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Autore: fly90    12/07/2015    6 recensioni
Tre amici, un centro commerciale, un mistero...
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 8.


Brianna doveva essere viva!

Non c'era altra soluzione, se anche lei fosse stata morta non sarebbe stato giusto.

Non si meritavano una cosa simile, erano giovani.

Avevano una vita intera davanti.

Serena pensò a tutte le volte che si era immaginata il proprio futuro.

Si vedeva laureata in medicina, una donna in carriera, un eroina che aveva donato la sua vita per la salvezza del prossimo.

A differenza sua invece Brianna aveva sempre sognato una bella famiglia con un marito fedele e speciale e tanti piccoli pargoletti a coronare il suo sogno d'amore.

La possibilità che questo sogno fosse stato spezzato la faceva sentire male.

Inspirando profondamente tentò di concentrarsi e proseguì.


Ryan ancora non capiva come fosse potuto succedere.

Come poteva essere morto senza accorgersi di nulla?

Ricordava lo scaffale che gli precipitava addosso, la lama della motosega in esposizione che gli piombava sull'occhio e un dolore lancinante alla testa seguito da un rumore insopportabile, uno schiocco bagnato.

Deglutì a fatica in preda ai conati mentre l'immagine riflessa sul pannello gli tornava alla mente mostrandogli la sua faccia devastata.

Non doveva pensarci ora.

Non doveva importargliene adesso aveva una cosa più importante da fare.

Doveva trovarla viva.

Lo doveva a se stesso e a Serena.

Le due donne più importanti della sua vita dopo sua madre.

Il pensiero della mamma lo rattristò nuovamente.

Come avrebbe sofferto quella povera donna alla notizia della morte di suo figlio.

Non poteva nemmeno immaginare cos'avrebbe provato.

Non doveva succedere anche alla madre di Brianna.

Si mise la mano in tasca e strinse la piccola spilla che portava sempre con se, quella che avevano comprato come pegno della loro amicizia.

La sua aveva una stella disegnata, quella di Serena un cuore mentre quella di Brianna un teschio.

Sperò che almeno per una volta il teschio non fosse un brutto auspicio.


L'uomo vagava per le corsie addolorato.

Doveva essere abituato a vedere gente morta.

Era il suo lavoro dopotutto, eppure pensò che non si sarebbe mai abituato davvero a fare i conti con la morte.

I vivi lo chiamavano angelo custode ma in realtà lui era più una guida, un po' come Caronte che traghettava le anime, anche lui in un certo senso portava le anime nell'aldilà.

Attorno a se vi erano altre guide che aiutavano i defunti a passare oltre.

Ogni guida poteva essere vista soltanto dalle anime assegnate a lui.

Sperò di non dover aiutare tre ragazzi a passare oltre.

Era già orribile dover vedere andare via due ragazzini pieni di sogni e di speranze.

Sospirò profondamente carezzando la foto della ragazza.


Serena sentì un singhiozzo provenire da una pila di scaffali che le oscuravano la visuale.

Piena di speranze si arrampicò a fatica sulle impalcature,sopra di se solo il cielo quasi nero della sera.

Una grossa porzione di soffitto era crollato.

Ancora un singhiozzo provenne da un punto imprecisato oltre la struttura di metallo.

Perché?” Una voce sussurrò disperata al cielo.

L'odore di sangue impregnava l'aria del suo sapore metallico.

Finalmente arrivò alla cima e vide oltre.

Un sorriso le si dipinse sul viso e si lanciò di slancio a terra per correre verso la ragazza inginocchiata a terra con le mani insanguinate sul viso.

L'aveva trovata.

Brianna era miracolosamente viva!

Brianna!” la chiamò felice ma fu evidente che non poteva sentirla.

Questo la riempì di gioia perché se l'avesse vista avrebbe significato la sua morte.

Quasi come se potesse vederla Brianna alzò lentamente la testa scoprendo una leggera ferita alla fronte.

Per il resto pareva stare bene.

Riavuta dal primo momento di gioia Serena girò lo sguardo attorno.

Accanto all'amica sepolto dalle macerie vi era il corpo di una ragazza.

Una pozza di sangue si allargava sotto essa tingendo tutto di rosso.

Si concentrò sui capelli, il colore della pelle, persino la corporatura sembrava appartenere a qualcuno di famigliare.

Poi i suoi occhi catturarono un particolare: il vestiario.

Una maglietta nera con lo stemma di un gruppo rock faceva capolino tra le macerie.

Serena si sentì svenire e urlò con tutta la voce che aveva.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti.

Allora, che ne pensate del capitolo?

Visto che sorpresa vi ho riservato?

Spero di aver accontentato qualcuno :-)

Perché secondo voi Serena urla in quel modo?

A chi appartiene quel corpo senza vita?

Cosa aspetta ai nostri protagonisti?

Ne saprete di più nel prossimo capitolo.

Un bacione da Fly90.




  
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