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Autore: Vicarious10    12/07/2015    4 recensioni
"Scruto con lo sguardo tutto ciò che mi trovo intorno ma non riesco a trovarlo. Come avevo predetto, però, compare all’improvviso sulla cima di un vecchio palo della luce. Così come io sono coperto da una tuta nera militare, lui è avvolto in un mantello dello stesso colore della sua pelliccia. Non riesco a vederli, ma riesco a sentire i suoi occhi su di me come se fossi sotto il tiro di un cecchino di tutto rispetto.
Mi guarda con disprezzo dall’alto, stando accovacciato come un avvoltoio in attesa della sua preda.
È il guerriero più forte, il sopravvissuto più puro.
Risplende del suo odio.
E vuole farmi suo."
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono giorni diversi dagli altri.
In parole povere, ci sono le giornate giuste e le giornate storte. Nella prima categoria, vedi che tutto intorno a te và nel verso giusto. La gente ti sorride, il cielo è sereno e non c’è niente che ti lasci pensare alle innumerevoli cose negative che potrebbero capitarti. Nella seconda categoria, invece, vige la regola più vecchia del mondo.
Se tutto sembra andare male, andrà sicuramente peggio.
In un’enorme città abbandonata dove nemmeno il vento osa mostrare la sua presenza penso a quanto sia buffa l’ironia della sorte, poiché questa non è una giornata storta qualunque.
Forse sarà l’ultima della mia vita.
Mi chiamo Silver the Hedgehog e, se non gioco bene le mie carte, sarà morto prima che il sole sorga. Sembra così lontano il momento in cui la luce tornerà ad illuminare questa città, ma non ho paura del buio della notte. L’ho sempre trovato confortante così come tante altre cose che non possono essere toccate come se fossero oggetti. Vi ripeto quindi che non è il buio intorno a me che mi spaventa.
È ciò che si nasconde dentro esso che continua a perseguitarmi.
Lo ricordo ancora quando mi parlò per l’ultima volta, quando mi giurò che me l’avrebbe fatta pagare per ciò che avevo fatto. O meglio, per ciò che non avevo fatto.
Ho una capacità che mi rende importante agli occhi di tutti, che siano amici o nemici, una caratteristica che ha sempre portato sulle mie spalle delle grosse responsabilità.
Sembra assurdo da dire, ma io posso viaggiare nel tempo.
Posso prendere parte a tutti gli eventi del passato e del futuro, impedire il compiersi delle catastrofi sovrannaturali che modificherebbero la linea temporale “prestabilita”, passeggiare in luoghi non ancora mutati dal tempo e confrontarmi con razze secoli prima della loro estinzione.
Alcuni mi definiscono un Dio e, forse, non avrebbero tutti i torti.
Ecco un’altra cosa che mi spaventa a morte.
Il peso di conseguenze sbagliate dettate dall’etica del mio lavoro, senza prendere in considerazione la morale che mi spingerebbe a cambiare il destino di alcuni eventi ormai passati alla storia. Devo solo obbedire agli ordini senza “se” e senza “ma”, in modo tale che tutto continui a scorrere come dovrebbe.
È stata questa la causa di tutto, la ragione per cui ho cominciato a scavarmi la fossa senza neanche rendermene conto.
Mi giro di scatto verso il vicolo più buio. Credevo di averlo visto, ma forse era solo un brutto scherzo della mia mente. Se così fosse, sarebbe la giusta punizione per essermi avventurato in questo scontro da solo. Questo sarà il combattimento più difficile di tutta la mia vita e non solo, perché il mio avversario non è soltanto il mobiano che più di tutti mi fa gelare il sangue nelle vene.
È uno dei miei migliori amici.
Sento di nuovo un rumore, questa volta come un veloce fruscio alle mie spalle, ma sta volta so che non è lui. Per quanto ce l’abbia a morte con me non oserebbe mai attaccarmi alle spalle come un qualsiasi codardo. No, lui si mostrerà a me da un momento all’altro, è solo una questione di minuti. Si mostrerà fiero e forte, a testa alta e con gli occhi animati dal sentimento della vendetta.
Se avessi accettato di cambiare radicalmente il corso della sua vita, forse non saremmo arrivati a questo confronto finale. In fin dei conti, lui voleva semplicemente quello che cercano tutti.
Una vita senza sensi di colpa.
