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Autore: Maico    12/07/2015    3 recensioni
Pernico basata sul ritornello della canzone di Avicii da cui ho preso il titolo della storia.
/dal testo/
Cap. 1: "È lunedì Percy. Te lo ricordi? Lo stesso giorno del nostro primo bacio.
O magari sono io quello che si attacca troppo ai ricordi?
Come hai potuto dimenticare?"
Cap 2: "Non hai visto le mie corna? E dire che adesso sono così affilate che potrei facilmente ucciderti in un solo colpo, ma dove sarebbe tutto il divertimento alla fine?
non sono un angelo Percy.
Ma un demone"
Cap. 3: "Pessima mossa quella di farti vedere nel mio regno Percy.
Ormai ti avrei mostrato gli Inferi"
Cap. 4: "Un ruggito incontrollato.
Il legno che si frantumava.
Il tagliacarte infilzato nella parete.
Il fuoco che bruciava la retina.
Non lacrime.
Non dolore.
Odio"
Cap. 5: "Andate via!
Tutti!
Voglio stare da solo.
Io e me stesso.
Vi prego.."
Cap. 6: "Sarà uno scontro fra Titani.
Il Ghost King.
Il Demone.
L'Arcangelo"
Cap. 7: "Sono scappati tutti.
Non c'è più nessuno.
Nessuno.
Neanche tu Percy"
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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WAITING FOR LOVE

