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Autore: Miss_MaD    07/07/2015    2 recensioni
Parigi, 1482.
C'è qualcosa in più della storia che tutti conosciamo.
Due clan di zingari, rivali dalla notte dei tempi;
Una figlia rinnegata; un re di un regno di straccioni; un futuro da ricostruire insieme, sotto lo sguardo attento della cattedrale di Notre Dame.
Genere: Fluff, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claude Frollo, Clopin Trouillefou, La Esmeralda, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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15 Giugno 1482

Come tutte le mattine Clopin si era vestito con i suoi pantaloni, un tempo bianchi ma ormai logori, il suo camicione di lino, e il mantello grigio, cucito dalla sorella Esmeralda.

Era giorno di lavoro: attaccò ai pantaloni la scarcella di cuoio scuro e nascose sotto al mantello il pugnale, uno degli ultimi doni di sua madre.

Uscì dalla tenda arancione che gli fungeva da camera e si avviò verso il mercato, che si sviluppava in tre rami, come una grande Y:
in uno vi commerciavano fruttivendoli, macellai, panettieri, venditori di stuzzichini e dolcetti; in un altro erboristi, venditori di animali, antiquari;
nel terzo ramo commerciavano pittori, artigiani, orafi, ritrattisti, essenzieri, gioiellieri, tutti banchi ai quali si femavano le donne di un certo rango, con le borse e i borselli carichi di denaro nascoti sotto i mantelli, ignare della rapidità dei tagliaborse. Di solito era lì che quelli del
Reame d' Argot "lavoravano": avvicinavano le ragazze da dietro e con il coltello tagliavano le borse, sfilavano collane ed orecchini, il tutto passando quasi sempre inosservati.

Quel giorno Clopin si diresse verso il banco che fruttava più denaro di tutti, ovvero  quello del mercante di stoffe, e ne avrebbe approfittato per comprarne un po' per farsi fare un nuovo mantello. Al banco c' era una ragazza che pareva proprio il bersaglio ideale: giovane, all' incirca sui diciassette anni, sola, avvolta in un lungo mantello bianco bordato d'argento, ed era intenta a guardare le stoffe con aria così concentrata che non si sarebbe accorta di niente.
Le andò vicino fingendo di guardare le stoffe esposte, intanto mise la mano dietro al suo mantello per poi allungarla verso la cintura della ragazza a cercare il borsellino pieno di soldi. Come lo sfiorò, lei si spostò a guardare un altro tessuto, posizionandosi dall' altra parte del ladro.

《Merda!》 esclamò lui, prima di essere distratto da una stoffa marrone esposta sul banco.

Quando si decise ad acquistarla cercò il sacchetto con le monete con la mano, ma con suo grande stupore, questo era sparito, e con lui anche la ragazza che fino a un secondo prima era al suo fianco a osservare i tessuti.

Corse via dal banco raggiungendo una piazza e lì la vide, con il capo coperto dal cappuccio, intenta a nascondere il sacchetto con i soldi, agganciandolo ad una cordicella che fungeva da cintura. 
Clopin corse per raggiungerla ma lei, essendosene accorta, scappò via verso un viale alberato.

《Devo ammetterlo, non siete male, ragazza! 》Clopin l' aveva raggiunta ma questa era come scomparsa nel nulla, e ora lui cercava di farla parlare per individuarla  e rubarle i soldi e volendo, qualcosa di più.
Insegnare qualcosa, insomma, a quella giovane che si era permessa di rubare i soldi nientemeno che al re dei gitani!
Le fece un applauso e un inchino, e  una risata si fece spazio tra le fronde di un albero.
Era lei, seduta su un ramo ed  appoggiata al tronco con la schiena, la gamba destra piegata contro il busto, e la sinistra a penzoloni.
《Complimenti, mademoiselle.》 fece lui con un sorriso ammirevole.
《Devo dire che siete una preda piuttosto facile, monsieur. Alors!》 fece lei facendogli cadere in mano il borsello in pelle dall' alto, e piombando giù con un' agilità quasi felina.
《Alors: Onyx Garou,  al vostro servizio majestè!》disse, facendo un profondo inchino.《Ma se era solo per quella non dovevate farmi i complimenti, è il mio lavoro, maestà.》continuò. 
《Sai chi sono io? 》Clopin era allibito, e aveva improvvisamente smesso di darle del voi. 
《Ovviamente, sire: siete Clopin Trouillefou della Corte dei Miracoli, non c'è zingaro che non vi conosca a Parigi》disse lei con una risata.
《Ma tu non sei una zingara...》 la pelle chiara e i capelli rossicci della ragazza, insieme al suo perfetto francese infatti,  lasciavano pensare che si trattasse semplicemente di una parigina che si dilettava nel furto.

《Questa è un' altra storia, maestà, e sarò lieta di discuterne al nostro prossimo incontro, se mai ci sarà.》

《Una ragazza piena di sorprese, vedo.》 E lei aveva fatto un piccolo inchino con la testa.

《Addolorata, Majestè, ma adesso vi devo lasciare.》 Si era poi tirata il cappuccio sulla testa, a nascondere i capelli mossi.《 Adieu!》

La sparizione della giovane lasciò Clopin con una strana sensazione nello stomaco.
《Per oggi finiamo qui》 si disse, senza nemmeno passare dal mercato a ritirare la stoffa.
Tornò indietro con un sentimento addosso che non seppe spiegare: era ansia, al pensiero di rivederla, vergogna, per essere stato derubato e felicità, per averla incontrata.

Pregò con tutto se stesso davanti a Nore Dame, in silenzio, chiedendo che, se davvero lassù c' era qualcosa, che quel qualcosa lo facesse di nuovo incontrare con quella ragazza.

   
 
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