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Autore: silbysilby_    15/07/2015    2 recensioni
Chris sà che probabilmente è colpa sua.
Se solo ci avesse provato un po di più...forse non sarebbe andata a finire così.
Il capitolo "Glee" nella sua vita era stato chiuso, sigillato in mezzo a tanti bei ricordi, ed era arrivato il momento di mettere un bel punto anche a quella sottospecie di relazione che aveva con Darren. Che aveva avuto con Darren.
Doveva voltare pagina, concentrarsi sulla sua carriera da scrittore,sul film in cantiere dove recitava come protagonista, al suo fidanzato che trascurava troppo spesso.
Non c'era spazio per Darren e le sue attenzioni. Per Darren e quei suoi stupidi sentimenti da adolescente confuso. Per Darren e tutti quei ricordi che lo tormentavano, impedendogli di terminare decentemente l'ultimo capitolo di TLOS4.
Prendete un Chris Colfer che non riesce a non pensare a Darren Criss e alla loro relazione ormai finita,aggiungete qualche flashback e non dimenticate una marea di lacrime da parte dell'autrice.Il tutto condito da "The one that got away" di Katy Perry.
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonsalve a tutti!Questa è la mia seconda one shot,siate clementi :O Vi lascio alla lettura! RECENSITEEEEEEEEEEEEE 

Per le mie Kinderly (1 ANNO BABY),per la mia Beta e per tutte noi crisscolfer shipper.Che disagio.





Chris sà che probabilmente è colpa sua.
Se solo ci avesse provato un po di più...forse non sarebbe andata a finire così.
Il capitolo "Glee" nella sua vita era stato chiuso, sigillato in mezzo a tanti bei ricordi, ed era arrivato il momento di mettere un bel punto anche a quella sottospecie di relazione che aveva con Darren. Che aveva avuto con Darren.
Doveva voltare pagina, concentrarsi sulla sua carriera da scrittore,sul film in cantiere dove recitava come protagonista, al suo fidanzato che trascurava troppo spesso.
Non c'era spazio per Darren e le sue attenzioni. Per Darren e quei suoi stupidi sentimenti da adolescente confuso. Per Darren e tutti quei ricordi che lo tormentavano, impedendogli di terminare decentemente l'ultimo capitolo di TLOS4.
 

" Oh,Kurt. You had me at Emm- "

Chris sbuffò e smise di battere sulla tastiera, si alzò dalla scrivania e andò a prendersi un bicchiere d'acqua per inumidirsi la gola secca. Si appoggiò con la schiena al bancone della cucina, ascoltando in silenzio il ticchettio della pioggia primaverile che scendeva da qualche minuto.

 
" Is he gonna kiss you in the rain?
Is he gonna cook on Sunday?"
 

L'attore appoggiò bruscamente il bicchiere e dopo essersi assicurato di aver chiuso tutte le tapparelle, si rifugiò nella sua camera da letto. Strofinò il dorso della mano sull'occhio,  senza neanche lasciare il tempo alle lacrime di scendere.
Non erano assolutamente lacrime di tristezza, dovevano essere solo uno sfogo per tutto lo stress che aveva accumulato ultimamente.

 
" And where you go I follow"
 

Il petto di Chris venne scosso da un singhiozzo mentre (quest'ultimo) si raggomitolava tra le lenzuola.
Era solo stanco, tutto qui. Darren non c'entrava niente. Si sarebbe riposato gli occhi per cinque minuti e poi sarebbe tornato al computer più rilassato e fresco di prima.
Il ragazzo strinse forte le palpebre, come se quel gesto potesse farlo automaticamente addormentare. Inutile dire che sapeva già che non avrebbe funzionato.
Era inutile, tutto inutile. Se proprio non riusciva a pensare ad altro, tanto valeva affrontare il problema e liberarsene.
Lasciò così la sua mente libera di vagare, guidata dalla stanchezza e da tutto quel bagaglio emotivo, vagando di ricordo in ricordo senza alcun filo logico se non un paio di occhi ambrati.
Era dolce perdersi in quel modo: chiudere gli occhi e fingere per un momento di rivivere ancora quel lontano 2011...
 

