Nota della traduttrice:
Buonsalve! Ricordo ai lettori che quella che state per leggere è una storia scritta da Courtney, autrice straniera, e tradotta da Lady Alison. Questa è la mia preferita tra le fanfic di Courtney, nonché la prima in cui mi sono imbattuta. Avevo intenzione di scrivere qualcosa del genere, ma diciamo che lei è stata più veloce e mi ha tolto le parole di bocca. Trovate la storia in lingua originale su Tumblr: [LINK alla storia originale]. Anche questa volta mi occuperò personalmente di inviare le vostre recensioni (nel caso vogliate lasciarne) all'autrice, che vi ringrazia per i commenti lasciati ed è felice di sapere che le sue storie vi piacciano. 
Buona lettura!

Alison


 

Confessione

 

Chichi sedeva nella caffetteria dell'ospedale. La tazza di tè si era ormai raffreddata da parecchio, ma difficilmente sembrava avere importanza in quel momento. 
Gli aveva urlato. Di nuovo.
La rabbia e l'irritazione che aveva sentito ore prima erano defluite, lasciando al suo posto il senso di colpa. Che razza di moglie urla a suo marito quando lui è ingessato dalla testa ai piedi? Meglio ancora, che razza di moglie urla a un marito che è appena tornato dall'Aldilà? 
Be', non è che fosse l'unico ad aver sofferto. Il suo adorato Gohan era stato rapito da Piccolo e malmenato da quei Saiyan - forse non gravemente quanto Goku, ma aveva solo cinque anni! E proprio quando era finalmente riuscita a riavere il suo bambino, quello voleva partire per un altro pianeta! Come si poteva biasimarla per essere arrabbiata? 
A quanto pareva, i suoi amici potevano.
 
«Ascolta, Chichi, non devi preoccuparti,» le disse Bulma nella sala d'attesa dell'ospedale. «Krillin e io ci prenderemo cura di Gohan su Namek.»
Chichi rise amaramente. «Questo dovrebbe farmi stare meglio? Piccolo ha rapito Gohan, e voi non avete fatto niente per fermarlo!»
Bulma sussultò a quelle parole. Guardò il pavimento. «Sono davvero dispiaciuta che tu abbia dovuto soffrire così. Ma almeno Piccolo non gli ha fatto del male...»
«No grazie a voi.»
«Non staremo via per molto, comunque. Non appena Goku si rimette in forma, ci raggiungerà...»
«Come ha potuto fare questo a me?!» eruppe Chichi improvvisamente. «Prima lascia che Piccolo si prenda il mio Gohan, poi lo fa combattere, e adesso lo lascia partire per lo spazio? Trasformerà il mio bambino in un mostro, come lui e gli altri Saiyan!»
Le servirono diversi orribili secondi per realizzare quello che aveva appena detto. 
Bulma la fissava, sbiancata dallo shock. Quando fu di nuovo in grado di parlare, ogni sillaba tremò dalla rabbia. «Tu puoi dare la colpa a me, a Krillin, e a Roshi quanto ti pare… ma non osare dare la colpa a Goku. Lui non sapeva che Piccolo avrebbe preso Gohan finché è morto… morto cercando di salvare Gohan dall'essere ucciso o portato via per sempre dal SUO STESSO FRATELLO. E per tua informazione, non voleva nemmeno che combattesse contro Vegeta. Krillin mi ha detto che aveva cercato di mandare Gohan da Roshi prima che il combattimento iniziasse!»
Chichi si bloccò. «Cosa?»
«Proprio così. Gohan è tornato indietro perché non voleva che suo padre, nonché il tuo cosiddetto "mostro di marito", morisse! Ma almeno sono ancora vivi tutti e due! Tien, Chiaotzu, e Yamcha sono morti! Non ti importa minimamente?!»
Affranta, Chichi aveva allungato una mano per toccarle la spalla. «Bulma, io non intendevo...»
Bulma scosse la testa. «Il mio ragazzo è morto!» Lacrime le riempirono gli occhi. «E se non possiamo resuscitarli su Namek, lui e gli altri non torneranno mai più indietro! Puoi essere arrabbiata quanto ti pare, ma farei cambio con te in un secondo.» Con quelle parole, se ne andò infuriata. 

