Number 01- A shark's revenge
«Ma
si può sapere cosa diamine vuoi?!»
Shark
si voltò verso il ragazzino dai capelli neri e rossi, che
continuava
a seguirlo già da diversi minuti. Aveva fatto di tutto per
ignorarlo; aveva persino cercato di depistarlo in un vano tentativo
di farlo desistere, ma il ragazzino era stato talmente insistente che
la poca pazienza di Shark era terminata ben prima che lui potesse
arrendersi.
«Voglio
sapere cosa hai intenzione di fare!» esclamò Yuma,
avanzando di
qualche passo verso l'amico. L'altro duellante gli lanciò
un'occhiata, impassibile, poi si voltò dall'altra parte e
riprese a
camminare.
«Ehi,
Shark! Rispondimi!»
«Non
ho niente da dire ad uno come te! Ed adesso sparisci. Ho alcune cose
da fare e non posso perdere altro tempo.»
Detto
questo, il ragazzo dai capelli violacei e gli occhi azzurri come il
mare riprese a camminare, incurante del ragazzino che continuava ad
inseguirlo, pretendendo delle non ben precisate risposte. In cuor
suo, sapeva che Yuma si stava solo preoccupando e che, se agiva in
quel modo, era solo perché lo reputava uno dei suoi migliori
amici
ed un alleato sul quale avrebbe sempre potuto contare e per il quale
era pronto a sacrificarsi. Ma per lui cosa rappresentava quello
strano ragazzino, sempre pronto a dare il massimo? Forse era un
amico, o forse qualcosa di più; Shark non sapeva dirlo con
precisione. L'unica cosa di cui era certo era che non gli era
indifferente e che non sarebbe mai riuscito a dimenticarlo. Mai.
Nemmeno in quel momento.
«Si
tratta di tua sorella, vero?» fece Yuma ad un certo punto.
Shark si
bloccò e si voltò di scatto verso l'altro, gli
occhi che ardevano
di rabbia e rancore. Lo afferrò per il bavero della
maglietta e
avvicinò minacciosamente il suo volto al suo.
«Non
ti azzardare a dirlo. Non dirlo mai più! Sono stato chiaro,
Yuma?!»
«Shark...
Cosa ti prende? Perché ti comporti in questo modo?»
«Tu
non puoi capire; nessuno può capire! Mia sorella ha sofferto
per
colpa sua, perciò io...»
Il ragazzo si interruppe, come se
avesse paura a continuare la frase. Se l'avesse fatto, non sarebbe
più riuscito a scrollarsi l'amico di dosso ed avrebbe
continuato a
seguirlo per tutta Heartland. Forse era stata una pessima idea dirgli
che avrebbe partecipato al World Duel Carnival. Se non lo avesse
fatto, Yuma non avrebbe insistito così tanto per sapere il
motivo di
questa sua decisione.
«Vuoi
vendicarti, vero Shark?»
«Non
sono cose che ti riguardano.»
«Siamo
amici!» protestò il possessore della Chiave del Re.
«Ti
sbagli! Io non sono tuo amico e non lo diventerò mai! Adesso
vattene
e lasciami in pace.»
Yuma
lo guardò per qualche secondo, senza sapere come ribattere.
Dopo
l'ultima affermazione di quello che, almeno per lui, era un amico
aveva perso la sua solita testardaggine. Si sentiva ferito e
sconfitto e non voleva credere a quello che gli aveva detto il
duellante dagli occhi azzurri.
«Sei
tu che ti sbagli... Noi abbiamo duellato tante volte e, tramite quei
duelli, abbiamo creato un legame forte e indissolubile. Anche se tu
ti rifiuti di vederlo, io so che esiste e che non si
spezzerà mai!»
Shark
si voltò verso il ragazzino, leggermente sorpreso. La sua
tenacia e
la sua voglia di non mollare mai era una cosa veramente incredibile,
quasi folle. Per lui, che aveva rinunciato a tutto in seguito a
quella squalifica e a quell'incidente, era una cosa inconcepibile. O
forse lo sarebbe stata fino a qualche mese fa, prima del suo incontro
con quel ragazzino di 12 anni fuori di testa.
«Yuma,
tu non puoi capire...» mormorò. Poi fece:
«IV,
il tipo che ha fatto del male a mia sorella, è tornato in
città.
L'ho incontrato ieri e mi ha detto che parteciperà al World
Duel
Carnival. Ha detto anche che quella sarà l'occasione
perfetta per
regolare i conti, perciò ho deciso di partecipare. So bene
che tu
non accetteresti mai che qualcuno duelli per vendetta, per questo non
mi aspetto che tu possa capire. Io, però, devo vendicare mia
sorella
e fargliela pagare! A qualsiasi costo!»
«Shark...»
«Però,
sai, sono convinto che se la mia vita non avesse preso una strada
così buia, potrei anche condividere il tuo
"Kattobingu".»
Yuma
lo fissò per una frazione di secondo, poi sorrise, con il
suo solito
sorriso ottimista e pieno di vita. In qualche modo era riuscito a
capire cosa volesse dire l'amico e, sebbene non lo condividesse, era
certo che sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
«Allora
cerca di arrivare fino alla finale, così potremo sfidarci e
duellare, d'accordo?» esclamò, poi, allungando la
mano chiusa a
pugno verso l'altro duellante. Shark lo guardò per qualche
secondo e
si lasciò sfuggire una risatina. La fiducia che l'altro
riponeva
nelle proprie abilità era un'altra cosa che lo aveva sempre
sorpreso. Lui non sarebbe mai stato così forte e
così ottimista,
per questo, in un remoto angolo del suo cuore, lo ammirava
tantissimo.
«Fai
come credi! A me non interessa arrivare in finale; mi basta solo
farla pagare a IV...»
Detto
questo, fece un cenno di saluto con la mano e si allontanò,
pieno di
dubbi ed incertezze.