WARNINGS: Nella storia è trattata una relazione di tipo omosessuale (slash - maschioxmaschio), Derek Hale x StilesStilinski (coppia altrimenti nota come Sterek).
Le ho detto di n♥i.
Derek è seduto a gambe incrociate sul letto di Stiles quando sente quest'ultimo rincasare.
È stato il signor Stilinski, lo sceriffo di Beacon Hills, ad aprirgli la porta perché ormai lo sa che lui e suo figlio stanno insieme e sa anche che se non fosse stato lui a lasciarlo entrare, quello, senza farsi troppi problemi, sarebbe corso sul retro dell'abitazione per entrare dalla finestra del piano superiore, quella che suo figlio lascia sempre aperta per, come le chiama lui, le evenienze.
Derek è da solo in quella casa che non è la sua e che comunque conosce così bene. Lo sceriffo non si preoccupa più a lasciarlo lì
È quasi un’ora e mezza che si trova nella stanza del suo ragazzo quando questo riappare quasi dal nulla. Un'ora da quando è arrivato - forse con qualche minuto di anticipo per l'appuntamento che si erano dati appena poche ore prima - e almeno venti minuti da quando il padrone di casa era uscito in divisa e ben profumato dicendogli soltanto che non aveva idea di dove fosse suo figlio, che gli dispiaceva e poi sbuffando con gli occhi leggermente sgranati, come faceva sempre, aveva detto di averci perso le speranze, con Stiles.
Quando Stiles si toglie le scarpe e si siede al suo fianco ha una strana espressione in volto: è quella che ha quando si trova in difficoltà, o non riesce a risolvere una questione sovrannaturale. Derek questa volta non riesce a decifrarne il motivo: per il momento nulla sembra fuoriposto a Beacon Hills.
«Dove sei stato? Dovevamo vederci un'ora e mezza fa e tuo padre è già andato via!»
È irritato. Stiles lo capisce immediatamente dal tono della sua voce, e dal fatto che sembra stia cercando di ricacciare indietro il licantropo; per una frazione di secondo gli sembra di aver visto i suoi occhi cambiare colore e assumere le tonalità dell'oro.
«Da Lydia» risponde semplicemente l'umano.
«Le ho parlato di noi» e si tortura le mani mentre parla lentamente, scandendo ogni sillaba «Le ho detto di come ci siamo avvicinati nell'ultimo periodo e di come ho smesso di provare qualcosa per lei».
«Insomma, le hai detto tutto?» quella del licantropo suona più come una constatazione che come una domanda.
Per un momento decide di restare in silenzio e aspettare che sia Stiles a continuare ma poco dopo, animato da una curiosità che in realtà non gli appartiene si ritrova a domandargli «Com'é andata?» e quel «Bene» a mezza voce mentre Stiles si tira all'indietro reggendosi sulle mani che ottiene in risposta non lo soddisfa pienamente, c'é dell'altro che l'umano freme di dire, lo sa.
«Che significa bene?» quando è sull'ultima parola la sua faccia assume un ghigno strano, sembra stia masticando una schifezza «Vorresti dirmi che non ha, che ne so, dato di matto?»
«No» dice scuotendo un poco la testa, come a voler rimarcare il concetto. Poi prima che l'altro possa fargli altre domande aggiunge «In realtà ha incominciato a saltellare per la stanza e a dire che lo sapeva e che era contenta per noi due e mi ha abbracciato.» ora Stiles si lascia scivolare sul letto finendo supino sulla superficie morbida «Sembrava una di quelle ragazzine urlanti ai concerti di Justin Biebers» rifletté ad alta voce.
«Quelle credo si chiamino fangirl..» corresse stendendosi di fianco a Stiles e voltandosi per guardarlo dritto negli occhi pronto a sostenere lo sguardo interrogativo dell'umano.
E «Cora» si giustificò imbarazzato un attimo dopo.
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