Continuo a camminare a passo lento e a pugni stretti mentre ripenso ai suoi occhi scarlatti quando gli dissi che non potevo farlo. Ciò che mi chiedeva andava contro le mie possibilità, poiché cambiare l’evento che lo trasformò in ciò che era oggi significava alterare totalmente il corso degli eventi. Se avessi fatto ciò che mi aveva chiesto, il presente sarebbe stato totalmente diverso da quello che stiamo vivendo ora. Quando rifiutai, il suo pugno arrivò così forte contro la mia mascella da stendermi al tappeto senza metterci troppo sforzo. Si sarebbe vendicato per la mia decisione, ma solo io avrei pagato il prezzo.
Per questo ora sono qui, in una città fantasma dove non vi è anima viva. Solo io e lui, protagonisti e antagonisti allo stesso tempo, personaggi di una storia troppo drammatica per poter avere un lieto fine. Credevo che non saremmo arrivati a questo, ma lui voleva a vere la sua vendetta su di me a tutti i costi. Perché?
Perché io sono il Dio che può alterare il tempo.
Perché, secondo lui, la colpa è solo la mia.
Perché mi sono rifiutato di salvarla.
Perché ho lasciato che Maria Robotonik venisse crivellata dai proiettili sotto i suoi occhi scarlatti.
Shadow the Hedgehog ora mio odia quasi quanto odia se stesso. Non c’è niente che possa placare la sua furia, per questo ha fatto in modo da rendere sicuro il mio arrivo.
D’altronde, in che mondo si può attirare la mia attenzione se non quella di minacciare la vita della mia migliore amica?
Blaze the Cat, la compagna di tutte le mie avventure.
L’ha rapita come farebbe un qualunque pazzoide degno del carcere a vita, ma Shadow non ragiona come loro. Non le torcerebbe mai un capello, ma io sono troppo responsabile da poter lasciare Blaze nelle sue grinfie.
Svolto l’angolo senza avere la minima idea di dove stia andando. Mi sembra di girare da ore tra quei ruderi polverosi che si tengono in piedi per miracolo quando finalmente raggiungo la piazza centrale.
Scruto con lo sguardo tutto ciò che mi trovo intorno ma non riesco a trovarlo. Come avevo predetto, però, compare all’improvviso sulla cima di un vecchio palo della luce. Così come io sono coperto da una tuta nera militare, lui è avvolto in un mantello dello stesso colore della sua pelliccia. Non riesco a vederli, ma riesco a sentire i suoi occhi su di me come se fossi sotto il tiro di un cecchino di tutto rispetto.
Mi guarda con disprezzo dall’alto, stando accovacciato come un avvoltoio in attesa della sua preda.
È il guerriero più forte, il sopravvissuto più puro.
Risplende del suo odio.
E vuole farmi suo.
-Sei solo?-
Appena apre bocca il vento comincia ad ululare intorno a noi.
-Non c’è bisogno di chiederlo-
Cerco di non perdere la calma e di rimanere con la mente lucida. Non ho mai affrontato un avversario così in tutta la mia vita. Non ha solo la supervelocità e una forza brutta dalla sua parte, vi è persino il Chaos Control a renderlo l’incubo di ogni avversario.
-Dov’è lei, Shadow?-
-È al sicuro. Sta bene- risponde seccamente.
-Voglio vederla-
Nonostante la rigidità con cui ho impartito quella richiesta, Shadow non si scompone di un millimetro.
Proprio come avevo immaginato.
-Non puoi voler davvero questa battaglia, Shadz. Siamo amici, non butteresti mai all’aria un rapporto del genere solo per la tua sete di vendetta. Libera Blaze e risolviamo la cosa a parole. Non è troppo tardi-
Pronuncio quel discorso nello stesso modo in cui me lo ero ripetuto migliaia di volte del corso delle ultime ore, ma lui non mi degna di nessuna reazione. Sta lì fermo sul quel dannato palo a farmi gelare il sangue come solo lui sa fare.
-Tardi.. è ironico che sia proprio tu a usare una parola come questa. Tu non sai cosa è davvero il tempo, Silver. Non hai la stessa concezione del tempo così come ce l’ho io o tutto il resto del pianeta. Tu puoi vivere quante volte vuoi momenti che io non vivrò mai più o a cui io non ho mai assistito. Siamo amici, questo è vero, ed è proprio per questo che non ti ho mai chiesto nessun favore. Non ti ho mai chiesto di riportarmi indietro nel tempo per avere successo nelle volte in cui ho fallito. C’è solo un momento nella mia vita che avrei voluto cambiare, ma tu ti ostini a dirmi che non si può e continui a definirti come un mio amico-
Lo sento ringhiare chiaramente quando pronuncia le ultime parole.
