Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Naomi_Shonenai    02/07/2015    2 recensioni
*[“Mercuzio, chi è la regina Mab?”
[...]
“Come non sai chi è?”
Poi cominciò a parlarne in modo poetico e sognatore:
“Lei che tra le fate è levatrice…”
Romeo, comprendendo che il suo amico era partito per il mondo dei sogni, lo lasciò perdere ma fu attratto da una frase in particolare:
“Su questo cocchio, notte dopo notte, galoppa nelle menti degli amanti riempendole di sogni amorosi.”
[...]
“Questa notte ti verrà a trovare! E allora capirai chi è davvero la regina Mab”
Mercuzio x Romeo
Un sogno inaspettato, una paura di non essere accettati e poi, quando tutto è finalmente chiaro e roseo, il futuro riserverà dolori più o meno forti, ma anche gioie e felicità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Romeo si svegliò. Si alzò quasi subito e guardò fuori dalla finestra. La sera aveva quasi finito di scendere completamente.

Avrebbe aspettato qualche oretta prima di andare a lavare via quel ricordo.

Ma come poteva passare quel tempo?

L'opzione di stare con i suoi amici era del tutto esclusa ma senza loro due era perso. Stavano insieme praticamente tutto il giorno e adesso restare diviso da loro lo distruggeva.

Ma gli venne in mente un'idea: il roseto dei Montecchi. Si trovava dentro le mura del castello.


Romeo amava quel luogo: tutti conosciamo la sua romantica essenza e cosa c'è di più romantico delle rose oltre allo stesso Montecchi?
Lì se ne potevano ammirare di tutti i tipi e colori: dalle rosse alle blu, dalle rosa alle gialle.

Ma le sue preferite erano senza dubbio le rose bianche. Esse, infatti, rappresentavano la purezza, il silenzio e l'innocenza.

Quella purezza al rubata dalla regina di un sogno;

quel silenzio che regnava sovrano, rotto solo dai suoi gemiti;

quell'innocenza che, a poco a poco, cominciava a lasciare spazio al senso di colpa.


Ma la sua coscienza non era macchiata di sangue carminio, bensì di un liquido bianco e denso e di un sogno sottile come l'aria e più freddo del vento del nord.

Così freddo da penetrare nelle ossa e ghiacciargli il sangue ma anche caldo abbastanza da avergli sciolto il cuore.
Sfiorò un petalo con il dorso dell'indice e sorrise:

“Ormai non so più se esserne felice o disgustato. Quanto vorrei riabbracciarti, Mercuzio.”

In questo momento la sua attenzione fu colta da un particolare fiore, diverso da tutti gli altri.

“Questo papavero bianco…” sussurrò, accovacciandosi per osservarlo meglio.


 

*[ Ehi ragazzi, vi va di piantare un fiore?” chiese il bimbo biondo tutto entusiasta.

“Perché dovremmo piantare un fiore in un roseto?” chiese il bambino con dei folti capelli ricci e due occhietti azzurri come il mare.

“ Così quando crescerà sarà il simbolo della nostra amicizia.” sorrise fino a socchiudere gli occhi.

Il piccolo Romeo li guardava. Era felice di avere due amici come loro.

“A te va bene, Romeo?”

“Eh… ah… sì certo! Che fiore piantiamo?”

Mercuzio guardò la buca che avevano fatto: “Se per voi va bene vorrei piantare un papavero bianco”

“E perché proprio un papavero bianco?” gli chiese ingenuamente.

Lui lo guardò: “I papaveri bianchi rappresentano i sogni”

“I sogni?” ripeté confuso il ricciolo “Quelli che si fanno durante la notte?”

Il biondo scoppio in un innocua risata.

“Non solo mio caro Benvolio. I sogni sono anche la nostra realtà: sogniamo mentre dormiamo poi ci svegliamo e cominciamo a sognare ad occhi aperti.”