 

Summer after high school when we first met
We made out in your Mustang to Radiohead
And on my 18th birthday we got matching tattoos
Used to steal your parents' liquor and climb to the roof
Talk about our future like we had a clue
Never planned that one day I'd be losing you
 

 

"Ma che facce fai?"
Una risata stanca ma divertita interruppe il silenzio che regnava in quella stanza da qualche minuto, per quanto potesse esserci silenzio nel sovraffollato backstage del Glee Tour 3D.
"Sai, non tutti riescono a dormire sdraiati sul pavimento in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione."
"Infatti è per questo motivo che mi sono comportato da vero gentiluomo e ti ho concesso di riposare le tue stanche membra sulle sedie che avevo sistemato per me."  disse Darren ammiccando al soffitto.
Chris era disteso di lato con il capo appoggiato al proprio braccio, ancora vestito con il gilet e la camicia di scena. Non era solito riposare dove gli capitasse, ma quella sera era davvero sfinito da tutto quel recitare-ballare-cantare, e quando aveva visto Darren in procinto di schiacciare un pisolino si era subito unito a lui. Il moro aveva poi insistito per cedergli le poche sedie libere che aveva affiancato per creare una specie di brandina di fortuna e si era "accomodato" sui tappeti stesi sul pavimento.
Erano rimasti sdraiati, ognuno al proprio posto, interrompendo i momenti in cui parlavano del più e del meno, con altri dove uno fissava l'altro di soppiatto fino a quando non veniva beccato e scostava imbarazzato lo sguardo.
Più Chris guardava Darren, più gli veniva da sorridere; sembrava così piccolo steso lì per terra,vestito con quei colori sgargianti, i capelli tirati all'indietro e il viso ben rasato...
Darren attese sorridendo una delle ormai famigliari risposte sarcastiche di Colfer, e quando il silenzio si prolungò troppo abbassò lo sguardo verso quel letto improvvisato, chiedendosi se il ragazzo si fosse addormentato. Invece trovò Chris intento a fissarlo con quei suoi occhioni celesti resi blu dalla luce artificiale della stanza. Le sue guance si tinsero di rosa mentre faceva scivolare velocemente lo sguardo in un qualsiasi  altro punto della stanza.
Darren continuò a guardarlo apertamente e dopo poco Chris ricambiò l'occhiata. Il moro inarcò un sopracciglio, curioso di vedere chi avrebbe distolto lo sguardo per primo. Colfer accettò silenziosamente la sfida, lottando contro il sorrisetto che gli stava affiorando sulle labbra; in realtà non era poi così difficile starsene lì a guardarsi negli occhi, sopratuttto quando gli occhi in questione erano di un colore caldo ed avvolgente e sembravano cambiare continuamente espressione.
Ormai era da un anno che erano diventati colleghi, lavorando alla seconda stagione della seria televisiva. Avevano stretto da subito un ottimo rapporto: amavano le stesse cose, parlavano per ore, si divertivano insieme e quando duettavano la chimica era tangibile nell'aria.
Nessuno dei due avrebbe saputo dire quando le cose avevano iniziato a cambiare. Giorno per giorno, tra una scena da girare ed un'altra, tra sorrisi e silenzi. Non avevano la presunzione di essere certi di piacere all'altro, ma entrambi sentivano che c'era qualcosa di diverso nella loro amicizia, sentimenti che iniziavano a mostrarsi per quello che erano. Sebbene fosse una situazione evidente agli occhi di tutti, non ne discutevano mai. Di tacito accordo continuavano come avevano sempre fatto, ignorando il bisogno urgente di baciarsi che ultimamente li assaliva spesso.

 

Chris si sottrasse a fatica dal tepore famigliare che sembravano emanare quei primi ricordi della loro non-più-amicizia, per poi trovarsi catapultato nel presente, dove non era sdraiato su delle scomode sedie e non aveva lo sguardo del moro allacciato al suo.
Per un po' cercò di concentrarsi sul suono ovattato della pioggia fuori della finestra, fino a quando non cessò e la stanza piombò nel silenzio.
Quando fu evidente che non sarebbe riuscito ad addormentarsi si tirò su dal letto, si mise una giacchetta nera, si infilò le scarpe, prese al volo le chiavi del suo appartamento, mise il guinzaglio a Cooper e scesero insieme per una passeggiata.
Le strade erano bagnate e le poche auto che passavano sollevavano l'acqua delle pozzanghere, il cielo era nuvoloso e l'aria sapeva ancora di pioggia.
 L'attore si lasciò guidare dal suo cagnolone- che era entusiasta di quella uscita fuori programma- senza prestare attenzione a dove stessero andando, o a quanto si stessero allontanando.
D'altronde con la testa era da tutt'altra parte, a percorrere altri marciapiedi bagnati, a respirare altra aria umida, al freddo, fuori da un locale di New York...
 
