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Autore: Calya_16    03/07/2015    3 recensioni
La storia è dal punto di vista di Uncino e si colloca alla fine della quarta stagione. Uncino vuole cercare di riportare indietro Emma, ma ritroverà anche una parte di sé stesso.
Questa è la mia prima ff, sia CatpainSwann che in generale. Spero vi piaccia. Mi piace molto l'idea di questi due casinisti che vanno in giro a fare baccano insieme.
Buona lettura e se volete lasciate un commento, è ben gradito!!
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sparita davanti a me in una nube nera, si era unita alla notte.
Forse è lei stessa la notte. Allungo le braccia in alto e con le mani cerco di prendere, toccare l’oscurità tutt’attorno a me.
Sbuffo, alzandomi e passandomi una mano nei capelli. Guardo la sveglia: le 5 del mattino.
Mi metto a camminare per la stanza, cercando di non far troppo rumore, per non svegliare Grammy e Ruby.
I Charming mi avevano chiesto di andare a vivere da loro, ma dio, no! Come potrei vivere in pace con loro che girano sempre attorno ad ogni cosa? E poi, non riuscirei ad esser circondato dalle Sue cose e a far finta di niente.
In realtà, non voglio ascoltare i loro discorsi sul come ritrovarla, come riportarla da noi. Voglio trovare un mio modo, senza l’aiuto di nessuno. Lei è la Mia Emma, e sarò io a trovarla.
Non ne posso più di questo silenzio e così mi vesto in fretta ed esco. Nella fretta di lasciare la mia stanza ho preso su il cappotto da pirata e non il solito che mi son messo ad usare in questo mondo. Rido, ma sembra una risata quasi pazza.
Che importa quale vestito ho addosso. Cammina per le strade deserte di Storybrook, dirigendomi inconsapevolmente verso il porto.
Ci sono solo io, qualche gabbiano che mi osserva a distanza e il rumore delle onde.
La Jolly Roger è dalla parte opposta a dove mi trovo. Non sono tornato a dormirci perché ho cercato di cambiare, di fare del mio meglio: per lei. Ma lei adesso non c’è più.
Mi dirigo a passo strascicato verso la mia nave, e quando sollevo lo sguardo su di lei sorrido: mi ero quasi dimenticato quanto fosse bella, queste cose abbiamo affrontato insieme. Adesso è lei la mia donna, la mia metà.
Salgo a bordo, comincio ad accarezzarne la superficie, perdendomi quando arrivo al timone. Mi ci aggrappo: i ricordi sono molti, forse troppi per certe persone. Ma io non sono uno qualunque: sono Capitan Uncino, e adesso sono in cerca della Mia donna.
Qualcosa si risveglia in me: non so di preciso cosa sia, ma penso sia quella parte del mio carattere che ho lasciato riposare per troppo tempo. E’ ora di prendere di nuovo il largo, di avere nuove avventure: ho un nuovo fine, il modo lo troverò per raggiungerla.
Mi sento spinto da una strana forza, come non la sentivo da tempo. “Ti troverò Emma, dovessi solcare tutti i mari, ti riporterò da me e ti porterò ovunque tu vorrai”.
Torno alla stanza di Grammy, prendo tutti i miei averi e torno alla nave: sono vestito da pirata. Sto partendo come sono arrivato.
Sono solo sulla nave, ma posso cavarmela. Non so bene dove andrò, ma per adesso so solo che voglio raggiungere il largo e vedere di chiamare Ariel e poi, magari, mi darà un passaggio per un qualche mondo.
Voglio parlare con lei lontano da tutti: potrebbero arrivare (i Charming, per esempio) e cercare di farmi ragionare.
Ho quasi sempre agito senza pensare, e adesso ho bisogno di farlo di nuovo.
Prendo il largo, sento il profumo della salsedine, il vento che mi sferza il viso e…una voce.
All’improvviso, dietro di me.
Faccio un salto, lasciando il timone e andando a prendere la spada al mio fianco. La punto contro quella voce così famigliare, ma che nel mio cervello non può essere.
