Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: eppy    06/07/2015    4 recensioni
' Cinque giorni' è il titolo del libro che Carlotta Laurenti, subito dopo essersi liberata dagli impegni universitari e aver conseguito una dignitosa laurea nel settore del giornalismo, decide di scrivere e pubblicare, coronando il sogno di una vita. Le trecentocinquantadue pagine scritte di suo pugno raccontano nei minimi dettagli la storia d'amore di Erica e Marco, sbocciata e appassita come ogni fiore che si rispetti, durante un'estate non ancora troppo lontana. E fin qui tutto regolare, se non fosse che la trama di 'Cinque giorni' rispecchi un po' troppo la sua personalissima e travolgente avventura estiva con Andrea.
E se il libro finesse nelle mani del vero protagonista maschile? E se Andrea, che si è costruito una vita altrove e con qualcun'altro, ricoscesse lo sfrontato ragazzino che è sempre stato, in quelle pagine apparentemente anonime? Cambierebbe qualcosa?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
p CARLOTTA

Eugenio Dotoli mi tenne compagnia al bar per una buona mezzora, prima di recarsi nel proprio ufficio.
Quando mi lasciò sola, restai ancora per qualche istante seduta allo stesso tavolino che avevamo occupato, a crogiolarmi in quella sensazione di pieno appagamento e soddisfazione, derivante dalla consapevolezza che il successo del mio libro avesse superato ogni mia più rosea aspettativa.
Sì, va bene, al liceo me l'ero sempre cavata abbastanza bene quando si era trattato di mettere nero su bianco argomenti di storia, letteratura, filosofia, e attualità, e sempre durante quegli anni mi ero appassionata talmente tanto alla scrittura al punto tale da dedicarmi alla stesura di storie completamente inventate dalla sottoscritta, che avevo addirittura pubblicato su diverse piattaforme online inventandomi pure uno pseudonimo per non farmi riconoscere sul web da amici e conoscenti...ma non avrei mai pensato di essere in grado di scrivere un libro, che forse, mi veniva voglia di saltellare per strada soltanto a pensarlo in via ipotetica, sarebbe addirittura potuto diventare un bestseller.
A quei tempi, ero sicura che i miei compagni di classe e tutti coloro che mi conoscevano, mi avrebbero preso per pazza leggendo quello che scrivevo e scoprendo quanto lontano la mia mente potesse vagare rispetto alla realtà quotidiana.
Anche durante il periodo trascorso all'università, la vena da scrittrice, come la chiamava mia madre per prendermi bonariamente in giro, non mi aveva mai abbandonato; ma mi ero decisa a scrivere seriamente un romanzo soltanto dopo aver vissuto, interpretato e superato un'esperienza che mi aveva segnato profondamente, devastandomi. Nella migliore e nella peggiore accezione del termine.
Avevo sentito l'impellente bisogno di sfogarmi raccontando tutto quello che mi era accaduto durante quei cinque giorni, e così era nata l'idea del libro.
Gli unici a essere a conoscenza della mia passione per la scrittura (oltre alla mia prof di italiano del liceo) erano i miei genitori, che spesso venivano a curiosare quando mi vedevano seduta di fronte al computer intenta a digitare velocemente con le dita sulla tastiera... ma nemmeno a loro avevo mai permesso di leggere cosa scrivessi. Mediante i personaggi delle mie storie esprimevo me stessa, mettevo a nudo la mia anima, e paradossalmente mi faceva molta meno paura farlo dinanzi a una platea di gente che non conoscevo, piuttosto che con chi, leggendo, avrebbe potuto capire cose che non avevo mai avuto il coraggio di dire ad alta voce.
E quale altro modo per gridare ciò che il mio cuore smaniava di esternare, se non scrivere un libro?
Certo, ne avevo parlato con Erica, appena lui se ne era andato..in quel momento della mia vita non avevo avuto altri che lei accanto, dato che mi ero da poco trasferita in un altro posto rispetto al mio luogo di nascita, ma ci conoscevamo comunque da poche settimane, e il nostro rapporto non aveva ancora raggiunto quella soglia di confidenzialità necessaria a parlare di certe cose. Di certo non avrei potuto parlarne con qualcuno della  mia famiglia, e considerato il fatto che al liceo non avevo stretto amicizie che potessero effettivamente collocarsi nella categoria 'per tutta la vita' , capirete che non sapevo dove sbattere la testa. E allora avevo cominciato a scrivere, e scrivere, giorno e notte, sorridendo come scema ricordando quei momenti e scoppiando a piangere un minuto dopo; e finalmente, dopo circa cinque anni, ero riuscita a concludere il romanzo.
