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Autore: ruggero is my happines    07/07/2015    0 recensioni
"Tutto questo è possibile grazie alle mie jorgiste, se non fosse per loro non saprei dove sarei oggi"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: "Il concerto a Buenos Aires"

Ormai salgo su un palco praticamente una volta al giorno, ma prima di ogni concerto sono sempre molto agitato. Ho paura di scordarmi la coreografica, o le parole o che succeda qualche imprevisto. Ora non c'è tempo per i miei pensieri, devo salire sul palco, è il mio turno. Chiudo un attimo gli occhi, faccio un respiro profondo e salgo sulle scale. Ora mi trovo davanti al sipario che mi separa dalle fan. Sto vivendo il mio sogno e sono molto felice di questo, salire su un palco e poter cantare davanti a tante gente è sempre stato quello che volevo fare sin da bambino. Sto per entrare in scena: prendo un bella rincorsa e entro dal lato del palco correndo. La gente urla, agita i cartelloni e mi saluta, vorrei ricambiare ogni singolo saluto, ma non c'è tempo ora, devo cantare:" Es por momentos que parezco invisible, y solo yo entiendo lo que me hiciste.Mirame bien, dime quién es el mejor". La gente che canta a scuargagola con me è la cosa che preferisco di più dei concerti. Finita la canzone mi piace rimare un po' sul palco a guardare lo stadio pieno e le persone che urlano il mio nome, o meglio, il nome del mio personaggio "Leon,Leon,Leon,Leon". Finito di cantare scendo le scale e lascio il palco a Tini,  o meglio conosciuta come "violetta",io mi direggo verso i camerini. Mentre cammino vedo il mio amico seduto su una cassa nel back stage che guarda per terra un po' triste. Vado da lui e gli chiedo:"Hey rugg cos'hai?". "No niente è solo un po' di emozione prima del mio pezzo, sto bene" mi rispose lui. Sapevo che mi nascondeva qualcosa ma non mi sembrava nè il momento nè il luogo per parlarne allora feci finta di credergli. "Ok" dissi io mentre me ne andai dandogli una pacca sulla spalla. Sapevo che non stava bene e pensai di andarne a parlare con la ragazza, forse a lei lo ha detto. La trovai nel suo camerino che si finiva di prepare per andare a cantare "codigo amistad". "Cande". "Dimmi" mi rispose mentre si finiva di ritoccare il trucco. "Cos'ha ruggero?". Lei posò la cipra e si girò verso di me "L'hai notato anche tu che è strano vero? Pensavo di averci fatto caso solo io. Non so cos'ha, è da oggi che è così e ha me non ha detto niente, pensavo ne avesse parlato con te,pensavo avesse un problema con me. Ma ora sto iniziando seriamente a preoccuparmi": "Ora non è il momento giusto per chiederglielo, nè parleremo dopo lo show ok?". Ma non fece neanche in tempo a rispondermi che la chiamarono per salire sul palco. Le feci un imbocca al lupo e andai a cambiarmi per cantare "Entre dos mundos" subito dopo e non vidi neanche ruggero che scendeva dal palco. Finimmo il concerto, andò tutto bene. Ma quando cantammo "En mi mundo" tutti insieme vidi negli occhi di ruggero un tocco di malinconia ma feci finta di niente fino alla fine della canzone. Finito il concerto ci cambiammo tutti per tornare in hotel. Arrivati lì trovammo una marea di fan che aspettavano noi. E' incredibile l'amore che ci dimostrano ogni giorno e il fatto che sono sempre lì per sostenerci. Sono le migliori fan del mondo. Ci fermammo per fare qualche autografo e un po' di foto. Tornati in stanza eravamo tutti stanchi e andammo subito a dormire e non riuscii a parlare con ruggero neanche in quel momento. Oggi ricordo alla perfezione quel concerto e quel giorno. Eravamo a buenos aires, la nostra prima tappa in America latina e quel giorno era il 17 aprile 2015.
   
 
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