Viveva in una casa austera ed imponente, antica più che vecchia. Si trovava di fronte al mare in una zona selvatica, non ancora raggiunta dalla linea degli alberghi, e la circondava un vasto giardino con piante ed alberi vigorosi, alcuni piegati dalla bora.
Isolata dalla città come un guardiano solitario, non si capiva che ruolo avesse avuto con la storia del luogo.
A est la facciata si ingentiliva con la presenza di un lungo porticato con agili colonne, che con tre gradini portava in giardino. Sotto il porticato, che pareva un prolungamento della casa, l'allegra famiglia svolgeva le sue attività.
C'era anche una bella fontana ormai asciutta, con una grande vasca di pietra e al centro una figura femminile corrosa e verdastra che alzava le braccia al cielo come per spiccare il volo. In un angolo del giardino una bassa e piccola costruzione era stata in origine una piccola cappella, e ne manteneva tutt'ora lo stile, ma non l'uso. Una finestra con i vetri colorati si sporgeva su quel panorama stupendo. Era la camera di Roxas.
Si svegliò, aprì la finestra e guardò il tramonto. Guardava fisso l'orizzonte e ciò che scorgeva erano solo alcune nubi biancastre che inarcavano il sole.
I suoi amici Hayner, Pence e Olette lo aspettavano come sempre al ritrovo: era lì che i quattro ragazzi si ritrovavano e parlavano.
Essi stavano mangiando insieme un gelato al sale marino, quando Roxas provò a toccarli, sembrò come se lui non esistesse: fu come se fosse un fantasma.
Il giovane uscì dal ritrovo e si trovò davanti Axel. Ma poi tutto d'un tratto, fu come se il tempo si fosse fermato. Roxas sentì una voce. "Roxas, corri alla villa". Roxas ubbidì.
E fu un attimo, un secondo, un istante - che Roxas si trovò davanti Axel. Fu uno scontro all'ultimo sangue, dove il giovane custode del Keyblade ebbe la meglio. Si trovò poi in una strana stanza, bianca, dove c'erano diverse capsule. C'era un'altra stanza, isolata dalle altre, dove c'era la capsula più grande di tutte. Lì dormiva Sora.
Roxas si unì di nuovo a Sora. Ma prima di unirsi di nuovo Roxas si trovò di fronte a 12 persone con dei cappotti neri, decisamente somigliavano al "Cupo Mietitore", diceva Roxas.

-Bentornato, losco traditore.-
Questa voce gli era familiare.
L'aveva già sentita da qualche parte.
Ma dove?
Dove...
Si girò e vide una figura dai capelli rossastri, che lo guardava con disgusto, come tutti gli altri.
-E' tempo che tu sappia.-
Una luce inondò la stanza.

Si ritrovò su un letto rosso, in una camera rossa, tutto era rosso.
-Ma bene, bene. Guarda chi abbiamo qui...-
-Axel?- disse impaurito Roxas.-
Axel si avvicinò appena appena a Roxas, ed evocò i suoi Chakram.
-TU, TU TRADITORE! Come hai potuto TRADIRCI!!!- tuonò Axel con il fuoco negli occhi. Peccato che una lacrima gli sgorgò dal viso, e spense quel fuoco. Axel lasciò cadere i suoi Chakram.
-Axel? Non ti riconosco più! Cosa ti é successo? Dove sono?-
-Non ti sei chiesto CHI SEI?-
-Sono Roxas.-
-NO! NO! TU NON CAPISCI! TU SEI IL NUMERO XIII DELL'ORGANIZZAZIONE!!-
-Come?- Roxas fece per avvicinarsi.
-O-r-g-a-n-i-z-z-a-z-i-o-n-e. Got it memorized? E non te lo ripeto più!-
Roxas si avvicinò.
-Ma questo l'ho capitooo!!! E cosa fa questa organizzazione?-
Roxas era molto vicino ad Axel, e Axel non poteva nascondere l'imbarazzo, soprattutto perché lo stava fissando con i suoi grandi occhi azzurri. Axel si chinò all'altezza del ragazzo, lo guardò negli occhi e gli diede un bacio.
Roxas era sconvolto. L'organizzazione...e poi questo. Chi era veramente?

Akuroku Akur..*ççççç* Come? Ah siete voi! Da un po' mi sono appassionata allo Yaoi ed Akuroku! E anche RiSo!! Buooono il RiSo!!! *ççç* (E' la coppia RikuxSora!!!Nd.Roxas) (Certo che ne sai tu di Yaoi..!Nd.Autrice)
Questa fanfic..più o meno dovrebbe essere venuta bene...o no? AKUROKU AKUROKU *çççççç* mi scuso per chi non ama la coppia! ^_^ non è mai troppo tardi per iniziare ad adorarla!!! kiss, ParamoraH!