Vedendo i due bambini attenti e stupiti iniziò a giocare un po' con loro “Sapete, anche in questo momento io sto sognando.”

“E cosa sogni?” il piccolo ormai aveva incuriosito Romeo.

Sbuffò sorridente: “Sogno dei bambini che fanno troppe domande! Dai piantiamo questo fiore e poi andiamo a farci un bagno al fiume”.

Queste parole convinsero i due e così piantarono un seme di papavero bianco.]*

Romeo sorrise al ricordo. Quella era la prima volta che sentiva il suo migliore amico parlare di sogni e da quel giorno non smise più. Ma doveva ammetterlo, lo aveva sempre affascinato.

Nello stesso momento due ragazzi giravano Verona quando decisero di far visita al Roseto dei Montecchi per confessare la sventura e la tristezza di Mercuzio alle rose prima di buttarsi in qualche avventura notturna.

E così, chiacchierando e camminando, videro il povero Romeo che parlava con un fiore.

“Il gentile Romeo!” disse Mercuzio sorpreso sporgendo il petto in avanti, ma fu bloccato da un braccio del castano.

“Aspetta! Non farti vedere… ascoltiamo.”

Anche l'altro si convinse e si nascosero dietro un cespuglio per ascoltare le parole di Romeo.

“Mercuzio, ora ho capito cosa intendevi quella volta: appena smetto di sognarti la notte, ti sogno di giorno. Mercuzio, predator di questo cuore, quanto mi mancano i tuoi abbracci.”

Il ragazzo, senza farsi vedere né da Romeo né da Benvolio, restò a bocca aperta.

In pratica Romeo aveva appena confessato di aver sognato di aver fatto l'amore con lui?!

No, impossibile! Avrà capito male per forza! Però, vedendo con la coda dell' occhio l’altro a bocca aperta, si girò implorante strattonandolo per le braccia. “Ti prego fratello mio! Lascia almeno che ci parli!”

Benvolio lo spostò con una spinta e con lo sguardo serio, bocciò definitivamente la richiesta.

“No, Mercuzio! Capirà che siamo rimasti ad origliare”

Dopo però, vedendo gli occhi imploranti del biondo, provò pietà per lui e cercò di farglielo capire con un altro impatto, scuotendolo delicatamente per le spalle.

“Solo stamattina fuggiva da te. Comprendilo, è ancora confuso. Dobbiamo solo aspettare. Stasera sarà quel che sarà poi domani è un altro giorno." Lo fissò negli occhi, poi lo abbracciò.
"Mh..." mugugnò lui un po’ deluso. “Tu stai pianificando qualcosa, vero?” pensò in quell’abbraccio.



Quella sera Mercuzio e Benvolio andarono come previsto alla locanda.
Venne incontro loro la locandiera.
"Cosa posso offrirvi giovani Messeri?” chiese gioviale.

"Letti caldi per passare la notte, possibilmente con un riscaldatore naturale incluso" rispose Mercuzio.
"Scegliete colei che più vi aggrada " disse, indicando con un cenno del capo delle giovani fanciulle belle e prosperose.
"Sono tutte affascinanti perciò scegliete pure voi" gli rispose Benvolio.

“ Colei che,invece, avrà il pregio di passare la notte con Mercuzio della Scala non sarà scelta dal fato ma da egli stesso. Colei che porta i capelli corti e le forme non troppo evidenti.”
La donna allora, soddisfatta, consegnò le chiavi delle stanze.
"53 e 54 a voi. Vi faccio arrivare le ragazze tra un attimo".
I due annuirono e salirono fino alla loro stanza.


 

“ Non penso che prendere una ragazza che gli assomiglia ti aiuti, amico mio” gli disse salendo.

“Non riuscirò comunque a cancellare il suo ricordo per sempre. Se proprio non posso averlo tra le braccia, preferisco che la mia mente si illuda” gli rispose guardando fisso davanti a sé.

Arrivarono davanti alle loro camere.