Avevo sostituito il mio nome e il suo con quello di Erica e del suo fidanzato per rendere il tutto un po' meno personale, o almeno così mi illudevo di fare, e dopo la laurea, avevo cercato un editore e mi ero imbattuta in Eugenio Dotoli, il quale era subito apparso entusiasta del mio libro.
Nel frattempo avevo stretto amicizie all'università, questa volta solidissime, e avevo raccontato la verità sulle origini e sulle motivazioni che mi avevano spinto a scrivere 'Cinque giorni' soltanto a quel ristretto gruppo di persone, e a Erica ovviamente, e per la proprietà transitiva, pure a Marco. Nessun altro sapeva che in quel libro avessi raccontato la mia storia.
Quando notai che l'orologio appeso alla parete dietro il bancone, segnava le otto e quaranta del mattino, più precisamente di un lunedì mattina di un caldissimo giorno di metà luglio, mi venne in mente una valida alternativa per trascorrere il resto della giornata, anzichè starmene lì a pensare ancora a ciò che ormai apparteneva al passato. Dato che vivevo in una cittadina affacciata direttamente sul mare, dato che era piena estate, e dato che non avevo un tubo da fare, decisi di approfittarne per rilassarmi un po' in spiaggia, come avevo fatto abbastanza spesso in quegli ultimi tempi.
Ciò lo dovevo sicuramente al fatto di non avere ancora un lavoro; infatti, da quando mi ero laureata in una sessione speciale allestita nell'ultima settimana di maggio, avevo cominciato a spedire curriculum vitae a destra e a manca, nella speranza di riuscire ad ottenere un impiego, ma fino a quel momento nessuno mi aveva chiamato. Così avevo l'opportunità di spassarmela in spiaggia!
Quando ritornai nel bilocale che da tempo condividevo con Erica, per recuperare un costume e spalmarmi un po' di crema solare per non rischiare di abbrustolirmi al sole, non rimasi stupita nel constatare che lei non ci fosse. Lavorava da un annetto circa come impiegata in una banca, e vista la difficile e delicata situazione economica, sapeva bene che il minimo sgarro le sarebbe costato il posto di lavoro. Ero più che convinta che quell'impiego non fosse il massimo per una mente così creativa come la sua, e una volta lei stessa mi aveva confidato che le sarebbe piaciuto aprire un laboratorio di ceramica, ma non aveva mai trovato il coraggio di fare il grande passo, dato che nemmeno Marco sembrava godere di una posizione così stabile.
Ogni volta che provavo a spronarla a realizzare il suo sogno, Erica mi rispondeva sempre dicendomi che non se la sentiva di lasciare un posto di lavoro al momento certo, per qualcosa che avrebbe potuto risolversi in un bel fiasco. Aveva ormai ventinove anni, cinque in più di me, e nonostante vivesse ancora con me nel bilocale esattamente come cinque anni prima,  (non pensate che il numero cinque ricorra un po' troppo spesso nella mia vita?) sapevamo entrambe e speravamo entrambe che presto le cose sarebbero cambiate. Non fraintendetemi, volevo un bene dell'anima a Erica, e mi sarebbe dispiaciuto un sacco non trovarla più in giro per casa, ma proprio perchè tenevo così tanto a lei, sapevo che fosse giusto che Marco me la portasse via per averla tutta per sè. Purtroppo sapevo anche che il suo ragazzo non lo facesse a causa dei propri genitori, che non avrebbero mai approvato un'eventuale convivenza prima del matrimonio (come se non sapessero che quella ragazza comunque non ci sarebbe arrivata vergine all'altare!), e d'altro canto, i due innamorati non potevano ancora permettersi di sposarsi data l'incertezza legata agli sviluppi delle rispettive posizioni lavorative. Insomma, niente di strano, considerando che le cose stessero grossomodo così per moltissime giovani coppie.
