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Autore: Merryweather616    18/01/2009    1 recensioni
Ripensavo ad una frase che Ville mi diceva spesso, l’aveva cantata, l’aveva sussurrata, l’aveva scritta. Nella gioia e nel dolore la mia casa è tra le tue braccia. E stretta contro di lui, i suoi occhi gentili e dolorosamente perfetti dritti sul mio volto, protettivi e seri mi trapassavano l’anima ricordandomi ogni istante ancora che la mia casa non erano quattro pareti di cemento riempite di mobili e foto, il luogo dove il mio cuore aveva messo le radici erano le sue braccia secche e il suo petto magro contro cui raggomitolandomi potevo sentire il ritmo della mia vita.
Genere: Romantico, Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo 6 mesi ce l’ho fatta!! Questo è l’ultimo capitolo prima di un piccolo epilogo, ringrazio col cuore chi l’ha seguita qui, grazie davvero, e ringrazio le mie donnine, coloro che l’hanno fatta andare avanti a forza di urla e minaccie di distruzione della mia collezione himmica. Luv ya angelz

 

 

Capitolo 14

 

And love (of course) said NO

 

Kill me
I begged and love said no
Leave me
for dead and let me go
Kill me
I cried and love said no
Kill me
I cried and love said no

 

Forse andare li non era stata l’idea migliore che avessi potuto avere. Ero appena scesa dal taksi e già sentivo ogni giuntura  del mio corpo che stava andando in ipotermia. Ma tra i brividi mi feci forza e mi diressi verso le scale.

Davanti a me, Tuomiokirkko si ergeva pallida nella luce dolce e fioca dei pochi lampioni che illuminavano la grande piazza del Senato, e rischiaravano con leggerezza la strada a quei pochi coraggiosi che si affannavano a salire le sue scale di notte.

Doveva essere li davanti, pregai,  davanti all’unica chiesa dove amavamo andare, magari anche solo a bere un caffè sulle sue scale o a chiacchierare dopo un concerto.

Aguzzai la vista, ma era troppo scuro e troppo lontano, quindi mi misi l’animo in pace e mi costrinsi a salire la ghiacciata scalinata.

Dopo solo pochi gradini però scorsi una figura che camminava lungo il ciglio delle scale, all’esatto opposto di dove mi trovavo io. Urlare non sarebbe servito perché non mi avrebbe sentito, così affrettai il passo.

La mia mente voleva correre ma il mio corpo non ce la faceva, così mi settai su un andatura media, ma a metà delle scale dovetti fermarmi per riprendere fiato. Mi sedetti sul primo gradino disponibile e attesi che i miei polmoni ricominciassero a funzionare e la mia schiena smettesse di urlarmi bestemmie in aramaico antico codificato.

Ma, improvvisamente, un braccio avvolse le mie spalle e un altro corpo infagottato si appoggiò accanto al mio.

Voltandomi incontrai i suoi occhi verdi, incatenando il mio sguardo al suo e cercando di non perdermi nel mare di emozioni che ondeggiavano nel suo sguardo luminoso.

-Ciao, Fiona- mi disse baciandomi la fronte e appoggiando la sua testa alla mia.

-Ciao, Shrek- risposi meravigliandomi che si ricordasse questa storia.

La prima volta che Olivia ci aveva visti insieme, reduci da un accesa discussione e quindi appiccati come meduse l’uno all’altro era venuta da noi, ci aveva studiato per qualche minuto poi aveva proferito la sua sentenza.

-Voi due siete come Shrek e Fiona- aveva detto la bambina con tono saggio, ripreso sicuramente dal padre.

-Grazie Olivia, che bel complimento- avevo risposto ridendo.

-Ah, ma voi siete la versione figa-

Ville e Linde si erano quasi rotolati per terra dalle risate, io invece avevo riflettuto su quel commento della piccola. Un po’ in fondo era vero, eravamo proprio come i due orchi della Dreamworks, chiusi nella nostra torre coperta d’edera, il fango era meglio evitarlo, ed eravamo sempre protetti dalla nostra bolla di felicità e dai nostri amici più cari, un paio di ciuchini e vari gatti con gli stivali, sempre pronti a fare gli occhi dolci per ricevere qualche favore. Ogni tanto un Azzurro di passaggio disturbava il nostro quieto vivere, ma per loro, avevamo Zenzy…

 

Le parole, come al solito, sembravano essere inutili tra di noi. Appena la mia mano fu nella sua capii che potevo ritenermi perdonato e decisamente più fortunato di quanto mi meritassi.