 

I was June and you were my Johnny Cash
Never one without the other, we made a pact
Sometimes when I miss you,
 I put those records on.

 

Chris camminava veloce su quel marciapiede, le mani nelle tasche dei rossissimi pantaloni stretti di Kurt. Il freddo gli pungeva le guance arrossate e bagnate di lacrime, mentre lui rallentava il passo e cercò di calmare i singhiozzi prima che diventassero più irruenti.
Stavano girando delle scene per la rottura dei Klaine a New York, e Chris sapeva già, avendo studiato il copione, che era stata inserita una versione acustica di Teenage Dream. Eppure non si aspettava che Darren chiedesse di poter eseguire il brano live, senza utilizzare il playback. E quella fottuta canzone gliela aveva cantata guardandolo dritto negli occhi, senza badare alle mani che scivolavano abilmente sul pianoforte.
Chris si era semplicemente sentito morire dentro sin dalla prima nota, sapendo che la sua interpretazione di Kurt sarebbe stata più che perfetta: doveva starsene seduto ad un tavolino, osservando assorto il suo ragazzo che era venuto a trovarlo da Lima, intuendo che ci fosse qualcosa che non andava.
L'attore si fermò dopo pochi passi, ispirando ed espirando lentamente per riprendersi il più velocemente possibile e poter rientrare dignitosamente nel locale. Già il regista era stato fin troppo gentile a dirgli che poteva lasciare il set quando lo aveva visto in lacrime, non era il caso di approfittarsene.
Sentì dei passi veloci dietro di sè, seguiti da un tonfo e da una serie di scuse esagitate, ricambiate da imprecazioni e da "Guarda dove cammini!"
A Chris non servì voltarsi per sapere chi gli stava correndo dietro, ma quando vide Darren venirgli incontro con il fiatone e ancora i panni di Blaine addosso, il suo cuore fece comunque una capriola.
Darren lo tirò per un braccio verso di sè, quasi con rabbia, ma poi Colfer si sentì avvolgere la schiena da braccia forti e protettive che lo stringevano al petto dell'altro con una presa così solida che, per un attimo, Chris pensò che sarebbero diventati una cosa sola.
Il moro appoggiò la testa sulla sua spalla, premendo la fronte calda sul collo esposto del castano. Quest'ultimo sospirò, portando le mani tra i ricci dell'altro senza riuscire a trattenere le lacrime che andavano formandosi negli angoli degli occhi.
Era così tutte le volte: quando riusciva a calmarsi dopo un momento di debolezza, bastava che qualcuno cercasse di consolarlo e lui dava sfogo a tutto quello che si era tenuto dentro, crollando miseramente.
Darren e Chris avevano discusso il giorno prima, e anche se non era stato un grande litigio, era bastato a farli tornare ognuno a casa propria a testa bassa e a lasciarli in una sorta di tensione anche in quella sera di riprese.
Il problema era sempre lo stesso: quel dover nascondere la loro relazione ai media, agli amici e alla famiglia. Quel doversi trattenere che li stava facendo lentamente impazzire.
E quell'abbraccio così stretto e prolungato con cui si stavano avvolgendo bastava più di mille parole.
“Mi dispiace. Non dovevo alzare la voce con te. Mi è mancato parlarti. Dimentica tutto. Voglio stare con te. Ti amo troppo per pensare di lasciarti. Sistemeremo tutto insieme.”
I due si allontanarono giusto l'indispensabile per potersi guardare in faccia, e quando Darren vide gli occhi arrossati e lucidi di Chris sentii automaticamente i propri occhi inumidirsi a loro volta.
A Chris venne quasi da ridere quando lo notò, perchè Darren era davvero troppo, troppo per uno come lui. Il riccio si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito ed afferrò il viso dell'altro ragazzo con le sue mani calde,cancellandogli i segni delle lacrime sulle guance. Si persero un po nei loro occhi, celeste contro ambra, mentre i loro nasi si sfioravano.
Darren racchiuse il labbro inferiore di Chris tra le sue, in un bacio caldo e rassicurante,seppur breve. Erano pur sempre in mezzo a un marciapiede a qualche metro da telecamere e comparse.
"Non piangere, Chris. Se tu piangi piango anche io." sussurrò Darren tenendo gli occhi chiusi come a non voler interrompere il silenzio che regnava in quella stradina di New York.

