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Autore: SusanButterfly    06/07/2015    2 recensioni
[Baelish/Catelyn][lievi accenni Lysa/Baelish]
-Tu non vuoi sposarlo, vero?- chiese direttamente Petyr, senza tanti preamboli. Del resto era perfettamente consapevole che l'amica aveva già capito dove voleva andare a parare.
Catelyn strinse le labbra in un'espressione di fastidio.
-Abbiamo più volte affrontato questo discorso, Petyr.- rispose, stando ben attenta a non incrociare i suoi occhi castani, che la scrutavano colmi d'ansia.
-Non lo abbiamo affrontato abbastanza. So a cosa stai pensando; ho visto come guardavi i giardini. Sai che, una volta andata al Nord per unirti a quello Stark, tutto questo non sarà altro che un bel ricordo!-
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Catelyn Tully, Edmure Tully, Lysa Tully, Petyr Baelish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Questa è la mia prima storia su questo fandom. Barricata in casa ed eccessivamente malinconica, mi è venuta l'idea per questa cosetta. Buona lettura!

Not yours



Non sentiva quasi nulla; il dolore al braccio era come svanito.
”Devono avermi dato del latte di papavero” fu l'unico pensiero che riuscì a formulare, peraltro piuttosto ovvio, prima di ripiombare nel sonno.

Era un assolato pomeriggio d'aprile. Essendovi il clima perfetto per passare l'intera giornata all'aperto, il protetto di lost Hoster aveva convinto le due sorelle Tully ad unirsi a lui per una passeggiata nei giardini.
Mentre una leggera brezza primaverile giocava con i suoi capelli corti, Petyr guardava le due ragazze. Sedevano su di un muretto a secco, il sole a illuminare placidamente i loro visi.
Lysa, percependo il suo sguardo, si voltò nella sua direzione e gli rivolse un sorriso radioso.
Nonostante la minore fosse molto carina, Petyr le regalò soltanto un timido sorriso, distogliendo gli occhi dai suoi per posarli su chi le sedeva accanto.
Aveva sempre trovato Catelyn bellissima. La soffice cascata corvina dei suoi capelli le incorniciava il volto delicato e forte al tempo stesso, le sue labbra erano semidischiuse nell'accenno di un sorriso, anche se questo non era indirizzato al suo osservatore. Gli occhi cerulei della ragazza, difatti, sembravano scrutare oltre le colline, come in cerca di qualcosa.
Il protetto di Hoster Tully non perdeva mai occasione di passare del tempo con la primogenita del lord e, grazie al profondo legame di amicizia che li univa, Petyr riusciva quasi sempre a capire lo stato d'animo di Catelyn.
Anche in quel momento notò, nell'increspatura delle sue labbra, un accenno di tristezza. Qualcosa che per chiunque altro sarebbe parso trascurabile, ma non per lui.
Desiderava chiedere un chiarimento all'amica, ma non poteva farlo se la dolce ed eccessivamente indiscreta sorella di lei era così gentile da continuare ad onorarli con la sua presenza.
Può sembrare paradossale, ma fu proprio la persona che meno lo apprezzava di tutta Delta delle Acque, a salvare Petyr da quell'imbarazzante situazione di stallo. Edmure accorse nel loro piccolo ritaglio di quiete e reclamò la presenza delle sorelle a palazzo. Lysa si alzò dal muretto e lo seguì, ma prima che la sorella potesse fare lo stesso Petyr le poggiò delicatamente la mano sul braccio, gesto che provocò una smorfia da parte di Edmure.
-Cat, dovrei chiederti una cosa.- le disse. La ragazza annuì, e dopo aver congedato il fratello con la promessa che sarebbe arrivata entro pochi minuti, rivolse la propria attenzione all'amico d'infanzia.