Sta cominciando ad arrabbiarsi.
-Ho delle responsabilità, Shadow. Anche io vorrei cambiare tante cose del passato, ma non posso. Non sarebbe giusto e, cosa più importante, avrebbe delle conseguenze imprevedibili che ci porterebbero ad un mondo peggiore oltre ogni immaginazione. Sono un tuo amico, non te lo direi se non lo pensassi davvero e questo lo sai bene. Voglio aiutarti a superare il tuo dolore, Shadow, e lo voglio più di qualsiasi altra cosa al momento. Non so che persona fosse lei, ma sono sicuro che non avrebbe mai voluto che tu continuassi a vivere con la rabbia, la frustrazione, il rimorso e il rimpianto nel cuore. Voleva che tu diventassi qualcuno di migliore, per questo si è sacrificata per salvarti. Pensi davvero che volesse vederti ridotto così?-
Alza un attimo lo sguardo verso il cielo, come se qualcos’altro stesse richiamando la sua attenzione.
-Lei è morta, Silver. Era solo una bambina che ha perso la vita per qualcosa con cui non aveva niente a che  fare. Volevo che lei continuasse a vivere e che crescesse. Volevo che scoprisse tutte le gioie che la vita le avrebbe offerto, come l’amore, l’amicizia, la gioia. Invece ora è sepolta in una bara a sei piedi sotto terra, ridotta ad un cumulo di ossa polverose. Come puoi chiedermi di superare una cosa del genere?-
-Te lo chiedo per l’ultima volta, Shadow. Dov’è Blaze?-
Sento il mio cuore accelerare il battito quando ripenso a Blaze. Anche sta volta Shadow sembra ignorare quella domanda.
Vedo la sua figura avvolta nel suo mantello mentre comincia a mettersi in piedi su quel palo malridotto.
-Hai toppato, Silver. Se esiste un Dio, spero che possa perdonarmi, perché ora voglio questa battaglia più di qualunque altra cosa. La voglio perché sei l’unico che io possa colpire..-
Le sue mani si illuminano di un’intensa luce verde scuro. Mentre accade, capisco che questo è l’inizio della fine.
-..così!-
Mi scaglia addosso due Chaos Spear a velocità supersonica. Uso la mia telecinesi per spostarmi indietro ed evitare di essere bruciato vivo. Lo perdo di vista per un breve ma fatale attimo e lui mi è già addosso. Combatte con una furia che non ha pari. I suoi pugni sono dei treni che evito per il rotto della cuffia. Ha la situazione in pugno, ma io so come fargli abbassare la testa. Sento le mie mani illuminarsi di una luce bianca mentre, con la sola forza del pensiero, faccio sprofondare il terreno sotto i nostri piedi abbastanza da fargli perdere l’equilibrio.
-Io non sono come Sonic, Shadow! Non avrò la vostra supervelocità, ma sono in grado di fare a pezzi tutto ciò che ci circonda senza muovere nemmeno un dito!-
Senza lasciargli un attimo di tregua, gli scaglio addosso una moltitudine di massi per metterlo al tappeto. Non voglio ucciderlo, è una cosa di cui non mi perdonerei mai, ma se non reagisco sarà lui ad avere la meglio su di me. Continuo a lanciargli contro tutto ciò che posso, ma lui evita ogni singolo colpo grazie ai suoi riflessi e alla sua agilità sovrannaturale. Si muove come un’atleta olimpionico, se non meglio, e dopo un po’ di tempo passato a fare il bersaglio ritorna a lanciarmi contro le sue saette di pura energia. Fluttuo in aria e le evito senza troppi problemi.
L’importante è non dargli abbastanza stabilità da farlo tornare alla carica.
-Pensi di essere in vantaggio, Silver?-
Fuori di sé dalla rabbia, Shadow comincia a correre verso un palazzo alle sue spalle. Mi lancio immediatamente al suo inseguimento, ma mi accorgo troppo tardi di star facendo il suo gioco. Travolgente come uno tsunami, il suo Spin Dash mi stende a terra con forza inaudita.
Cerco di rialzarmi più in fretta che posso, ma lui è già di fronte a me ed è pronto a combattere.
-Dimentichi una cosa, Shadow..-
Parte con un calcio dritto verso la mia faccia, ma riesco a schivarlo proprio come mi aveva insegnato tanto tempo prima.