 

Uno strattone di Cooper lo fece tornare bruscamente alla realtà, lasciando solo il fantasma di due occhi nocciola davanti a se. Scavalcò appena in tempo una pozzanghera, rischiando di inciampare nei suoi piedi.
Si rese conto solo in quel momento che la temperatura e la luce naturale erano calate e dei lampioni si accendevano uno ad uno.
Dopo essersi assicurato che non passassero auto, attraversò la strada per ripercorrere la passeggiata al contrario e tornare al suo appartamento, ma più ci si avvicinava più si rendeva conto di non avere la benchè minima voglia di stare a casa. Non quando ogni oggetto, ogni mobile, ogni angolo gli sembrava pieno a metà.
Fece comunque un salto all'appartamento per lasciarci Cooper, poi tornò fuori al freddo, guardandosi intorno alla ricerca di un qualsiasi posto dove poter rifugiarsi.
***
Il bar che che occasionalmente frequentava era fortunatamente meno affollato del solito e il suo caffè non tardò ad arrivare; prese posto in uno degli angoli più discreti del locale, sorseggiando il caffè con apatia e sforzandosi di mandare giù un boccone di quel muffin che si era costretto a prendere, non avendo cenato prima.
Si massaggiò le tempie con le dita, cercando di evitare di farsi venire un'emicrania.
Se per Chris dimenticare Darren implicava il dover pensare costantemente a lui...beh, forse non si se ne sarebbe scordato tanto presto.

Someone said you had your tattoo removed
Saw you downtown singing the blues
It's time to face the music,
 I'm no longer your muse

 

