Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |      
Autore: MaccaMyDear    13/07/2015    3 recensioni
"Un giovane John Lennon camminava solitario per le strade notturne di Liverpool, che subito dopo aver spento le diciannove candeline sulla torta, era scappato dalla festa a sorpresa organizzata dal suo amico Pete per festeggiare l’invecchiamento di John."
Bhe, più tardi si sarebbe trovato una nuova sorpresa ancora più bella..
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Obladì-Obladà

 
Un giovane John Lennon camminava solitario per le strade notturne di Liverpool, che subito dopo aver spento le diciannove candeline sulla torta, era scappato dalla festa a sorpresa organizzata dal suo amico Pete per festeggiare l’invecchiamento di John.
 
Vi starete chiedendo perché un ragazzo così vivace e festaiolo come John se ne sia andato dalla sua festa con donzelle a destra e a manca che non aspettavano altro che essere le prossime prede del giovane, ma un po’ meno giovane dei giorni scorsi, John.
 
Il motivo è semplice, ma non è affatto allegro.
Da quando la madre è stata uccisa, John non credeva più che qualcuno gli volesse davvero bene e questa festa ne era solo la dimostrazione: John faceva pena ai suoi amici.
 
E questo lui, il temuto John Lennon!, non poteva accettarlo.
Quindi ora, si trovava a camminare con la sua sigaretta in bocca per le vie di Forthlin Road.
 
Come cazzo aveva fatto ad arrivare li?!
 
Neanche il tempo di chiederselo che vide un lampione che illuminava una panchina e senza pensarci due volte si sdraiò su di essa.
 
“Ahia!”
 
John sentì un verso di dolore provenire da lì vicino, ma non ne tenne conto.
Qualche ubriaco, pensò.
 
“Amico, togli quei dannati piedi dalle mie gambe! Mi stai sgualcendo i pantaloni nuovi!”
 
A quel punto John si mise seduto, e si preoccupò non vedendo nessuno nei dintorni.
 
“Chi va là?” chiese il neo diciannovenne.
 
E come d’un tratto, un giovane ragazzo, più o meno della sua età, comparse sulla panchina accanto a lui.
 
Quella sagoma aveva i capelli neri tagliati a caschetto (che pivello, io sono un teddy boy e questo tizio va in giro con una scodella in testa!), occhi grandi e marroni con sfumature verdi e assurdi vestiti rossi e arancio.
 
“Finalmente ti sei alzato! Non potevo sopportare la vista dei miei pantaloni nuovi tutti sporchi a causa dei tuoi piedacci!”
 
“Ch-chi cazzo sei?”
 
John era paralizzato. Come cazzo aveva fatto quel ragazzo ad apparire dal nulla?!
E come diavolo era conciato?! Non era certo di Liverpool, anche se il suo accento da uomo della classe operaia John lo aveva notato, lo aveva notato eccome.
 
“Oh scusa, che scortese! Sono James Paul McCatney, ma puoi chiamarmi Paul e sono giunto qui per esprimere il tuo desiderio!”
 
“Chi cazzo saresti? La mia fata madrina?”
 
“Ascolta giovanotto, non avrò la barba ma ho comunque la mia virilità! E poi non lamentarti, sei tu che mi hai chiamato”
 
“Non sparare stronzate e levati di torno”
 
“Non posso”
 
“E sentiamo, perché non potresti?”
 
“Non me ne andrò finchè non avrò espresso il tuo desiderio”
 
“Mi sa che ho bevuto troppo…”
 
“Ma no sciocchino, nel momento in cui hai spento le candeline sulla tua torta hai espresso un desiderio pensando alla parola magica e io sono qui per esaudire ciò che hai chiesto”
 
“Che parola magica? Io non ho pensato proprio a niente”
 
“Obladì-Obladà”
 
John era a dir poco scioccato. Lui aveva pensato davvero a quella parola, ma involontariamente. Solo che sua madre era solita dire a John: “Quando non ci sono e ti manco, di la parola magica: Obladì-Obladà e sentirai tutto l’amore che provo per te”.
 
John all’epoca era solo un ragazzino, ma gli piaceva pensare che fosse vero e quando sua mamma usciva di casa John pensava subito quella parola. E anche quella sera, nel spegnere le candeline con i suoi amici che gli intimavano di esprimere un desiderio, John pensò: Obladì-Obladà.
 
“Tu c-come fai a saperlo?”
 
John stava balbettando e questo non era un buon segno.
 
“Segreti del mestiere, mio caro”
 
“Ma tu chi sei? Da dove vieni? E cosa vuoi fare esattamente?”
 
“Io come ti ho già detto sono Paul, vengo dalla famosa Stella Polare, quella che sta lassù, e sono qui per esprimere il tuo desiderio: trovare l’amore.”
 
“Oh cazzo, quindi sei un alieno?”
 
“Ma cosa stai dicendo?! Ti sembra forse che sia un esserino verde e ripugnante? Bhe, allora mettiti gli occhiali amico, perché non sai cosa ti perdi. Hai davanti a te la stella più bela del firmamento.”
 
“Ti hanno mai detto che sei davvero modesto?”
 
John cercava di non pensare a quello che gli stava succedendo, ma ehi, quel Paul aveva ragione. Era un bellissimo ragazzo e John non era mica uno di gusti facili!
 
“In realtà no, non me lo avevano mai detto. Grazie Johnny.”
 
“Sai anche il mio nome?”
 
“Ovvio, non sono uno sprovveduto! Non vado a esprimere desideri di una persona senza prima informarmi sulla sua vita!”
 