Dal canto mio, mi sentivo libera sotto ogni punto di vista, forse anche troppo : avevo finalmente riposto tutti i libri da studiare, ero in cerca di un lavoro e sapevo che non sarebbe stato così facile ottenerlo, intanto avevo pubblicato un libro che stava riscuotendo successo... però, c'era sempre un però.
Forse l'unica cosa che cominciava davvero a mancarmi, era proprio un ragazzo. Avevo rotto con Daniele già da quattro mesi, e nel frattempo mi ero concentrata soltanto sulla stesura della tesi di laurea, ma dovevo ammettere che certe volte, mi capitava di sentirmi un po' sola. E la cosa che mi faceva incazzare di brutto in tutta questa storia, era che non sentivo affatto la sua mancanza, di Daniele intendo.
La colpa era mia, che forse con quel maledetto libro avevo risvegliato in me sensazioni e sentimenti che pensavo di aver completamente debellato dal mio cuore...ma era anche sua, dell'unico ragazzo che mi aveva fatto stare così bene, e poi mi aveva lasciato a paragonare tutti gli occhi verdi che incontravo ai suoi.
Si, esatto: per me nessuno reggeva il confronto con Andrea, e sapevo di sbagliare pure nell'affermare una cosa del genere, ma era più forte di me, non riuscivo a evitarlo... e lo odiavo, lo odiavo dal profondo del mio cuore, perchè non ero più riuscita ad amare nessun altro come avevo amato lui. Lui che in cinque giorni mi aveva dato il paradiso, e che per cinque anni mi aveva lasciato a marcire nell'inferno.
Da quando Andrea se ne era andato, ero stata praticamente un disastro nelle mie relazioni, e gli attribuivo gran parte della colpa.
Prima di permettermi di addentrarmi maggiormente nei meandri dei miei pensieri che non mi avrebbero condotto a nessuna via d'uscita, mi costrinsi a ritornare nel mondo reale, quello in cui avrei dovuto mandare un sms a Erica per aggiornarla delle ultime novità, e quello in cui avrei dovuto scrivere ai miei amici sul gruppo whatsapp che avevamo creato, per mettere al corrente anche loro.
Venti minuti più tardi, ero già in spiaggia, stesa a pancia in giù sul mio asciugamano, e intenta a cercare annunci sul giornale che avevo appena acquistato, mentre lasciavo che il sole mi baciasse la pelle. Considerata l'abbondante colazione che mi ero concessa, avrei dovuto aspettare almeno un'altra ora prima di tuffarmi in mare. Avevo appena cerchiato con la penna rossa un numero telefonico di una società poco conosciuta che per mia fortuna sembrava star cercando una giornalista, quando la spia blu sul mio cellulare, che io avevo associato ai messaggi ricevuti da parte di un gruppo, prese a lampeggiare.
Afferrai l'apparecchio e dopo averlo sbloccato, cliccai sull'icona della piattaforma whatsapp per poter leggere i nuovi messaggi.



Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic


Dopo aver riposto il cellulare, mi alzai dal bagnasciuga, e sistemai alla meglio le mie cose, sperando che fossero al sicuro, prima di avviarmi verso la riva.
Non che fare il bagno da sola fosse proprio il massimo, ma dato che la metà dei miei amici era ancora impegnata nella preparazione degli ultimi esami prima dell'agognata tesi, e l'altra metà aveva già trovato lavoro, dovevo accontenarmi della sola compagnia che mi offrivano i miei stessi pensieri, il che non era un granchè, dato che in un modo e nell'altro finivano per imboccare strade che avevo percorso così tante volte da avvertirne la nausea.
Impiegai qualche minuto prima di riuscire a immergermi del tutto in acqua, ma da quel momento in poi, mi rilassai come solo al mare riuscivo a  fare. Non sapendo nuotare molto bene, non mi azzardavo mai ad allontanarmi più di tanto dalla riva, e me ne stavo semplicemente lì, distesa sull'acqua cristallina, con gli occhi chiusi e la mente finalmente sgombra di pensieri, a godemi il sole sulla faccia e il leggero dondolare del mio corpo spostato dalle onde. Fare il bagno in mare era sempre stato il mio personalissimo andidoto, per tutto, e che si trattasse di stupidaggini come l'ansia prima di un esame, o questioni più serie, come l'incertezza del futuro o la sensazione di vuoto che provavo quando realizzavo di non avere due braccia sempre pronte a stringermi forte,  funzionava sempre.
