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Autore: Maggie_Lullaby    16/01/2009    6 recensioni
Nick Jonas, la sua ragazza, una cena che doveva essere perfetta solo fra loro due.
FF sulla canzone dei Jonas Brothers, S.O.S. su un fatto accaduto realmente. Ovviamente questa FF è romanzata da me.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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S.O.S.

(Nick)

 

Questa FF è dedicata ai

fantastici Jonas Brothers

e a Temperence_Booth.

Grazie a tutti voi

1. The Dinner

 

Afferrai la giacca di finta pelle rossa e le chiavi di casa contemporaneamente, salutai mio fratello Kevin e i miei genitori e aprì la porta pronto per uscire.

Sul vialetto di casa incontrai l’altro mio fratello, Joe, il mezzano della famiglia e anche il più pazzo a dirla tutta ma a me andava benissimo così: era mio fratello.

- Dove vai? - mi chiese con un sorriso, si vedeva chiaramente che aveva appena pasato una bella giornata con la sua ragazza: Amanda Joy o anche detta semplicemente AJ.

- Esco - dissi rispondendo al suo sorriso, felice.

La serenità di Joe che l’aveva accompagnato fino a quel momento si congelò sul suo volto trasformandolo in una maschera di tristezza.

- Con Rebecca? - chiese.

Io annui incerto.

Joe sospirò: - Vi vedete ancora, allora.

- Joe dovresti saperlo, sei mio fratello - dissi con un risolino.

- Lo so, lo so, ma … Nick quella ragazza non mi piace.

Iniziai a irritarmi: - Non deve piacere a te.

Joe scosse la testa, il suo scopo non era quello di irritarmi ma di farmi ragionare.

- Nick ormai lei è … cambiata, è diversa da quando l’hai conosciuta - disse lui.

Sbuffai controllando l’orologio, stavo per fare tardi, l’appuntamento era alle sette e mezza.

- Joe non possiamo parlarne dopo? - domandai io testardo.

Joe alzò le spalle e mi fece spazio per passare sul vialetto.

Lo ringraziai di cuore e iniziai a camminare con passo svelto.

- Ti aspetto sveglio! - mi urlò mio fratello e io gli feci un cenno con la mano per fargli capire che avevo capito.

Mentre camminavo pensavo a lei, a Rebecca.

Io e Becky ci conoscevamo da una vita, eravamo stati prima compagni di classe alle elementari e poi vicini di casa alle medie, ora lei viveva a casa del padre, poco distante da dove abitavo io insieme alla mia famiglia.

Rebecca aveva compiuto da poco quattordici anni, un compleanno che io avevo festeggiato circa sei mesi prima del suo: ed era vero quello che diceva Joe a suo proposito: era cambiata.

Secondo Joe e Kevin in senso negativo mentre io … beh io non vedevo difetti in lei, Rebecca per me era la mia ancora di salvezza, il mio supporto.

Non potevo negare che, però, aveva fatto amicizie scomode con due persone che io detestavo con tutto me stesso: Samantha e Vanessa.

Al solo pensiero rabbrividivo, incapace di trattenermi, Samantha e Vanessa erano odiose, non esisteva aggettivo migliore per descriverle, odiose e pettegole.

Non c’era segreto, pettegolezzo o gossip nel raggio di cinque chilometri che loro non conoscessero.

Mi piaceva pensare che Rebecca, la mia Rebecca, gli fosse amica perché, magari, era a conoscenza di un lato di loro migliore che io non conoscevo.

La cosa peggiore era che stavo mentendo a me stesso e non lo sapevo.

Arrivai al ristorante nel quale avevo il mio appuntamento con Rebecca e scoprii che lei non c’era.

Tanto meglio, pensai, non sono arrivato in ritardo.

Quella serata doveva essere per noi due, solo per noi due, nessun adulto, amico o conoscente di mezzo.

Solo io e Becky.

Becky e io.

Mi avvicinai al una cameriera indicandogli la mia prenotazione e lei mi accompagnò a un tavolo che dava vista sull’oceano, in un angolo piuttoso remoto della stanza.

Di bene in meglio, concordai con me stesso sedendomi al tavolo e aspettando pazientemente che la mia ragazza arrivasse.

Iniziai a sgranocchiare un pacchetto di grissini aspettandola pazientemente.

Quando, ormai, erano quasi le otto e io stavo per avere una crisi di nervi perché non la vedevo arrivare, lei attraversò la porta del ristornate.

Gli sorrisi allegro, facendogli in cenno con la mano ma lei non mi vide, teneva la testa voltata dietro di sé e stava tenendo aperta la porta del ristorante a due persone.

No!, urlai nella mia testa, Samantha e Vanessa no!

Le tre migliori amiche erano lì, davanti all’entrata del ristorante che chiacchervano e ridevano allegre perlustrando la sala, probabilemente, per cercarmi.