“Quindi tu cosa sai di me?”
 
“Tutto il necessario per sapere cosa fare con te”
 
“Cioè?”
 
“Cioè trovarti una ragazza!”
 
“Me le trovo da solo le ragazze, non ho questa difficoltà”
 
“Oh, ma tu le ragazze le usi e basta, prova ad amarne una”
 
“No grazie, sto bene così”
 
“Non è vero, o non avresti espresso il desiderio!”
 
“Per quanto John non volesse ammetterlo, Paul aveva ragione. Lui voleva amare, ma nessuno voleva conoscere davvero John.
 
                                             
 
                                                         *******************
 
 
Paul nel frattempo pensava a quanto John fosse affascinante.
Si, di cattiva dizione, ma quello si poteva sempre aggiustare. Ma d’altra parte anche lui doveva lasciarsi andare e parlare come un ragazzo di Liverpool oppure non avrebbe conquistato la fiducia di John, anche se il ragazzo sembrava già colpito.
 
“Quindi hai già in mente con chi farmi accoppiare?”
 
“Ho visto una ragazza, Molly, sembra dolce”
 
“Ok, ora se non ti dispiace torno a casa, ci vediamo qui domani”
 
“Ehm..John?”
 
“Mm?”
 
“Non ho una casa, ho bisogno di ospitalità”
 
“Va bene, vieni da me. Ma fatti sentire da Mimi e ti spacco quel bel faccino che ti ritrovi”
 
“Certo che si!”
 
 
                                         ************************
 
 
 
I giorni passavano e John provava a conquistare Molly che, per stupore del ragazzo, non voleva avere niente a che fare con John. (“Ciao Molly, domani sera fatti trovare bella che ti porto al cinema. Fanno un film su Elvis” “Mi dispiace John non mi piace il rock ‘n roll e quella che tu definisci musica” “Che cazzo dici, sei impazzita?!” “Basta! Non rivolgermi più la parola, Lennon!”)
 
Quando aveva raccontato la scena a Paul, lui lo aveva guardato con aria scioccata.
 
“John! Ti pare il modo di parlare a una signora?”
 
“Mi scusi principessa, non volevo oltraggiarla con il mio scurrile linguaggio!”
 
John disse questa frase con uno sguardo davvero molto teatrale, che fece sorridere Paul.
 
In quei giorni passati insieme, Paul e John avevano legato molto. Sembrava che si conoscessero da una vita.
Entrambi amavano il Rock and Roll, Elvis, Gene Vincent, Cuck Berry e la chitarra.
John rimase sorpreso quando Paul gli disse che anche sulla Stella Polare si ascoltava la musica dei terrestri.
 
Arrivò la sera e John e Paul erano stesi sul piccolo letto di John.
 
“Sai Paul, sei la cosa più bella che mi sia capitata in questa mia fottuta vita”
 
John disse questo senza pensare e subito arrossì evidentemente.
 
“Oh John, posso dirti una cosa? Noi abitanti stellari non abbiamo il sentimento dell’amore. Ma si dice che se uno di noi va sulla Terra, diventa un umano a tutti gli effetti, quindi comincia a provare i sintomi di tutti quei sentimenti che noi non abbiamo. Bhe, io credo di essermi innamorato.”
 
John lo guardò con una tristezza negli occhi che mai Paul aveva visto addosso a qualcuno, umano o stella che fosse.
Ma Paul continuò senza dare tempo a John di dire qualsiasi cosa.
 
“Credo di essermi innamorato di te, Johnny”
 
John era davvero sorpreso. Mai e poi mai avrebbe pensato di essere felice per la dichiarazione d’amore di un uomo.
Ma mai e poi mai avrebbe pensato anche di trovarsi a parlare con l’abitante di una stella.
 
Ma non poteva essere vero, per l’amor del cielo, John Lennon non era una checca! Era fottutamente illegale!
 
Ma chissà perché, in quel momento John pensò che non ci fosse niente di sbagliato in quello che stava provando. Ed è per questo che si voltò verso Paul e pensando intensamente Obladì-Obladà, John baciò delicatamente il suo strambo amico.
 
“Sai Paul, credo di essermi innamorato di una fottuta Stella!”
 
Ora Paul lo guardava con un’aria di malinconia, aveva finito il suo compito, ora poteva andarsene.
 
“E io credo di aver espresso il tuo desiderio. Posso tornarmene in cielo..”
 
“Non andartene Paul, resta con me! Potremmo mettere su una di band e diventare più famosi di Elvis! Per favore, non abbandonarmi anche tu”
 
John aveva quasi le lacrime agli occhi quando a Paul venne un’idea.
 
“Esprimi un desiderio John, e non scordarti la parola magica”
 
“Ma Paul io non voglio un altro desiderio, voglio che resti con me! Per fav-“
 
“John, esprimi quel desiderio”
 
E come un fulmine a ciel sereno, John capì.
 
“Voglio che tu, James Paul McCartney, resti con me sulla Terra per sempre. Obladì-Obladà”.
 
 
 
NOTE AUTRICE:
Salve a tutti! Rieccomi qui dopo un periodo di inattività.
Spero che questa One Shot sia stata di vostro gradimento, è stato un parto haha.
Mi scuso in anticipo per la velocità degli eventi finali, ma se avessi scritto tutto quello che desideravo ne sarebbe uscito un libro, lol.
Spero recensirete e alla prossima!
 
-MaccaMyDear
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: MaccaMyDear