Stava per vomitare.
Tutto quel girare era terribilmente fastidioso, e nulla di tutto ciò sarebbe accaduto se in quell’aggeggio non fosse stato infilato un’interessante capo fosforescente.
Il piccolo animale si stiracchiò.
Il suo morbido pelo nero si era tutto bagnato, cosa che lo irritava non poco, e una volta uscito di lì e asciugato sarebbe stato una palla di pelo arruffato.
Se l’avesse smessa di essere così vivace, forse, non si sarebbe ritrovato in situazioni del genere.
Ma, d’altro canto, che cosa poteva fare? Le sue giornate da gatto erano così noiose…
La lavatrice emetteva strani rumori.
E, come se non bastasse, girava come una forsennata.
L’animale si infilò dentro una maglietta in mezzo ai capi e, in poco tempo, si addormentò.
Sognò di trovarsi fuori dalla lavatrice, fra le ossute mani provviste di lunghe dita che lui amava, e che lo coccolavano amorevolmente.
Il sogno poi cambiò, e si ritrovò per le strade di una città in piena notte, illuminata da molteplici insegne al neon. Avanzò lentamente fino a trovare un gatto totalmente bianco, con occhi azzurro ghiaccio, talmente chiari che l’iride si confondeva con la cornea.
Gli disse qualcosa di incomprensibile, per poi fare un balzo e arrivare su un tetto blu.
L’animale stava per seguirlo, quando tutto si annebbiò e si ritrovò immerso nell’acqua.
Quel sogno sembrava dannatamente reale: sentiva il fresco su tutto il suo corpo, e muoveva freneticamente le zampe con il solo risultato di sentirsi più debole e incapace di contrastare quella forza che lo tirava giù, sempre più giù.
Il terrore si fece spazio in lui e i suoi occhi diventarono molto più cupi, di un verde ben diverso da quello solito.
Distese i nervi e lasciò rilassati i muscoli.
Chiuse gli occhi e si lasciò sprofondare.
 
 
Il sogno si interruppe quando la lavatrice emise una strana combinazione di suoni, simili a una musichetta.
Il gatto non sapeva se esserne felice per aver interrotto il suo sogno o frustrato per quanto fosse orribile la musichetta.
Non ebbe molto tempo per pensarci.
Infatti, l’uomo arrivò poco dopo, aprì la lavatrice e cominciò a togliere i capi.
Quando vide l’animale terrorizzato, ridacchiò, e lo prese in braccio.
‘Neko, cosa ti passa per la testa? Stai attento, la prossima volta!’
Il gatto non ascoltò totalmente ciò che gli fu detto.
L’importante, in quel momento, era stare con Sebastian.
 
 
 
 
 
 
GENTAH SCUSATEMI
SO CHE è UN ABORTO
UCCIDETEMI SE VOLETE
Boh, davvero, io non so come la mia mente possa aver creato una cosa del genere.
L’ho scritta alle tre di notte, capitemi. Noia.
OOOKAY, SO CHE NON VE NE FREGA NIENTE
Spero che vi piaccia comunque :3
Recensite, anche negativamente, vorrei avere un vostro parere ^^ grazie c:
-Niath