L'addio del mattino
«Per me si è fatta ora di andare» mi disse, abbottonandosi la camicia e gettando uno sguardo alla sveglia sul comodino.
Molti lo definirebbero un atteggiamento rude, io lo definirei schietto.
Eravamo consapevoli entrambi del perché eravamo lì.
Sapevo che era una storia da una notte, una volta e poi via.
Tutto nella sua vita parlava di provvisorietà.
Lavorare sugli aerei così da svegliarsi ogni giorni in un posto diverso e non avere mai una relazione fissa, nessun legame.
Gli scatoloni mai aperti in giro per la casa, come se un suo trasferimento fosse imminente.
Eppure non potei fare a meno di sentirmi come gli asciugamani di un hotel, cambiati appena l'ospite va via.
«Chiamo un taxi.» mi avvisò, così che non potessi illudermi di rimanere. «Dieci minuti e sarà qui.»
Mi salutò sulla porta, anche se in realtà stavamo uscendo entrambi.
Si allontanò da me, in direzione del taxi, la divisa che ne evidenziava magnificamente il fisico, il trolley al seguito, i tacchi che battevano ritmicamente sul marciapiede.
Sapevo che non avrei mai più incontrato una donna come lei.
NDA:Piaciuto il racconto?
Avevate capito che a parlare era un uomo?
A presto. ^__^