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Autore: FiftyShades97    14/07/2015    8 recensioni
CINQUANTA SFUMATURE DI ROSSO: Christian deve andare a New York per lavoro, ma Ana, dopo aver preso già fin troppe ferie, decide di non seguirlo e restare a casa. Che cosa succederebbe se per una volta la piccola Ana decidesse di ascoltare Christian e restare in casa insieme a Kate, finché in giro ci sarà Jack? Riuscirà Jack nel suo subdolo scopo?
Non vi resta che scoprirlo!
Vi aspetto❤️
NUOVA STORIA!
Genere: Erotico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Jack Hyde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV'S ANASTASIA

Non riuscii ad evitare di essere abbattuta mentre Sawyer mi portò in ufficio giovedì. 
Era arrivato il temuto viaggio di lavoro a New York e, anche se Christian era partito da poche ore, mi mancava già.
Accendendo il computer, però, trovai una sua mail ad aspettarmi. 
Non potei fare a meno di sorridere.

Da: Christian Grey
A: Anastasia Grey
Data: 25 agosto 2011 04.32
Oggetto: Mi manchi già

Mrs Grey,
eri adorabile questa mattina.
Comportati bene mentre sono via.
Ti amo.

Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.

Questa sarebbe stata la nostra prima notte dopo il matrimonio in cui non avremmo dormito insieme. 
Avevo intenzione di bere qualcosa con Kate... cosa che mi avrebbe aiutata a dormire, così gli risposi d'impulso, anche se sapevo che era ancora in volo.

Da: Anastasia Grey
A: Christian Grey
Data: 25 agosto 2011 9.03
Oggetto: Comportati bene!!

Fammi sapere quando atterri... rimarrò preoccupata fino ad allora.
E mi comporterò bene. Voglio dire, che problemi possono sorgere con Kate?

Anastasia Grey
Direttore editoriale, SIP

Verso l'ora di pranzo il telefono si mise a squillare.
Lo afferrai e risposi.

-Ana St... Grey- mi corressi subito.

-Ciao.- La voce di Christian era calda e leggermente divertita. 
Avvertii subito un'ondata di sollievo.

-Ciao.- Feci un sorriso da un orecchio all'altro. -Com'è stato il volo?-

-Lungo. Che cosa fai con Kate?-

"Oh, no." 

-Usciamo a bere qualcosa.-

Christian rimase in silenzio. 

-Sawyer e la tizia nuova - Prescott - vengono con noi- dissi, cercando di placarlo.

-Credevo che Kate sarebbe venuta a casa nostra.- 

-Lo so, ma lei vorrebbe un drink veloce.- "Ti prego, lasciami uscire!"

Christian fece un sospiro. -Perché non me l'hai detto?- disse con calma. Con troppa calma.

Mi diedi un calcio mentale. 
-Christian, andrà tutto bene. Ci sono Ryan, Sawyer e Prescott. È solo un drink veloce.-

Christian rimase in assoluto silenzio, e io sapevo che non era contento. 

-L'ho vista pochissimo da quando tu e io ci siamo conosciuti. Per favore. È la mia migliore amica.-

-Ana, non voglio impedirti di vedere i tuoi amici. Ma pensavo che venisse a casa.-

-Okay- mi arresi. -Staremo in casa.-

-Solo finché c'è in giro quel folle. Ti prego.-

-Ho detto va bene- borbottai esasperata, alzando gli occhi al cielo.

Christian sbuffò piano nel telefono. -So sempre quando alzi gli occhi al cielo.-

Feci una smorfia. -Senti, mi dispiace. Non intendevo farti preoccupare. Avvertirò Kate.-

-Bene- mormorò, chiaramente sollevato. 
Mi sentivo in colpa per averlo fatto preoccupare.

-Dove sei?-

-Sulla pista del JFK.-

-Ah, allora sei appena atterrato.-

-Sì. Mi hai chiesto di chiamarti non appena arrivavo.-

Sorrisi. 
La mia vocina non poté evitare di pungermi. "Visto? Lui fa quello che dice che farà."

Dopo esserci punzecchiati via telefono il nostro umore era decisamente migliorato. 
A fine giornata Kate mi raggiunse, puntuale come sempre, in ufficio. 

-Ana!- Gridò dalla hall, raggiungendomi.

-Kate!- Esclamai, abbracciandola. 

-Hai proprio l'aria della moglie dell'uomo di potere. Chi l'avrebbe pensato, la piccola Ana Steele? Hai un aspetto così... raffinato.- Mi sorrise radiosa. 

Io alzai gli occhi al cielo. 
Indossavo un tubino color crema con una cintura blu marina e scarpe con il tacco dello stesso colore.

-È bello vederti- dissi.

-Allora, dove andiamo?-

-Christian vuole che rimaniamo a casa nostra.-

-Oh, davvero? Non possiamo filarcela a bere un drink veloce allo Zig Zag Café? Ho prenotato un tavolo.-

Aprii la bocca per ribattere, ma lei mi bloccò.

-Ti prego!- Piagnucolò. 