-..sei stato tu ad allenarmi!-
Sento la sua guancia sotto la forza del mio pugno sinistro e riesco a fargli abbassare la guardia. La gomitata che gli infliggo va sorprendentemente a segno sul suo stomaco. Riprovo il giochetto con un gancio destro, ma il suo ginocchio è più veloce e letale, colpendomi la testa e rispedendomi di nuovo a terra.
Il dolore è così accecante da mandarmi in confusione, ma non mi do ancora per vinto. Faccio leva sulle braccia per farlo cadere a terra con un calcio. Proprio come un’atleta professionista, schiva il colpo con un capovolta all’indietro.
Proprio quello di cui avevo bisogno.
Shadow sarà pure più veloce di me fisicamente, ma la mia mente è comunque più potente della sua. A causa della sua velocità, non sarei mai riuscito a prendere il controllo del suo corpo con i miei poteri. Ora però è esattamente dove volevo che fosse e non perdo tempo a concentrare la mia mente su di lui.
Immobilizzato, emette un ruggito di rabbia quando capisce di essere stato raggirato. Lo guardo mentre cerca inutilmente di muovere un muscolo per liberarsi. In una qualsiasi altra situazione avrei gioito della mia vittoria, ma non trovo niente per cui rallegrarmi in ciò che sta accadendo. A malincuore, sferro un pugno sul suo viso con tutta la forza che ho. A causa della sua smorfia di dolore, capisco che mi ha istruito bene nel combattimento corpo a corpo.
-Dov’è Blaze!?- urlo più forte che mai mentre gli do un calcio nello stomaco.
Sputa un po’ di sangue, ma continua ancora a guardarmi con rabbia senza proferire parola.
-I pugni non sono l’unica cosa che fanno male, Shadow-
Questa volta sono io che ringhio verso di lui e, prima che lui possa rendersene conto, lo lancio a gran velocità verso un pezzo di parete rimasto ancora in piedi dopo l’inizio della nostra lotta. Lo vedo stramazzare a terra mentre le macerie lo ricoprono e la polvere gli annebbia la vista. Questa volta lui è più veloce e utilizza di nuovo una Chaos Spear, ma non cerco di evitarla. Mi basta concentrarmi e, come per magia, la saetta si infrange contro il mio scudo psichico. L’impatto genera qualche scintilla e, prima che possa rendermene conto, mi sento afferrato saldamente per un braccio.
-Ora tocca a me- sussurra come un demonio al mio fianco.
Mi colpisce così forte da lanciarmi letteralmente via da lui. Questa volta il dolore non sembra volersene andare via.
La mia vista comincia ad offuscarsi.
Le mie braccia cedono sotto il mio stesso peso.
Cerco di alzarmi, ma è tutto inutile.
Lui mi ha già tirato su per il collo.
-Fa male, non è vero?-
Non vuole una mia risposta e non mi lascia nemmeno il tempo di darne una.
Finalmente siamo faccia a faccia e, come avevo pensato quando era arrivato in quella città, lui ha avuto la meglio e infierisce su di me con un gancio che mi fa quasi credere di aver vomitato l’anima. Vedo la sua gamba destra tremare e, forse in preda alla disperazione, la colpisco con la punta del piede usando tutta la forza che mi rimane. Caccia un urlo così forte da rompermi i timpani, ma non molla la presa.
È l’essere più tenace contro cui io abbia mai combattuto, ma nonostante sia allo stremo delle forze trovo ancora la volontà di colpirlo.
La mia testa si scontra con la sua. Il colpo è così forte da farlo indietreggiare per il dolore.
Preso dalla rabbia, cominciò a prenderlo a pugni senza sosta. Ogni mio colpo lo fa tremare, ma non dura a lungo. Alla fine, la rabbia prende il sopravvento su di lui.
-Io non volevo tutto questo!-
Cerco di urlare più forte, ma a Shadow non importa. Dopo un po’ non riesco nemmeno più a capire chi sta vincendo. Cerca di stendermi con un pugno dritto sulla mia faccia, ma neanche lui è così lucido da riuscirci. Zoppica e si mantiene in piedi per miracolo nonostante gli abbia quasi spezzato una gamba.
-Dimmi dov’è Blaze!-
Ennesimo ordine, ennesimo rifiuto.
-È tempo di finirla-
I suoi pugni si illuminano di nuovo, ma sta volta il colpo non è diretto verso di me.