"Bene messere a domani. Ah...facciamo una scommessa?" gli propose  Mercuzio.
"Che tipo di scommessa?"
"Se senti la mia donna implorarmi, domani paghi tu; e viceversa."
Il castano, non troppo convinto, accettò. Forse in questo modo l'amico avrebbe potuto liberarsi un attimo la mente.
Si salutarono. 
Entrò in camera prima Mercuzio ma dimenticò la chiave attaccata alla porta.

Benvolio stava per entrare nella sua camera quando notò un certo giovane entrare in una stanza.
"E lui che ci fa qui?!" pensò con l'espressione sorpresa. Espressione che venne mutata presto in uno sguardo simile a chi si fa venire in mente un'idea folle e alquanto maliziosa.
Andó dal compagno (che era girato di schiena) e gli tappò la bocca con una mano mentre con l'altra gli oscurava la  vista. Lo portò fino alla camera del biondo e lo spinse dentro. 
Chiuse la camera il più in fretta possibile e appoggiandosi alla porta di legno si convinceva sempre più che quello che aveva fatto fosse una scelta giusta. 


Arrivarono le tre belle fanciulle che avrebbero dovuto riscaldare i tre giovani. Benvolio preso un sacchetto di monete d'oro e lo buttò ai loro piedi.
"Grazie comunque" disse prima di tornare in camera sua, immaginandosi già gli sguardi innamorati dei suoi due fratelli.

“Domani penso proprio che mi toccherà pagare il conto.” pensò tra sé.

Intanto dall'altra parte della porta...

"R-Romeo!" chiamò stupito il biondo a petto nudo intento a slacciarsi la cinta dei pantaloni ma si bloccò alla vista dell'amato. Dal canto suo il bel Montecchi non riuscì a proferire parola, estasiato dalla bellezza del ragazzo. 
Mercuzio sospirò e si buttò sul letto.
"Lo so che ormai mi odi ma neanche io ne sapevo niente. Ha fatto tutto Benvolio. Io non ne sono complice. " si alzò  e andò verso la finestra per guardare la luna.
"Quando stamattina hai cominciato ad evitarmi mi sono sentito malissimo perché avevo paura di perderti per sem... Ma cos-?!"
Sentì  delle braccia forti  circondargli l' addome e un petto caldo è rassicurante aderire alla sua schiena. Si girò di scatto ma non ebbe neanche il tempo di commentare che Romeo aveva già intrappolato le sue labbra in un bacio.  Era intenso e voglioso. Romeo teneva gli occhi chiusi mentre Mercuzio più spalancati che mai .
Cosa voleva dire quel bacio ? E soprattutto, cosa sarebbe successo dopo ?
E fu in quel momento che, mandando chissà dove le parole di Benvolio sul temporeggiare , chiuse gli occhi e spinse la propria lingua nella bocca del compagno .
Questo gesto provocò una leggera eccitazione in Romeo , concretizzata da un sottile gemito.
Il biondo poggiò le mani sulle spalle di lui , poi accarezzò le braccia e si avviò al petto , liscio e candido . Sfiorò con un dito un capezzolo già turgido facendo fuoriuscire un lamento di piacere da parte di Romeo.
Scese all' addome, passando lievemente sui fianchi, dove le mani si stanziarono momentaneamente. 
Le labbra si lasciarono.
"Cosa significa quel tuo percorso con le mani?" gli chiese in un sussurro a fior di labbra.
"No, Romeo, qui sono io che esigo delle spiegazioni. Perché?"
" perché ti amo ! Sì Mercuzio, ti amo! Dovevo dirtelo prima o poi!"
Mercuzio restò di stucco. Forse la regina Mab stava accecando anche lui. Forse quello era solo e soltanto un sogno.
*[Sogniamo mentre dormiamo, poi ci svegliamo e cominciamo a sognare ad occhi aperti. Anche in questomomento io sto sognando..."]*