•Moday left me broken

Percy perché te ne vai? Perché mi abbandoni anche tu? Me l'avevi promesso Percy, mi avevi giurato che mi saresti rimasto accanto, amandomi come io amo te. 
Forse ho sopravvaluto la tua persona. 
Sono qua ad aspettarti Percy, con il cuore distrutto, stretto in una morsa gelida. 
È lunedì Percy. Te lo ricordi? Lo stesso giorno del nostro primo bacio. O magari sono io quello che si attacca troppo ai ricordi?
Come hai potuto dimenticare?
Eri venuto a casa mia appena dopo aver saputo che dei bulli mi avevano picchiato. 
Ti avevo aperto senza sapere che eri tu, magari se avessi guardato dallo spioncino avrei finto di dormire, non facendoti entrare. 
Avevo sentito le tua braccia circondarmi i fianchi, stringere gentilmente, il tuo mento sulla mia testa, una mano immersa nei miei capelli. 
E il mio cuore traditore stava battendo, galoppava nel mio petto come un cavallo selvaggio, pronto ad essere liberato. Sentivo il tuo calore Percy, riscaldavi il mio corpo freddo, facendolo bruciare. 
Mi avevi spinto dolcemente, entrando in casa e chiudendo la porta con un piede. 
Mi avevi disteso sul divano scomparendo poi in cucina, muovendoti in quella casa come se fosse stata tua, ormai conoscendola come le tue tasche dopo tutti quegli anni in cui stavamo insieme a giocare ai videogiochi. 
Certe volte ti fermavi pure a dormire e io passavo quelle notti insonne, troppo euforico all'idea che tu fossi a scaldare il posto accanto al mio sul mio letto matrimoniale. Ti guardavo quando dormivi, i capelli scompigliati sul cuscino e le labbra semi dischiuse. Volevo dirti che sbavavi ma poi avrei dovuto rispondere alla tua domanda a cui sapevo che non avrei potuto mentire. 
Mi limitavo quindi ad avvicinarmi, accoccolandomi al tuo fianco, vicino al tuo calore che era capace di scacciare i miei peggiori incubi. 
Adesso eri là, davanti a me con una busta di ghiaccio in mano, del disinfettante e delle bende a circondarti il collo e la testa. 
Sapevo che probabilmente eri caduto imbrigliandoti da solo, senza riuscire a liberarti. 
Eri bellissimo. 
Come ogni volta d'altronde. 
Ti eri seduto al mio fianco, con il tuo sorriso smagliante ma con l'ombra della preoccupazione ad appannati gli occhi. Ti eri chinato, appoggiando le mani sul mio viso, passando le dita in un tocco più leggero di una piuma sugli ematomi e graffi che avevo, il tuo pollice era passato sul mio labbro inferiore gonfio, seguendo i contorni di quella ferita che me lo divideva a metà; la tua presa però era altrettanto ferma quando provai a staccarmi. Mi tenni fermo mentre appoggiavi la fronte sulla mia, la mia pelle che sembrava fuoco sulla tua fresca come l'acqua. 
Mi avevi tolto la maglia appena il tuo sguardo si era posato su quelle macchie di sangue rappreso. 
Eri vicino. 
Troppo vicino. 
Ti afferrai i capelli prima ancora che tu te ne accorgessi. Ti tirai verso di me, facendo scontrare le nostre labbra. 
Quando i tuoi dei gemiti di dolore arrivarono alle mie orecchie  ne approfittai, facendoti socchiudere quelle labbra che avevo solo sognato la notte. 
Approfondii quel nostro bacio, tenendoti fermo, evitando che scappassi. Il tuo profumo mi inebetiva dandomi l'impressione di avere l'acqua salata in gola, affogandomi e riempiendomi le narici, facendomi esplodere i polmoni, facendomi sprofondare in quelle acque sempre più scure. 
Sapevo che quando ci saremo staccati tu te ne saresti andato, guardandomi schifato mi avresti evitato, considerandomi un mostro. Invece tu sei rimasto e, osservandomi  con gli occhi lucidi, ti sei steso sopra il mio corpo, continuando quella tortura. 
Perché stai per salire su questo treno Percy?
Perché ho accettato di venire qui, farmi trucidare il cuore dalle tue mani?
Sei stato dannatamente furbo Percy. Chiedermi di venire mentre entrambi eravamo concentrati l'uno sul corpo dell'altro. Mi avevi pregato, mentre svettavi su di me, sigillando poi la promessa con un bacio. Non ero riuscito a dirti di no mentre guardavo i tuoi smeraldi, liquidi sia per il piacere che per il dolore di quello che il giorno dopo sarebbe accaduto. 
Adesso eccoti lì, a salutare mia sorella, Frank, Leo e Calipso. Il tuo sguardo esitò su di me. 
Con una scusa mi feci capire di seguirti ai bagni della stazione. 
Emisi un gemito roco quando mi avevi preso i capelli e mi feci sbattere la mia schiena contro il muro. Rabbrividii sentendo il freddo delle piastrelle e il tuo corpo bruciante. 
Ti appropriasti della mia bocca, facendomi alzare le gambe a cingere la tua vita. Mentre mi baciavi il mento, mi lasciavi i tuoi segni rossi sul collo e scendendo fino alla clavicola mi avevi spiegato che tuo padre ti avesse obbligato. 
Che per gestire la sua impresa in futuro lui voleva che andassi alla miglior università del paese. 
Una fottutissima scuola lontana chilometri e chilometri da me, dal nostro noi. 
Mi promisi che saresti tornato. 
Non ebbi la forza di vederti salire su quel treno, dandoti il mio addio in quel bagno sporco. 
Percy tu mi hai demolito. 
Dandomi il tutto e lasciandomi il niente. 
Era lunedì Percy. 
Il nostro giorno. 
Il lunedì mi hai lasciato distrutto. 


Angolo Autrice:
Sii!! Cioè no!!
Il lato positivo è che sto scrivendo una Pernico!! (Ovviamente qui i due sono entrambi maggiorenni)
Mi mancava solo questa ma non avevo idee (un ringraziamento ad Avicii e la sua canzone su cui si basa questa mia mini long)
I capitolo saranno sette (otto se mai farò un epilogo) ma visto che ho altre due storie -e che è stata scritta di getto questa- credo che aggiornerò ogni tre/quattro giorni. 
La storia si basa sul ritornello della canzone è ogni giorno sarà una storia. 
Avviso fin da subito che non sarà felice. Per niente. 
Vi consiglio di sentire la canzone e leggere la traduzione italiana. È veramente bella -almeno per me-
Quindi per ultima cosa vorrei sapere: che ne pensate?? Non credo di esser brava con le Pernico dato che mi ci è voluta una settimana per avere l'ispirazione. 
Alla prossima 
   
 
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