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Autore: drunk_hotstepper    06/07/2015    2 recensioni
Haruka é una studentessa universitaria così come il suo amico Rin, un giorno durante la spesa lei conosce un ragazzo molto particolare dagli occhi verdi...
MakoHaruRin
Genere: Drammatico, Horror, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Rin Matsuoka
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
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A smile will drown you 





 

Haruka entrò nel supermercato, un po' per trovare un'oasi di fresco in mezzo all'afa estiva che la soffocava in maniera molto intensa e un po' per necessità di riempire il frigo ormai vuoto del suo pesce preferito. 
Riempito il cesto della vivanda principale della sua dieta si ricordò che quella sera avrebbe avuto un amico a casa e che Rin detestava lo sgombro,
al che decise di prendere per lui della carne. Arrivata al bancone il ragazzo col grembiule si voltò e il cuore di lei mancò un battito.
Gli occhi verde intenso e il sorriso splendente di quel castano le avevano tolto il fiato e fatto comparire un poco di rossore sulle  guance sempre fredde della ragazza. 
"Posso esserti utile?", mentre le parlava il suo sorriso si era addolcito più di quanto fosse possibile. Haru rimase incantata dalla sua voce tanto che l'altro dovette ripetere due volte la domanda con un tono leggermente preoccupato prima di ottenere una risposta.
"S-si, ecco io... volevo quello."
Indicò una fetta di carne a caso già tagliata nel banco, il ragazzo gliela incartò  e gliela porse sempre sorridendo. Haru sentì il proprio volto in fiamme e corse via.

Arrivata a casa si chiuse la porta alle spalle e si inginocchiò stringendosi il petto con la mano.  
Cosa fosse quella sensazione magnifica e terrificante che le martellava sul cuore non ne aveva idea, sapeva solo che qualsiasi cosa fosse era stata causata dal ragazzo del banco. Ripensando al suo sorriso il volto ritornò rosso.
Cercò di distrarsi in qualsiasi modo.
Fece un bagno, mise in ordine la casa e iniziò a cucinare in attesa del suo ospite, ma nel momento in cui aprì il frigo vedendo l'imballaggio della carne le venne nuovamente in mente quel dolce sorriso e quegli occhi color foresta.

Il suono del campanello la riportò nel mondo reale e si diresse ad aprire la porta. Sulla soglia c'era un ragazzo dai capelli porpora e la camicia azzurra a maniche corte.
"Accidenti, non sai che caldo fuori! Si crepa pure di sera!"
"Ciao Rin", Haru lo fissava con i due occhi blu che si facevano sempre più calmi alla vista del volto famigliare. Almeno adesso poteva distrarsi un poco. 
"Come va? Hai l'aria stana... sembri agitata. Non è da te!"
"Fa caldo.",disse cercando di calmarsi il più possibile.
"Ah ecco... ti ho portato dei dolci!"
Tirò fuori la mano che aveva nascosta dietro la schiena e le mostrò una scatoletta bianca di cartone. Il suo sorriso luminoso e spensierato si spense quando uno strano odore gli incrinò il naso.
"Sta bruciando qualcosa? " 
Haru sobbalzò correndo in cucina.
Per fortuna soltanto il contorno era bruciato, la mora sospirò, non poteva permettere che il suo amato pesce bruciasse e lo stesso valeva per la carne, costava troppo.
"Wow! Carne! Non ci credo, non mi farai mangiare il pesce?!"
"Sì... era in saldo..."
"Grazie!"
Lui avrebbe mangiato anche tutto lo sgombro del mondo per passare le serate con Haruka, ma quel gesto nei suoi confronti gli fece davvero piacere, tanto da mostrare tutti i denti aguzzi in un grande sorriso e abbracciarla.
"Mi fai cadere il piatto", disse col suo solito tono assente.
"Ah scusa, vuoi una mano?"
"No, ho finito"