Si ricordò di quella frase detta da piccolo. Già quel tempo era innamorato di Romeo, perché adesso doveva dubitarne ? 
"Ti-ti amo anch'io..." sussurro con voce spezzata e gli occhi ancora spalancati, ma velati da lacrime sottili che aspettavano di scendere libere sulle sue gote.
"  stai scherzando ?! Oh mio dio , da quando?" Romeo non poteva crederci. Lui che si era fatto tutte le fantasia mentali di questo mondo su come l' altro avesse potuto rifiutarlo.
"Mah... Da quando ti conosco." lo informò. Poi gli venne un dubbio:
"Ma è per questo che mi evitavi  ?"
Romeo abbassò lo sguardo, azione che il biondo prese per un sì.
"Sei un idiota. Ma perché non me ne hai parlato?" gli chiede con una buona quantità di rabbia.
"E che ti dicevo?! Sai Mercuzio, quando mi abbracci o andiamo al fiume mi eccito come solo Dio sa. Tu che avresti pensato?!"
Il biondo capì e avvicinò il viso a quello del compagno.
"Nulla di male perché sono esattamente gli stessi sentimenti che provo io per te" gli disse accarezzando la sua guancia.
Si diedero un bacio casto, labbra contro labbra e niente di più.

“Secondo te chi è più stupido? Io che non ti ho detto niente in più di dieci anni o tu che sei arrivato a sognare di far l’amore con me e, per paura di disgustarmi, scappavi?”

“Lo siamo stati entrambi, accecati da questo amore impossibile” il suo sguardo scese al petto del biondo per poi risalire agli occhi passando sul collo e sulle labbra “Sai… adesso sarebbe magnifico…”

“Cosa?” gli chiese curioso.

“Ecco…ho il desiderio ardente di liberare questo mio amore e di sentirti come nel sogno, ma questa volta il sogno fatto realtà.” Si specchiarono uno negli occhi dell’altro.

Romeo vedeva lo stupore e la gioia del biondo, Mercuzio ammirava una scintilla di desiderio nei suoi occhi scuri.