Ed invece è lei: Emma, proprio davanti a me.
E’ diversa da come me l’aspettavo: ha i capelli radunati in una lunga treccia bionda, ma scompigliata. Vestiti neri attillati, che lasciano poco spazio all’immaginazione.
La sua pelle è bianca, non come quella di Tremotino, per fortuna.
Ma sono gli occhi a catturare tutta la mia attenzione: spiccano sulla sua carnagione chiara, beffardi eppure vigili. C’è una luce diversa dal solito.
- Emma
Mi esce solo questa parola dalla bocca, la spada si abbassa e non so che altro fare. Mi sembra di essere in un sogno: è qui, davanti a me, appoggiata alla mia nave, con le braccia incrociate e mi guarda con un’aria quasi di sfida.
- Tutto qui capitano? Insomma, hai davanti a te l’Oscuro.
- Oscura, forse.
“Mai niente di sensato tu ogni tanto?” mi rimprovero mentalmente. Potevo dire tante altre cose e ho scelto proprio questa!
- Oscuro incute più timore. Tutti si aspettano che sia un uomo ed invece…eccomi qua! Una donna.
Ride: non è la sua solita risata, ma la sento che si nasconde dietro questa. Però non mi dispiace, e una parte di me mi dice di pentirmi per questo.
- Come mai sei qua? Cioè, non che non mi faccia piacere, anzi…Ma…Stavo venendo a cercarti, pensavo stessi male.
Lei scuote il capo, con un leggero sorriso sul suo bel volto. “Dio, è sempre bella.”
- Non mi son mai sentita così potente, così viva. Eppure…
Si fa seria, e rivedo l’Emma umana, l’Emma Salvatrice, spuntare fuori. E’ incredibile la forza di questa donna.
- …a volte mi mancano i miei genitori. Mi manchi tu.
Queste parole mi colpiscono e mi stendono. Non so che dire, solo mi avvicino a lei e le sfioro una guancia. Lei chiude gli occhi e si inclina verso il mio tocco.
- Sono ancora io sai? Non capisco tutto questo preoccuparsi. Sono solo più forte, e sì, ho qualche idea in più.
Capisco cosa intende: vuole fare casino, vuole creare intrighi e sentirsi ancora più potente.
- Lo so.
Pronuncio due parole che non so se le faranno bene o male.
- Pensavo di non sentire più niente, che tutti i sentimenti se ne sarebbero andati. Mi era preparata a questo, è per questo che ti ho detto…bè, prima di essere risucchiata…dal pugnale…
Sorrido, ma vedo che lei si tira indietro. E’ sparita sotto la mia vista, mi è sfuggita dalle mani eppure non riesce a ripete ancora quelle parole.
- Perché ti sei presentata adesso? I tuoi li hai visti?
- Non ho voglia di vederli. Inizierebbero a farmi troppe domande: perché lo hai fatto, come stai, ti aiuteremo.
- Son solo preoccupati per te. Ti rivogliono indietro. Anche Henry.
Sospira, di un sospiro triste.
- Mi manca più di tutti. Ma Regina se ne prenderà cura, lo so. Adesso ho fiducia in lei. Ma in questo momento ho bisogno di te, e questo momento non pensavo sarebbe mai arrivato?
Non capisco, quindi continuo a guardarla e basta.
- Stai tornando ad essere un pirata.
- Solo per cercarti. Ma adesso che ti ho trovata…
- Non torneremo indietro. Mi piace questo tuo modo di fare e questo abbigliamento…bè, l’ho sempre trovato sexy.
Non posso fare a meno di sorridere. E sento che è tornato il sorriso di una volta. Cosa mi sta succedendo? Emma sembra capire i miei pensieri.
- Non reprimere il pirata in te: tu sei questo, ma mostri il tuo lato migliore solo a chi vuoi tu. E a me l’hai mostrato. Ti sei sforzato di mostrarlo anche agli altri, ma con me puoi essere quello che sei realmente: il pirata che adora fare casino, che parte senza sapere la meta…e che è dolce e protettivo. Non voglio tornare indietro: voglio andare avanti con te. Voglio fare casino con te, voglio viaggiare con te.
