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Autore: Ramiza    18/01/2009    3 recensioni
Quando Jun Misugi poté ricominciare a giocare Yayoi Aoba lo guardò entrare in campo e sorrise. Il cuore di Jun stava meglio. Il cuore di Yayoi era triste, e batteva lento, e forse era rotto da tanto tempo. Di tutto questo Jun Misugi non si era accorto. Un omaggio alla mia adolescenza e alla coppia che più ho amato in assoluto. Un percorso che si snoda velocemente dall'inizio della loro relazione, così come ce la presenta l'anime, fino a risvolti di mia pura invenzione.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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E si svegliò
di un soffio impercettibile
che appena appena
se ne accorse il cuore;
e vide il mondo,
fino allora incomprensibile,
avere finalmente un senso
nelle tue parole...
e s'inventò la forza
di venirti a prendere
e reggerti ubriaco
sulle scale:
la tenerezza
di vederti piangere,
stringendoti
per farti addormentare:
che pensarlo al di fuori di noi
non è possibile:
per come l'hai voluto tu
e lo difendo io
l'amore mio*.



Quando Yayoi Aoba scoprì che Jun Misugi era malato di cuore raccolse tutte le sue forze per sostenerlo nel difficile cammino che gli si presentava davanti.

Affrontarono insieme quel viaggio e più d'una volta Yayoi porse a Jun il suo braccio per appoggiarvisi. Più d'una volta lui raccolse il suo invito e si appoggiò a lei per arrivare in fondo.

La condivisione di questo segreto e di tutto ciò che nascondeva li avvicinò moltissimo e più d'una volta Yayoi si chiese cosa fosse il sentimento che sentiva nascere dentro, ma pensò che erano entrambi molto giovani e che ci sarebbe stato tempo per porsi simili domande e per ottenere le risposte giuste, così non rivelò niente.

Quando Jun Misugi disse a Yayoi che il suo cuore si era aggravato e che non avrebbe più potuto giocare a pallone lo fece con apparente serenità, ma lei seppe ugualmente vedere il dolore straziante e terribile che nascondevano le sue parole e il suo viso. Lo ammirò per la forza di carattere che dimostrava ancora una volta e ancora una volta si domandò se quel senso di ammirazione non fosse da imputarsi a qualcosa di diverso dall'amicizia, ma concluse che quello non era il momento giusto per parlarne a lui che aveva già tanti problemi. Si sentì piccola e impotente ma non volle dimostrarsi fragile.

Non versò davanti a lui nemmeno una lacrima.

Semplicemente gli offrì tutto ciò che aveva: le sue mani per raccogliere il pianto, le sue spalle per sostenerlo, il suo sorriso per poter ridere ancora.

Jun si appoggiò a lei come non aveva mai fatto prima. Lo fece abbandonandosi completamente alle sue cure dolci e premurose, alle sue continue delicatezze, alle sue constanti ma discrete attenzioni, fino a sapere di non poterne più fare a meno.

Tuttavia Yayoi Aoba sapeva bene che Jun Misugi non avrebbe riso mai più.

Sapeva bene, Yayoi, che quando il calcio fosse uscito dalla sua vita Jun non sarebbe mai più stato felice, che qualcosa in lui si sarebbe rotto per sempre, più ancora che se il suo debole cuore si fosse spezzato.


Poi accadde quel fatto.

Yayoi rivelò al suo vecchio amico Tsubasa Ozora, rivale calcistico di Jun, la reale gravità delle sue condizioni, pregandolo di lasciarlo vincere in quella che sarebbe stata la sua ultima partita.


Quando Jun Misugi, per la prima e unica volta in vita sua, la schiaffeggiò, furioso per ciò che aveva fatto, Yayoi gli chiese perdono e pianse.

Per cosa piangesse in realtà non avrebbe saputo dirlo.

Piangeva perché si sentiva triste, perché quello schiaffo la faceva sentire sbagliata, perché capiva in quel gesto, una volta per sempre, che per Jun il calco sarebbe stata per sempre la prima cosa.

Quando poi, durante quella partita, Yayoi Aoba vide Jun piegarsi su se stesso, come se il cuore lo stesse abbandonando per sempre, credette di morire con lui. Credette che anche il suo cuore si sarebbe fermato, in quello stesso istante, insieme al suo. In quel momento esatto Yayoi capì, con lampante certezza e senza più nessun dubbio, che ciò che provava per Jun era amore, che lo aveva amato dal primo istante e che probabilmente lo avrebbe amato per sempre. Ancora una volta si fece forza, lo accompagnò in ospedale e attese che si riprendesse.

Da allora lo seguì dentro e fuori dai migliori ospedali giapponesi, alla ricerca di qualcuno che fosse in grado di curare quel cuore.