Dopo una buona mezzora, ritornai a stendermi sul mio asciugamano, e mentre lasciavo che il costume e i capelli si asciugassero al sole, aspetttai che arrivasse mezzogiorno per tornare a casa.
Preparai il pranzo per me e per Erica anche quel giorno, e quando lei tornò, lo spazzolammo insieme; dopo lavammo i piatti chiacchierando e ascoltando la musica a tutto volume, e prima che potessi rendermene conto, arrivarono le sei di pomeriggio.
Comunicai alla mia conquilina il programma per la serata, e la invitai a unirsi a me e ai miei amici dell'università per l'aperitivo in onore del mio libro, ma lei declinò gentilmente l'offerta, facendomi chiaramente capire che avrebbe trascorso una serata tranquilla con Marco; a quel punto le sorrisi e andai a prepararmi.
Un'oretta più tardi, dopo essermi lavata in capelli per liberarli dal sale del mare, indossai un jeans abbinato a un maglioncino a tre quarti, perfetto per la temperatura di quella sera, e mi preoccupai solo di passare la matita sugli occhi, prima di indossare i miei sandali, afferrare la borsa e precipitarmi fuori dall'appartamento, augurando a Erica di trascorrere una buona serata.
Quando raggiunsi il bar dove ci saremmo dovuti incontrare per il nostro aperitivo, notai che Edoardo e Alice fossero già lì, intenti a discutere e applicarsi sulle sciocchezze più insulse come al loro solito.
" Ciao ragazzi" salutai avvicinandomi a loro. Nemmeno a dirlo, la mia migliore amica  mi corse incontro abbracciandomi forte, e quando mi fui ripresa, fu il turno di Edo di stringermi a sè più o meno allo stesso modo.
" Sono così contenta per te, Carlo!" esclamò Alice, sorridendo raggiante. Ovviamente si riferiva al successo ottenuto dal mio romanzo.
" Ho sempre saputo che un giorno saresti diventata famosa" aggiunse Edoardo, facendoci ridere tutte e due
" Si..come no! Al massimo potrà diventare famoso il nome che ho scelto di adottare, mica io!" gli ricordai
" Infatti continuo a non capire perchè tu non abbia pubblicato il libro con il tuo vero nome" argomentò la mia migliore amica
" Non voglio che nessuno mi riconosca, non voglio che nessuno sappia che quella è la mia storia" spiegai loro, per l'ennesima volta
" Pensa se dovesse finire nelle mani di Andrea!" e prima che Edoardo potesse aggiungere altro, Alice si preoccupò di zittirlo immediatamente tirandogli una gomitata nello stomaco
" Dio santo, quanto sei manesca Ali!" si difese lui, guardandola male
" Andrea non è mai stato un divoratore di libri, quindi non corro questo pericolo" dissi sollevata
" E se ho deciso di non usare il mio nome, è stato anche per scongiurare una simile possibilità" ammisi subito dopo.
I due annuirono dandomi ragione, e un attimo dopo riprendemmo a chiacchierare di altro mentre aspettavamo che anche Annalisa e Nicola ci raggiungessero.
Alice e io ci conoscevamo praticamente dal primo giorno d'università, da quando eravamo capitate vicine alla prima lezione che la mia e la sua facoltà avevano in comune, e da allora non ci eravamo più separate. All'epoca ci sentivamo tutte e due spaesate, due pesci fuor d'acqua per farla breve, e il semplice fatto di allearci contro il nemico comune, ovvero tutti gli altri e l'università stessa con le sue regole e quel nuovo stile di vita, ci aveva aiutato a superare i primi mesi senza troppi traumi.  In quegli occhi verdi, in quel sorriso dolce, e quei boccoli rossi, avevo individuato subito qualcuno di cui potermi fidare senza riserve, e così era stato.
Sempre durante il primo anno, avevamo conosciuto Nicola, Annalisa ed Edoardo.
Il primo, il classico bel ragazzo dai folti capelli biondi e ipnotici occhi blu, ci aveva spudoratamente provato con tutte e due, prima che diventassimo amici. Con me non aveva funzionato perchè all'epoca non avevo il cuore libero, e con Alice non aveva funzionato perchè Nico (lo avevamo scoperto poco dopo) era un'inguaribile don Giovanni quando si trattava di ragazze, eppure, dopo essere stato scaricato da entrambe, non si era dato per vinto, anzi, aveva continuato ad importunarci ogni volta che ci incontrava, e giorno dopo giorno, chissà per quale scherzo del destino, avevamo finito per diventare amici.