Mentre Haru si tratteneva dallo sbranare tutti i dolcetti in un solo boccone Rin la guardò a lungo, assorto.
"Sembri più distratta del solito..." 
Lei per un attimo non si strozzò con un bignè.
"È successo qualcosa?", disse un po' preoccupato e un po' curioso.
Ora gli occhi marini di Haru erano puntati sui suoi, avevano un'aria supplichevole,ma allo stesso tempo sembravano preoccupati.
"N-no..."
Non era brava a mentire e questo lui lo sapeva bene. Anziché metterle pressione per farle sputare il rospo sospirò si stravaccò di più sulla sedia.
"Me lo dirai poi quando ti gira.. " 
"Ti ho detto che non ho nulla."
"A me sembra il contrario, non ti ho mai vista così distratta e allo stesso tempo allegra fuori da una piscina. Sembri quasi una dodicenne innamorata..."
Ridacchiò tra sé pensando a lei che squittiva dietro al solito bellimbusto, ma quando alzò gli occhi vide qualcosa di inaspettato. 
Haru aveva lo sguardo abbassato sui dolci che aveva smesso di fagocitare, era completamente rossa in volto.
Rin realizzò all'istante.
"Ahaaa! Allora è così?! La nostra sirenetta ha trovato un principe azzurro!"e non riuscì a trattenere la curiosità, "Dai, com'è? Dove l'hai incontrato? Cosa vi siete detti? Parlamene un po'! Daaaiii Haruuu!"
Era proprio curioso di sapere che tipo di ragazzo potesse piacere ad Haruka visto che non l'aveva mai vista innamorata prima. Forse anche di sapere cosa potesse mai avere un altro in più di lui.
Era un po ' geloso, dopotutto lui la conosceva da una vita e nonostante ciò c'era stato qualcuno che le era entrato nel cuore prima di lui. La mora nel frattempo era rimasta con lo sguardo basso e perso realizzando lentamente che, come le aveva appena detto Rin, era effettivamente innamorata, per la prima volta per di più. 
"Haru?"
Chiese il rosso preoccupato dal silenzio della ragazza. 
"Non lo so", sussurrò lei.
"Eh?"
"Non so cosa è successo esattamente. Poco fa al supermercato.... lui... quel sorriso..."
Rin ascoltava cercando di capire e mettere assieme le parole che uscivano forzate dalla bocca della ragazza.
"Mmh, un ragazzo al supermercato ti ha sorriso e tu ti sei presa una bella cotta?!"
"I-io non lo so... ", rispose arrossendo e voltando di nuovo lo sguardo. Rin era sempre più curioso, forse anche troppo.
"Andiamo a cercarlo!", propose lui senza pensarci su più di tanto.
"Eh? Ma è stalking!!" 
"No. È amore!" 
In tutta risposta il rosso le fece l'occhiolino e le puntò l'indice contro mostrando ancora il suo bel sorriso.

***

Le prime luci del sole che entrarono nella finestra del salotto si andarono a posizionare proprio sugli occhi di Rin, disturbandolo. Si svegliò sul divano, aveva dormito dalla sua amica che probabilmente a quell'ora stava ancora ronfando. Si alzò e si diresse verso il bagno.
Entrò poi in camera di Haruka che stava sotto le coperte. Le si avvicinò per osservare meglio il volto addormentato della mora. Le ciglia lunghe, l'espressione serena e le labbra rosee socchiuse catturarono la sua attenzione per molto tempo. Decise che forse era ora di svegliarla. 
Salì sul letto a carponi e ,con le ginocchia ai lati delle cosce di lei e le mani poggianti accanto alle sue spalle,  rimase ancora ad osservare la ragazza. Il suo respiro le sollevava regolarmente il petto e guardando meglio notò, con un certo imbarazzo, che non indossava biancheria sotto la maglia del pigiama. Incantato a fissare il seno coperto da una maglietta bianca muoversi in sintonia col respiro lieve di Haru arrossì parecchio. Spostando poi lo sguardo nuovamente più in alto avvicinò il viso a quello della sua amica che ingrugnì il volto riaprendo gli occhi. 
Se a Rin per poco non venne un colpo ad Haru arrivò proprio, ma si riprese in fretta e aggrottò la fronte.
"Cosa staresti facendo? " 
Lui non appena si accorse dell'ambiguità della posizione fece presto a rialzarsi e scappare fuori dalla stanza prima di una reazione più violenta da parte di lei, reazione che però non arrivò.

