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Autore: Sakura Hikari    11/07/2015    2 recensioni
Sherlock perde una scommessa con Irene. Per penitenza deve andare dal fratello e riuscire a fargli pronunciare la frase: « Vorrei che la Gran Bretagna fosse una Repubblica. » e registrarla.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Irene Adler, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quarantadue minuti
 



Prompt di Alessandra: Sherlock perde una scommessa con Irene. Per penitenza deve andare dal fratello e riuscire a fargli pronunciare la frase: « Vorrei che la Gran Bretagna fosse una Repubblica. » e registrarla.
Parole: 356
 



Sherlock fece appello a tutte le sue capacità mentali per farsi venire una brillante idea per convincere suo fratello a pronunciare quella dannata frase. Sapeva fin dall’inizio che era una causa persa: Mycroft, nel suo stoico tradizionalismo, non avrebbe mai detto una cosa come “Vorrei che la Gran Bretagna fosse una Repubblica.” Era già passata più di mezz’ora e suo fratello stava cominciando a mostrare segni di insofferenza al continuo sproloquiare di Sherlock. Tanto valeva abbandonare il proprio mestiere di consulente investigativo e aprire una salumeria.
L’immagine di un’Irene che sorrideva beffarda fece capolino nella sua mente. “Non ci sei riuscito?”, chiedeva lei, in finto tono sorpreso. “È un vero peccato. Non dicevi sempre di essere infallibile, detective?”
Sherlock strinse i pugni. Maledetta Adler e maledetto il momento in cui si era lasciato convincere ad accettare quella scommessa. Che lei avesse barato era certo, e Sherlock incolpava i suoi occhi vividi, le sue parole suadenti e le sue mani – mani delicate e perfette - con i quali l’aveva convinto ad imbarcarsi in quell’impresa.
Ma cosa inventare, santo cielo, cosa?
“Ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni per il Primo Ministro.”, disse improvvisamente tutto d’un fiato. Mycroft gli lanciò un’occhiata torva da sopra il giornale e poi scoppiò a ridere di gusto. “Cosa? Parli sul serio?”
“Certamente.”, rispose Sherlock, mantenendo la sua solita espressione imperturbabile.
Mycroft scrutò il suo volto a lungo, e decise che stava dicendo la verità. “Sherlock, tu non ti sei mai interessato di politica.”, gli ricordò.
“Per una mancanza d’interesse, è vero, e ne sono pentito. Ma ho scoperto che è un campo da cui si può imparare parecchie cose: le lotte interne tra i partiti, ad esempio, rispecchiano…”, cominciò.
Mycroft sbuffò e tornò a leggere il giornale. “Piuttosto che vederti diventare Primo Ministro, vorrei che la Gran Bretagna fosse una Repubblica.”
Sherlock scattò. “Lo pensi veramente?”
“Spiacente di ferire i tuoi sentimenti, fratello, ma sì.”
“Sia ringraziato il Cielo.”, sospirò Sherlock, estraendo il registratore dalla tasca del cappotto. “Mi ci sono voluti esattamente 42 minuti e 38 secondi, ma alla fine sono riuscito a fargli pronunciare quella dannata frase. Hai sentito, Adler?”




 
  
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