I suoi capelli erano ben distesi sul cuscino come uno stormo di uccelli che migrano e lei mi teneva per mano quasi come se volesse che non scappassi via. Ma lei sapeva in fondo che non potevo, non avrei voluto scappare, non lo avrei mai fatto. Qualcosa di più forte mi spingeva contro il letto, ero pesante e leggero allo stesso tempo. Lei era messa composta con la schiena dritta, forse era tesa e aveva i muscoli del suo braccio in tensione. Riuscivo a vedere, con quella luce fioca della finestra, che aveva la pelle d’oca