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Autore: Nivees    08/07/2015    1 recensioni
[ circus!AU | fire eater!Lavi; pierrot!Allen ]
Perché quel piccolo pierrot è notte e con l'arrivar del sole è destinato solo a scomparire.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Allen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '1OO!project ~ DGM!version'
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Ti ucciderò anche la prossima notte

 

 

Gli occhi del pubblico sono tutti su di lui, ma non ricambia lo sguardo, danzando al centro del tendone nero e cupo. Il pierrot danza, in bilico su un pallone scuro dai fiori bianchi e forse appassiti, tra le mani sfere monocromatiche che scivolano e cadono a terra, rompendosi in coriandoli di vetro. Confinato da una luce chiara ma tenue donata dal soffitto di stoffa, cade e si rialza, facendo ridere bambini e facendone piangere altri.
        Il pierrot è un bel pierrot. La parrucca bianca è messa male ed è arruffata, fa arrabbiare il pubblico che pretende un'esibizione perfetta. I vestiti larghi nascondono le mani inguantate e i piedi nudi, fanno sbagliare i passi, rompono oggetti di scena e gli insulti verso di lui volano dagli spalti e dalle poltroncine, perché quel pierrot è un bel pierrot ma non sa fare bene il suo lavoro. La gente urla, grida parole che nessuno vorrebbe sentirsi dire, mormora e domanda – quando morirà? –, mentre il ragazzo continua a danzare come se non sentisse niente, contraendo appena il visino truccato e socchiudendo gli occhi contornati di nero e da ciglia lunghe e d'argento.
        Cade di nuovo, sotto le risate di scherno e indifferenza. Stavolta non si rialza, resta a guardare con occhi di luna il pubblico davanti a sé e la lacrima sotto l'occhio sinistro brilla come una piccola stella, perché quel piccolo pierrot è notte e con l'arrivar del sole è destinato solo a scomparire. Nel buio del tendone si accendono fuochi, piccole fiaccole che lo accerchiano e gli impediscono alcuna fuga, gli bruciano sempre più vicino ma non emette alcun suono. Suda e il trucco cola, ma ancora non si lamenta.
        Alle sue spalle arriva il mangiafuoco. Indossa una maschera che gli cela solo metà volto, dello stesso colore delle fiamme e dei suoi capelli. Si avvicina al pierrot e con l'altra metà del viso sorride alla gente, fa brillare lo smeraldo incastonato tra le ciglia infuocate e dà l'arrivederci ai gentiluomini e alle dame, ai pargoli piangenti e agli anziani sorridenti, perché quello è l'ultimo spettacolo per quella sera e, come tutti gli spettacoli che si rispettino, deve finire con il gran botto. Il pubblico esulta, e il mangiafuoco ringrazia.
        Si guardano per pochi attimi, il pierrot e il mangiafuoco, istanti che le persone presenti nemmeno contano. Infine il ragazzo in piedi prende una torcia e la porta alle labbra, soffia e circonda con un serpente di fuoco il pierrot ancora seduto a terra, che piano piano scompare tra le sue stesse urla e quelle felici di chi sta assistendo alla sua fine.
        La gente applaude e il loro entusiasmo si attenua solo una volta che il fuoco si dirada, lasciando solo cenere dietro di sé. Il mangiafuoco ringrazia ancora una volta, si inchina e fa notare come fuori dal tendone – e dentro – il sole sia sorto e di come la notte sia morta ancora una volta.

 