Un bussare appena udibile alla porta del suo trailer.
Chris strinse per bene il nodo della cravatta rossa prima di invitare la persona che aveva bussato ad entrare. Darren fece capolino dalla porta con un mezzo sorriso, i capelli senza gel ma messi in piega per la nuova acconciatura del futuro Blaine e i suoi abiti rosso-bianchi già addosso.
"Ehi, Chris, ci vogliono tutti quanti sul set dell'auditorium per fare un paio di foto di gruppo per, sai...l'ultima esibizione."  lo informò Darren abbassando il tono di voce nella parte finale della frase, come se le parole 'ultima esibizione' fossero tabù.
"Ok,sono già pronto, possiamo andare..."
Darren fece per uscire dal camerino, ma si fermò ad indugiare sulla maniglia; si voltò verso l'altro ragazzo con un'espressione seria, le sopracciglia scure leggermente corrucciate e la bocca semiaperta, come se stesse per dire qualcosa ma si fosse trattenuto.
"Va tutto bene, Darren?" chiese Chris accigliandosi.
"Sì. Si, va tutto bene. Tutto benissimo."  rispose velocemente il moro evitando accuratamente di incrociare lo sguardo del castano e girandosi verso l'uscita.
Chris lo fermò per il lembo della camicia a quadretti e lo fece voltare verso di se.
"Darren ci conosciamo da cinque anni. Pensi davvero di potermi mentire senza che io me ne accorga?"
Darren abbassò ancora di più la testa, fissandosi la punta dei mocassini. Chiuse gli occhi per cercare la forza di affrontare l'argomento e quando finalmente alzò il capo trovò gli occhi di Chris pieni di apprensione, mentre lo studiavano in volto per cercare di capire dove fosse il problema.  
"Cosa succederà adesso? Tra di noi, intendo, ora che Glee è praticamente finito." chiese Darren titubante.
Colfer rimase spiazzato per un attimo, non aspettandosi una domanda così diretta.
"Insomma, lo so che ci siamo mollati tanto tempo fa e che adesso siamo in un qualche assurdo modo 'solo amici', ma ho come l'impressione che se non te lo chiedo ora... finiremo per perderci di vista"
"Ma noi non ci perderemo..." 
"Succederà, Chris. Succede con gli amici delle superiori, con gli amici del college, con gli amici incontrati in viaggio... agli amici succede sempre." Lo interruppe stringendogli saldamente la mano e calcando la parola 'amici' con fastidio.
I suoi occhi erano duri e freddi, e si stavano trattenendo visibilmente dal diventare lucidi.
Chris deglutì. Aveva capito dove andava a parare il discorso e si maledisse in anticipo per quello che stava per dire.
"Lo sai che non siamo mai stati solo amici. Non lo eravamo prima di metterci insieme e tanto meno lo siamo ora."
Sapeva che così dicendo avrebbe solo peggiorato le cose, che alla fine del discorso si sarebbero ritrovati al punto di partenza e con il millesimo ricordo doloroso di troppo, ma quando Darren veniva per parlare con lui a cuore aperto Chris non poteva fingere che non gli importasse o che gli fosse passata.
Chris osservò il volto di Darren addolcirsi alle sue parole, sicuramente capendo il significato implicito della frase.
Darren, di canto suo, sentì tutti i muri che aveva inizialmente innalzato intorno a sè crollare senza opporre resistenza; lui si era preparato psicologicamente per andare da Chris, si era detto di essere forte, di accettare il rifiuto senza insistere troppo, di uscire da quel trailer con dignità e di lasciarlo andare per la sua strada, senza voltarsi più indietro. Non si era preparato a vedere l'altro afflitto mentre ammetteva quello che aveva provato a tirargli fuori in tutti i modi negli ultimi mesi.
Era tutto sbagliato, tutto fottuttisimamente completamente sbagliato.
Darren si appoggiò con la schiena al murò dietro di sè, lasciandosi scivolare sul pavimento in finto parquet. Sbuffò una risata che era al limite del pianto.
"E' il tuo modo carino di dirmi che mi ami ancora?"
Il tempo rallentò, i rumori esterni si ovattarono e il respiro si bloccò nella gola di Chris.
Cosa non avrebbe dato per rispondere con un sì. Invece si costrinse a stare in silenzio, mordendosi l'interno della guancia mentre Darren lo fissava con un sorriso amaro sul volto, come se sapesse già che non avrebbe ricevuto risposta, ma che avesse sperato fino all'ultimo il contrario.
Il castano si sedette spalla a spalla con l'altro ragazzo, appoggiandosi al muro. Guardarono dritto davanti a loro per un po', fino a che un singhiozzo non interruppe il silenzio.
Il moro strinse gli occhi e trattene il respiro nel petto, cercando in tutti i modi si non scoppiare a piangere come un bambino. Tentativo che fallì quando Chris appoggiò la testa alla sua spalla e prese a massaggiargli pacamente l'avambraccio per confortarlo. Darren si irrigidì e prese a singhiozzare ancora più frequentemente fino a quando Chris non sollevò il capo, pensando di avere solo peggiorato le cose con quel suo gesto.
"Scusami,non avrei dov-"