- Non voglio più fare casino, Emma.
- Oh ma per favore! Che senso ha essere l’Oscuro e non divertirsi un po’?
Mi gira le spalle, ma poi si ferma e il suo tono si fa più dolce.
- Tu mi fermerai, se io esagererò. Lo so. Mi fido di te.
Non posso farne a meno e corro ad abbracciarla. Dimentico per un momento tutto quello che ha detto , concentrandomi solo sulle quelle due ultime parole.
La sento stringermi.
- Ti prego, partiamo. Solo io e te. Come quel tuffo nel passato che abbiamo fatto l’anno scorso.
Il ricordo mi colpisce prepotentemente e non posso fare a meno di sorridere, per poi apparire un poco diffidente.
- Tu non andari in giro a sbaciucchiare sconosciuti o altri me, chiaro?
Come ha fatto a farmi prendere questa decisione? Cosa sto per fare? Sto per partire con la donna che amo verso altre terre, senza dire niente a nessuno, pronto a stare dietro ad un’Oscuro sexy che vuole fare casino ma che al tempo stesso si fida di me per trattenersi. Cavoli, è un gran casino. Una gran responsabilità.
- Ok, partiamo.
“E’ uno sbaglio?” cerco di scacciare quella voce e il pirata che è in me esulta. Quanto i era mancata questa sensazione di libertà e spensieratezza!
Mi avvio verso il timone, la nave è ferma, al largo. Faccio per chiamare Ariel quando un dubbio si insinua in me.
- Il pugnale. Se ti chiamano…
- Gliel’ho preso mentre dormivano.
- Astuta, Swan.
Lei ride al sentire il suo cognome.
- Lo trovo particolarmente da cattivo sentirmi chiamare per cognome.
- Io sono cattivo?
- Solo se vuoi esserlo. Io in fondo non lo sono, penso. Quindi, capitano…
Con passo sicuro mi supera e si mette appena sul bordo dell’ultimo gradino.
- Andiamo a fare i caotici. Due semplici caotici che girano per i mondi. Ci sarà da divertirsi.
Non posso resisterle: farei qualunque cosa per lei. Ma vi è un ultimo dubbio che mi ronza nella testa.
- Tornerai mai umana?
- Uncino, non ne voglio parlare adesso. Ma se ve ne sarà la possibilità puoi darsi. Non pensiamoci adesso. Viviamo le nostre vita adesso.
Quando si gira ha un sorriso sul volto.
- Chiama Ariel, siamo stati fermi troppo a lungo.
La chiamo, e nel mentre aspetta la sirena mi balena in mente un’immagine di noi due che andiamo alla conquista dei sette mari. “In cosa mi sto cacciando!”
Ma non mi importa: lei mi ha aiutato a ritrovare me stesso, so che lei sta bene, che un lato di lei vive ancora, anzi, un gran lato (e ne ho avuto una prova dalle sue parole. Altrimenti non sarebbe così dispiaciuta per Henry), e che mi ama.
Forse un giorno arriverà a dirlo senza quel blocco, glielo sentirò ancora dire.
Adesso voglio solo stare con lei, vivere le nostre vite ed essere completamente me stesso, mostrandole tutti i miei lati. Lei si è mostrata me in tutta la sua generosità, con il suo sacrificio, ed anche adesso: l’Oscura.
Devo prendere esempio da lei; e so che mi accetterà. Non so cosa sia a rendermi così sicuro, ma lo so.
- Capitano!
Ariel. Apre il portale, la Jolly Roger viene risucchiata e veniamo trasportati. L’ultima visione che ho di Storybrook è il cielo ed il mare che si uniscono, con il volto di Emma che mi sorride e che con le labbra mima “Ti amo”.
Che io sia buono o cattivo non mi importa, mi basta avere lei vicino. E così rido, rido forte, mentre torno a governare la mia nave e a solcare i mari.
   
 
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