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Autore: PerseoeAndromeda    18/01/2009    3 recensioni
Due fratelli divisi da una legge ingiusta, l'odio che travalica il più sacro dei legami, il ritrovarsi e dire addio insieme alla vita. Cid e Bus, guerrieri di Asgard
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo stringo, nel mio pugno che vorrebbe distruggere, questo oggetto che lui mi ha donato, questo scherzo del destino che ha vol

 

SOTTO LO STESSO CIELO

 

STELLE GEMELLE

 

 

Lo stringo, nel mio pugno che vorrebbe distruggere, questo oggetto che lui mi ha donato, questo scherzo del destino che ha voluto rivolgermi, in cambio della vita di uno stupido coniglio. E ora i miei occhi li guardano uno ad uno i pugnali, i miei occhi ardenti di rabbia vorrebbero incenerirli con un solo sguardo, le mie labbra frementi vorrebbero gridare insulti, al confronto dei quali l’affronto appena rivoltomi non risulterebbe nulla di più che una parolina affettuosa! Lui… loro… mio fratello… i miei genitori… La mia famiglia, maledetta famiglia che ha scelto… ha scelto lui perché io sono un mostro, io sono il cattivo, già allora si capiva, non è così padre, non è forse vero, madre? Non vi ha saputo blandire fin dal primo istante con i suoi occhioni dolci quel bimbo tanto buono da commuoversi per la sorte di un innocente coniglietto?

Sono cattivo, da sempre lo sono e sempre lo sarò, per questo la mia nascita è una macchia scura nella perfezione del vostro nobile casato. La legge… certo la legge…. Vi imponeva di farlo, non è vero? Avete sofferto? Quanto? Non mi sembravano piangere i vostri cuori, mentre vi allontanavate sui fieri destrieri, a ridere tra voi, famigliola felice, a coccolare il nuovo animaletto di casa! E invece per me non c’è stato posto, non c’è stato amore, non un giaciglio, neanche la piccola cassettina nella quale quel coniglietto, d’ora in poi, dormirà sonni sereni.

Ti ho riconosciuto gemello maledetto, so che hai riconosciuto me; quel sorriso che tanto crudelmente mi hai rivolto, per rendermi nota, una volta di più, la tua superiorità, per farmi pesare la tua fortuna con il sadismo senza pietà del bambino tanto buono, tutto questo ne è la prova, tutto questo dimostra che questo mondo fa assolutamente schifo, che io faccio schifo, ma tu non fai meno schifo di me, ipocrita, vile fratello nato sotto la stella giusta… io, nato sotto la stella sbagliata, avrò la mia vendetta e sarà terribile, io, nato cattivo, griderò al mondo la mia cattiveria e chissà che proprio tu, gemello, non ne sarai una delle tante vittime!

Sotto questo stesso cielo, che ci ha visto nascere nell’ingiustizia profonda, dominatrice delle nostre esistenze, continueremo a crescere… sotto questo stesso cielo, un giorno, avrò la mia vendetta!

 

 

***

 

 

Anni a temprare corpo e spirito, anni di lotte e selvaggia esistenza, per che cosa tutto questo? Una beffa, una nuova terribile beffa e sempre per causa sua, per lui, lui che mi ha fatto del male fin dalla nostra nascita gemellare… e cosa devo fare io adesso? Essere la sua ombra, proteggerlo, sostenere le sue vittorie in battaglia… Alcor, stella gemella di Mizar, stella gemella eppur non uguale perché celata nell’ombra… nella tenebra in cui versano il mio spirito ed il mio cuore!

La regina ha deciso; a lui spetta l’armatura principale, a lui lo zaffiro di Odino, a lui l’onore e la gloria di membro della celeste gerarchia dei God Warriors… a me null’altro che un pugno di sabbia nelle mani ed ancora scherno ed onta da parte sua… a me il disonore di essermi abbassato, addirittura, a supplicare la nostra regina, a chiedere, implorare spiegazioni che non arrivano… e la sua risata, perché anche lei lo ritiene a me superiore, anche lei conscia della mia nascita sotto la stella sbagliata, la stella cattiva… la stella tenebrosa di Alcor

Nello stesso cielo lui ed io ci accendiamo la notte, sotto lo stesso cielo ancora si consuma la mia vergogna, il suo trionfo, la sua risata di scherno che perseguita i miei incubi plasmati nella rabbia che non trova soddisfazione!

 

 

***

 

 

Non risata di scherno… ora so… affetto, dolcezza, la dolcezza dei suoi occhi e del suo sorriso, la dolcezza del suo corpo senza vita che sorreggo tra le mie braccia mentre da lassù un raggio di sole scende ad illuminare la nostra ritrovata fratellanza.

Troppo tardi? No… ci siamo ritrovati e questo solo conta… la stessa dolcezza con la quale accolse tra le braccia il coniglietto salvato dalla mia ferocia, la dolcezza con la quale voleva cedermi tutta la sua gloria, perché lui e mio fratello!

Quanto tempo ho impiegato a comprendere una tale, lampante verità? Occorreva la venuta di guerrieri giusti, ragazzini al servizio delle stelle, come noi avremmo dovuto essere, occorreva l’esempio di due fratelli par noi, ritrovatisi prima che l’irrimediabile giungesse a separarli per sempre… ed a loro affido il mio ultimo messaggio: Ikki e Shun, trasmettete al mondo il valore estremo dell’amore fraterno, eternate questa grande verità, eternate il più sacro dei legami, perché esso viva, per sempre, tra le stelle come sulla terra e più nessuno commetta il mio medesimo errore, tale terribile fraintendimento di un cuore obnubilato dall’odio… un cuore maltrattato, è vero, perché non posso negare che una grande ingiustizia abbia condizionato impietosamente la mia esistenza… ma adesso in un altro modo vedo lo svolgimento dei fatti… la più grande ingiustizia, il più grande torto che ho subito non riguarda la perdita della mia felicità familiare, non riguarda la sfortuna palese dei miei anni trascorsi tra gli stenti… il più grande torto è comune ad entrambi, a me e a Cid… ed è il fatto di essere stati crudelmente separati, noi gemelli nati non per odiarsi ma per amarsi e vivere come uno…

Lo faremo da ora…

Portando con me il fardello più prezioso che mai abbia gravato tra le mie braccia, esco nella neve, che si sfalda sotto i miei passi; gli occhi rivolti all’orizzonte lontano, il cuore che pulsa contro il suo ormai muto, premuto sul mio petto, cammino, finché le gambe mi reggono, per tornare a casa.

E quando le ginocchia mi abbandonano, quando sento che anche il mio cuore, lentamente, cessa i suoi battiti, so che stiamo giungendo alla meta… ti riconduco a casa con me fratello, ti riconduco alla nostra famiglia, a papà e mamma, laggiù dove potremo finalmente restare uniti, tutti quanti, con il coniglio da te salvato che saltella intorno a noi… noi che giochiamo con lui, da fratelli felici, mentre i nostri genitori sorridono, orgogliosi di noi… e nessuna legge ingiusta potrà minare la nostra gioia ritrovata.

Addio Asgard, io ti ripudio, come ripudio il mio servizio ad Hilda di Polaris, come ripudio la guerra e tutto l’odio che ho covato in cuore… Non mi riguarda più questa battaglia che seminerà ancora morte… ho ritrovato mio fratello… e comunque vada, ne esco vincitore.

   
 
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