Non fece in tempo a finire la frase che Darren si chinò su di lui e affondò il viso nel suo collo, nascondendo le lacrime nel colletto della camicia di Kurt. Chris rimase interdetto per un attimo, poi avvolse la schiena dell'altro con un braccio, premendoselo il più vicino possibile, ed incastrò le sue dita tra quei ricci folti sapendo che quel gesto aveva sempre calmato entrambi.
Darren piangeva talmente forte che tutto il suo corpo era scosso da continui singhiozzi che di conseguenza facevano sobbalzare anche Chris. Si sentiva così stupido a pianger come un quattordicenne alle prese con la prima rottura, ma proprio non riusciva a controllarsi.
Chris gli premette un bacio sul capo, perdendosi nel profumo del suo shampoo.
Era come se la consapevolezza che quei momenti non ci sarebbero più stati gli fosse piombata addosso. Niente più segreti. Niente più rincorrersi. Niente più discussioni. Niente più notti passate a litigare. Niente più riappacificazioni al mattino. Niente più baci. Niente più sguardi complici. Niente più canzoni scelte non a caso. Niente più loro.
Perchè, sinceramente, con Darren era bello anche litigare.
E rendersi conto che tutto quello sarebbe svanito nell'aria, impresso solo nei loro ricordi, nient'altro che un paio di immagini sfocate del passato era surreale.
Non esisteva vivere senza l'altro, non aveva senso.
"Dare" chiamò Chris con un filo di voce.
L'altro sollevò il capo per guardarlo con quei suoi occhi arrossati e gonfi, scatenando in Chris la voglia di baciargli le palpebre.
"Si?" chiese Darren con la voce resa roca dal pianto.
Chris vagò un po in quegli occhi castani-verdi che lo guardavano dalla sua spalla, così grandi e...pieni di sentimento che era difficile sostenerne lo sguardo. Passò il pollice sulla mandibola sbarbata di Darren e gli aggiustò un sopracciglio un po spettinato.
"...no, niente..." disse Chris scrollando la testa.
Darren inarcò un sopracciglio, atto che a Chris ricordò tanto sè stesso.
"Sai, Colfer, dopo cinque anni non devi ancora chiedermi se puoi baciarmi."
Darren tentò un sorriso ammiccante mentre l'ennesima lacrima gli rigava la guancia, lo stesso sorriso che gli rivolgeva quando stavano insieme e Chris si arrabbiava con lui per un qualche motivo sciocco e Darren lo riempiva di moine e baci per farsi perdonare. Si sporse avanti il mento per invitare l'altro a chiudere la distanza tra di loro.
Chris sollevò gli occhi al cielo, cosa che fece ridacchiare l'altro di più, stando al gioco, proprio come avrebbe fatto se stessero ancora insieme. Si sentiva la testa leggera, svuotata di ogni pensiero superfluo. Riusciva solo a guardare Darren e quel suo stupido sorriso tirato che aveva sempre amato così tanto, anche quando era furioso con lui.
Fu con un brivido che si chinò su Darren, rimanendo a un soffio di distanza.
"Sai, Io...Lo so che la nostra storia è andata come è andata, ma ..." Colfer deglutì cercando di prendere tempo. Quanto odiava aprirsi e rendersi vulnerabile davanti agli altri.
"...ma volevo solo dirti che una parte di me, probabilmente la più nascosta, quella che metto sempre a tacere, quella più capricciosa, più egoista...ecco, quella parte di me rimpiangerà per sempre tutto questo."
Darren sbatte gli occhioni arrossati ed inclinò la testa.
"Intendi dire che rimpiangerai di essere stato con me?" mormorò con una nota più dura nella voce.
"No." disse subito Chris con decisione."Quello mai. Intendo dire che rimpiango e rimpiangerò sempre di non essere restato con te."
E detto questo appoggiò le sue labbra su quelle di Darren che, dopo un primo momento di sorpresa, chiuse gli occhi e portò una mano dietro il collo del più piccolo. Era un bacio gentile, leggero, uno di quelli che ci si scambia al primo appuntamento quando ancora ci si sta conoscendo.
Chris si beava della morbidezza di quelle labbra senza approfondire il bacio, senza sentire quel sapore che aveva imparato a conoscere bene. Restarono semplicemente così, con le labbra incastrate le une nelle altre mentre i singhiozzi e le lacrime scemavano lentamente per lasciare spazio a quella famigliare sensazione di essere completi e di star facendo la prima cosa giusta da un po di tempo a quella parte.
Quando Darren interruppe il bacio con un leggero schiocco lo fece sapendo che se non lo avesse fatto in quel momento, probabimente non sarebbe più riuscito a staccarsi. Sorrise a Chris con quella luce negli occhi, quella che aveva sempre e solo quando si trattava di lui, si alzò e gli porse una mano per aiutarlo a fare altrettanto.
"Credo che ormai abbiano già fatto tutte le foto senza di noi"
Chris gli sorrise mestamente, sapendo che quello che ancora si sentiva impresso sulle bocca era stato il loro bacio di addio. Afferrò la mano calda che Darren gli stava porgendo e si sollevò. La tenne tra le sue mani ancora un po' prima di lasciarlo andare.
"Non le farebbero mai senza i loro Klaine."

