La debole luce del sole che sorge mi sveglió: aprii un occhio, poi l'altro, e lentamente mi misi seduta sul mio letto. Osservai, come al solito, l'orologio a cucú che mi regalò mio padre quando ero piccola. Erano le 5:40. Era presto per alzarsi, eppure non riuscivo piú a dormire. Sbadigliai e mi stiracchiai, in seguito mi misi in piedi e cominciai a canticchiare una canzoncina, sottovoce. Andai al bagno e mi lavai il viso e i denti. Quando tornai in camera vidi il telefonino che vibrava: Francesca. «Hei Vilu!» disse lei con voce stanca. «Ciao Fran, come mai sveglia a quest'ora?» chiesi. «Potrei domandarti lo stesso» fece ridendo «Diego mi ha chiamata qualche minuto fa per darmi il buongiorno. Mi ha chiesto se facciamo colazione insieme nel bar vicino a casa mia fra 20 minuti. Vuoi venire?». «Certo, mi preparo e arrivo. Poi andiamo insieme allo studio.» dissi felice alla mia migliore amica. «Bene. Senti anche Leon.». Annuii e ci salutammo. Ero sicura di arrivare in ritardo... in venti minuti non avrei nemmeno fatto in tempo a scegliere come vestirmi! Per prima cosa mandai un messaggio a Leon :«Ciao amore, io, Fran e Diego facciamo colazione al bar fra 20 minuti. Ti va di venire? Baci.». Dopo qualche minuto Leon rispose:«Con piacere amore, passo a prenderti fra un quarto d'ora.». Sorrisi, aprii l'armadio e tirai un sospiro. Dopo molto tempo optai per un vestito lungo fino sopra al ginocchio rosa confetto, rivestito con del pizzo bianco e cinto in vita con una piccola cinturina. Dal momento che l'abito era smanicato, misi anche una giacca bianca sopra. Mi truccai, pettinai e indossai le scarpe. Presi la borsa e scesi al piano terra appena in tempo, perché sentii il campanello suonare. Aprii la porta e vidi il mio ragazzo, bello come sempre, che mi sorrideva. Gli diedi un lungo bacio, poi urlai «Ciao papà!». Non aspettai risposta, chiusi la porta e mi avviai con Leon verso il bar.