-Tu non vuoi sposarlo, vero?- chiese direttamente Petyr, senza tanti preamboli. Del resto era perfettamente consapevole che l'amica aveva già capito dove voleva andare a parare.
Catelyn strinse le labbra in un'espressione di fastidio.
-Abbiamo più volte affrontato questo discorso, Petyr.- rispose, stando ben attenta a non incrociare i suoi occhi castani, che la scrutavano colmi d'ansia.
-Non lo abbiamo affrontato abbastanza. So a cosa stai pensando; ho visto come guardavi i giardini. Sai che, una volta andata al Nord per unirti a quello Stark, tutto questo non sarà altro che un bel ricordo!- pronunciò le ultime parole sull'orlo di un grido. Catelyn era l'ultima persona sulla quale avrebbe voluto riversarla, ma quella rabbia che si portava dentro da mesi aveva bisogno di una valvola di sfogo.
L'irritazione negli occhi dell'amica si tramutò a sua volta in ira, anche se diversa rispetto a quella del ragazzo. La sua si avvicinava maggiormente alla frustrazione, dovuta alla resa dinanzi a quello che ormai aveva compreso essere il suo destino.
-Credi che abbia scelto tutto questo, Petyr?- gridò, le gote arrossate per la rabbia. -Credi che non preferirei restare qui a Delta delle Acque, con mio padre e i miei fratelli... con te? Ma non posso oppormi, e tu lo sai. Devo andare al Nord, sposare Brandon Stark. È questo il volere degli dei.-
Era sconsiderato pronunciare simili parole, specialmente vicino al Parco degli Dei, ma il ragazzo non pensava a nulla quando ribattè: -Se vogliono separarci, al diavolo gli dei!-
Nonostante tutto Catelyn non potè fare a meno di rimanere colpita da quella frase, sebbene fosse una ragazza religiosa.
Era consapevole dell'affetto che l'amico d'infanzia provava nei suoi confronti, ma quella sua cocciutaggine degli ultimi tempi, a mano a mano che il suo matrimonio con Stark si avvicinava, le aveva fatto scoprire quanto quell'affetto fosse profondo.
Per un attimo rimase immobile, e il ragazzo interpretò il suo silenzio come un'approvazione.
Le poggiò una mano sulla guancia e si sporse verso di lei. Aveva sentito gli stallieri e i ragazzi, a palazzo, affermare che fosse disdicevole che l'altezza di un uomo fosse inferiore a quella della sua signora. Petyr non era d'accordo. Amava quella lieve differenza che lo separava da Catelyn, in modo da doversi sollevare un poco sulle punte dei piedi per riuscire ad arrivare alle sue labbra.
Proprio quando stava per baciarla, Catelyn si riprese dallo sgomento.
Allontanò la mano di lui con un gesto brusco, girandosi di scatto e lasciandolo immobile tra i cespugli di rose.
-Aspetta, Cat!- le gridò dietro il ragazzo, quando la principessa di Delta delle Acque si allontanò a passo deciso, in direzione del palazzo di suo padre. Lei non si voltò neppure per guardarlo negli occhi quando, seccata, gli disse: -Vedi di crescere, Petyr! Io sono promessa a Brandon Stark, non sono tua. Non sarò mai la tua sposa... accettalo.-
Lui restò a guardarla finchè la sua figura alta e fiera non divenne un'indistinta macchia oltre il fiume. Non si era neppure accorto di essersi seduto, e che le sue mani giocherellavano nervosamente con un bocciolo di rosa profumato, staccandone distrattamente i petali.
Non sono tua... gli rimbombò nella mente, il vento fresco e gentile tramutatosi improvvisamente in una sferzata gelida sul viso e la nuca.
La sua espressione si contrasse in una smorfia. Si era punto.