Come da risposta, gli prese il viso e lo baciò con passione e ardore. Romeo era felice di quel tocco , di quella voglia di sentirlo pienamente .
Il biondo cambio le posizioni mettendo l'altro contro la finestra e facendolo sedere sul muretto dove prima si era appoggiato lui per ammirare la notte .
Gli aprì le gambe ed entrò in esse.
Continuando il bacio sempre più famelico cominciò ad aprire i pantaloni al Montecchi, notando già un piccolo rigonfiamento.
" Pff" sorrise soddisfatta constatando le condizioni dell'amico . 
Il moro arrossi dall' imbarazzo. Poi buttò uno sguardo al cavallo dei pantaloni di Mercuzio.
" Senti chi parla! Tu non sei messo meglio.”
 Lui in risposta spinse il bacino contro quello di Romeo per fargli sentire la propria imponenza e per aumentare il volume al moro.
Romeo provò a trattenere un gemito ma senza successo.
"Vedo che questo movimento ti aggrada parecchio." gli sussurrò con voce suadente, appoggiando le labbra all'orecchio per poi leccarlo.
Scese alla mandibola, tracciandone il contorno con la punta della lingua.
Arrivò al collo dove si fermò giusto il tempo di lasciare un succhiotto. Il moro, che si gustava ogni secondo di quella meraviglia,  sospirò di piacere quando lui gli lasciò il marchio del suo amore sul collo.
Il biondo leccò il segno rosso come se volesse affievolire la vistosità del succhiotto. 
La sua lingua si mosse ancora per andare a toccare il petto.
La fece scivolare più volte sul suo sterno mentre con le dita giocava con l estremità rosea e turgida che aveva stimolato in precedenza.
Sentendo Romeo muoversi bramoso sotto il suo tocco, lo prese in bocca e giocò con la lingua.
"Ah...sì Mercuzio! Oddio, si!"
Mercuzio lasciò quella piccola protuberanza, non senza averlo graffiato con i denti.
Con un percorso di baci arrivó all' addome. Le sue mani si posarono sulle ginocchia e salirono, arrivando all' inguine. Salirono ancora, cercando di deviare il membro duro di lui, e si intrecciarono nella peluria. 
Romeo era in estasi. Si contorceva dal piacere. Sentiva bruciare ogni punto toccato dal giovane. Gli venne un desiderio spiccato. 
"Ah...Mercuzio! Ti prego fammi venire!"
Allora, dopo averlo completamente denudato, le sue mani presero in ostaggio le carni, afferrandogli e massaggiandogli i glutei, lasciando quindi spazio alla bocca che, avida, si impossessó della sua erezione.
Ne inumidì la base, salendo poi a lasciare dolci baci e lappate fino ad arrivare alla punta.
La lambì con le labbra e con la lingua. Poi lo fece entrare nel suo antro caldo, stringendo le labbra.
Il Montecchi non riusciva più a resistere. Intrecció le dita tra i riccioli biondi, lo tirò a sé, alzando istintivamente le gambe.
"Ahhh...Mercuzio sí!!" gridava il suo nome.
Mercuzio prese due dita e le infilò nella bocca di Romeo. Lui le succhió, le leccó, ci giocó con la lingua, trasportato da una corrente famelica.
E lui restava lì, ad osservare la sua espressione estasiata, spingendo le dita tra le sue labbra ed eccitandosi all' estremo.
Anche Mercuzio era in estasi. Si, estasi pura.
Esitò a togliere le dita dalla bocca di Romeo ma si convinse che era per una buona causa. Andó giù ad accarezzare la piccola apertura di Romeo, resa già umida dall' eccitazione. Poi introdusse un dito, spingendolo dentro e fuori. Prima piano poi sempre più veloce finché non ne infiló un altro.
Il moro gridò per quell'introduzione e perciò il ragazzo si fermó e lo fece abituare all' intrusione. 
Quando lo sentì calmarsi le mosse allo stesso ritmo del primo.
Continuò, allargando sempre più quel buchetto eccitato finché...
"Ah...Mer-cuzio! Sì! Sto per...ahhh! Non resisto più! Ti prego...ahhh fammi venire!"
A quelle parole lui si fermò e per qualche secondo restó ad osservare il suo amore con il fiato corto, le gambe aperte per lui, l'erezione che non aspettava che scoppiare e l'espressione che rappresentava tutta la goduria che in quel momento stava provando.
Quella visione lo fece eccitare davvero molto ma non si vide perché il suo membro  era giá più che pulsante. 
Si diede ad un sospiro di piacere. Poi, in fretta, si sfilò i pantaloni e li buttò a terra. Stava per spingersi dentro l'amato ma lui lo fermò.
"Andiamo...anf...sul letto."
Il biondo acconsentì.
Lo prese in braccio e lo posò delicatamente sul letto poi, in una spinta di fianchi, entrò in Romeo. Questo sprigionó un grido non molto diverso da un urlo di dolore.
"Ahhhhhhh!!!!!!"
Mercuzio si fermò e, come prima, lo fece abituare.
Quando lo sentì rilassarsi intorno a lui, iniziò  a spingersi sempre più in fondo, uscendo ed entrando aumentando, a poco a poco, la velocità. 
E alla fine il moro non si trattenne più e, in un urlo di goduria, venne.
L'altro,vedendo quel liquido bianco schizzare via dalla mascolinità del suo amato, si lasciò andare anch'egli  a questa lussuria e venne nel corpo di Romeo.
Il biondo cadde sul corpo ansimante del moro, respirando affannosamente come lui.
"Ti amo!...anf anf"
"Anch'io!...anf anf"
Dall'altra parte del muro un ragazzo dai folti ricci castani sorrise, convincendosi di aver compiuto un atto che avrebbe segnato l'inizio di una storia infinita e del fatto che i due non lo avrebbero mai ringraziato abbastanza.

   
 
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