Ying - Venerdì, 6 Marzo

Non so come mi ero ridotta a vivere in quel modo, eppure ero diventata schiava di me stessa.
Pensavo che scappare di casa alla tenera età di sedici anni fosse la cosa più giusta da fare per riuscire a sopravvivere. Quella che tutti chiamavano casa era, in realtà, per me, un buco nero e niente sfugge alla forza di un buco nero, nemmeno la luce. Quello in cui vivevo io era un buco così potente da essere addirittura distruttivo per ogni singola persona che mettesse piede in casa. Anche il postino temeva di entrare e perciò lasciava sempre la posta sulle scale di legno azzurro all’ingresso. Ma chi può dargli torto? Chi vuole mettere piede all’interno di una catapecchia nella quale vivono due drogati?

Perciò me n’ero andata, nonostante la forza del buco nero fosse stata così grande da trattenermi per ben sedici lunghi anni. Quella sera avevo preso il grosso zaino verde militare che, quando ero piccola, usavo sempre per andare a pesca con mio padre. Afferrai più vestiti e oggetti utili possibili e mi fiondai giù per le scale.
Urlai ai miei genitori che sarei andata a dormire a casa di un’amica ma a loro non sembrava interessare siccome erano entrambi sdraiati sul divano, strafatti, a guardare la televisione. I loro occhi erano vuoti, loro erano completamente vuoti. Come da programma non andai mai a dormire a casa di una mia amica così come non tornai mai nel buco nero. Da quel giorno non ebbi più notizie dei miei genitori e loro non ne ebbero più di me. Non so se avessero provato a rintracciarmi, contattando la polizia, ma siccome nessuno di sospetto mi era mai venuto a cercare, supposi di no.

Così scappai a Londra, nella sporca periferia londinese. Avevo affittato un monolocale a poche sterline e cercavo disperatamente, ogni giorno e senza risultati, un lavoro. Era passato circa un mese dalla mia fuga e circa un mese dalla mia nuova vuota vita. Non conoscevo nessuno nella grande metropoli e non ero nemmeno mai stata in grado di fare nuove amicizie.

“Nicole, sei una ragazza forte”. Questo è quello che dicevano tutti ma che, in realtà, non pensavano minimamente.
Non ero forte. Ero debole, vuota, acida, timida, la negatività in persona.
E lo sarei rimasta per sempre.