Lascia che questa Chaos Spear si abbatta tra me e lui, lasciandomi spiazzato da quel gesto così sconsiderato. Non gli importa più di vincere, vuole solo che io paghi per quello che non ho fatto per lui.
Un lampo verde segue il boato e, invasi da dolore, cadiamo a terra senza più forze.
Non riesco più a vedere chiaramente, le braccia mi fanno male e le mie gambe non accennano a rispondere ai miei comandi. Capisco che è davvero finita quando sento dei passi sconnessi e pesanti avvicinarsi a me.
-Blaze non è qui-
Finalmente decide di rispondermi.
-È a casa di Tails. L’ho lasciata svenuta di fronte alla porta-
-P.. perché?- balbetto confuso senza forze.
-Non le avrei mai fatto del male, lo sai. Ora, però, è tempo di sistemare la faccenda-
Incredibilmente, Shadow trova la forza di tirarmi di nuovo su. Questa volta la stretta sul mio collo è decisamente più pressante, ma sta attento a non strozzarmi. Faccia a faccia, i nostri occhi si incrociano e io riesco a vedere tutto l’odio che stava provando in quel momento.
-Perché non mi uccidi e non la fai finita?-
-Ucciderti? Farlo non servirebbe a nulla Silver, perché non è quello che voglio-
Comincio a credere che, a causa di tutte le botte che ci siamo dati, nemmeno lui riesce più a ragionare e a cominciato a delirare.
-Voglio che tu ti scolpisca bene nella mente questo momento. Puoi viaggiare nel tempo e sistemare tutte le cose che sono andate storte nel corso della tua vita se vuoi, ma le sensazione che hai provato non te le dimenticherai mai più. È questo quello che voglio Silver. Voglio che, nei momenti più intimi, ogni volta che sarai da solo, tu ti ricorderai per sempre questo momento. Voglio che tu ti scolpisca bene in testa le mie mani attorno al tuo collo e che non dimentichi mai il colore dei miei occhi e tutto l’odio che provo per te..-
Quando la vista comincia a schiarirsi, riesco finalmente a prendere consapevolezza di cosa stava realmente accadendo. Ha gli occhi lucidi e un’espressione d’ira in volto.
-..voglio che tu non dimentichi mai l’unico essere che ti abbia davvero sconfitto-
Mi sento le guance bagnate quando capisco quali fossero le sue vere intenzioni.
Non ha mai voluto uccidermi.
Voleva che io non dimenticassi mai il terrore nel mio cuore, lo stesso che lui provava ogni giorno nel sentirsi impotente verso il destino.
Mi ha messo al suo livello.
Ha reso mortale quello che tutti considerano come un dio.
La presa su di me si affievolisce e Shadow cade tra le mie braccia ormai privo di forze. Lo tengo stretto a me per paura che si faccia ancora male. Le lacrime mi  rigano il volto senza il mio permesso  come un fiume in piena. Le forze abbandonano anche me e, lentamente, mi inginocchio a terra con Shadow stretto tra le mie braccia. Lo lascio stendere al suolo il più cautamente possibile per poi cascare su quel terreno ruvido e polveroso. In lontananza sento un rumore farsi sempre più forte.
Forse è il G.U.N. che ci ha trovati, oppure abbiamo fatto così tanto casino da aver messo in allerta chi era di passaggio.
Sinceramente, non mi importa.
Rivolgo lo sguardo verso il cielo notturno, il teatro della lotta più dura di tutta la mia vita.
Nessuno ha vinto così come nessuno ha perso. Shadow ha ottenuto quello che voleva e Blaze non è mai stata in pericolo.
Io?
Io ho imparato qualcosa con cui dovrò imparare a convivere. Una lezione sull’umiltà e sulla paura, sul terrore e sul rimorso, ma soprattutto sulla pietà.
Pietà per Shadow, che dovrà vivere per sempre con il suo dolore.
Pietà per me, perché dovrò vivere per sempre con una responsabilità più grande della mia stessa vita.
Il rumore di passi si fa sempre più vicino mentre ammiro le stelle sopra di me.
Sento delle voci familiari, voci amiche di persone che hanno passato le ultime ore a cercarci.
Chiudo gli occhi e mi lasciò andare ad un sonno sereno mentre la voci di Sonic, Amy e Knuckels raggiungono le mie orecchie. Perdo conoscenza con la consapevolezza che, quando mi sveglierò, tutto sarà al suo posto nella pace più totale.
E il sole sarà finalmente sorto.
 
 
Fine
  
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