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Autore: Nurelnico    15/07/2015    0 recensioni
Lei era perfetta, era passata da nulla a tutto.
Lui era imperfetto, ma per lei era perfetto nelle sue imperfezioni.
Una storia d'amore che è durata una notte o una vita intera, ma che li ha uniti come mai avrebbero immaginato.
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Lei.
Lei non era nessuno, la persona più estranea che lui avesse mai potuto immaginare.
Vivevano in città diverse, lontane, avevano vite completamente differenti, così come le loro età che non si potevano neanche paragonare: lei aveva sedici anni, lui ventidue.
Voi direte che non è poi chissà quanto, ma anagraficamente è una differenza rilevante.
I due si conobbero per caso, un giorno come un altro, in un luogo come un altro e iniziarono a parlare.
Lui rimase affascinato dai suoi lunghi capelli castani, che tendevano ad una sfumatura più chiara su alcune ciocche; poi c’erano quegli occhi così attenti, sfuggenti, sfacciati, provocatori, fieri che quasi era impossibile non abbassare lo sguardo quando li incrociava. Anche le labbra non sfiguravano: delle linee chiare, che andavano ad inspessirsi nella zona appena sotto il naso, ma il dettaglio che lo colpì realmente furono i piccoli tagli che percorrevano quelle due linee di seduzione.
Evidentemente aveva il vizio di mordersi le labbra quando era nervosa o soprappensiero.
Continuarono a parlare a lungo, conoscendosi e scoprendo ognuno i dettagli più intimi dell’altro, le paure più grandi, i lati del carattere più nascosti e divennero subito amici.
Tra loro c’era una sintonia incredibile, come se si conoscessero da anni.
Lui diceva una cosa e lei subito annuiva, affermando di amare quella stessa cosa.
Lei rivelava una sua piccola “mania”, un po’ strana, e lui rispondeva a bassa voce di aver sempre fatto lo stesso, mentre si guardava i piedi, leggermente in imbarazzo.
Parlarono e parlarono fino a che non compresero di conoscersi davvero a fondo, tanto da valutare le parole del tutto inutili, perché ormai i dialoghi erano diventati gli sguardi, i sorrisi, le mosse.
Lui la prese per mano, con i cuore che gli batteva nel petto, la guardò negli occhi e le sorrise.
Lei intrecciò le dita con quelle del ragazzo e iniziò a correre, tirandolo e ridendo.
Adesso correvano e ridevano, ma erano anche uniti.
«Vieni con me» disse lui.
«Rimani per sempre con me…» e lei annuì, seguendolo.
Quel gioco di sguardi, di attenzioni, di risate e di piccoli gesti li spinse fino alla camera di lui.
Una camera del tutto anonima all’apparenza, ma lei riusciva a leggerne tutti i dettagli, anche quelli più celati.
Improvvisamente si lanciò sul letto, iniziando a rotolarsi, buttando all’aria tutte le coperte: in fondo era ancora un po’ bambina, ma questo la rendeva solo più bella ai suoi occhi.
Però quel momento durò poco. Si avvicinò al bordo del letto e lo tirò appena per la maglia, come in un chiaro invito a smettere di fare l’adulto.
I due si unirono di nuovo, ma questa volta in un dolce abbraccio, rotolando tra le coperte, ridendo come due bambini, fino a che lei lo spinse sulla schiena, mettendosi sopra di lui, poggiando la testa contro il suo petto.
Lui le accarezzò dolcemente i capelli, beandosi del calore e della pressione del corpo della ragazza contro il suo, mentre lei studiava il battito del suo cuore, poggiandoci sopra l’orecchio.
Il tempo parve essersi fermato: lui era totalmente rapito dal suo profumo, da quello dei suoi capelli, mentre lei imparava ogni singola nota del suo cuore, studiandola con attenzione.
Nessuno dei due seppe dire se fosse passato un secondo oppure un’ora, ma non era neanche realmente importante, perché in fondo erano insieme ed era l’unica cosa che davvero meritava tutta la loro attenzione.
«Sei caldo…» mormorò lei, portando le mani fredde sotto la sua maglia, causandogli dei leggeri brividi.
