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Autore: cretien    18/08/2003    0 recensioni
Elise, Susan, Martha, Miranda... "nessun rumore, nessun suono, nessuna voce. Solo allora si accorse di avere paura... ma era troppo tardi per scappare"... La paura le coglie di sorpresa. La paura e la speranza di sopravvire a quella mano guantata che le uccide spietatamente una per una...
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva piovuto tutto il giorno. Piovigginava ancora. ogni tanto si sentiva un tuono in lontananza. 
La ragazza correva. Portava una lunga giacca autunnale di velluto beige e un capellino anche quello di velluto, però marrone.
Dalla giacca spuntavano un paio di pantaloni marroni a coste larghe, e sopra indossava una maglietta di cotone marrone leggermente aderente con lo scollo a barca e con le maniche a tre quarti. Gli anfibi neri ogni tanto calpestavano una pozza d'acqua.
Miranda sollevò lo sguardo verso il cielo. Stava per ricominciare a diluviare. Si risistemò il cappello in modo da proteggersi il più possibile i capelli biondi scuri che superavano di cinque o sei centimetri le spalle.
I suoi occhi turchesi che avevano sfumature di un blu più scuro, quasi come la notte, erano coperti da occhiali da vista.
Miranda raggiunse i gradini della Chiesa ed entrò.
In fondo alla navata centrale, poco distante dall'altare, c'era la bara. La bara di Elise. Della sua amica, della ragazza che considerava una sorella, con cui aveva giocato da piccola, sfilato e studiato da più grande.
Si tolse gli occhiali e li infilò nella borsa.
Si guardò intorno. Non c'era molta gente al funerale. I suoi genitori erano n prima fila. La madre piangeva disperatamente, mentre il padre la sorreggeva. C'erano un paio di amiche comuni, che lavoravano con ELise all'atelier. Miranda le aveva conosciute quando sfilava, prima di lasciare la carriera di modella per iscriversi all'università. C'erano un paio dei loro vecchi compagni di liceo.
Poco distante c'erano due ragazzi e una ragazza che piangeva. Uno dei due cercava di consolarla, mentre l'altro ragazzo rimaneva serio. 
Miranda preferì rimanere in fondo alle navate. Si appoggiò con la spalla ad una colonna e rimase in silenzio. Ascoltava le parole del sacerdote "Polvere siamo, e polvere ritorneremo..." Miranda chiuse gli occhi. Sentiva che le lacrime stavano per uscire dai suoi occhi blu.
Si ricordò di quando si era messa gli occhiali la prima volta.

"Ehi, Mira! Da quando gli occhiali?!" le aveva chiesto divertita qualche mese prima ELise.
"Non cominciare anche tu! D'accordo sono diventata cieca come una talpa! Non riesco più a leggere senza gli occhiali!" le aveva risposto sorridendo.
ELise era scoppiata a ridere "Stai benissimo! Sei davvero uno schianto!"

Miranda spalancò le palpebre. Due uomini avevano sollevato la bara e la stavano portando nel piccolo cimitero che si trovava dietro la Chiesa.
La ragazza fece per tornarsene via. Non ne poteva più. Non riusciva a credere che Elise fosse... fosse morta.
Si morse il labbro inferiore e uscì velocemente dalla Chiesa.
Il vento di fine ottobre soffiava forte.
Il freddo era pungente e lei non si era mai sentita così sola. 
Si guardò intorno. Gli alberi spogli, il cielo grigio, il buio stava per arrivare. Sembrava una di quella tenebrose serate delle storie gotiche. Fece per riavviarsi nel parcheggio per riprendere la macchina e scappare al sicuro nella sua casa, quando una voce la trattenne.
"Tu sei Miranda, giusto?"
La ragazza di girò per vedere a chi appartenesse la voce.
Vide un ragazzo bruno sui ventiquattro, venticinque anni.
Miranda si limitò ad annuire.
"Elise mi parlava sempre di te." disse sorridendo amaramente.
"Tu... tu sei..." cercò di dire la giovane
"Tom Becker."
"Si, tu ed Elise, dovevate ..." si bloccò.
"Si." rispose secco lui "Dovevamo."
"Mi... mi dispiace." bisbigliò lei cercando di non guardarlo negli occhi.
Prima che i due potessero dirsi altro Tom fu raggiunto dalla ragazza e dall'amico.
"Ehm... loro sono Oliver Hutton e Patricia Gatsby. Lei è Miranda Drake." presentò Tom rimanendo serio.
"Ciao." dissero i due.
"Ciao. Avrei... avrei preferito conoscervi in circostanze migliori." disse Miranda.
"Lo posso immaginare." disse Patty stringendosi nell'impermeabile blu.
"E' meglio andare." disse Tom.
"Si. Vado anch'io." rispose Miranda "Ciao.".
Tom, Holly e Patty guardarono la ragazza mentre si allontanava svelta da loro mentre l'acquazone ormai era assicurato...

Mi sento male... sto male... i crampi allo stomaco si fanno sempre più forti... sento il cuore battere così velocemente che mi sembra stia per scoppiare...
L'ho uccisa... l'ho uccisa veramente... non credevo che l'essere umano fosse davvero capace di compiere una cosa simile, e ora scopro che anche io ne sono capace... ELise... mi dispiace ELise... ma cerca di capire... non potevo... non potevo permettere una cosa simile... tu... tu non saresti stata felice... e nemmeno io... e io non voglio soffrire per colpa tua! Se sono in questa condizione è colpa tua Elise! TUA!
BASTA! BASTA! NON VOGLIO PENSARCI PIU'! QUELL'ANGOSCIA! DIO MIO COSA HO FATTO! QUESTO RIMORSO E' INSOPPORTABILE!!
Si... si quando tutto sarà finito allora... allora finirò anch'io e giustizia sarà fatta... la polizia si occuperà di me...
Ma ormai devo finire... devo finire... devono morire anche quelle altre puttane... devo annientarle... quelle ragazze... Dio sono così giovani e belle... però devono... devono morire... devono essere annientate... il male... la feccia di questo mondo deve scomparire... Elise... un bacio...

  
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