La spada lunga da combattimento di Brandon Stark picchiava duro.
Petyr faceva di tutto per tentare di parare i suoi colpi, ma ogni volta in cui la lama batteva contro la sua armatura, si sbilanciava e per poco non finiva infilzato.
Nella mente continuava a ripetersi gli insegnamenti del maestro d'armi di Delta delle Acque, quell'uomo grasso e nerboruto che lodava continuamente Edmure e scherniva invece lui. Non era mai stato un bravo combattente; tre anni prima aveva difficoltà persino ad impugnare la spada senza perdere l'equilibrio.
Ehi, Ditocorto, sei sicuro di essere abbastanza forte per impugnare un'arma più alta di te? lo canzonava sempre Edmure, poco prima di sbatterlo a terra con il piatto della lama.
Ma l'attacco è la miglior difesa. Come poteva sperare di avere anche una sola possibilità se continuava ad arretrare e ad incassare con scarso successo i colpi?
Petyr raccolse tutto il proprio coraggio, imponendosi di non abbracciare con lo sguardo la platea di spettatori che si erano riuniti per assistere a quel duello. Quel duello che tutti ritenevano il capriccio di un ragazzino insolente, che aveva insistito per lottare pur sapendo di non avere speranze.
Ma perché? Perchè lottava?
Non aveva avuto dubbi fino a quando la sua spada non aveva incrociato quella di Brandon Stark. Più muscoloso e aitante di lui, i folti capelli neri e gli occhi freddi come le terre del Nord dove era nato. E ovviamente molto più alto.
Quando era cominciato il duello, Petyr aveva cominciato a chiedersi se non stesse commettendo una pazzia. Nonostante la risposta fosse probabilmente che sì, la stava commettendo, oramai non poteva più tirarsi indietro.
Per miracolo riuscì a schivare un affondo dell'avversario, anche se il contraccolpo lo scosse facendolo rabbrividire sin nelle ossa, quindi si preparò per attaccare. Concentrò tutta la propria forza nelle braccia, ed essendosi portato alle spalle di Stark, calò la spada disegnando un arco.
Fu senza dubbio il miglior colpo della sua vita, e per un attimo Petyr credette addirittura che sarebbe andato a segno, affondando proprio dove l'armatura dell'avversario lasciava scoperta la pelle morbida. Persino la folla trattenne il respiro.
Ma il suo trionfo non durò molto. Brandon Stark si voltò con l'agilità di un felino, a dispetto della mole tutt'altro che snella, e schivò la spada di Petyr con facilità. Il ragazzo si ritrovò senza difese, la spada che quasi gli scivolava di mano dopo quello slancio che aveva richiesto tutte le sue forze.
Stark sollevò la lama. In quella manciata di attimi che precedevano l'urto, Petyr si rese conto che, volendo, l'avversario avrebbe potuto sventrarlo con facilità, eppure quest'ultimo non mirava al petto.
Avvertì un dolore acuto al braccio sinistro quando l'acciaio strappò la leggera cotta di maglia e penetrò nella carne, facendo zampillare il sangue sul pettorale della sua armatura. La spada gli sfuggì definitivamente di mano e cadde con un tonfo sordo.
Petyr gridò sentendo il male propagarsi dal braccio ferito in tutto il corpo, come un'onda. Strinse gli occhi, e quando li riaprì in direzione degli spettatori dimenticò per un attimo tutto.
Il duello parve dissolversi, e con esso il dolore. Catelyn lo guardava, in piedi accanto alla sorella Lysa. L'espressione della minore era stravolta dallo sgomento, ma Petyr quasi non vi fece caso.
La sua attenzione era tutta per lei.
Cat.
Cat con cui aveva passeggiato nei boschi all'ombra dei castagni, Cat con cui aveva rubato i biscotti appena sfornati dalle cucine, Cat con cui aveva cavalcato sulle colline della valle dei fiumi, Cat che baciava per gioco dopo essersi schizzati l'un l'altro con l'acqua del fiume.
Cat con cui era cresciuto, e che ora lo guardava delusa.
Avevano ragione loro: quell'incontro non era nient'altro che il capriccio di un bambino. Un bambino che ora ne stava pagando il fio venendo umiliato davanti a tutti.
Petyr sentì l'elsa della spada di Brandon colpirlo in pieno stomaco, poi il sapore del sangue risalirgli in gola.
Trovò la risposta all'ultimo secondo, proprio mentre i suoi sensi si offuscavano.
Lottava per Catelyn, perché l'amava da sempre. Lei era promessa a Brandon Stark, colui che lo aveva appena sconfitto nella battaglia che rappresentava la sua ultima occasione, ma lui lo aveva sfidato a duello perché non poteva lasciarsela sfuggire senza fare nulla.
La vista gli si annebbiò, la figura di Catelyn si dissolse in contorni indistinti, e Petyr perse i sensi. Si riversò al suolo, sangue scarlatto scorreva copioso dal suo braccio.

Questo sognava il giovane Petyr Ditocorto Baelish, disteso su di un letto nella torre del Maestro di Delta delle Acque, sballottato tra la semi incoscienza e il sonno, mentre fuori dalla porta Lysa Tully tormentava il lord suo padre di domande riguardo la salute dell'amico.
Le sue suppliche giungevano indistintamente alle orecchie del ragazzo coricato sul giaciglio. La sua mente continuava a ritornare ai giardini soleggiati, rivivendo i pomeriggi di primavera passati a cogliere fiori con colei che era stata la causa di quella dannata ferita al braccio, che però nulla pareva in confronto alla prospettiva di perderla. Prospettiva divenuta una inaffrontabile realtà.
Ricordando quegli occhi azzurri che lo guardavano pieni d'affetto, Petyr non riusciva comunque a pentirsi di aver sfidato Stark a duello.
Non sapeva quanto profonda fosse la ferita che si era procurato durante l'incontro, unita ai numerosissimi tagli e lividi, e quasi non gli importava.
Non riusciva a pentirsi, Petyr Ditocorto Baelish, per aver lottato fino alla fine per una ragazza che non era sua.
   
 
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