Lui la strinse forte a sé e le lasciò un leggero bacio sulla testa.
A quel semplice gesto lei alzò lo sguardo e lo fissò con un’espressione di sorpresa mista a un dolce sorriso, uno di quelli in grado di sciogliere anche il gelo più profondo dell’animo.
Si avvicinò lentamente e gli accarezzò la guancia coperta da un leggero strato di barba con una delicatezza, simile a quella di un soffiatore di vetro che maneggia la sua creazione appena ultimata.
Gli sfiorò le labbra con la punta del dito, seguendone il contorno e poi lo baciò.
Il loro primo bacio, così dolce e leggero, quasi ingenuo. Le loro labbra che si toccavano per la prima volta, permettendogli di assaporare il gusto dell’altro, iniziarono a diventare sempre più avide, desiderose di ulteriore contatto, di maggiore passione e trasporto.
Lui affondò il viso nel collo di lei, facendola sospirare dal piacere travolgente e inatteso, poi lei si vendicava mordendogli il labbro per attirarlo a sé, per poterlo baciare ancora.
All’apice della frenesia e del desiderio, lei si staccò per sfilarsi la maglietta: era perfetta, minuta, con la pelle così chiara da sembrare di ceramica, così sicura del suo corpo e della sua bellezza, mentre lui rimase appena a disagio quando vide il suo sguardo e la sua espressione non appena vide i suoi marchi e le sue cicatrici, dopo avergli sfilato la sua, quasi con rabbia, tanto era desiderosa di scoprire il suo corpo.
Non si era mai vergognato di mostrarle, ma in quel momento la paura che lei potesse rimare turbata lo assalì.
La ragazza si avvicinò, continuando a osservarlo spudoratamente, ignorando il suo imbarazzo. Si avvicinò tanto da permettergli di sentire il respiro caldo contro il petto, senza dire nulla, senza porgli quelle classiche domande come tutti gli altri.
Era così vicina da riuscire a vedere il suo petto muoversi per il battito martellante del cuore e lo sentì davvero quando allungò la mano, poggiandocela sopra, mentre con l’altra esplorava tutti quei segni unici che lui non avrebbe mai più potuto cancellare dalla sua pelle.
Li osservò e li toccò a lungo, senza dire una parola, poi lo guardò negli occhi.
E lo baciò di nuovo.
Per lei quei segni erano solo un dettaglio che lo rendevano ancora più bello, più unico.
E in quel momento si amarono.
Insieme si sentivano completi, invincibili.
Si amarono a lungo, senza mai stancarsi l’uno dell’altra, fino a che non si addormentarono sfiniti, lei rannicchiata tra le sue braccia, con il viso premuto contro il suo petto caldo, desiderosa e bisognosa di quel calore e di quella sicurezza che solo lui gli era riuscito a dare.
La mattina seguente, però, lei non era più lì.
Al suo posto c’era un biglietto.
 
Ti ho amato e ti amerò sempre.
Un giorno ci rivedremo e ci ameremo ancora, te lo prometto, anche perché io ho un pezzo del tuo cuore e tu hai un pezzo del mio e loro saranno in grado di farci incontrare ancora, a tempo debito.
Non ti dimenticherò.
 
Lui lesse quelle parole, mentre una sola lacrima gli rigava una guancia, andando a finire poi sul foglio, sbiadendo il suo nome scritto in fondo al messaggio, ma al tempo stesso sapeva che quelle parole erano vere: si sarebbero rincontrati prima o poi.
Ne era sicuro.
 


Angolo dell’autore:
Questa storia è uno sfogo derivante da eventi reali, mischiati con fantasia, desideri, promesse, parole.
Non sono mai stato  capace di trasmettere delle emozioni in maniera adeguata, ma in questo caso sono stato completamente sincero e ho scritto di getto, senza neanche cancellare una sola parola, rileggendo una volta sola, quindi mi scuso per eventuali errori. Probabilmente questo sarà l’unico mio “esperimento” in questo genere, ma questa volta ne sentivo il bisogno.
Vi ringrazio di avermi concesso questi 5 minuti e di essere arrivati fino a qui.
  
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