Ero indecisa. Molto più che indecisa. 
Se avessi detto di no, probabilmente Kate si sarebbe arrabbiata. Ma se avessi detto di si, sarebbe stato Christian quello arrabbiato. 
Aveva già tanti pensieri per la testa, e non aveva bisogno di me che gliene creavo altri. 
Io e Kate ci saremmo potute divertire benissimo a casa. 

-Potremmo fare delle ordinazioni e ce le porteranno a casa..- suggerii.

-Non riuscirò a convincerti?- Mise il broncio. 

-Kate, Christian ha già abbastanza problemi, non voglio farlo arrabbiare ulteriormente.- 

-D'accordo, credo che le ordinazioni vadano bene.- Si arrese.

-Grazie!- Esclamai gettandole le braccia al collo. 

Non appena arrivammo a casa e ci arrivarono i nostri drink, Kate iniziò a parlare di tutto ciò che le passasse per la testa. 

-Sai, le misure di sicurezza straordinarie stanno facendo impazzire Grace e Mia- disse Kate in tono disinvolto.

La fissai con aria confusa, stupefatta.

-Non lo sapevi?- Sembrava incredula.

-Sapevo cosa?-

-Le misure di sicurezza per tutti i Grey sono state triplicate. Centuplicate, addirittura.-

-Sul serio?-

-Lui non te l'ha detto?-

Arrossii. 
-No.- "Dannazione, Christian!" -Sai perché?-

-Jack Hyde.-

-Che cosa c'entra Jack? Credevo ce l'avesse con Christian.- "Accidenti. Perché non me l'ha detto?"

-Da lunedì- disse Kate.

Lunedì scorso? "Mmh... avevamo identificato Jack domenica. Ma perché tutti i Grey?"

-Come fai a sapere queste cose?-

-Elliot.-
Naturalmente.

-Christian non ti ha detto niente, vero?-

Arrossii di nuovo. 
-No.-

-Oh, Ana, che rompiballe-

Sospirai. 
Come sempre, Kate aveva messo il dito nella piaga con il consueto tatto da elefante. 

-Sai perché?- Se Christian non aveva intenzione di dirmelo, forse lo avrebbe fatto Kate.

-Elliot ha detto che ha qualcosa a che fare con le informazioni contenute nel computer di Hyde quand'era alla SIP.-

"Porca miseria." 
-Stai scherzando.- Avvertii un'ondata di rabbia. Com'è che Kate lo sapeva e io no?

Sicuramente anche Sawyer e gli altri sapevano di questa storia.
Perché Christian si ostinava a tenermi tutto nascosto? Questo era un altro argomento da affrontare non appena sarebbe tornato.

Decisi di cambiare discorso, per evitare di chiamarlo subito e fare una scenata.
Finimmo a parlare di Elliot, e del fatto che anche lui conosceva Gia, avevano avuto una storia. 

-Ana. È stato bellissimo vederti. Sembri molto più, non so... sicura di te. Chiaramente il matrimonio ti fa bene.-

Sentii il viso in fiamme. 
Detto da Katherine Kavanagh, era un vero complimento.

-È così- sussurrai e, probabilmente perché avevo bevuto troppo, mi venne da piangere. 
Sarei potuta essere più felice? 
Nonostante il suo passato, la sua natura, le sue cinquanta sfumature, ho incontrato e sposato l'uomo dei miei sogni. 
Cambiai in fretta argomento per allontanare quei pensieri, altrimenti so che mi sarei messa a piangere.

Kate mi abbracciò forte.

-Non sparire- sussurrò, e mi baciò su una guancia. Poi entrò in ascensore accompagnata da Sawyer. 
La salutai con la mano, sentendo una strana nostalgia. Mi erano mancate le chiacchiere tra ragazze, ma la verità era che adoravo stare nella mia bolla con Christian.

Dopo aver mangiato, cosa che Christian avrebbe apprezzato molto, essermi fatta una doccia e aver letto qualche capitolo di un libro, decisi di prepararmi per andare a dormire.
Christian non mi aveva ancora richiamata, e lo avrei fatto io se non ci fosse stato un urlo a bloccarmi. 

Mi girai cautamente, cercando disperatamente di non entrare nel panico.
L'urlo proveniva dal piano di sotto. 

"Magari non è niente, Ana!" Mi gridò la mia vocina interiore. E mi convinsi, anche. Mi convinsi fino a quando non saltò via la luce.

Dovevo mettere da parte la paura e vedere cosa stava succedendo.

Con "perfetto tempismo" il mio telefono iniziò a vibrare. 
Avrei richiamato dopo Christian, prima dovevo accettarmi che andasse tutto bene. 

Schizzai fuori dalla mia camera, e attenta a non inciampare, tesi le orecchie. 
La casa era buia, ma in compenso c'erano le luci provenienti da fuori ad illuminarla. 

-Gail..?- Dissi con voce tremolante, scendendo le scale e avvicinandomi alla cucina.

Nessuna risposta. 

-Mrs.Jones, Prescott?- Le chiamai a voce più alta. 

Niente. 

