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Autore: Mercy Amell    13/07/2015    2 recensioni
Veronica, diciottenne annoiata ed un po' sfigata, decide di scrivere un blog intitolato "Diario di un'amante di uomini", in cui narra dell'abbondanza delle sue cotte durante la vita. Veronica è infatti una grande amante dell'altro sesso, sebbene non abbia mai avuto una storia. Voleva essere un gioco divertente, qualcosa di simpatico, finché viene colta alla sprovvista da una "cotta malsana" che, usando il suo blog come principale confidente, racconterà giorno per giorno, recando al blog un successo inaspettato.
"Nella mia breve ed insignificante vita ho avuto cotte per ogni tipo di ragazzo: biondo con occhi azzurri, moro con occhi scuri, moro con occhi verdi, biondo con occhi castani, rosso con occhi verdi e persino con i capelli tinti (che schifo). Tante tipologie diverse di "uomo", tutte a me molto gradite. Devo esser sincera, ho un debole per i bei ragazzi, che siano bianchi o neri, gialli o verdi. [...] Tuttavia, nessuna di queste cotte ha mai comportato un vero e proprio "casino" per me, tutte, a parte quest'ultima.
Ciao, miei cari lettori, mi chiamo Veronica e, nonostante abbia diciotto anni, mi sono presa una cotta grande e grossa per un uomo di trentadue."
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dovrei essere una ragazza matura, una che pensa a studiare, ad uscire con gli amici ed a divertirsi, il sabato sera. Ma chi vogliamo prendere in giro! Oggi, come ogni sabato sera, sto battendo istericamente le mie dita contro la tastiera del computer cercando di scrivere qualcosa di decente e, possibilmente, divertente. Ma, tranquilli, mi rendo conto benissimo che ciò che scrivo, in realtà, diverte soltanto me. Ad esempio, la mia cara mammina pensa che io debba uscire di più piuttosto che passare ore della giornata a scrivere in uno stupido blog, "nemmeno fosse il mio migliore amico", come dice lei. Questo blog, in effetti, è un mio caro amico (certamente più dei miei amichetti carissimi), e quelle quattro o cinque persone che lo leggono rappresentano la mia vita sociale. Ok, così mi rendo conto di sembrare ancora più nerd di ciò che realmente sono. Chiariamoci, questo blog nasceva in origine per raccontare le migliaia di cotte che ho avuto in diciotto anni di vita (circa una a settimana), per descriverne le sensazioni, le gioie, i dolori e raccontare gli aneddoti divertenti. Sì, all'inzio pensavo che fosse un'idea carina parlare di cotte ridicole e impossibili da realizzare, ma poi, col passare del tempo mi sono resa conto che, in fondo, non ha senso parlare di cotte se io, realmente, non ho mai avuto una storia d'amore in vita mia. Il motivo? Beh, già che io stia scrivendo qua dovrebbe farvelo intuire, ma, nel caso non ci foste arrivati, ve lo dico: sono una sfigata. Ma non una sfigata come quelle dei film (che poi, in realtà, sono delle gran fighe), sono una sfigata nel vero senso della parola: non parlo, non esco, apparentemente non amo nulla. C'è solo una cosa per cui impazzisco: gli uomini. Ma questo, si era già capito. Nonostante il mio grande amore nei loro confronti, nessun uomo o ragazzo che sia mi ha mai degnata di uno sguardo. Probabilmente, voi povere anime che leggete starete pensando: "quanto sarà racchia questa da uno a dieci?". Sinceramente, la risposta non la conosco nemmeno io. Non sono bella, ma ne ho viste di peggio in giro (autoconvinzione). 
Ma non divaghiamo, perché oggi, da quando ho deciso di aprire quest'insulso blog, ho deciso di parlare dell'argomento principale, nonché mio preferito: gli uomini. 
Benvenuti ufficialmente all'interno di "Diario di un'amante di uomini", e, nonostante so che a molti non interessi affatto, sono qui per raccontarvi la mia storia. 
