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Autore: valechan91    06/07/2015    0 recensioni
Kise e Kasamatsu. Kasamatsu e Kise. Senpai e kouhai. Capitano e Asso. Un legame nato a poco a poco, fatto di fiducia e rispetto nascosti dietro ai continui pestaggi. Un legame che non si recide
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve sono valechan91.Pubblico un po’ in ritardo questa storia per il KasaKise Day, 4/7/2015.Sono una delle mie coppie preferite della serie.
Buona lettura!

 

Questione di fiducia


La Kaijou si era ormai lasciata alle spalle il quarto posto ottenuto alla Winter Cup. Rimaneva sempre una delle migliori squadre del Giappone, ma due sconfitte subite erano state un fardello pesante da sopportare.
La sola cosa diversa era stata contro lo Shuutoku, dove nutrivano forti dubbi pur confidando nel loro potenziale. Il loro Asso, Ryouta Kise, era in panchina. Il suo infortunio si era acuito.
Kasamatsu lo aveva costretto al riposo forzato per una settimana  a suon di pestate.
“Anche curarsi è importante, idiota! Se ti vedo anche solo sfiorare una palla, prima ti prendo a pugni e quando torni ti faccio fare venti giri del campo a calci in culo! Mi hai capito, Kise?” sbraitò il capitano.
Il suo capitano. Dopo il discorso che gli aveva fatto quando avevano perso contro la Touou Gakuen, Kise apprezzava maggiormente Kasamatsu Yukio, e sentiva davvero di appartenere a quella squadra con tutto sé stesso. Ma era per Kasamatsu e la sua maledetta ossessione per i l rispetto dei ruoli che si impegnava.
Aveva capito che era apprezzato, ma sentiva una stretta al cuore ogni volta.
Kasamatsu, per assicurarsi che il suo sciocco kouhai nonché Asso eseguisse il suo ordine, lo andava a trovare ogni giorno a casa, ogni volta in imbarazzo a causa delle esuberanti sorelle del più piccolo.
Kise si muoveva a stento, ma non si assentava dalle lezione e assisteva agli allenamenti.
Arrivò il giorno del diploma, e Kasamatsu era depresso.  Aveva fallito ai test di ammissione all’università che aveva scelto, mentre Moriyama era entrato. Con la solita motivazione delle ragazze. E lui, che aveva diligentemente studiato, no.
Guardando gli allenamenti della Kaijou,  anche nel giorno dedicato ai senpai che si diplomavano, Kasamatsu decise che avrebbe studiato maggiormente, anche se rimaneva il problema della facoltà alla quale iscriversi.
Arrivò la cerimonia di diploma, e Kise era rumoroso come sempre.
Kasamatsu stava per dirgli, “se piangi, ti pesto” quando Kise gli urlò quasi nelle orecchie, in lacrime “Senpaaaaaaaaaai!”
“Kise, non hai bisogno di urlare, sono qui. E ti avevo detto di non piangere, stupido!” lo rimbeccò il maggiore, dandogli un leggero pugno sulla testa. Aveva iniziato ad apprezzare Kise e aveva capito il suo attaccamento sincero alla squadra. Era cambiato da quando era entrato in squadra, e forse lo doveva anche a quel piccoletto della Seirin. Ma doveva capire perché aveva sempre un tuffo al cuore e si preoccupava continuamente per quel problematico e stupido di Kise.
“Ma Senpaaaaai! Da domani  non ti vedrò più a scuola! Mancherai a tutti!”
“Se vuoi ti pesto il doppio” disse Kasamatsu, irritato dal piagnisteo del ragazzo “ E poi Kyoto non è così lontana! Potrò venire a trovarvi ogni tanto. Non c’è anche il vostro amico Akashi lì? E smettila di frignare! E fai qualcosa per lo stuolo di fangirl urlanti che ti ritrovi dietro, cretino!”
Kise si beccò un secondo pugno in testa, poiché stava piangendo sulla spalla di Kasamatsu. E non si sapeva come, nelle lamentele di Kasamatsu era sempre presente lo “stuolo di fangirl”, anche quando la situazione non le contemplava…
Tutti fecero gli auguri al loro Capitano, a Moriyama  e Kobori. Kasamatsu aveva sorprendentemente lasciato il posto di capitano al sempre sovraeccitato Hayakawa.
Quando i ragazzi stavano per lasciare la loro scuola, Kise fermò Kasamatsu.
“Aspettami, senpai. Quando finirò il liceo ti raggiungerò a Kyoto. Voglio che tu sia ancora il mio capitano”
Kasamatsu ghignò. “ Ma non aspettarti sconti, capito, Kise? “ rispose, con il solito ghigno strafottente ma bonario e pieno di sana competitività.
Chissà se i ragazzi avrebbero mantenuto lo spirito della Kaijou, pensava Kasamatsu. Ma sperava di si. E dopotutto, avevano ancora Kise.
Kise sorrise, felice, con qualche piccola lacrima che aveva lasciato una brillante scia sul suo volto. Le altre, rimaste imprigionate tra le ciglia.
Mentre rifletteva sul futuro dei suoi kouhai, e su quello che non negava gli fosse più caro, gli occhi di Kasamatsu si incatenarono a quelli dorati del più piccolo. Più volte era capitato, consapevolmente o meno.
Durante le partite, agli allenamenti, i loro occhi si erano incrociati, e non si erano separati per qualche tempo.  In quel momento, i loro sguardi si attiravano.
Era successo nella partita contro la Seirin alla Winter Cup, per qualche secondo.  Ma quegli sguardi erano pieni di parole non dette. Che i due non sapevano ancora esprimere.
Chissà se un giorno ci sarebbero riusciti.
In quel momento, gli occhi e il cuore parlarono per loro. Ce l’avrebbero fatta. Senpai e kouhai. Ancora una volta.  Forse, per molto tempo ancora. O forse per sempre.

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