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Autore: Seren_alias Robin_    15/07/2015    1 recensioni
Missing moments rigorosamente Rumbelle.
“Ti propongo un accordo. Scegli un libro, uno qualunque. Dopo torna qui e leggi per me la parte che preferisci. Se avrai fatto la scelta giusta, domani avrai la giornata libera, a tuo particolare uso.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una tazza col bordo scheggiato.
Per il resto del mondo una piccola tazza col bordo scheggiato era un oggetto praticamente inutile e anche piuttosto banale. Ma il resto del mondo cosa contava ora, per lui, se paragonato a quel pezzo di ceramica decorato di blu?
Era strano pensare come gli esseri umani si portassero dietro la medesima cosa in così tanti modi. Quella stessa cosa che faceva girare il mondo, lentamente, e poi un minuto dopo vertiginosamente.
Alcuni lo tenevano sottobraccio, altri per mano... a quelli meno fortunati toccava conservarlo appeso al collo, in tasca, sotto forma di altri mille oggetti tanto inutili quanto preziosi. L'amore aveva mille forme, tutte quelle che il mondo poteva offrire. Per lui era sempre stata quella tazza, prima ancora che avesse avuto l'opportunità di rendersene conto. Prima ancora che due piccole mani bianche e distratte la scheggiassero facendola cadere.

 

È una tazza, non mi importa”

 

Le sue stesse parole mutavano, diventando nude, svuotate, prive di significato, ora che il suo amore perduto era lì, su un piedistallo, al posto di uno squallido calice d'oro, esposto come premio di consolazione per una gara a cui non aveva avuto il coraggio di partecipare.

 

 

 

 

Qualche mese prima.

Il vento martellava prepotentemente sulle grandi finestre del Castello Oscuro, ma restava fuori come un ospite sgradito. Anche per il più misero soffio d'aria era impossibile penetrare tra quelle antiche mura.
Belle si sentiva intrappolata in una meravigliosa e immensa gabbia dorata, circondata da misteri e distrazioni allettanti per una mente curiosa e intelligente come la sua, ma pur sempre prigioniera. A causa delle pesanti tende inchiodate che non le concedevano neanche di contemplare la propria libertà perduta, aveva quasi dimenticato la luce del giorno e gli splendenti colori del cielo ceruleo. Non che avesse troppo tempo per preoccuparsene: il suo padrone aveva espresso chiaramente i suoi compiti sin dal primo istante e sue giornate erano così piene che le restavano davvero pochi minuti per rimpiangere il sole. La notte però non lasciava scampo. Al calare del giorno, la mancanza della sua famiglia, del suo regno e soprattutto del suo amato padre diventavano un peso doloroso allo stomaco a volte insopportabile, costringendola a soffocare singhiozzi nel cuscino che lo stesso Tremotino le aveva donato.
Ma le giornate passavano, seppur lentamente, e lei non era il tipo di ragazza che si lasciava vincere da angosce o tristezze. In più da qualche giorno ad allietare almeno in parte la sua solitudine c'era una sorpresa inaspettata. Un'immensa libreria, la più grande che Belle avesse mai visto o immaginato in vita sua, custode di sogni di carta nascosti tra centinaia di volumi, era apparsa dal nulla subito dopo essere tornati dalla foresta di Sherwood. Sapeva benissimo che quello era un regalo realizzato appositamente per lei, così come era consapevole del fatto che l'Oscuro avrebbe preferito tagliarsi la lingua piuttosto che ammetterlo, men che meno con lei.
L'oggetto della sua ricerca quella sera era proprio un libro, ma non uno qualsiasi. A Belle piacevano moltissimo i racconti, quelle favole magnifiche dove l'impossibile era una realtà, e si alternavano gesta eroiche di cavalieri in armatura e avventure magiche in mondi sconosciuti. Non sopportava molto invece il ruolo che perennemente veniva assegnato alle protagoniste femminili: quasi sempre si trattava di una fanciulla in pericolo che se ne stava a braccia conserte in attesa della sua sorte, sorte che molto spesso arrivava nelle vesti dell'eroe di turno con spada al vento, pronto a sfidare il mondo intero per salvare la sua amata. Con tutta la fantasia e l'immaginazione, non poteva immedesimarsi in uno di quei ruoli così passivi. Perché non poteva essere la fanciulla stessa l'artefice del proprio destino? Perché nessuno aveva ancora raccontato di una principessa guerriera, che senza alcuna paura aveva lottato per la propria felicità conquistandola? Perché nessuna di quelle giovani donne era scappata dalla torre più alta del castello semplicemente da sola?
Eppure alcuni punti in comune erano evidenti anche agli occhi scettici della ragazza. Come le belle dame che aspettavano pazienti e annoiate tra quelle pagine ingiallite, anche lei era prigioniera delle quattro mura di un enorme castello, ma che avesse bisogno, o voglia, di essere salvata, questo ancora non lo sapeva. E di certo non l'aiutava osservare Tremotino lavorare tranquillo all'arcolaio, mentre fili di paglia morbida diventavano sottilissime catene di oro puro tra le sue mani ruvide, completamente assorbito dai suoi impenetrabili pensieri. Il volto della bestia, che un tempo le era sembrato privo di qualunque umanità, ora appariva quasi dolce e a tratti umano. Ma c'era ancora di più. Una luce strana che poche volte era riuscita a scorgere, quasi sempre in uno di quei rari momenti in cui la guardava, la guardava davvero. Tormento. Non si era sbagliata. Ancora una volta i suoi occhi erano fissi su di lei. Belle ritrasse immediatamente lo sguardo e si diresse verso la biblioteca.
Una voce la fece arrestare. Sospirò.