Nella mia breve ed insignificante vita ho avuto cotte per ogni tipo di ragazzo: biondo con occhi azzurri, moro con occhi scuri, moro con occhi verdi, biondo con occhi castani, rosso con occhi verdi e persino con i capelli tinti (che schifo). Tante tipologie diverse di "uomo", tutte a me molto gradite. Devo esser sincera, ho un debole per i bei ragazzi, che siano bianchi o neri, gialli o verdi. 
La mia prima cotta l'ho avuta in quinta elementare, per un mio compagno di classe con un testone da alieno da far paura. Ai tempi era basso e magrolino, con la pelle color mozzarella (a dieci anni ancora mi piaceva la mozzarella). Aveva dei folti capelli biondi e dei piccoli occhietti azzurri, ed era molto dolce. Non volevo ammettere che mi piacesse, quindi lo trattavo male. L'ho picchiato svariate volte, come solo una bambina di classe come me poteva fare, e lui, puntualmente, ogni volta mi dava tanti pizzicotti quanti pugni gli avevo inflitto. Avevo dieci anni, eppure ero innamorata (ho una strana concenzione di "innamoramento", tranquilli), e quegli occhietti azzurri mi facevano impazzire. Ero una bambina molto, molto sveglia. Fortunatamente però, mi è passato. E no, quel bambino non è l'amore della mia vita, né il mio primo bacio o la prima volta. E' solo un bambino, un tizio che non vedo da anni e che non ho intenzione di rivedere. Da allora si sono alternate così tante cottarelle che fatico anche a ricordarle. 
Tuttavia, nessuna di queste cotte ha mai comportato un vero e proprio "casino" per me, tutte, a parte quest'ultima. 
Ciao, miei cari lettori, mi chiamo Veronica e, nonostante abbia diciotto anni, mi sono presa una cotta grande e grossa per un uomo di trentadue. 
Vi starete chiedendo come sia possibile esser attratti in qualche modo per qualcuno che ha ben quattordici anni più di voi, ed io sono qui per spiegarvelo. Poi, miei fidatissimi lettori, voi siete i primi a cui confido questo "sconvolgente segreto", perché, in fin dei conti, sono sicura che se lo raccontassi a qualcuno dei miei amici (molto pochi), mi prenderebbero per pazza e comincerebbero a sbraitare cose tipo: "ma ti droghi pesantemente?" o "i problemi ce l'hai dalla nascita o scema ci sei diventata?". Meglio evitare. 
Bene, ora però forse dovrei andare al succo della questione. Come già ben sapete, di cotte e cottarelle nella mia vita ne ho avute a dismisura. Se mi dovessi mettere a contarle, ne verrebbero fuori circa cinquantasei di cui nessuna, e dico nessuna, è mai andata a buon fine. Sono state tutte cottarelle per compagni di classe e/o ragazzi visti in autobus o in giro per la scuola, tutte per ragazzi apparentemente impossibili, belli come il sole, popolarissimi ed ambiti da tutte le ragazze più trendy e fighe dell'intera zona. Tuttavia, nonostante fossi cotta a puntino ogni volta, nessun "innamoramento" mi ha mai recato un vero e proprio fastidio. Non sono una persona che si piange addosso inutilmente, soprattutto per un energumeno del sesso opposto. Ma questa volta è diverso (sì, lo so, dico così ogni volta). 
Da dove dovrei partire a raccontare? Ah, forse dall'inizio. Non starò a dire che è stato "un colpo di fulmine", che sono rimasta ammaliata dal suo sguardo seducente fin dalla prima volta, perché direi una bugia. Tutto è cominciato lo scorso anno quando, in un sabato rovente di maggio, mi trovavo al matrimonio di mia zia, ma fuori dalla chiesa. 
