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Autore: Kano_chan    10/07/2015    5 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 82
Capitolo 82


Il buio stava calando e le mie energie anche. Sembrava che il sole, tramontando, mi stesse trascinando con lui.
Ormai la tenda era avvolta dalle ombre e Kili stava accendendo una lampada ad olio per illuminare meglio l’ambiente.
Quando ci riuscì, la sua sagoma venne proiettata sulla parete di tela.


-    Ti ricordi quando Balin ci intratteneva con le ombre? - gli chiesi, esprimendo ciò che mi era venuto in mente nel fissarla.
-    Certo, come non potrei? Tu avevi una paura indicibile del drago e finivi sempre per nasconderti dietro Thorin, se era presente, o a me e Fee in caso contrario - rispose lui divertito.
-    Già hai ragione… -

A quel tempo avevo ancora paura per me stessa, per la mia sorte, poi ho dovuto convivere con una paura ben diversa...
Scoprii che il futuro era il più temibile dei nemici, avrei affrontato 100 Smaug al suo posto.
Non fraintendetemi, non denigro il dono fattomi da Thaviel, però, in certi momenti, è stata dura nonostante mi siano stati concessi ancora molti anni da trascorrere con loro.
Era l’ignoto, il "quando", a farmi andare spesso a dormire con l’ansia di non sapere se il giorno seguente sarebbe stato quello giusto o meno. Di non sapere se avresti proseguito la tua vita normalmente o se questa sarebbe cambiata drasticamente, privandoti del "dopo".


-    A cosa pensi? -

Kili mi fece ritornare al presente prendendo posto al mio fianco e circondandomi delicatamente le spalle con un braccio.
Io mi rannicchiai al meglio che potei contro di lui.


-    A quanto avessi paura del futuro.. - risposi.
-    Quando hai iniziato ad avere quella visione? - volle sapere mentre prendeva ad accarezzarmi il dorso della mano con un dito.
-    Abitavo ancora con Harael.. ma la reputai solo un incubo. Non conoscendo i vostri volti quelle immagini non avevano alcun significato per me. All’inizio fu una cosa sporadica, capitava talmente di rado che ben presto me ne dimenticavo - dissi.
-    Hai iniziato a capire solo quando ti sei trasferita da noi quindi - ragionò Kili.
-    Anche lì mi ci volle un po’ di tempo, ma la visione iniziò a presentarsi sempre più spesso e alla fine non potè che essermi chiara sia essa che il suo scopo - spiegai. 
-    Per quello a volte, di notte, ti svegliavi urlando? -
-    Sì, anche - ammisi.
-    Avrei voluto saperlo - disse alla fine Kili con una pena infinita.

Alzai il mio viso verso il suo: gli occhi scuri luccicavano, la fronte era corrugata, i capelli gli incorniciavano scompostamente il volto e per l’ennesima volta pensai che fosse bellissimo, bello oltre ogni dire.

-    Lo so, ma non potevo.. non sai quante volte avrei voluto dirtelo... Ma non sarei qui a raccontartelo se avessi fatto altrimenti - gli spiegai - non potevi chiedermi di lasciarti morire se era in mio potere evitarlo - aggiunsi.

Vidi la disperazione della verità delle mie parole infrangere i suoi lineamenti e permeare il bacio che mi diede subito dopo.
Se non avessi avuto le ferite che invece avevo, sono sicura che mi avrebbe stretto a lui fino a infrangere il mio intero corpo.

Per un po’ non ci fu altro che noi. Un momento dolce e intenso, fatto di frasi sussurrate, lacrime versate e asciugate con la pelle, qualche rimpianto e molti sospiri. Alternavo momenti di infinita felicità per essere riuscita nel mio scopo, per non dover piangere i tre corpi delle persone che amavo di più, a momenti di disperazione perché non ero pronta, non volevo andarmene, non volevo lasciarlo.
Il suo profumo sapeva di casa, sapeva di vento fresco dei monti azzurri e di roccia umida.
In quei momenti rividi Dis a casa, intenta in qualche faccenda domestica, Fili che affilava la sua spada in giardino sotto al grande Faggio, Thorin che spaccava legna al sole cocente, Balin che leggeva davanti al camino.
La mia vita era stata bella.
Straordinaria nella sua semplicità.
Magnifica nel suo trascorrere.
Lacerante per com'era finita in fretta.


-    Ho avuto una vita così bella.. - espressi il mio pensiero ad alta voce, che però risultò essere un sussurro appena accennato.

Kili era tornato ad abbracciarmi con la fronte appoggiata ai miei capelli.

-    Nonostante le tragedie e le difficoltà che ne hanno caratterizzato la prima parte, ho avuto talmente tanto... che se ci penso il mio cuore scoppia dalla gioia - continuai sorridendo tra le lacrime.

La stanchezza stava prendendo completamente il sopravvento, la testa iniziava a farsi leggera e le palpebre più pesanti.

-    Thorin e Fili avranno bisogno di te, e anche Dis - dissi con improvvisa urgenza tornando a guardarlo negli occhi.
-    Sì, potranno contare su di me - sussurrò accarezzandomi una guancia.
-    Fili diventerà Re sotto la Montagna, troverà una bella nana e avrà molti figli - sorrisi a quelle verità.
-    Ne sono sicuro -
-    Sarai uno splendido zio - commentai chiudendo brevemente gli occhi.

