Oggi non mi va di andare a scuola, ma se non ci vado complico ulteriormente le cose.
Questa mattina ho litigato con mia madre perché questa sera dovremmo andare da una sua amica, che io non sopporto. Oltre tutto questa sua amica ha una figlia della mia età che odio in una maniera impressionante. Si chiama Federica. Lei è tutto il contrario di me. Lei è bella, spensierata, ha tanti amici, tanti ragazzi che le vanno dietro, il supporto di sua madre e soprattutto autostima. Con il tempo ho iniziato ad avere poco fiducia sugli altri. Non ho mai incontrato una persona che mi capisca, che mi protegga, che non mi prenda in giro e che mi dia la possibilità di credere ancora che la mia vita possa migliorare. La mia vita è un via vai di persone. Nessuno si ferma nella mia vita, e se lo fanno per poco tempo. Chi prima, chi dopo tutti se ne vanno.
Mi perdo fra i miei pensieri e non mi accorgo che l'autobus è quasi arrivato a scuola e io devo scendere.
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Arrivo a casa stanca morta. Ho i piedi che mi chiedono pietà. Quando alle 5 sono uscita da scuola ho deciso di andare a piedi a casa visto che l’autobus non passava.
Ringraziando il cielo si limitano a incassare il colpo e restare senza parole. D'altronde cosa potrebbero dirmi?! Hanno sbagliato tutto con me, da quando sono nata. Quando nacqui fino a 8 anni a me badava mia nonna. Mia nonna mi faceva da mamma in tutto e per tutto. Quando ci trasferimmo qui per me fu devastante lasciarla.
Visto che nessuno parla per più per altri 5 minuti decido di uscire. Prendo il mio giubbotto, il borsellino, il cellulare e le chiavi di casa. Non posso sopportare più di stare nella stessa stanza con loro. In tutta la mia vita hanno saputo solo distruggermi e mai prendersi cura di me. Meno male che sono figlia unica. Non avrei sopportare di vedere soffrire come ho sofferto io mio/a fratello/sorella.
Mi dirigo verso un bar di cui ho sentito parlare. Entro e noto che è molto carino e accogliente. Ci sono degli anziani che parlano fra di loro ricordando quando erano giovani e un gruppo di ragazzi. Mi soffermo a guardare un ragazzo. Come se si sentisse osservato distolse lo sguardo da un altro ragazzo e i nostri occhi si incontrarono. Sono blu. Blu come il mare. Perdizione: è l’unica parola che mi viene in mente per descrivere i suoi occhi. Ha i capelli castani chiaro e ricci, stupendo. Non so dire se sia alto visto che è seduto, ma vedo che è muscoloso, e questa cosa mi piace non poco. Indossa una maglietta aderente e dei jeans chiari che gli stanno un meraviglia. Dopo di essermi persa a guardarlo penso che i ragazzi come lui sono sempre degli stronzi, quindi decido di ignorarlo per evitare ulteriori problemi, già mi bastano quelli che ho per conto mio. Distolgo lo sguardo da lui e mi dirigo al bancone.
mi prende la bottiglia dalle mani e la posa sul bancone, davanti a lui. Perché mi ha tolto la bottiglia?? Ok può essere bello quanto volete, ma nessuno mi toglie la birra e ripeto NESSUNO.
Wow!! È stata una giornata abbastanza movimentata e stancante, ma c’è stata una cosa positiva: lui.