Quando Jun Misugi disse a Yayoi che aveva deciso di operarsi lei non rispose nulla.

Sapeva che con in quell'operazione Jun rischiava la vita e sapeva perché stava scegliendo di rischiarla.

Lo accompagnò in ospedale anche quella volta e rimase fuori ad attendere l'esito insieme ai suoi genitori.

Contò le ore, i minuti e i secondi.

Aspettò.

Quando Jun Misugi poté ricominciare a giocare Yayoi Aoba lo guardò entrare in campo e sorrise.


Il cuore di Jun stava meglio.


Il cuore di Yayoi era triste, e batteva lento, e forse era rotto da tanto tempo.


Di tutto questo Jun Misugi non si era accorto.

Sapeva che Yayoi lo amava e sapeva altrettanto chiaramente di amarla a sua volta.

Era chiaro e lampante ai suoi occhi.

La amava per il modo discreto in cui aveva saputo stargli vicino, per la sua dolcezza, per gli occhi e per i capelli, la amava per il sorriso, per il tono di voce con cui pronunciava il suo nome.

Lei era la sola donna che avesse mai contato qualcosa per lui, era lei che voleva accanto quando stava male, lei quella a cui voleva sorridere se era felice, con lei voleva dividere la gioia delle sue vittorie e il dolore delle sue sconfitte.

Non sapeva tuttavia, o non aveva voluto vedere, quanto l'aveva ferita quando aveva deciso di operarsi, rischiando di perdere lei per poter continuare a giocare a calcio.

Il calcio era il suo grande amore e non sapeva, Jun, che Yayoi si era sentita troppe volte, in quegli anni in cui gli era stata vicino, come un amante che non può pretendere nulla da un uomo già sposato e per cui sa che verrà sempre al secondo posto.


Per questo Jun non si accorse neppure dell'uragano che si stava per abbattere sula sua vita.


All'epoca Jun Misugi aveva praticamente tutto quello che si può desiderare dalla vita.

Aveva combattuto ed aveva vinto.

Era un gradissimo calciatore e i telecronisti lo chiamavano “il principe”, proprio come una volta. Sebbene dovesse ancora prestare attenzione allo sforzo eccessivo, il suo cuore stava bene e gli permetteva di giocare almeno un tempo di gara senza doversi fermare.

Era bello.

Era ricco.

Le ragazze impazzivano per lui.

Poteva definirsi finalmente una persona felice.


Ma un giorno si voltò e non la vide lì accanto.

Yayoi Aoba non c'era.

Era poco più in là, appena qualche passo, ma come non era mai accaduto prima e quanto bastava per fargli finalmente intuire che le cose stavano cambiando.

Lui tuttavia non volle crederci, perché gli esseri umani si ostinano talvolta a voler preferire la fantasia alla realtà e Jun Misugi, che aveva affrontato e vinto il suo cuore malato, i medici che davano per conclusa la sua brillante carriera calcistica, sua madre che avrebbe voluto chiuderlo sotto ad una campana di vetro affinché non si rompesse mai, non ebbe il coraggio, quella volta, di ammettere a se stesso cosa stava succedendo.

Lo intuì in una frazione di secondo ma altrettanto rapidamente la sua mente lo rifiutò.


Quando, passato altro tempo,guardò ancora, Yayoi era più lontana e camminava accanto ad un ragazzo che le sfiorava i capelli e le stringeva la mano. Aveva in volto un'espressione rassegnata e triste e, seppure lo guardava ancora, i suoi occhi sembravano diversi.


Sono stata in ansia
per i tuoi ritorni,
viva nell'illuminarsi
dei tuoi giorni,
mi ha colpita la felicità
come un addio;
amore mio,
io dormivo sotto la tua mano
e il tempo
mi ha portato via qualcosa
qui da dentro,
come un piccolo ricordo
di quand'era mio
l'amore mio...*




Questa storia è scritta adesso, ma è pensata tanto, tanto tempo fa...quando Julian Ross ed Amy erano i miei personaggi preferiti e la mia fantasia correva intorno a loro fantasticando ed inventando.

Amavo alla follia Julian (ed ero assolutamente convinta della sua superiorità rispetto ad Holly e a chiunque altro), ma il suo rapporto con Amy mi è sempre sembrato un po' ingiusto, diciamo squilibrato, e mi chiedevo cosa sarebbe successo se lei avesse amato qualcun altro.

Ora provo a raccontarlo in questa brevissima fan (ci sarà un altro capitolo o altri due al massimo), e vediamo cosa ne verrà fuori.

La splendida canzone che da il titolo alla storia e ai capitolo (*) è “L'amore mio” di Vecchioni, che come ben sa chi ha letto qualche mia storiella, mi fornisce spesso un po' di ispirazione.

Un bacio a tutti.

  
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