Lisa, sua sorella, ed Edoardo, il suo migliore amico, li avevamo conosciuti di conseguenza: un pomeriggio Nico ci aveva invitato a casa sua per vedere un film, e lì, oltre a lui, avevamo trovato sia Lisa che Edo.
Per i primi giorni successivi all' incontro, sia io che Nico ci eravamo convinti che tra la mia migliore amica e il suo migliore amico ci fosse del tenero, ma quando Alice ed Edoardo cominciarono a battibeccare di continuo, pensammo entrambi di aver preso un abbaglio. Avevo addirittuta messo alle strette Alice per convincerla a ammettere che quegli occhi castano cioccolato e quel caloroso sorriso la destabilizzassero, e non poco, ma non avevo ottenuto nessun risultato, così avevo lasciato perdere. E a distanza ormai di più di quattro anni, quei due continuavano a lanciarsi continue frecciatine, pur essendo consapevoli dell'affetto che nutrivano l'un per l'altra.
Lisa invece, con la sua indole tranquilla, diametralmente opposta rispetto a quella del fratello, e i suoi occhioni blu incorniciati da un viso che pareva quasi di una bambola di porcellana, ci aveva subito conquistato. Quell'esatto giorno tutti e cinque avevamo capito che saremmo diventati l'uno parte della vita degli altri. Ed era successo davvero.
" Complimenti per il libro baby!" senza nemmeno voltarmi, seppi che quelle labbra che avevano baciato la mia guancia, fossero di Nicola. Nonostante tutto, era rimasto un espertissimo don Giovanni.
" Ei! Siete arrivati finalmente!" constatai, abbracciando anche Lisa
" Scusate il ritardo, ma questa zucca vuota ha portato la fiamma della settimana al cinema e hanno tardato" spiegò Lisa, indicandoci il fratello
" Poteva unirsi anche lei ai festeggiamenti in onore di Carlo" si intromise Alice, riferendosi alla ragazza che Nico con la quale Nico era uscito
" Sei impazzita? Silvia è solo..una ragazza con cui mi sto vedendo. Voi siete la mia famiglia" esclamò il diretto interessato
" Awwww" Edo lo prese in giro come al solito, e tutti scoppiammo a ridere.
Poco dopo prendemmo posto e ordinammo il nostro aperitvo, e naturalmente tornammo a parlare del libro. Il resto della serata trascorse piacevolmente, e quando Nico e Lisa si offrirono di accompagnarmi a casa, (dopo avermi fatto spendere 20 euro a testa!), era ormai mezzanotte passata.




BUONSALVE!!!!!
Ecco il secondo capitolo della mia nuova storia! :)
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto, e non esitate a farmi sapere cosa ne pensate! Per me è davvero importante <3
In questo capitolo abbiamo conosciuto un po' meglio Carlotta e il suo mondo, nel prossimo ci sarà uno zoom sulla vita di Andrea invece. Mi rendo conto che queste introduzioni possono risultare noiose, ma non siamo ancora entrati nel vivo della storia, e penso siano necessarie affinchè la trama abbia un filo logico. Fidatevi, tra non molto i due, in qualche modo, si ritroveranno di nuovo occhi negli occhi, e da lì...beh, da lì inizierà la storia vera e propria.

Avete notato le finte conversazioni whataspp tra Carlotta e i suoi amici?
Ho scoperto questa app pochi giorni fa, e mi sono divertita tantissimo nell'inventare e scrivere un'ipotetica chat di gruppo, con tanto di faccine ahahahah
Non so se ho reso l'idea, ma secondo me è piuttosto realistica come cosa, o sbaglio? Almeno, le conversazioni tra me i miei amici un po' ci somigliano (argomenti a parte) ;)
Ho in programma di aggiornare ogni settimana di lunedì, e a salvo imprevisti, andrà così fino alla fine dell'estate :))

Spero davvero che la storia vi piaccia! :)
Un bacione, a presto, e recensiteeeeeeeeee <3<3<3<3



















 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: eppy