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Autore: Daughter of Horus    21/01/2009    0 recensioni
Lucciola era morto senza essere mai riuscito a dire a Deeo quanto gli volesse bene. Ora che gli è stata data un’altra chance, sarà in grado di trovare di nuovo il suo signore? E se ci riuscirà, sarà troppo tardi?
Deeo/Lucciola.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Deeo Eraclea, Lucciola, Nuovo personaggio
Note: Traduzione, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Firefly’s Light
Autrice: Daughter of Horus
Traduttrice: Leo chan
Pairing: Deeo/Lucciola, Claus/Lavie
Rating: Giallo
Disclaimer: Studio-Gonzo Digimation/Victor Entertainment/GDH
Design-Horiuchi Osamu, Maeda Mahiro, Murao Minoru, Murata Range
Regia-Koichi Chigira
Script-Koichi Chigira, Tamioka Katsuhiro, Yamashita Tomohiro
Musiche-Dolce Triade, Hitomi Kuroishi
Personaggi Originali-Daughter of Horus
Riassunto della Trama: “Lucciola era morto senza essere mai riuscito a dire a Deeo quanto gli volesse bene. Ora che gli è stata data un’altra chance, sarà in grado di trovare di nuovo il suo signore? E se ci riuscirà, sarà troppo tardi?
Deeo/Lucciola.”
Note della traduttrice: Eccomi tronata, stavolta con una long fic. Cercherò di aggiornare minimo una volta alla settimana (l’Università ha il potere di uccidere...), se il mio corpo avrà la forza di obbedire... Detto ciò faccio subito un paio di precisazioni, che la stessa autrice americana ha elencato per quanto riguarda i retroscena di FL:
1.Prester è condannata: perciò FL e tutte le storie ad essa collegate hanno luogo durante un’ apocalisse in progresso o sul pianeta azzurro.
2.Last Exile ha una decisa influenza greca e molti dei personaggi sono “plasmati” dall’ Odissea o dall’ Iliade.
3.Delphine è morta e continuerà a rimanerlo, e così anche Alex.
4.Nel greco classico ‘Daphne’ significa ‘Lauro/Alloro’, da cui deriva il nome di un hotel nella storia.
5.‘Curtos’ è il nome scientifico di un certo genere di lucciola imparentata al genere Luciola.
Buona Lettura.



FIREFLYS LIGTH




Non appena prese l’anello, mentre la sua coscienza si frantumava in milioni di piccoli pezzi, un pensiero balenò nella mente di Lucciola.

Eccellenza Deeo...

Tutto era freddo, gelido oltre ogni immaginazione, non riusciva a respirare nè a pensare. Finchè non arrivò la fine.

“ Non gli ho mai detto: ti voglio bene”.

*



In quel medesimo istante, in un ospedale di Norkia, un giovane uomo giaceva in un letto. Respirava a malapena.
Il dottore si voltò verso l’ infermiera e scosse tristemente la testa.
- Il suo battito cardiaco sta crollando, non gli rimane molto; l’uinca cosa da fare è aspettare. -

L’infermiera annuì velocemente e poggiò delicatamente sulla fronte dell’uomo una pezza umida.
- Sì dottore. Però è un peccato. Un uomo tanto giovane, morire per una caduta dalle scale. Tra l’altro nessuno è venuto a trovarlo...Suppongo che non abbia una famiglia. -

Con un ultimo, fremente ansito, morì Curtos Atreides.

E in quel momento, Lucciola della Gilda tornò alla vita.

*



Deeo si svegliò di soprassalto.
“Questa non è la Gilda! Dove mi trovo?”

Era un vasto salone, ben arredato, e lui giaceva su un letto dalle soffici coperte, coperte mezze gettate sul pavimento per la sua fretta di alzarsi. Rise sommessamente fra sè e sè mentre sgusciava fuori dalla stanza.
“So cosa farò. Troverò Lucciola e andremo a volare insieme! Sarà così divertente. Ora, per prima cosa devo trovare una nave...”

Alla fine si imbattè in una vanship, nell’ hangar di quello che aveva realizzato essere un palazzo.
Scivolò al posto del pilota più silenziosamente che potè.

“Si parte!”

*



Lucciola si mise a sedere sul letto, guardando l’infermiera impegnata a fargli un prelievo di sangue.
- Le ho detto che sto bene. -
Sussultò.
La voce suonava così roca...