Avrei voluto rispondere a Christian. 
Perché non lo avevo fatto?

Feci marcia indietro, e mi affrettai a raggiungere le scale, ma qualcuno mi afferrò per le spalle. 

Gridai prima di andare a sbattere contro il muro e cadere a terra. 

Avevo la vista annebbiata, ma potei vedere una figura maschile accovacciarsi difronte a me. Poi sentii l'ago di una siringa conficcarsi nel mio braccio, e pian piano tutto cominciò a sparire. 

"Christian..." fu il mio ultimo pensiero. 
Poi il buio. 

POV'S CHRISTIAN

Era questo il ringraziamento per aver affrontato tre fottutissime ore di viaggio.
Una giornata piena di lavoro senza sosta. 
Non avevo neanche avuto il tempo di richiamare Ana, ma lei probabilmente a differenza mia, si stava godendo la serata con Katherine. 

Sospirai sonoramente, e dopo aver gettato i miei vestiti sul letto mi concessi una profonda doccia.
Quello che avrei tanto voluto ora come ora era essere in compagnia di mia moglie, ma mi sarei accontentato di ascoltare la sua voce. 

Composi ansiosamente il suo numero, sperando che rispondesse al primo squillo.
Al contrario invece, il telefono squillò per un pezzo, finché non si attaccò la segreteria telefonica.

-Ciao! Hai chiamato Ana. Non posso risponderti al momento, ma per favore, lascia un messaggio dopo il beep, e io ti richiamerò al più presto.- 

Chiusi il telefono di botto, irritato.
Dove diavolo era? Perché non rispondeva? 

Provai a richiamarla altre quattro volte, e le mandai un messaggio con scritto:"dove accidenti sei?", prima che la mia pazienza si esaurisse.
Se era uscita con Katherine dopo che mi aveva promesso che non lo avrebbe fatto...

Composi il numero di Luke, il quale mi rispose al secondo squillo.

-Mr.Grey.- Disse.

-Luke, dove siete?- Ringhiai. 

-Sto tornando a casa, signore. Ho appena lasciato la signorina Kavanagh davanti il suo appartamento.- 

-Ana non è con te?- Chiesi vacillante.

-No, signore. Mrs.Grey è a casa.- 

-Ma hanno passato la serata lì, vero?- Dovevo togliermi quel dubbio.

-Si, signore.- Rispose. 

Bene.

-Senti, Ana non mi risponde, accertarti che stia bene non appena arrivi.- Dissi.
Magari si era solo addormentata, ed io mi stavo facendo dei problemi inutili. 

-Certo. È tutto signore?- 

-Si.- Risposi. -Fa' presto.- E detto questo attaccai. 

"Si sarà solo addormentata" continuavo a dirmi, ma non riuscivo proprio a smettere di andare avanti e indietro per la camera. 
Un brutto presentimento continuava ad invadermi il petto.

Sawyer mi richiamò sette minuti dopo.
Risposi subito.

-Luke.- 

-Mr.Grey..- rispose con voce grave.

-Cos'è successo?- Sibilai. -Dov'è Anastasia?-

-Mr.Grey, qualcuno è riuscito ad entrare nell'appartamento. Hanno staccato la luce, drogato Prescott e Gail, e...- si bloccò. 

Stava scherzando.
Stava fottutamente scherzando.

-Dov'è Anastasia?- Ripetei. 

-L'hanno portata via.- Potei sentirlo deglutire. -Hanno lasciato un biglietto, per lei.- 

L'hanno portata via.
L'hanno portata via.
L'hanno portata via.

-Lei non è a casa?- Chiesi totalmente confuso.

Doveva essere tutto un sogno. Un orribile sogno, e quando mi sarei svegliato avrei trovato Anastasia accanto a me. 
Lei non poteva essere stata rapita. Non poteva e basta.

-Mr.Grey, mantenga la calma. Ho già chiamato la polizia, ora avviserò Taylor e...-

-Mantenere la calma?!- Esplosi. -Mia moglie è appena stata rapita e tu mi dici di mantenere la calma?!- 

Era pazzo. 
Luke era completamente pazzo. 

-Arriveremo tra circa tre ore.- Annunciai. 

-Bene signore.- 

-Fa' di tutto per trovarla..- la mia voce si spezzò.

-La troveremo Mr.Grey.- Rispose.

Attaccai e corsi fuori dalla stanza, dirigendomi alla camera di Taylor.

Cazzo. Cazzo. Cazzo. 

Ero ancora intrappolato in questo maledettissimo incubo. 
Come potevo riuscire ad uscirne?
Perché Anastasia non mi stava supplicando di svegliarmi, con le lacrime agli occhi?

-Taylor!- Gridai, picchiando violentemente la sua porta.

"Ana..." fu il mio ultimo pensiero.

ANGOLINO AUTRICE:
SPERO VIVAMENTE CHE QUESTO PRIMISSIMO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO! SE È COSÌ PASSATE SOTTO PER UN COMMENTO!

(P.S: questa storia era già esistita, ma è stata riaggiornata completamente :D)
   
 
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