Ricordo i suoi occhi, più di ogni altro particolare; i suoi occhi e il modo in cui mi guardavano: sorridenti, felici di vedermi, pieni di desiderio e allo stesso tempo tanto innocenti. Eravamo poco più che delle bimbe in quel periodo, eppure mi sentivo una donna quando stavo sola con lei, era come assaggiare un pezzo di futuro, come se l'amore che provavo per lei non si rendesse conto della mia età. Quella fu la prima notte che passammo insieme. Era fine agosto, nella villa al mare della mia famiglia, cenammo insieme quella sera e io non potevo fare a meno di guardare quel corpo così delicato aspettando che finissimo di mangiare per poter andare nella camera dove avremmo dormito, per poter assaporare ogni singolo centimetro della sua pelle. Nella mia testa balenavano mille immagini diverse su come sarebbe stata quella notte quando improvvisamente sentii la sua mano sfiorarmi una gamba sotto il tavolo.. Mi mancò il respiro, mi voltai a guardarla con degli occhi che non credevo di avere e lei in risposta mi sorrise con dolcezza, con quella faccia da bimba monella che finge di non aver fatto nulla, e ritirò la mano. Credo di non aver mai mangiato così velocemente in tutta la mia vita, avevo fretta di entrare in quella camera e stare da sola con lei per rivedere quel corpo che avevo amato per la prima volta qualche giorno prima e per scoprirne i nuovi meravigliosi segreti. 
Nonappena la porta si chiuse dietro le mie spalle sentii le sue labbra sulle mie, come se anche lei come me non aspettasse altro da tutta la sera. Mi allontanai dopo pochi secondi per guardarla negli occhi, mi sentii a casa, protetta e coccolata da quello sguardo che in molti trovavano "normale"; la verità è che in lei non esisteva nulla di normale per me. Ripresi a baciarla con una foga tale da non riconoscermi più, sentivo la pelle d'oca e non avevo niente in testa, niente, ero con lei ed era come essere in paradiso: i miei difetti, i suoi, non esisteva più nulla. Mi spostai sul letto e la portai sopra di me, le levai la maglietta e iniziai a baciare ogni cosa passasse sotto le mie labbra. Cambiai posizione, mi misi su di lei e le guardai quasi ipnotizzata il collo, lo baciai lentamante e diedi dei morsi, spalancando la bocca e ascoltando il suo respiro sempre più pesante mentre con le mani accarezzavo i suoi capelli d'oro. Dei momenti che seguirono ricordo ben poco: il piacere che sentivo nella sua voce, il suo sapore nella mia bocca, il modo in cui mi rese sua e i suoi occhi che mi guardavano soddisfatti mentre gemevo per il piacere che mi provocava averla dentro di me, come se fossimo una cosa sola. Quando finimmo ricordo che lei si accucciolò fra le mie braccia cercando la posizione più comoda, senza badare a quanto stessi scomoda io, ed era questo che mi fa impazzire di lei ancora adesso: il suo modo innocente di comportarsi nonostante sia una donna a tutti gli effetti. Si addormentò stringendo un pupazzo che le teneva compagnia da quando era piccolissima, e la guardai tutta la notte dormire con quell'aria da angioletto, sfinita. Pensai tantissimo a quello che era appena successo, ero felice come non credo di essere mai stata, neanche il pensiero che lei sarebbe ripartita due giorni dopo poteva interrompere quella felicità. Mi faceva sentire a casa, lei è sempre stata casa mia, il mio posto sicuro. Ero sicura già da allora che ogni cosa, ogni problema sarei stata in grado di affrontarlo pur di vivere una vita con lei. Non contavano più i 774km di distanza che ci separavano, nulla aveva importanza, volevo lei, voglio lei nella mia vita; affronterei il mondo se dovesse servire. Avvicinai le labbra al suo orecchio e sussurrai 'Buonanotte fiorellino, ti amo.'