-Sono stato una testa di…-

-Cazzo! Si, lo sei stato, ma sei la mia testa di cazzo, bugiarda e infida, e mi vai più che bene così- rispose Bianca, stringendosi a me.-Ma la prossima volta dimmelo, se vorrai evitare di essere bruciato sul rogo insieme alle tue orride camicie con stampe strane-.

-Promesso- misi la mia mano e la sua sul mio cuore, e girandomi le diedi un bacio, un bacio al ghiacciolo, ma comunque un signor bacio.

-E poi sai- aggiunse contro le mie labbra –la signorina qui non ne voleva sapere di stare senza di te-

Mise la mia mano sul suo ventre per farmi sentire, percepii un piccolo movimento, come una manina che si spostava verso la mia, sapevo che era frutto della mia fantasia, Eeva era ancora troppo piccola perché potessi già sentire la sua mano, ma amavo l’idea che io e mia figlia già sentissimo disperatamente la mancanza l’uno dell’altro.

Feci alzare in piedi Bianca e la portai davanti a me. Il mio orecchio poggiato alla sua pancia, che ascoltava il battito costante del piccolo cuore racchiuso li dentro.

-Andiamo a casa, che dici?-mi chiese dopo vari minuti, mettendomi le mani nei capelli e guardandomi.

-Direi di si- risposi- c’è giusto un letto sul quale non vedo l’ora di “dormire.”-

Per la prossima volta che avessimo litigato, dovevo ricordarmi che era meglio farlo a casa, perché tanto lo sapevano entrambi che andava sempre a finire così. Come fai a tenere il muso a chi ti conosce meglio di te stesso?

-Ottima idea, mio principe della notte, anche io ho una certa voglia di stendermi sotto le coperte a “dormire”- disse facendomi alzare e prendendomi per mano.

 

-Ci sono tutti dentro, Ville- dissi mentre si stava divertendo a baciarmi il collo, disturbandomi nella gigantesca impresa di trovare le chiavi di casa nella mia ancora più gigantesca borsa di Mary Poppins.

-Se continui a schiacciarmi contro la porta sarà difficile che riusciamo a entrare, non trovi?-

Borbottando in qualche lingua che assomigliava all’aramaico antico si scostò e mi lasciò aprire la porta di casa.

Ma non feci in tempo a mettere piede dentro che già si era tolto vari strati di vestiti, e si stava dando da fare per togliere anche i miei.

-Lo sai che dopo quello che hai combinato dovrei tenerti a stecchetto per almeno una settimana? Sarebbe una giusta punizione per i tuoi misfatti.-

Non mi rispose, si limitò solamente a togliermi l’ultimo strato di lana che mi copriva ed appoggiarsi contro la mia schiena, avvolgere le mani sulla vita, e iniziare a sussurrare, a un centimetro dal mio orecchio.

 

Every vow i break on my way towards your heart
Countless times i've prayed for
forgiveness
But gods just laugh at my face
And this path remains

 

-Così non vale, Secco. Stai giocando davvero sporco-

Sapeva perfettamente che effetto mi faceva quella canzone, e la sua voce. E sapeva che  combinate, la tentazione mi avrebbe vinta.

Un colpo di tosse ci distrasse dai nostri preliminari. Ci voltammo insieme. Sei paia d’occhi erano puntati contro di noi.

-No, ma ragazzi continuate pure, fate come se non ci fossimo. E’ bello sapere che i nostri ninfomani preferiti abbiano fatto pace-

Un Migè che si stava ingozzando di sushi parlò dal salone, mentre il resto della ciurma era intento a arrostire marshmellow sul mio fornelletto da campo, e tutti ci guardavano ridendo.

-Se permettete, io porterei mia moglie su in camera, dobbiamo parlare di cose molto serie, poi è incinta ed è molto affaticata- si intromise Ville sghignazzando dopo aver fatto un cenno di saluto alla famiglia riunita intorno al nostro tavolo.

-Si si andate pure a parlare-  disse Elena.

-Ma voi rimanete qui tranquilli, non ci disturbate mica- concluse Ville quando mi aveva già trascinato su per le scale, non mi feci pregare oltre e lo seguii verso il nostro luogo di perdizione preferito.

 

Una luce insistente mi svegliò. Ero al caldo, ed era già tarda mattinata. Un braccio avvolgeva le mie spalle, e un respiro regolare spezzava il silenzio.

Mi girai, seppellii la mia faccia contro il suo collo. E felice, tornai a dormire, abbracciata al mio sogno più bello.

