è -o meglio, era- Cavalcanda. In inverno viene attaccato dal BLU team, che lavora proprio per i 'Grandi e Potenti'.
Sarebbe un azione insensata, avete ragione. Aspettate di leggere il secondo atto di Snipershy, cari miei.
Se qualcuno ha qualche domanda, può sempre chiedere in una recensione. Mica vi mangio.
Se non siete troppo appetitosi.
   
 
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