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Autore: Maico    07/07/2015    4 recensioni
I pensieri di un piccolo semidio costretto a crescere troppo in fretta.
[dalla storia]
"Nonostante tu mi abbia spezzato il cuore non posso non continuare ad amarti"
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice:
Si sono io -di nuovo- e no, non mi è tornato internet ma non ce la facevo più a leggere e basta e ho scritto questo con il cellulare. Chiedo immensamente scusa per le miei altre storia sospese ma internet... Meglio se sto zitta o spacco qualcosa. 
Un piccolo assaggio dei pensieri del mio personaggio preferito dopo la morte della sorella. 
Buona storia 
 
 
 
 
Perché stavo là? Da solo, in mezzo al nulla a fissare il fuoco?
Perché la gola mi faceva così male da non farmi più respirare?
Perché gli occhi mi facevano vedere le fiamme come un'immensa massa informe arancione?
Io non...
Mi fermai per prendere un profondo respiro cercando di calmarmi. 
...non potevo...
Appoggiai il mento sulle ginocchia, stringendomi di più nel giubbotto d'aviatore. Strappai qualche filo d'erba secca. 
Non avrei pianto. Non più. 
Non dopo...
Un singhiozzo spezzò il silenzio. 
Mi portai le mani davanti agli occhi, già iniziando a graffiare la pelle del naso e delle guance. 
-No...- gemetti sentendo un dolore sordo al petto. 
Asciugai con rabbia le lacrime che mi avevano solcato le gote. 
-No!- urlai tirando e strappandomi alcune ciocche scure. Non volevo ricordare, non volevo soffrire di nuovo, non volevo piangere per Bianca.
Perché se n'era andata? Perché non era rimasta con me? Perché io non le bastavo più?!
Alcune ossa iniziarono a sbucare dal terreno, vibrando e andandogli incontro. 
-No!- balzai in piedi spaventato -Andate via! Via!
Le osservai sprofondare nuovamente nel terreno e repressi un verso d'angoscia. 
Mi faceva accapponare la pelle quando succedeva e dubitavo che mi sarei mai abituato. 
Tornai ad osservare il fuoco, rimanendo però in piedi. Immersi le mani nelle tasche e sobbalzai quando toccai qualcosa. 
Estrassi delle carte e una statuetta nera, non più grande del mio mignolo. Guardai ormai disgustato le carte di Mitomagia che scattarono in me una serie senza fine di ricordi che io volevo solo sopprimere in quel momento. 
Continuai a fissare le carte. Erano una trentina. 
Mi avvicinai al fuoco e ne feci cadere la prima che bruciò quasi subito. 
Perché te ne sei andata?
Una seconda. 
Perché hai preferito le Cacciatrici di Artemide a me?
Un'altra. 
A tuo fratello! Delle sconosciute avevano più del tuo stesso sangue?
La quarta. 
Non mi volevi più bene? Ero troppo asfissiante? Perché non me lo hai detto?! Sarei cambiato! 
Avrei fatto tutto per te Bianca!
Tutto, maledizione!
Metà mazzo era bruciato. 
Ero così insignificante? Inutile? Cosa avevo fatto per meritarmi il tuo odio?
....
Perché tu mi odiavi vero?
Il sapere che tu mi odiavi allevia il mio dolore. 
Almeno è una scusa per la tua scomparsa dalla mia vita. 
Non posso credere, non voglio, che tu mi abbia voluto bene, tu mi abbia amato, ma che poi senza molte cerimonie mi abbi scaricato alla prima occasione. 
È molto meglio credere nel tuo odio. 
Rimanevano ormai tre carte. 
-Tu sei stata la mia roccia- dissi buttando la prima tra le fiamme. 
-E mi hai portato a fondo, uccidendomi.
L'ultima tra le dita tremanti. 
-Cos'ho di sbagliato?- la voce si ruppe alla fine e una lacrima scese fino alla linea delle labbra. Sentii il sapore salato in bocca mentre scoppiavo in quel tanto detestato pianto. Almeno mi imposi di non singhiozzare. Quel briciolo di dignità mi doveva rimanere. 
-Nonostante tu mi abbia spezzato il cuore non posso non continuare ad amarti. 
Scoprii che anche quel piccolo pezzo di dignità morì non appena il primo gemito mi uscì dalle labbra. 
Strinsi fino a farmi sanguinare il palmo della mano, stringendo convulsamente la statuetta di Ade. 
-Bel regalo- dissi sarcastico fissando con sguardo vacuo il fuoco -Il migliore che potessi farmi. 
Quanto disprezzo e ironia grondava dalla mia stessa voce. Così tanto che neanche sembravo io. 
Una nuova faccia. 
Osservai il cielo scuro. 
Un nuovo io. 
Sbagliato. 
   
 
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