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Autore: Ed3    12/07/2015    0 recensioni
Sentì la tensione arrivare alle stelle, come succedeva sempre prima di un lavoro. Fece mente locale, sistemò ancora una volta il cappuccio del mantello, assicurandosi che non fosse possibile vederlo in faccia, e passò la mano sulla cintura, controllando che le armi fossero tutte al loro posto. Infine prese un respiro profondo e si avviò nella radura.
Cinque minuti di cammino e scorse la sua vittima. Era lì, passeggiava ignara di ciò che le stava per accadere. Un uomo sulla trentina, fisico asciutto e capelli estremamente corti, gli dava le spalle. Fu mossa da un moto di compassione, insomma, nonostante fosse un’assassina a tutti gli effetti, togliere la vita a qualcuno gli risultava comunque difficile. Ma poi pensò ai cinquecento dollari che avrebbe guadagnato una volta portato a termine il compito e allora avanzò, con il pugnale in mano. Il suo addestramento le aveva insegnato moltissime cose, ma più di tutto, le aveva insegnato come alleggerire il passo, in modo da non essere udita.
Spinse il pugnale e perforò la schiena dell’uomo, che si lasciò scappare un gemito soffuso per poi accasciarsi a terra. Inguainò il pugnale e voltò le spalle.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Assassins. 

 

Capitolo 1.


Sentì la tensione arrivare alle stelle, come succedeva sempre prima di un lavoro. Fece mente locale, sistemò ancora una volta il cappuccio del mantello, assicurandosi che non fosse possibile vederlo in faccia, e passò la mano sulla cintura, controllando che le armi fossero tutte al loro posto. Infine prese un respiro profondo e si avviò nella radura.
Cinque minuti di cammino e scorse la sua vittima. Era lì, passeggiava ignara di ciò che le stava per accadere. Un uomo sulla trentina, fisico asciutto e capelli estremamente corti, gli dava le spalle. Fu mossa da un moto di compassione, insomma, nonostante fosse un’assassina a tutti gli effetti, togliere la vita a qualcuno gli risultava comunque difficile. Ma poi pensò ai cinquecento dollari che avrebbe guadagnato una volta portato a termine il compito e allora avanzò, con il pugnale in mano. Il suo addestramento le aveva insegnato moltissime cose, ma più di tutto, le aveva insegnato come alleggerire il passo, in modo da non essere udita.
Spinse il pugnale e perforò la schiena dell’uomo, che si lasciò scappare un gemito soffuso per poi accasciarsi a terra. Inguainò il pugnale e voltò le spalle, diretta di nuovo alla piazza del mercato, dove la donna che le aveva commissionato l’omicidio l’aspettava.
 
Tornò nella sua squallida dimora a notte inoltrata, con cinquecento dollari nella sacca appesa alla cintura, che slacciò e poggiò sul tavolo. Sicura d’esser sola, si tolse il mantello nero. Si slegò i capelli lasciando al vento una lunga chioma ondulata color castano chiaro e si accomodò al tavolo, cominciando a pulire il pugnale, ancora incrostato del sangue di quell’uomo. La moglie l’aveva fatto uccidere perché sospettava che l’uomo la tradisse. Sorrise divertita, consapevole che non erano quelli i motivi per uccidere. Ma, d’altronde, lei uccideva per vivere, e i motivi che spingevano le persone ad assumerla non la riguardavano, l’importante era che veniva pagata.
Sentì bussare alla porta, tre tocchi, poi una pausa e poi altri due: il segnale. Scostò la sedia e avanzò verso la porta, che aprì, senza neanche controllare chi fosse.
“Emily!” esclamò il ragazzo, abbracciandola.
“Ash” mormorò lei, stringendo la vita asciutta del ragazzo.
“Com’è andata la giornata?” domandò. Già, la giornata. Ashton Irwin era un assassino, ed era l’unica persona al mondo a sapere che Emily era un’assassina. Tecnicamente, Emily non avrebbe dovuto nemmeno parlare con Ashton, in quanto egli faceva parte della Setta della
Morte, acerrima nemica della Gilda degli Eletti, per la quale Emily lavorava. Però lei ed Ashton si conoscevano da quando erano bambini, e avevano deciso di comune accordo di tener segreta la loro amicizia e di lasciar fuori da essa i rispettivi impieghi. Ashton passava da lei quasi tutti i giorni, per salutarla, diceva lui, benché Emily avesse ormai capito che le visite giornaliere dell’amico servissero per lo più ad accertarsi che non avesse lasciato le penne in uno dei suoi numerosi incarichi. Ma ad Emily stava bene così, perché, d’altronde, tutti abbiamo bisogno di qualcuno che si preoccupa per noi.
“Tutto regolare, Ash” rispose semplicemente lei. Vide Ashton sorridere e cercare qualcosa nelle tasche dei suoi pantaloni, finché non trovò una sacchetta color ocra e gliela porse. Emily in tutta risposta la prese e gli sorrise. Ogni tanto, quando ad Asthon capitava di lavorare nei boschi di villaggi diversi dal loro, raccoglieva sempre qualche erba da portare alla sua amica, specializzata in botanica, per una delle sue pozioni.
“Foglie di Xenas, grazie!” sorrise la ragazza, abbracciandolo leggermente. Si alzò dal tavolo, per andare a riporre il nuovo sacchettino della credenza delle erbe, e, allungando il braccio, vide che era sporco di sangue. Non sangue suo, ma di una delle sue vittime. Cercando di domare il senso di sconcerto, si precipitò in bagno, e con una spugna lavò via la macchia scarlatta e, già che c’era, si diede una sciacquata al viso, per far sparire quell’espressione di disgusto. Quando tirò su lo sguardo, rivolse al suo riflesso sullo specchio uno sguardo di rimprovero. Com’era possibile che, in anni di lavoro, ancora si sconcertasse alla vista del sangue?
 
La sua corsa dalla cucina al bagno non era sfuggita ad Ashton, che era convintissimo sul fatto che il mestiere dell’assassino non fosse adatto ad Emily. Si era allenata duramente per anni, ed era un’assassina anche migliore di lui, ma rabbrividiva alla vista del sangue. Aveva provato più volte a chiederle se avesse mai pensato di cambiare mestiere, ma Emily aveva sempre sviato il discorso o risposto che amava il suo lavoro.
“Tutto okay?” domandò Ashton, cautamente. Emily annuì, sforzando un sorriso e appuntandosi i capelli. Ashton sospirò di rimando, facendole intendere di aver intuito la menzogna. Infondo, tutti gli assassini dovevano essere per prima cosa dei buoni investigatori, perciò Ashton aveva fiutato la bugia, ed Emily, dal suo lato, sapeva di non poter mentire all’amico.


Buongiorno :D

Inizio con il ringraziarvi di essere arrivate a leggere fin qui. Sebbene io abbia già un altro account con altre storie in corso e complete, ho deciso di crearne uno nuovo quando ho finito di scrivere questo capitolo, non so neanche io perché ahahahahah. 
Al di là di questo, questa storia è ispirata a "Le Guerre del Mondo Emerso", di Licia Troisi. Ho finito di leggere questo libro pochi giorni fa, e mi ha ispirato questa nuova idea, che spero vi piaccia. Prenderò comunque meno cose possibili dal libro, ad esempio il mestiere di Emily. Beh, questo è solo il primo capitolo, e non c'è molto da dire, ci terrei a sapere se vi piace la trama iniziale, per sapere anche se vale la pena continuare. 
Grazie ancora, 
Ed3<3

 
   
 
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