Non ne potevo veramente più di star a baciare ed abbracciare gente che non conoscevo o semplicemente che non ricordavo, gente che continua a ripetermi quanto fossi cresciuta, quanto fossi bella, tutte baggianate, insomma. E così, tra gomitate, calci e pugni per passare, riuscii ad uscire. Il panorama fuori dalla chiesa era decisamente orrendo, se si considera che dava esattamente su una delle vie più malfamate della città. Poi, ad accrescere il mio disappunto, c'erano almeno altre due decine di parenti o amici di famiglia fuori, pronti a riempirmi le guance con la loro saliva appiccicosa. Così, una volta fuori, mi appoggiai ad un muretto non molto pulito, cominciai a guardarmi intorno come un cucciolo spaesato, con la speranza che nessun parente mi si avvicinasse. Povera, povera illusa. In lontanaza riuscii a scorgere mio zio (che in realtà sarebbe il fidanzato della mia zietta ventisettenne), che parlottava allegramente con un tipo con un look particolare, elegante sì, ma non da matrimonio certamente. Guardai nella loro direzione, convinta di aver scampo dai baci appiccicosi e gli abbracci intrisi di sudore, ma non potei fare errore più grande. I due, infatti, mi si avvicinarono con un sorrisetto malizioso stampato in viso e subito, da brava fifona, pensai di darmela a gambe. Ma non feci in tempo, perché i due briganti ormai erano troppo vicini. Prima che potessi fare qualsiasi cosa, il tipo vestito da tamarro ad un matrimonio, urlò qualcosa come: "ciao Vero! Come stai?"
Ed ecco, lì l'ansia cominciò a salire esponenzialmente. Altri baci appiccicosi, non potevo proprio accettarlo. Tuttavia, non riuscivo proprio a capire chi fosse, dove lo avessi visto e soprattutto come facesse a conoscermi. Per rispetto, comunque, sibilai un "ciao" quasi sussurrato, ed il tamarro, in tutta risposta, urlò: "ma come? Non mi riconosci?" 
Si tolse gli occhiali da sole a specchio mostrando degli occhi talmente tanto verdi da mettere in dubbio il colore degli smeraldi, con un taglio definito, quasi orientale. Sembrava avesse la matita sotto gli occhi, e per un attimo ho pensato che ce l'avesse veramente. Mentre io scuotevo la testa imbarazzata ed un po' scocciata, lui fece un sorrisetto sghembo, mettendo in mostra le sue belle labbra rosse e carnose e quel piercing da tamarro sotto il labbro. Continuò a blaterare per un po', mentre la mia mente era combattuta tra il pensare a quanto fosse sbruffone o quanto fosse sexy. Provate ad un indovinare quale, tra le due parti, alla fine ha avuto la meglio! 
Non avevo la minima idea di chi fosse, nonostante per tutta la durata del ricevimento continuasse a gironzolare per la sala del ristorante e, di tanto in tanto, venisse al nostro tavolo, continuando ad insistere sul fatto che io non mi ricordassi di lui. Non me ne doveva fare una colpa, io non mi ricordavo sul serio chi fosse! Tuttavia, solo più tardi riuscii a scoprire chi o fosse: Mauro. 
E dopo un lungo resoconto, posso realmente fissare "l'inizio" di questa storia nell'esatto momento in cui quel  Mauro quella sera, mi passò un braccio intorno alle spalle e mi lasciò un bacio umido e apparentemente fastidioso sulla guancia che, tuttavia, mi risultò il più piacevole dell'intera giornata. 
Ora, però, è meglio che smetta di scrivere, anche se potrei continuare all'infinito, ma, come dice quella gran donna di mia madre, "non posso stare tutto il giorno al computer"
Alla prossima puntata, 

L'Amante degli Uomini 


Mercy Amell's wall
Ciao! Mi presento a tutti voi, mi chiamo Mercy Amell. Ovviamente, non è il mio vero nome, ma solo un nome d'arte (sebbene io non sia propriamente un'artista). Avevo un account in EFP precedentemente, quindi non è la prima volta che scrivo qui, ma con questo account è la prima storia. E, ad esser sincera, questa storia è un vero e proprio esperimento: ho voluto provare un metodo di narrazione diverso, cioè attraverso un blog, scritto dalla protagonista Veronica, in cui racconta le sue vicende amorose, in particolare l'ultima, con un certo Mauro, molto più grande di lei e di cui scopriremo di più nei prossimi capitoli. Ovviamente, non posso presentare ora i personaggi, perché penso che vadano capiti ed analizzati durante i prossimi capitoli. Non so se questa storia avrà successo, probabilmente no. Ma, in fondo, ci spero che qualcuno passi a dare una letta e ringrazio anticipamente chiunque lo faccia. Fidatevi, non ve ne pentirete!
Un abbraccio,
Mercy

   
 
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