Io dentro di me ribollivo di rabbia e inconsciamente un pensiero mi attraversò la testa senza che io volessi, forse era vero quello che dicevano Joe e Kevin a proposito di Rebecca, era cambita.

No, dissi con forza nella mia testa, non Rebecca, non Rebecca.

Becky sapeva perfettamente che quella serata era solo per noi due, era stata lei stessa a proporla, sancendo alcune regole, una fra queste era che dovevamo esserci solo noi due.

Quando Rebecca mi individuò mi sorrise.

Era bella come sempre, alta, magra, dai capelli scuri e con due grandi occhi marroni luminosi.

Non potei fare a meno di sorridere a così tanta bellezza mentre a Samantha e a Vanessa rivolsi una smorfia di raccapriccio.

Non erano brutte, anzi, ma mi bastava vederle per farmi venire il volta stomaco.

Samantha aveva i capelli rosso fiamma, la pelle diafana, con molte lentiggini e con un paio di occhi celesti che facevano cadere ai suoi piedi numerosi ragazzi. Ma io non ero fra questi.

Mentre Vanessa era bionda, la classica bionda, truccata sempre pesantemente e talmente magra che più volte mi ero chiesto se fosse anoressica.

- Ciao Nick! - mi salutò Rebecca strappandomi dai miei pensieri e poggiando per un attimo le sue calde e morbide labbra sulle mie.

Arrossì, anche se solo per un attimo, come mi capitava sempre.

Samantha e Vanessa mi rivolsero un semplice cenno col capo e si sedettero ognuna a un fianco di Rebecca.

Non solo erano venute alla nostra cena, ma pretendevano anche di sedersi accanto alla mia ragazza.

E no carine, scordatevelo!, pensai arrabbiato con tutte e tre.

- Ehm, Becky, ti posso parlare? - domandai.

- Certo Nick, dimmi pure - disse lei con un sorrisetto.

Samantha e Vanessa si voltarono a guardarmi avide di pettegolezzi.

- Da soli - chiarì io.

- Sei così noioso Nick, dimmelo qui, tanto qualsiasi cosa mi dirai poi la racconterò sia a Vane che a Sam! - borbottò Rebecca.

Era sempre stata così acida?

- Lasciamo stare - rinunciai tornando a sgranocchiare dei grissini e Samantha e Vanessa ricominciarono a fissare Becky.

- Oh Reby - squittì Vanessa con voce acuta - ti abbiamo raccontato di quello che è successo fra Leo e Sarah?

Reby?, pensai inorridito.

Rebecca scosse la testa eccitata: - No, cosa è successo?

- Sai che Sarah stava con Ricky, il fratello di Leo, no? Qualche giorno fa Leo si trovava insieme a Ricky e Sarah e, a quanto pare, fra i due è scoccata la scintilla - spiegò Samantha.

- Classico tradimento, niente di eccitante, perché siete così scatenate? - chiese Reby con una smorfia.

- Perché Ricky li ha scoperti - disse Vanessa.

- Sai che roba! - sbottò Rebecca.

- E allora, dopo averli scoperti, è andato dalla sorella di Sarah: Kendra - disse Samantha con un sorriso trionfante che gli illuminava il volto.

- E …? - domandò Becky sentendo aria di vero gossip.

- E si è messo in sieme a lei per poi farsi scoprire dalla stessa Sarah! - completò Vanessa.

- No?! Davvero? - domandò Rebecca eccitata.

- Si, si - dissero all’unisono Samantha e Vanessa.

Vi prego, datemi una vanga e sotterratermi finchè questo inferno non sarà finito, pregai alzando gli occhi al cielo.

Da quando Rebecca era così smorfiosa, così simile a quelle due oche?

Cercai di avviare una conversazione, ma senza successo, appena aprì bocca ecco Samantha che partiva in quarta con un'altra serie di pettegolezzi che sembravano non avere fine.

Esisteva un solo aggettivo per descrivermi in quel momento: incazzato.

Se entro cinque minuti non mi rivolgono la parola me ne vado, promisi a me stesso, ma il tempo passava troppo in fretta.

Aggiunsi altri cinque minuti e poi altri cinque, ma né Rebecca, né Samntha, né Vanessa mi rivolsero la parola.

Era come se non esistessi.

Mi alzai facendo il più rumore possibile, ma ancora nessuna di loro tre mi degnò di un occhiata.

Mi avviai a grandi passi verso l’uscita del ristorante e, quando aprii la porta per uscire guardai indietro per vedere un ultima volta le tre ragazze.

Samantha e Vanessa ridevano ancora mentre Rebecca si era voltata verso di me e aveva un espressione che sembrava dire: “che cosa fai cretino?”

Non la salutai neanche, mi voltai e uscì nel buio della sera.

 

Continua …

 

 

 

  
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