“Mia cara, hai terminato le tue faccende?”

“Si, signore” rispose pazientemente. Alzò gli occhi e lo fissò, ma di quello sguardo luminoso già non vi era più traccia.

“Hai pulito tutto?”

“Certo”

“Hai spolverato la collezione?”

“Si”

“Hai lavato le mie vesti?”

“Ho fatto tutto quello che mi avete chiesto, signore” e con mezzo inchino accompagnato da una smorfia gli diede le spalle e si avviò a grandi passi il più lontano possibile dall'arcolaio.
Non era paura né ripugnanza. Prima di allora a stento aveva compreso l'amore, pur avendo letto a riguardo abbastanza per una vita intera. Mai in vita sua aveva provato nulla del genere, e di sicuro mai e poi mai per Gaston, un giovane dalla bellezza inversamente proporzionale alla sua profondità d'animo, a cui era stata promessa in sposa più per convenienza che per affetto.
Eppure in quel momento non le veniva poi così difficile ascoltare il ticchettio del suo cuore, sospettando che battesse esattamente come quelle fanciulle innamorate e vinte dai loro sogni d'amore.
Prima ancora che riuscisse a salire le scale per raggiungere il suo scaffale preferito, ancora una volta la medesima voce, solo un po' più alta, la fece sobbalzare ancora. Ma stavolta non vi era traccia di ordini o imposizioni nel suo tono.

“Ti propongo un accordo. Scegli un libro, uno qualunque. Dopo torna qui e leggi per me la parte che preferisci. Se avrai fatto la scelta giusta, domani avrai la giornata libera, a tuo particolare uso.”

Si voltò di scatto e lo scrutò, cercando disperatamente tracce di sarcasmo in quegli strani occhi. Invece vide solo una luce ancora nuova, curiosità e forse...

“Dite sul serio, signore?”

Il sorriso appena accennato sul volto di Tremotino si tese. “Si. Dico sul serio. Ma non ti darò nessun aiuto a riguardo. Dovrai scegliere con cura e giudizio.”

Cura e giudizio? In confronto le prove che Afrodite aveva riservato a Psiche sembravano una passeggiata. E di certo non vi erano formiche o verdi canne che potessero aiutarla nell'impresa.
E formulando quei pensieri, Belle si illuminò e sorrise incrociando le dita, per poi precipitarsi in quel mondo di sogni di carta, in cerca di un particolare libro.
Tremotino sorrise guardandola correre inciampando nelle sue scarpe di pelle. Poi, abbassando gli occhi sull'arcolaio, riprese lentamente a filare.

 

 

   
 
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