Il dottore le asciugò la fronte con un fazzoletto. Lei si accasciò sulla sedia più vicina, quasi svenuta per lo shock di vedere un uomo morto aprire gli occhi.
- Potrà anche sentirsi bene, ma lo vedremo quando avremo i risultati dei test. È stato in coma due mesi, lo sa? -

Lucciola si fermò a riflettere. Era il momento migliore per scoprire cosa fosse accaduto.
- Attualmente la mia memoria non è delle migliori. Potrebbe gentilmente dirmi come sono finito qui? -

Il dottore fece spalluce.
- Siete caduto da una rampa di scale e vi siete procurato una gran brutta ferita alla testa. Stavamo per arrenderci con lei, ma suppongo che le nostre paure fossero infondate, signor Atreides. -

“Signor Atreides?”

Finalmente, ore più tardi, dopo che dottore e infermiera ebbero preso campioni di sangue ed urina, aver testato i suoi riflessi e aver fatto tutte quelle migliaia di altre cose che servono per verificare che una persona sia tornata tra i vivi, Lucciola si alzò dal letto d’ ospedale e diede un’occhiata alla cartella clinica alla base del letto.

Nome: ATREIDES, Curtos
Eta’: 19
Altezza: 1, 80 m
Peso: 65 Kg

Note: Ferite riportate a seguito di una caduta da una rampa di scale.
Frattura al cranio e contusioni multiple.

Indirizzo: 512-esima strada, 1047, Norkia

“...Norkia? È il posto da cui Claus dice di venire. Ora che so chi sono, penso che sia meglio farsi un’idea di come sono fatto.”

Andò nel piccolo bagno adiacente; c’era uno specchio.

Osservò il suo viso. Non era il suo viso, non quello che era abituato a vedere, per lo meno. Era più sottile, più squadrato, gli occhi erano di un vivido verde anzichè blu nitido. Anche i suoi capelli erano differenti, castano scuro ed ispidi anzichè corti e biondo platino. C’era anche un accenno di barba.
Portò l’attenzione al resto del suo corpo; snello, non muscoloso quanto poteva esserlo, e con una sfumatura di colore della pelle un po’ più scura di quella che ricordava di avere.

Si stiracchiò, inarcando la schiena e sentendo la cartilagine schioccare tra le articolazioni. I suoi movimenti non erano fluidi ed aggraziati come un tempo, ma lo sarebbero diventati. Non male per un morto.

“Quindi...sono morto. Sono morto, e ora sono tornato indietro. In questo corpo.”

Aveva ben chiaro in mente cosa doveva fare. Era tornato indietro per un buon motivo, ne era sicuro. E quel motivo era ritrovare Deeo.

La Gilda non l’avrebbe fermato. br> Cicada era morto. br> Era senza soldi, senza mezzo di trasporto, senza sapere nemmeno da dove iniziare a cercare; nemmeno questo poteva fermarlo.

“Lo troverò. Potrebbero volermici anni; non ho idea da che parte cominciare, ma lo troverò. Perchè sono un amico di Sua Eccellenza Deeo. E gli voglio bene.”

*



Deeo stava cadendo.

Il vento lo schiaffeggiava, lanciandolo ora da una parte, ora dall’altra. Una forte raffica lo fece roteare in orizzontale per qualche minuto. Se le cose andavano avanti in quel modo, si sarebbe sfracellato contro il primo oggetto solido che avrebbe impattato, ammesso che il vento non lo facesse a pezzi prima.

Non gli importava.

“Lucciola...Lucciola se n’è andato! Solo perchè gli ho detto di buttarsi...se n’è andato!”
Avrebbe voluto piangere, ma riusciva ad inalare a malapena l’aria necessaria per respirare.

Così precipitò giù, giù, giù...finchè la Silvana non lo raccolse.

*



Tre giorni dopo essere tronato in vita, Lucciola ricevette una visita.

Il dottore fece entrare una giovane donna e chiuse la porta alle sue spalle.
- Vi lascio soli. -

Lei gli sorrise, sedendosi sulla sedia accanto al letto e lisciando le pieghe sul suo vestito blu. Lui annuì di rimando, ma non parlò.

Fu lei a rompere il silenzio.
- Ti ho portato dei vestiti. Il dottore dice che sei pronto per essere dimesso. Ti riaccompagno a casa. -

La maglietta era grezza e ruvida per qualcuno che era abituato alle divise morbide ed aderenti della Gilda. I pantaloni cascanti avevano segni di usura e lacrime, ma almeno erano puliti e gli andavano, quindi se li mise addosso assieme alle calze di lana a strisce e i robusti stivali. L’intero abbigliamento era più pesante di quello che era solito portare in passato, ma non si lamentò.