 

Chris accartocciò la carta del suo muffin e la infilò nel bicchiere di caffè finito per poi buttare via il tutto in una delle pattumiere del bar. Pagò il conto alla cameriera e si avviò verso il suo appartamento.
La stanchezza di quella serata snervante iniziava a farsi sentire, e Chris non desiderava altro che arrivare a casa, farsi una doccia e coricarsi.
***
Il tintinnio del mazzo di chiavi attirò l'attenzione di Brian che scese dal divano in pelle con un balzo e si diresse verso la porta di casa. Poco dopo ne entro Chris che salutò il suo gattone con una carezza tra le orecchie e, dopo aver gettato a terra chiavi, giacca e portafoglio, lo prese in braccio e lo portò in camera con sè. Lo fece zampettare liberamente tra le sue coperte senza preoccuparsi delle centinaia di peli che ci avrebbe perso sopra, e andò a farsi una doccia.
L'acqua calda lo rilassò immediatamente e quando uscì dal bagno sentiva il corpo talmente pesante che non era sicuro di avere la forza di mettersi il pigiama. Si gettò sul letto mancando di poco la coda di Brian e arruffò un po le lenzuola mentre continuava a girarsi e rigirasi alla ricerca di una posizione comoda per prendere sonno. Alla fine tornò a sdraiarsi di pancia e sbuffò nel cuscino.
Era stanco, psicologicamente a pezzi, l'indomani avrebbe dovuto svegliarsi presto e lui non riusciva a dormire.
Brian gli si avvicinò silenziosamente e strusciò la sua testolina contro la sua mano prima di sistemarsi sul cuscino di fianco a quello di Chris. Guardò il suo padroncino con i suoi occhioni felini prima di acciambellarsi e iniziare a fare le fusa sotto le carezze del soprano.
Chris passo le man i tra il pelo morbido del suo gatto e sollevò un angolo della bocca in un sorriso spento.
"Manca anche a te,non è vero? Sò che ti dava fastidio perchè quando c'era lui non ti rivolgevo abbastanza attenzioni e ogni tanto scordavo di cambiarti l'acqua della ciotola, ma alla fine si vedeva che ti eri affezionato."
Brian battè un paio di volte le palpebre con fare indifferente e iniziò a leccarsi le zampe.

In another life I would be your girl
We keep all our promises, be us against the world
And in another life, I would make you stay
So I don't have to say you were the one that got away
The one that got away

 

"Pss...hei...Chris...Chris?"
"Tesoro, dormi. Saranno già le due passate..."
"Chris, è una cosa seria. Penso che il tuo gatto voglia uccidermi."
Il castano si sporse dal letto e acceso la lampada sul comodino. Si stropiccio gli occhi cercando di abituarli alla luce e mettere a fuoco la figura di quell'idiota del suo ragazzo.
Già,il suo ragazzo.
Era ancora così strano pensare a Darren con quel nuovo titolo.
Stavano insieme ormai da due settimane e Darren si era fermato a dormire da lui dopo il solito film del venerdì. Solo a dormire. Erano pazzi l'uno dell'altro,ma non erano ancora arrivati a quel punto della loro relazione.
"Stavo dormendo buono buono senza allungare le mani -come tua precisa richiesta- e mi sono svegliato perchè ho sentito il tuo gatto inquietante soffiarmi contro mentre mi scrutava dal pavimento con quei suoi occhi gialli che brillano, manco fosse spiritato..." gli disse Darren come se gli stesse raccontando chissà quale impresa pericolosa a cui era sopravvissuto.
"E' un gatto, è ovvio che gli brillano gli occhi al buio." borbottò Chris reprimendo uno sbadiglio." Dì la verità: non riesci a dormire." dedusse mentre spostava Brian sul pavimento e si voltava verso Darren.
"E' che...tu mi hai detto di non allungare le mani e io..io non volevo che tu pensassi male o che ti spaventassi se io..se io,insomma,ti abbracciavo" confessò il moro vagamente imbarazzato.
Chris sentì un piccolo tuffo al cuore. Quando aveva detto quella cosa a Darren era solo per precisare che non era ancora pronto per avere quel genere di rapporto con lui, non voleva reprimerlo dall'abbracciarlo. E doveva ammettere a sè stesso che ci era rimasto un po' male quando l'altro gli aveva dato la schiena e si era addormentato.
"Non avrei pensato male. Anche io voglio dormire più vicino a te." mormorò con le guance a fuoco. Spense la luce ed aspettò che Darren si fosse sdraiato sulla schiena per appoggiargli la testa sul petto. Il riccio sospirò felice e lo circondò con un  braccio.
"Per me non è un problema aspettare, Chris. Farei di tutto per te. Mi metterei anche contro il mondo intero." gli disse nel buio della stanza con un tono calmo e dolce nella voce mentre tirava il lenzuolo per coprire entrambi.
Chris gli lasciò un bacio all'altezza del cuore e sorrise.
"Noi due contro il mondo?"
"Noi due contro il mondo."
   
 
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