Ci fu un attimo di silenzio durante il quale Kili sembrò trattenere il fiato, come se avesse paura di portarmi via l'aria, di farmi scivolare via più in fretta di così.

-    Kee ho lasciato uno scritto… è nascosto tra le pieghe del mio vestito di nozze - mormorai flebilmente, cullata dall'ondeggiare del suo respiro contro di me.

-    Più tardi andrò a prenderlo, ma adesso è meglio se riposi - replicò Kili con dolcezza.
-    Sì… - accolsi con favore il suo suggerimento aprendo ancora una volta le palpebre per poterlo mettere a fuoco.
-    Ti amo Harerin - disse.

Gli occhi di Kili sembravano contenere una miriade di stelle luminose, tutto il cielo che mi aveva raccontato nelle segrete di Thranduil era racchiuso lì in quei preziosi istanti.


-    Anche io Kee, da che ne ho la capacità - risposi tracciandogli con il pollice il contorno della mascella.

-    Non so come farò senza di te - mormorò lui baciandomi il palmo aperto.
-    Noi ci rivedremo, l’ho visto - lo vidi sgranare gli occhi a quell’affermazione.
-    Dove? - domandò ansioso.
-    Non so… ma so che succederà, non so quando o dove, ma accadrà. Staremo di nuovo tutti insieme: io, te, Fili, Dis, Thorin e gli altri - replicai.

Ero davvero troppo stanca… i contorni del viso di Kili si stavano facendo sfocati, come se lo stessi guardando da sotto la superficie increspata di un torrente.

-    Allora io ti cercherò - disse con voce ferma, quella che usava per le promesse solenni.
-    E io sarò lì ad aspettarti, so che mi troverai. Vi aspetterò tutti - sussurrai.

Riappoggiai la testa sul suo petto.
Il bagliore della pietra incastonata sull’anello di fidanzamento aprì un sorriso sul mio viso e poi i miei occhi si chiusero per l’ultima volta.


La sera del 23 novembre dell’anno 2941 della Terza Era, morii.

Il 24 novembre le mie spoglie furono portate in processione fin nel luogo dove avevo chiesto di essere sepolta. Credo che sorprese più di una persona, sapere che non avevo scelto di tornare sull’Ered Luin ma, bensì, di restare ad Erebor.
Alla fine ero davvero convinta di ciò che avevo detto pochi giorni prima: casa è dove ci sono le persone che ami e sui Monti Azzurri sarei stata lontana da tutti loro.

Al mio funerale parteciparono Uomini, Elfi, Nani e uno Hobbit; le quattro razze riunite ancora una volta.
Venni sepolta in quella nicchia a cielo aperto che avevo scoperto correndo disperata per Erebor, sotto l’albero di ciliegio che per dono di Re Thranduil, si adornò di una miriade di fiori profumati che rimasero tali in tutte le stagioni.

Sempre come da mia richiesta, l’Arkengemma venne sepolta con me, lontano dagli occhi dei più bramosi e dal povero cuore di Thorin, che come preannunciato abdicò in favore di Fili. Il mio amico salì al trono sotto la Montagna e lì vi rimase per molto tempo, riportando l’antico regno dei nani al suo splendore originario. Mantenne un ottimo rapporto con Bard e la sua discendenza, e restò in rapporti cheti e ragionevoli con Thranduil e gli altri Elfi. Dopo tutto, la strada per la riconciliazione era ancora lunga... non impossibile, ma lunga. Però questa è un’altra storia.
Kili rimase vicino a suo fratello e alla sua famiglia e, come avevo predetto, fu un ottimo zio e un abile consigliere. Anche se si sa, certe ferite non guariscono mai del tutto...
Passò molto del suo tempo vicino a me, seduto sotto al ciliegio perennemente in fiore, raccontandomi gli avvenimenti che costellavano la sua vita e accarezzando la semplice iscrizione che era riportata sulla roccia bianca.


“ Quivi giace Harerin, amata figlia di Thaviel e Thenyrin,
di Harael e di Thorin scudo di Quercia.
La Figlia della Montagna."



Spazio Autrice:

Ebbene sì, qui si conclude l'arco narrativo principale della "Figlia della Montagna". Immagino che qualcuno di voi se lo aspettasse più lungo, più struggente, più denso.. all'inizio me lo ero immaginato anche io così, ma poi ho iniziato a scrivere e quando ho finito, pur rileggendolo più volte, non ho trovato niente di più da aggiungervi.
Sono stati detti tutti gli adii possibili, si sono versate lacrime, si ha ricordato, si ha gioito nel dolore... ora si deve solo sperare.
Lascerò all'epilogo i miei ultimi pensieri e ovviamente tutti i ringraziamenti del caso; perdonatemi se lo spazio autrice sarà più lungo del capitolo (o quasi), ma visto l'amore che avete dimostrato alla mia storia, saranno tutte parole più che dovute.
Scrivere l'ultimissima parte mi ha distrutta, alla prima stesura ho pianto e forse anche alla seconda. Se ho coinvolto anche voi in questi sentimenti vorrà dire che come autrice non posso chiedere di più o di meglio, il mio compito è stato svolto come volevo che si svolgesse. Ed è tutto merito vostro.
Grazie ai lettori, ai recensori e a chi mi ha aggiunta tra i preferiti, seguiti e ricordati.
Ancora una volta:

Tak khaz meliku suz yenetu

Marta

  
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