"Come mai mi hai svegliata così presto? È domenica, lo sai?"
Disse uscendo dal bagno lavata e vestita. Lui la osservò ancora un po' imbarazzato, ma si riprese in fretta.
"Che domande?! Andiamo a fare spesa!", disse con un ghigno sul volto. Di tutta risposta lei piegò la testa su un lato visibilmente confusa. 
"Perché? L'ho fatta ieri."
"Aahr!" Ringhiò lui, "Zitta e vieni!"
La prese per mano trascinandola fuori dalla palazzina finché lei non si strattonò via. Non ne era sicura ma credeva di aver capito le intenzioni dell'amico. 
"N-non voglio!" 
Il volto arrossito si imbronciò parecchio e Rin non poté evitare di guardarla stranito. 
"Ti tiri in dietro? Non è da te... ", la provocò,"Se non lo vuoi tu lo prenderò io!". Stava scherzando , ma lei sembrò prenderlo sul serio.
Gli si avvicinò e lo prese per una mano trascinandolo con sé verso il centro commerciale. 
Entrarono alla svelta, il caldo quel giorno avrebbe potuto far evaporare l'intero oceano. Superate le porte automatiche ripresero fiato godendosi l'aria fresca.
"Allora era uno che lavorava qui? O stava facendo spesa?"
"Mi hai portato qui senza sapere neanche se ci sarebbe stato? "
"Allora giriamo dentro e vediamo se riesco ad indovinare!"
"Ma come fai ad essere così convinto?"
"Sesto senso. E un po' dalla luce che si riflette nei tuoi occhi quando si indovina ciò che pensi."
Lei girò la testa di lato e lui sorrise a quel gesto ormai tipico suo quando voleva evitare di parlare di qualcosa. 
Le accerchiò le spalle con un braccio e si diressero verso il caos domenicale.

Si erano separati poiché Haruka voleva comperare altro sgombro fresco da congelare e Rin si ritrovò a girare tra i banconi e gli scaffali guardandosi in giro.
Si fermò davanti al banco del pane e dietro vide una signora sulla cinquantina che non lo ispirava al massimo e al suo fianco c'era un ragazzo più o meno della loro età e decise di tenerlo in conto, anche se neppure quello lo ispirava.
Mentre girava i banconi avvicinandosi a quello del pesce si fermò un po' incuriosito davanti ad un bancone rosso. Quello della carne. Alzò lo sguardo e capì tutto.
"Ciao, posso aiutarti?", gli chiese un ragazzo castano dagli occhi dolci e verdi. Rin rimase incantato alla vista del coetaneo che lo guardò un po' perplesso.
"Ehm..." 
La voce bassa e rassicurante, ma allo stesso tempo dolce, riportarono lentamente il rosso sulla Terra. Ma a lui non sembrava la Terra, quello doveva essere il mondo dei sogni perché un ragazzo così meraviglioso non l'aveva mai visto prima. Mai.
"Ah sì, scusa. Stavo dando un'occhiata. Eheh..." 
Rin si grattò il collo imbarazzato. Ora gli era tutto perfettamente chiaro. Era sicuramente lui.
"Fai con calma."
E gli regalò un altro di quei fantastici sorrisi pieni di calore e dolcezza e ricominciò a lavare i coltelli nel lavandino. 
Appena Rin distolse lo sguardo dalle sue spalle possenti vide Haru che era rimasta dietro di lui ad osservare lo spettacolo. Le rivolse un ghigno soddisfatto.
"Trovato!"
Lei di tutta risposta arrossì come non mai appoggiando la testa tra le scapole del ragazzo. 
"Ad ogni modo Haru... se davvero non lo prendi mi faccio avanti io!"
Non sapeva se era onesto o meno neppure lui. I ragazzi non gli erano mai interessati per quel genere di cose, ma ciò che aveva appena visto superava ogni sua aspettativa, facendolo ricredere.
Certo, i suoi sentimenti per Haruka erano immutabili, ma c'era qualcosa in lui che lo attirava troppo.
"Ragazzi, tra pochi minuti chiude il negozio... Se avete bisogno chiedete."
La voce idilliaca rimbombò nelle orecchie di entrambi facendoli trasalire. 
"Ehm ecco... noi..."
Haru era in difficoltà davanti a tale sorriso.
"...Vogliamo uscire con te questo pomeriggio! "
L'aveva detto. Lei lo guardava stupita, mentre Rin arrossiva vergognosamente  in attesa di una risposta da parte del ragazzo con gli occhi verdi che lo fissavano confusi. Poi il suo volto si rilassò nuovamente, sfoggiando tanta serenità e gioia che avrebbe guarito milioni di malattie.
"Molto volentieri, ragazzi."