Chichi si morse un labbro al ricordo. Sapeva in fondo che Bulma aveva ragione: non era colpa di Goku, ma lei era troppo orgogliosa per ammettere di aver torto. Invece, aveva messo tutte le sue energie nel prendersi cura di Gohan, promettendosi di concentrarsi su Goku non appena Gohan fosse uscito dall'ospedale. D'altro canto, Goku aveva passato cose ben peggiori quando si trattava di ferite. Sarebbe andato tutto bene…
Certo, da quando Gohan era partito per Namek lei si era così occupata a preoccuparsi di lui da distanziarsi ancor più da Goku, prendendosela con lui anche per le cose più banali. Proprio qualche ora prima, lui era terrificato all'idea di ricevere un'altra puntura, e invece di cercare di compatirlo, lei gli aveva semplicemente urlato ed era uscita dalla stanza. 
Davvero, quell'uomo era impossibile. Per una stupida puntura!
Eppure…
È tornato dall'Aldilà da settimane, e non gli ho nemmeno detto quanto ho sentito la sua mancanza, realizzò. Il senso di colpa la travolse. Lui non aveva mai detto niente in merito; aveva preso tutto con tranquillità, come con tutto il resto. Ma ciò non significava che non provasse dolore. 
Sospirando, abbandonò il suo tè e fece ritorno alla sua stanza. Lui giaceva immobile sul letto, fissando il soffitto. 
«Goku?» lo chiamò lei dolcemente. 
Il suo sguardo di posò su di lei per un attimo. «Ehi,» rispose con voce monotona. 
«Come ti senti?»
«Okay.»
Il suo cuore perse un battito. Sembrava essere diventato così triste all'improvviso. Sedette su una sedia accanto al letto. «Scusa se ti ho urlato prima.»
Lui scrollò le spalle - o almeno cercò di farlo per quanto l'ingessatura lo permettesse. «Va bene.»
«Sono solo preoccupata per Gohan,» continuò lei. 
«Lo so.»
Le sue risposte prive di tono la preoccupavano ancor di più. Deglutì, il rimorso che aveva cercato di reprimere nelle ultime settimane stava finalmente traboccando. «So che hai cercato di mandare indietro Gohan con Krillin… che non volevi che si facesse male. Mi dispiace davvero di averti dato la colpa.» La sua voce tremolava. «Sono veramente felice che tu sia tornato. Io ho… Ho sentito la tua mancanza così tanto.»
Sperava che quelle parole l'avrebbero fatto sorridere, ma lui soltanto fissò il vuoto di nuovo. 
Preoccupata, posò una mano sulla sua fronte. Non aveva la febbre, ma doveva esserci qualcosa che non andava. Non l'aveva mai visto così. «Goku?» provò. «Tesoro? Hai bisogno di un medico?» Lui scosse la testa apaticamente. «Allora cosa c'è?»
La guardò e rimase così a lungo, poi chiuse gli occhi. «Ho ucciso io mio nonno,» sussurrò. 
Lei batté le palpebre. «Cosa?»
«Ho ucciso mio nonno. Il mostro… quello che lo ha calpestato… ero io. Mi ero trasformato in un mostro perché avevo guardato la luna.»
Chichi aprì la bocca per parlare. Non ne uscì niente. 
Goku distolse lo sguardo. «Se tu… se tu non vuoi più essere sposata con me, lo capisco...»
«Che cosa?» sussultò Chichi, inorridita. «Certo che voglio ancora essere sposata con te! Perché mai dovresti pensarlo?»
Anche mentre parlava, le parole che prima aveva rivolto a Bulma le risuonavano nelle orecchie: «Trasformerà il mio bambino in un mostro, come lui e gli altri Saiyan!»
Si sentì male. Come aveva potuto dire una cosa così orribile? Pregava Kami che Goku non lo scoprisse. 
Si inginocchiò di fianco a lui e posò le mani sul suo viso, costringendolo a guardarla negli occhi. «Non è stata colpa tua. Eri solo un bambino. Non sapevi quello che stavi facendo. E sono sicura che lo sappia.»
Goku batté le palpebre. «Lo credi davvero?»
«Assolutamente.»
Le sue labbra si curvarono in un piccolo sorriso. «Allora… mi ami ancora? Anche se sono un Saiyan?»
Lei sorrise tra le lacrime. «Son Goku, non c'è niente che potresti fare da farmi smettere di amarti.»
Il suo sorriso si allargò. «Lo prometti?»
«Lo prometto.» Si allungò e lo baciò teneramente. Lo sentì alzare un braccio per toccarle i capelli con la sua mano bendata. Era la cosa più vicina a un abbraccio che potesse tentare finché non fosse uscito da quell'ingessatura. 
Non aveva importanza. Lei poteva aspettare.