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Autore: Chocolate_xxx    19/01/2009    13 recensioni
Leggendo e rileggendo le varie ff del fandom, ho notato con dispiacere che mancava un po' di sana, demenziale pazzia. Beh, eccola qui! Spero che vi piaccia.
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Precisazioni:Questa storia è AU ed in parte OOC. Dico in parte perchè ogni bislacco comportamento fuori dal carattere originale dei personaggi sarà motivato...O almeno parto con quest'idea XD
I capitoli saranno corti e altamente demenziali (oltre che con contenuti slash), dato che non mi va, per il momento, di cimentarmi in storie "serie".



Introduzione:
L'erba del buonumore





Uther Pendragon, re di Camelot, potente e temibile sovrano, colui che aveva bandito la magia dal regno, condannato a morte innumerevoli stregoni, portato la giustizia nelle sue terre, riunito i popoli, combattuto e ucciso tutti i draghi (o quasi, ma tutti possiamo commetere qualche errore...), oltre che una caterva di creature dell'oscurità, con la sua figura imponente, la sua corona splendente, la sua aura imponente... Saltellava gaio per il suo castello, canticchiando fra se e se.

-C'era una reginetta,
che bella reginetta,
dolce e sola soletta,
carina e davvero perfetta,
saltellava per il suo castello,
ch'era senza dubbio il più bello,
e trullallà, trullallà,
nessuna è più bella di sua maestà!-


Uther pendragon, re di Camelot, potente e temibile sovrano eccetera, si bloccò a metà di un saltello particolarmente ben riuscito. Sul suo volto si dipinse un'espressione innocente e sorpresa, mentre osservava una farfallina che svolazzava placidamente al di là di un grosso finestrone. Sospirò. Da quando il fido Gaius ("che bravo ragazzo!") gli aveva prescritto quel nuovo tipo di incenso appena scoperto, da inalare per curare la sua ernia del disco, era inspiegabilmente più felice, e nulla pareva turbarlo. Ormai non si separava più da quelle adorabili foglioline seghettate, che aveva soprannominato "erba del buonumore", ed anche in quel momento gli parve una buona idea prendere la nuova medicina.
Il grande re inspirò sonoramente i fumi dello spin...Ahm, dell'erba del buonumore, e mentre le sue pupille si dilatavano si perse in un'espressione ebete, osservando il regno dalla sopracitata finestra. La figlia del salumiere ballava con il pescivendolo, la lavandaia cedeva al corteggiamento del ferraiolo, e un numero imprecisato di donzelle cinguettava in direzione dei cavalieri che si allenavano, lanciandogli ardenti sguardi subitaneamente ricambiati.
Improvvisamente il re perse la sua aria serena ed inspiegabilmente allegra, e delle lacrimucce si andarono a formare sul suo volto angelico, ora maschera di uno straziante dolore infantile (?).
Suo figlio Arthur si allenava con la spada, senza ricambiare le occhiate dolci delle donzelle, senza distrarsi un attimo, solo soletto.
Il grande re si lasciò sfuggire un singhiozzo, asciugandosi le lacrime con il fido fazzolettino di raso che ultimamente si portava spesso dietro, a causa dei repentini sbalzi d'umore.
Doveva fare qualcosa.

---

-Mi volevate, padre?-
Arthur entrò nella sala con aria altera e spavalda, la chioma bionda che, nonostante fosse nuvolo, splendeva ai raggi del sole, lo sguardo azzurrocomeilcielodimezzoggiornocristallinoesenzanubicheriflettevailsuoanimofiero diritto davanti a sè, uno sguardo che diceva:
"eccomi, padre, sono al tuo fianco"
Il re sobbalzò, torcendosi nervosamente le mani e guardandosi attorno con scatti isterici. Appurato che era solo il figlio, lo osservò a sua volta, con un'occhiata che voleva dire:
"lo so, figlio mio, so che farai sempre tutto per compiacermi".
Artù sorrise, e gli lanciò un'ulteriore occhiata che diceva:
"non ne dubitate, padre. A proposito, lo sapevate che la figlia del salumiere si è messa col pescivendolo?"
L'occhiata di risposta del re era soddisfatta, e diceva:
"si, lo sospettavo, e a quanto pare anche quell'intrigante cortigiana ha trovato un'amante fuori dal castello..."
Dopo mezzora di significative occhiate, entrambi si portarono una mano alla testa gemendo per lo sforzo, e decisero che era forse il momento di finirla e passare alla voce.
-Figliolo, ho qualcosa di importante da chiederti- Parlò Uther, mentre l'aria si riempiva di uno strano odore di foglie bruciate e questi appariva decisamente più calmo.
-Ditemi, padre.- Il principe prestò la sua totale attenzione al re, nponostante fosse piuttosto stanco. Capitelo, dopo una giornata di allenamenti, le persecuzioni delle cortigiane, il riposino pommeridiano, il pasto, i sollazzi e gli sbadigli, era parecchio affaticato. Come si dice: tra magnà, dormì, e sta senza fà n'cazzo non c'aveva un minuto de tempo libero.
-Come sai, il re di Cernia ha un figlio- Cominciò Uther con aria pacifica.
-Sì, padre- Uno sbadiglio annoiato si fece strada sul volto di arthur.
-Ed avete la stessa età.-
-Sì, padre-Il tono di Arthur si faceva sempre più molle, e aveva cominciato a giocherellare con un filo della sua veste.
-Sai anche che sono in ottimi rapporti con il re Cetriol-
-Si, padre.- Cominciò a provare più interesse nei pelucchi del suo mantello che nel discorso.
-E che un'allenza tra i nostri regni potrebbe portarci giovamento, oltretutto nelle nostre terre i matrimoni tra uomini sono piuttosto abituali...-
-Sì, padre-
-Sono felice che tu capisca, fra una settimana andrai in sposo al principe Troyan-
-Si, padre-

Un silenzio scese nella sala, il re che osservava con aria giuliva una coccinella che si arrampicava sul suo nuovo trono rosa shokking, ultima moda, mentre Arthur impietriva.
Mezzora dopo, delle urla risuonavano per il castello, agghiacciando le cortigiane tragicamente in lutto.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOO, LASCIATEMIIIIIIIIIII, NON VOGLIO ANDARE IN SPOSO A NESSUNOOOO, NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!-


---


Continua...





Bene, lo sclero è iniziato XDD.
Spero che l'introduzione vi sia piaciuta, ma questo è solo il principio, nella prossima puntata: un drago che si da all'uncinetto mentre archietetta storie yaoi, un giovane mago alle prese con isterie collettive, un re sempre più fumato (in tutti i sensi), e un povero Lancillotto, che tornato dal suo viaggio, si rende conto di essere il solo abitante di Camelot e dintorni ad aver conservato la sua sanità mentale.

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