***

La temperatura del bar era più sopportabile di quella esterna, ma nonostante ciò era comunque troppo alta.
Haruka e Rin se ne stavano seduti l'uno al fianco dell'altra sorseggiando una granita che si era sciolta in poco tempo diventando uno sciroppo tiepido.
"Ma questo caldo da dove diamine spunta fuori?"
Rin si sarebbe spogliato volentieri tuffandosi in una piscina e sapeva anche senza chiederlo che Haru era dello stesso parere. Figurarsi se qualcosa l'avrebbe trattenuta dal farlo, o meglio, in situazioni normali non si sarebbe fermata davanti a nessuno. Peccato che erano lì ad aspettare qualcuno per il quale valeva la pena soffrire quel caldo e la mancanza della piscina.
La porta del bar si aprì e fece capolino un ragazzo alto, dal fisico notevole, i vestiti chiari e larghi lasciavano intravvedere braccia e gambe ben definite. Il ragazzo fece un cenno ai due e gli si avvicinò con un sorriso angelico.
"Salve ragazzi, scusate il ritardo!"
"N..non importa! " 
Rin era rimasto in silenzio a fissare il castano mentre Haru si era fatta coraggio per rispondere alle scuse, arrossendo. D'un tratto il rosso si rese conto di una cosa.
"Non ci siamo ancora presentati! Io sono Rin Matsouka e questa ragazza silenziosa è Haruka Nanase!"
Disse allungando la mano verso il castano che, inizialmente sorpreso, la strinse presentandosi. 
"Piacere! Io sono Makoto Tachibana." 
Sorrise a Rin e poi si voltò verso la mora e le porse la mano.
Lei si sentì osservata ed analizzata da quegli occhi incantevoli. 
"P-piacere."
Distolse lo sguardo arrossito e ricambiò la stretta.
"Scusate se vi lo chiedo ma... come mai mi avete chiesto di incontrarci questo pomeriggio?"
I due trasalirono all'idea di aver fatto una cosa del genere senza neanche ideare una scusa.
"Tu accetti l'invito di uscire da due estranei?"
Haru lo guardava sperando di non aver detto nulla che potesse farlo andare via. 
"Ahah avete ragione! Beh, non ho molti amici perciò ho pensato fosse un'occasione per conoscere nuova gente. Il sorriso imbarazzato addolcì la ragazza e rilassò molto il suo amico che era rimasto in silenzio osservando i due.
"Ehm... Avete voglia di fare un salto in piscina? Con questo caldo ci vorrebbe proprio un tuffo in acqua.... Ah! Sempre che a voi vada l'idea..."
Rin e Haru non credevano alle proprie orecchie. Sembrava un sogno poter andare in piscina in quel momento, per di più accompagnati da lui!
"Volentieri!", il rosso non se lo fece ripetere.
Si rivolse verso Haru che lo guardò con la solita faccia inespressiva. Doveva essersi velocemente abituata alla vista di Makoto e quindi si stava rilassando tornando sé stessa."Sì"
Il castano si rallegrò del loro entusiasmo e si diressero senza troppe parole verso la struttura pubblica.