 

Sesto mese di gravidanza- Marzo

 

-Biancaaaaaaa- speravo che mi sentisse dal primo piano.

-Che c’è?- rispose.

-Hai per caso visto la mia camicia con i fiori?- le chiesi. Volevo metterla per andare al Tavastia quella sera.

-L’ho usata come straccio per pulire la tua vecchia culla, quella che ci ha dato tua madre per Eva-.

 

Settimo Mese di Gravidanza –Aprile

 

-Allora andiamo al cinema con Jonne e Elena?- chiesi mentre cercavo disperatamente il mio portatile tra le migliaia di scartoffie.

Nessuna risposta.

-Ville?- chiesi dirigendomi verso la cucina.

Il pancione ormai era pressoché infinito e mi muovevo a velocità  bradipo, ma questo non gli dette comunque il tempo di nascondere le sue attività segrete.

Era li tutto intento col mio pc in mano a giocare a tetris, gioco al quale era disperatamente negato, ma si ostinava a voler giocare.

-E tu dovresti diventare padre tra due mesi?-

 

Ottavo Mese di Gravidanza – Maggio

 

-T’ho detto vai- mi disse Bianca sdraiata sul letto col pancione scoperto intenta a finirsi le ultime scorte di liquirizia che le erano rimaste.

-Ma non voglio lasciarti da sola- risposti sedendomi a fianco a lei.

-Ville, su, non fare il bambino, devi andare a quel concerto. Sai com’è? Siete voi che dovete suonare, mica pinco pallino. E poi qui c’è Elena-

-Si che è su a fornicare con la Barbie- grugnuii.

-Tu fatti i cavoli tuoi.-

Mi aveva convinto, presi due cose dal tavolo e mi diressi di sotto.

-Fermo li-

-Cosa c’è ancora?- le chiesi.

-Se ti azzardi a uscire con quella cosa addosso, considerami già vedova.-

 

Nono Mese di Gravidanza- Giugno

 

Eva sembrava non avesse alcuna intenzione di uscire dal suo antro al calduccio. Ne la voce di Ville che la esortava a presentarsi al mondo, ne le mie parolacce l’avevano ancora convinta. Così me ne stavo tranquilla a trafficare con la mia collezione di libri fantasy che custodivo gelosamente in quella che doveva essere la cabina armadio, quando la voce di Ville mi raggiunse.

-Amore, hai idea di dove sia la mia canottiera col drago?- mi chiese mentre un brivido freddo mi percorreva la schiena. –Oggi fa un caldo terribile ed è l’unica cosa leggera che ho-

-Ehm, no- proprio non saprei, gli gridai di rimando.

-Amore?- continuò-

-Hai idea di cosa siano questi pezzettini di stoffa nera nascosti sotto ai tuoi vecchi reggiseni?-

Splash.

Cazzo.

Al quadrato.

-E’ la tua canottiera col drago- iniziai- e per la cronaca, mi si sono appena rotte le acque.

Grazie piccola figlia furba, stavi aspettando per salvare la mamma vero? Mormorai tra me e me. Andremmo mooolto d’accordo io e te, sogghignai.

 

 

 

@ valeriana,; questa cosa delle ragazze finniche che disprezzano i loro compatrioti l’avevo già letta, ho riso troppo. Beh, se le piacciono quelli italiani ha fatto un grande affare LOL. Tutti mammoni e rincoglioniti, però magari li vogliono proprio così. Grazie per il comm, as usual!

@ lithi: ma brava la mia fogliolina che s’è comprata Digital, quand’è che ti unisci definitivamente agli angeli e ti fa un bell’hearti??! Devo troppo venire a trovati, mi manchi tanto ç__ç

@ kiki91: mononeuronico, povero cuore xDxD *guarda verso la Fi e chiede scusa a Luce per tale cosa*, cmq, sì, a volte l’è assai rincretinito, porellino.

@ blaise_sl_tr07: lo sooo, quella scena è stata tremenda da scrivere, non sapevo più dove mettermi le mani, alla fine è uscita confusa ç__ç…(il segreto è che in realtà non doveva succedere niente di tutto ciò xD, ma tu non hai sentito nulla). Cmq, come ringrazierebbe il Valo, kiitos pajion, a presto^^

@ Lally: peccato che la tregua sia durata poco, alla fine ce lo siamo ritrovate proprio in mezzo ai cocomeri il BF…ancora mi ricordo quando l’ho visto uscire per presentare i 69, lurido bastardo.

@ ms_reverie : eheh chi non la comprenderebbe xD

 

 

 

 

 

  
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