Lavi il mangiafuoco esce di scena e sospira, si toglie la maschera e si asciuga il sudore con uno straccio trovato lì per caso. Porta lo sguardo del suo unico occhio verso uno spiraglio nel tendone, dove tenui raggi di un'alba che è appena nata cercano di entrare e scaldare quel posto così freddo, vittima di una notte che, anche quel giorno, è stata così difficile mandare via.
        Si avvicina ad un'uscita che al pubblico non è permesso usare, esce e si guarda intorno, notando subito una capigliatura striata di luce d'argento che gli dà le spalle e sorride. Una volta raggiunto lo abbraccia, passandogli un braccio intorno al collo e l'altro alla vita. «Alleeen!» grida, con voce allegra ed infantile, facendosi subito riconoscere dal piccoletto, «Che fai qui? Non dovresti andare a riposarti adesso? Domani notte dovremo fare un altro spettacolo, lo sai.»
        «Lo so.» risponde l'altro, mostrandosi ai suoi occhi senza alcun trucco da pierrot ad impiastricciargli il viso, bello come sempre nella sua imperfezione. «So che dovrei essere morto e non qui, non c'è bisogno che tu me lo faccia notare.» scherza, grattandosi in un sorriso la cicatrice rosea che gli taglia il volto e nascondendo l'altro braccio dietro la schiena. «Aspettavo giusto il tuo saluto, sai.»
        Lavi nota bene, però, ciò che lui cerca di nascondere. «Ti ho fatto male?»
        «Cosa? Ah, no, non preoccuparti. È giusto una bruciatura, niente di grave.»
        «La prossima notte starò più attento.»
      Allen sorride ancora. Lo vede bene anche se sta solo guardando la sua mano e nota la piccola bruciatura appena sotto il pollice, e si dice che è impossibile non restare a guardare quelle fossette agli angoli della bocca, e quelle labbra stirate in un sorriso dolce ma ammiccante. Gli dà un bacio sulla bruciatura e ricambia il sorriso un po' più smaliziato, portando lo sguardo nei suoi occhi perlacei che hanno ancora il fuoco intrappolato dentro.
        «Cerca solo di non prendere il pubblico, la prossima volta, non badare a me.»
       Il suo broncio viene ignorato e sa bene che anche qualsiasi sua lamentela – io non ho mai preso il pubblico, piccola mammoletta! – verrà semplicemente messa da parte se esposta, quindi si limita ad annuire, con ancora la sua mano tra le labbra.
        «Beh, allora... arrivederci, Allen. Preparati perché ti ucciderò anche la prossima notte.»
      Lascia andare la sua mano e gli offre solo una leggera carezza su una guancia, prima di dargli le spalle e incamminarsi verso la sua tenda, dove lo aspetta un sonno pieno di sogni bianchi e neri.
        «La prossima notte tornerò per farmi uccidere ancora, quindi arrivederci, Lavi.»





 


sssalve! qui è la niv che parla, che non si fa vedere da queste parti dai tempi di Aniimo e un pochinino mi vergogno ma vabbé. Ho comunque promesso a questa patatina qui di partecipare a questa challange anche se ci sarebbero voluti anni per scrivere, dunque dunque eccomi qui con la prima di una luuuuunga (cento!!! non ce la farò mai) serie di storielle su dgm (che gente GENTE G E N T E sta tornando sia benedetta la hoshino una volta ogni tanto). allora allora, che dire di questa cosetta?? non è niente di che, l'ho scritta in questi ultimi giorni perché ho avuto un'improvviso colpo di genio che è stato più solo un colpo e basta - in realta erano mesi che ero su un'altra storia per questo prompt e mi è venuta tipo lunga una quindicina di pagine, ma rileggendola ancora e ancora non mi convinceva per niente eeeee allora ho deciso di aspettare.  le circus!au mi sono sempre sempre piaciute, soprattutto con allen come protagonista (che non si nota) ma 'sta cosa è venuta fuori un po' strana, è una roba tipo "circo degli orrori" o roba del genere. è un circo particolare ecco, non maldratto il mio piccolino per niente. e vogliamo parlare di lavi come mangiafuoco??? nghhh ho sbavato io stessa immaginandomelo ma dettagli. in poche parole loro riescono a vedersi soltanto durante lo spettacolo dove il sole (lavi) uccide la notte (allen) - ma sono innamorati follemente perché sì e il loro saluto fino a che non si vedono la prossima notte per la prossima esibizione è il loro momento preferito. patatini miei.
bene, ho blaterato direi abbastanza. spero che questa cosina senza pretese vi sia piaciuta anche solo un pochininoinoino, prometto che la prossima volta che torno (chissà quando) vi farò leggere qualcosa di minimamente meglio (credo lol).
a presto!! niv.

  
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