***

Dopo aver salutato Haru, Rin e Makoto entrarono nello spogliatoio. 
"La tua ragazza, Haruka, è simpatica."
Makoto cercò di iniziare una conversazione per togliere di mezzo quel silenzio imbarazzante mentre i due prendevano gli armadietti.
"Che?! Haru non è la mia ragazza! Siamo solo amici!"
Rin aveva il volto completamente paonazzo.
"Ah davvero?  Scusa! Non volevo insinuare..."
"No non fa niente, tranquillo"
Rin gli sorrise, togliendosi la maglietta e mostrando il suo fisico atletico.
"Comunque mi fa piacere che ti piaccia Haru, a primo impatto non va molto a genio alla maggior parte delle persone. È un po' introversa."
"Ahah beh, è il suo carattere... è carina anche così."
Rin lo guardò di sottecchi. Forse Haru non aveva preso una cotta a senso unico, ma a questo punto lui che c'entrava? Perché la stava aiutando?
"Beh poi anche tu sei molto simpatico."
Il rosso si girò verso Makoto che gli sorrise dolcemente e lui non seppe dire se stava arrossendo per ciò che gli aveva appena detto misto alla dolcezza dello sguardo oppure al corpo ormai nudo dell'altro.
Un corpo che pure un atleta come lui gli invidiava; muscoli allenati e ben definiti (soprattutto sulla schiena e sulle spalle), la stazza che senza abiti lo rendeva ancora più imponente anziché innocuo come altri e poi...
Rin abbassò gli occhi sotto l'ombelico e distolse subito lo sguardo. Voleva evitare di pensare cose che andassero a fargli dubitare della sua eterosessualità, sempre più corrotta.
"Ehm... quello è un costume professionale? " 
Makoto vide che l'attrezzatura dell'altro era particolare, soprattutto rispetto al suo semplice costume da spiaggia. Lui non aveva neanche la cuffietta e gli occhialini.
"Sì, io e Haru siamo entrambi nuotatori agonistici."
"Accidenti! Quindi fate anche gare?!"
"Uhm.. sì. Anche se purtroppo siamo in due categorie diverse."
"Ahah beh, oggi no."
Rin lo squadrò senza fare domande.
"Andiamo, Haru starà già aspettando."
"Ok!"
I due corsero fuori dagli spogliatoi e si diressero verso il bordo della vasca guardandosi in giro. La piscina era deserta, mancava pure il bagnino. Strano.
"La vedi?"
"Mmh... no! Abbiamo fatto prima noi..?" 
In quel momento entrambi avvistarono  lo spuntare di una testolina nera.
"Eccoti! Abbiamo fatto prima noi!"
Rin le sorrise e così fece anche l'altro facendola arrossire. Makoto osservò bene la ragazza. La pelle chiara s'intonava col colore blu scuro del costume intero, i lunghi capelli neri raccolti in uno chignon per permetterle di indossare la cuffia che riflettevano con la luce delle lampade e il suo esile corpo, esile e ben definito dalle curve giuste.
Rin e Haru si scambiarono uno sguardo di sfida e si lanciarono in acqua. Makoto non ebbe neanche il tempo di muoversi che rimase incantato dalla velocità e bravura dei due che proseguivano di pari passo nella piscina.
Sul ritorno i nuotatori ebbero la stessa visione: il castano dagli occhi paradisiaci li stava aspettando all'arrivo ed ebbero entrambi l'impulso di volerlo raggiungere prima dell'altro quasi come per marcare il territorio e impossessarsi di lui. Stavano impiegando tutte le loro forze per arrivare al bordo, nonostante nessuno dei due avesse fatto riscaldamento, ma il risultato fu lo stesso di tutte le altre loro garette. Pari. 
Purtroppo però non erano soddisfatti e soltanto con un'occhiata silenziosa diedero inizio ad un'altra gara. Stesso premio in palio, il favoritismo di Makoto, che mai avrebbe veramente favorito uno dei due, tanto più soltanto per la vincita di una gara, ma questo era il loro modo. Una sfida, per ciò che volevano.

A metà dell'ennesima vasca, verso il ritorno, Haruka aveva perso velocità mentre Rin procedeva sparato. La mancanza di un riscaldamento però gli venne a sfavore e sentì un fortissimo dolore al piede, un crampo. Era abbastanza improvviso che lo fermò sul posto e di conseguenza inspirò dell'acqua. Un po' troppa. Haruka era stanca morta e col fiato corto si catapultò verso l'amico in difficoltà. La stanchezza per lo sforzo eccessivo si fece sentire però e così, mentre afferrava il braccio di Rin, invece di portarlo in superficie venne trascinata giù insieme all'altro.  
Tutto divenne scuro.
 

Continua...

   
 
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