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Autore: Anto_9    08/07/2015    0 recensioni
UNA STORIA NATA DA UNA BUGIA, DIVISA DALLA DISTANZA E UNITA DALL'AMORE. SIAMO MARTINA E JORGE.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
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-Jorge Pov. Era iniziata un'altra noiosa e lunga giornata di lavoro. Lavoravo come cameriere in uno degli hotel più importanti del messico, ovvero "hotel La playa dell'amor",un giorno mi sarebbe piaciuto avere un hotel tutto mio. Odiavo lavorare come cameriere, mi trattavano come se fossi uno sguattero, se mi avrebbero chiesto di scesgliere se lavorare o stare in una gabbia di leoni, credetemi avrei scelto i leoni. Ma purtroppo non avevo scelta, dovevo aiutare la mia famiglia, che in quel momento stavavivendo una situazione economica molto difficile. Mia mamma era disoccupata e mio padre era appena stato licenziato, eravamo 3 fratelli, io sono il primo avevo 23 anni, dopo di me viene Ruggero che aveva 19 anni, era più piccolo di me di 3 anni e infine viene Daniel che aveva 15 anni,loro dovevano finire la scuola non potevano lasciare tutto, quindi mi sacrificai io mentre mio padre cercava un altro lavoro ma non era facile. Mia mamma lavorava ma era difficile crescere 3 figli maschi e nello stesso tempo lavorare, quindi si licenziò per occuparsi di noi. Quella mattina di agosto mi svegliai con dei raggi di sole che mi accecavano gli occhi, sospirai passandomi la mano sulla faccia, Erano le 6:30 e dovevo essere a lavoro per le 7:30. Mentre mi alzai e mi incamminai per fare colazione inciampai in una delle scatole di cartone –Cazzo-mormorai. Avevamo scatole sparse per casa orami da 1 mese, dovevamo trasferirci in un'altra casa, quella che avevamo non ce la potevamo più permettere. Andai in cucina, ovviamente ero sveglio solo io a quell'ora, presi un bicchiere di latte e mi lavai e mi vestì velocemente per poi uscire da casa. Arrivai al lavoro in tempo, per fortuna non era tanto distanze da dove abitavo. Appena arrivai agli spogliatori dei dipendenti incontrai un mio collega ma anche uno dei miei amici si chiama Facundo –Hey amico- mi salutò pugno contro pugno –hey- feci un breve un sorriso mentre aprì il mio armadietto per mettermi la divisa –Oggi cosa ci tocca fare?-chiesi mettendomi la maglietta, facundo rise –Beh una delle cose che odi fare di più-mi fermai a pensare un'attimo, appena capì cos'era,lo guardai –No..non dirmi-mi interruppe e annuì -Accoglienza- Chiusi gli occhi e buttai indietro la testa-No...no!-Odiavo fare accoglienza ,dovevo rimanere ore con un vassoio di drink vicino all'entrata, e avere sempre un fottuto sorriso, e io non sorridevo mai, specialmete in quel periodo della mia vita. Facundo mise una mano sulla mia spalla –Io vado ci vediamo là- -sisi- dissi con voce scocciata. Andai in cucina a prendere i drink, dandomi una ultima occhiata mi sistemai e andai. Facundo e altri colleghi erano già la, c'èrano persone ad ogni entrata,io stavo a quella principale. Mi sistemai al mio posto e dopo pochi secondi vennero le prima persone seguite fa tante altre, il mio compito era di sorridere e dire -Benvenuti al hotel PLAYA DEL AMOR..,io sono Jorge, gradite une sorridere, e dovevo fare questo fino alle 18:00 dopo di che mi toccava fare il cameriere alla cena.Guardai l'orologio e vidi che erano le 12:00 a quell'ora avevamo 15 minuti di pausa, andai dal mio capo "Diego Ramos" odiavo quell'uomo non ci permetteva di fare niente, ma cercavo di essere sempre gentile, cosa che mi era difficile con lui, ma non volevo perdere il posto di lavoro anch'io. Sospirando andai verso il banco informazioni dove stava parlando con un 'altro dipendente dell'albergo .-Mi scusi signore-dissi a bassa voce, lui si giro–Blanco- appoggiai il vassoio sul bancone e misi le mani dietro la schiena –Mi scusi il disturbo ma sono le 12:00 e di solito prendiamo una piccola pausa a quest'ora e qui-mi interruppe –Signor Blanco per caso mi sta chiedendo d fare una pausa?- guardai in basso, non avevo paura di niente ma lui mi facevo terrore-no....beh si-misi una mano dietro la nuca, face una breve risata –Blanco mi dispiace informarla che non la consento di fare una pausa- sgranai gli occhi –Ma come? Perché?- alzai un poco il tono –Blanco non alzi la voce con me- sospirai –Okay mi scusi ma perché?- -La ragione è che lei ora sta facendo accoglienza e già la dovrei licenziare per aver lasciato la sua posizione- -Ma a noi ci è diritto di avere una pausa e- mi interruppe di nuovo, stavo per perdere la calma –Blanco basta discutere se non vuole che la licenzio- rimasi in silenzio –Bene ora prende il suo vassoio e la accompagno alla sua posizione-mi spinse col sua mano sul mio collo, ero stanco, stanco di quel lavoro, di quelle persone di tutto. Appena arrivai vidi una famiglia arrivare, avevo lo sguardo abbassato e con un tono basso –Benvenuti all—Blanco alza la voce e la testa-mi stinse il braccio, mi uscì un gemito per il dolore –Okay,okay- mormorai, -Benvenuti al hotel PLAYA DEL AMOR..,io sono Jorge, gradite un.- Mentre dicevo la solita frase,appena alzai lo sguardo i miei occhi caddero su altri che non avevo mai visto prima ,erano stupendi,marroni con attorno un trucco leggero,ero rimasto letteralmente incantato, infatti il signore Ramos mi richiamò –BLANCO- urlò ,sgranai gli occhi mi girai velocemente verso di lui-si?- Si vedeva che stava per esplodere –I signori stanno aspettando che lei gli da un caldo benvenuto e magari un drink-indico la famiglia,–Ah si...-non mi ero accorto che mi ero fermato vedendo quella ragazza, era bellissima, con una corporatura esile capelli biondi con qualche sfumatura castana, occhi ovviamente bellissimi e aveva un vestitino a fiori.- Scusate vi do il benvenuto e gradite questi meravigliosi drink?-per la prima volta sorrisi senza volere, e come sei quei occhi mi portarono felicità. Guardondola sentì una voce maschile –Grazie per il benvenuto io sono il seignor Stoessel lei è mia moglie e loro sono i miei figli-capì che era il padre,-Prego vi accompagno alla reception per vedere la vostra camera, seguitemi- disse Ramos, tutti si incamminarono con lui, ovviamente anche la ragazza che mi prima di andare mi diede uno sguardo. Finito, per fortuna, il turno dovevo cambiarmi per la cena, ne approfittai per indagare un po' su quella ragazza, sapevo solo che il suo cognome era Stoessel. Cercai su google il suo cognome e mi uscirono molte pagine, ne apri una su scritto "Alejandro Stoessel, New York, imprenditore, sposato con la stilista di successo Mariana Muzlera con cui ha avuto 3 figli." –Oh no- mormai, Suo padre era un imprenditore la madre una stilista famosa, in pratica era ricca, poi ci sono io che possiamo dire che non mi potevo permettermi nemmeno delle scarpe. Odiavo la mia vita
   
 
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