Appena uscirono dall’ospedale, la ragazza le poggiò una mano sulla spalla.
- Adesso...potresti dirmi chi sei? -
Lui indietreggiò, sorpreso.
- Di che stai parlando? -

Lei sospirò, squotendo la testa. Alcune ciocche di capelli scuri sfuggirono alle mollette e Lucciola si accorse di non aver mai visto una donna con i capelli scuri prima d’ora.
- So che non sei Curtos. Curtos non averbbe mai avuto un’espressione tanto gentile negli occhi, e non avrebbe mai indossato quelle calze che gli avevo fatto. Perciò rispondimi. Chi sei? -

Riflettè per un momento. La ragazza ovviamente conosceva l’ uomo che aveva prima quel corpo. Non avrebbe avuto senso cercare di ingannarla.
- Il mio nome è Lucciola. -

Si levò uno strano silenzio tra di loro mentre camminavano e realizzò che lei si aspettava anche un cognome.
- Solo Lucciola. -

Lei sorrise.
- Piacere di conoscerti...Lucciola. -

Annuì.
- Ora tocca a voi. Chi siete, e perchè avete fatto a maglia delle calze a Curtos? -

Stavano salendo una rampa di gradini, e lei si fermò a riprendere fiato.
- Daphe Korakos. Sono la tua vicina di casa _cioè, di Curtos_. Gli facevo delle calze a maglia perchè le sue erano piene di buchi ed ero stufa di vederle sullo stendino. -

Si fermarono di fronte ad un indefinibile palazzo di tre piani. Gli occhi di Daphne si fecero duri.
- Questa è casa tua. Possiamo continuare a parlare dentro, una volta che abbiamo messo qualcosa sotto i denti. E mi dirai esattamente come hai fatto a finire nel corpo di Curtos. -

*



Deeo tossì e si girò, mormorando qualcosa di incoerente. Era incosciente, lo era stato sin dall’atterragio.
Questa volta, per evitare incidenti, era stato legato alla cuccetta. I membri dell’ equipaggio avevano sacrificato le loro cinture a tale scopo, e il cuoio stringeva visibilmente per tenerlo fermo.
- Luc...Lucciola... -

Claus era in piedi accanto al letto. Deeo era strano e a volte un po’ fastidioso, ma era pur sempre un suo amico e vederlo scivolare in quel modo via dalla realtà lo faceva star male.
- C’è qualche speranza che possa riprendersi? -

Lescius sospirò.
- Non lo so. La prova di Agoon è stata istituita dopo che ho lasciato la Gilda e non ho idea di quali possano esserne le conseguenze. Se_no, quando_ si sveglierà, vedremo che si potrà fare. -

Come se ci fosse qualcosa che potesse essere fatto. Lescius realizzò che, semmai Deeo si fosse svegliato, molto probabilmente avrebbe vissuto il resto dei suoi giorni nella pazzia, e venne colto da un impeto d’odio verso Delphine.
Nessun ragazzo meritava un simile destino.

*



Daphne preparò dei sandwich per sè e per Lucciola e si sedette sul divano traballante, apparentemente uno dei pochissimi mobili di Curtos.
- Dimmi. Chi sei in realtà? Perchè sei qui? -

Lucciola si sedette su un barile di latte rovesciato e si guardò intorno. L’appartamento di Curtos era desolato ma, bene o male, pulito. Sul muro c’era una fotografia strappata a metà, ma da dove si trovava non riusciva a vederne il contenuto. Diede un morso esitante al suo sandwich _ carne affumicata e un qualche tipo di pane scuro_ prima di rispondere.
- Sono Lucciola. Sto cercando un ragazzo con i capelli argentati, vestito con gli abiti della Gilda. Il suo nome è Deeo Eraclea. E per ora sto vivendo nel corpo del tuo amico...Non sono sicuro. Tutto ciò che so è che sono morto. -

Gli occhi di Daphne si restrinsero.
- Curtos non era amico di nessuno. Se hai bisogno d’ aiuto per cercare questo tuo Deeo ti sei scelto proprio il corpo sbagliato per farlo. Il mio consiglio è di cambiare sembianze il più possibile e pregare che nessuno ti riconosca. -

“ Il ‘mio’ Deeo...?”
Si irritò vagamente sentendo il viso arrossire al pensiero e cercò di cambiare argomento.
- Se non aveva amici, perchè disturbarvi a fargli la roba a maglia? -

Sarebbe stato impossibile per una persona normale vederlo, ma Lucciola la vide ritrarsi impercettibilmente. - Vivo da sola, sferruzzare è un mio hobby. Inoltre serve a bagare i conti e le mie lezioni di volo. -

Questo catturò all’ istante l’attenzione di Lucciola. Sforzò il boccone che aveva in gola a scendere prima di chiedere.
- Lezioni di volo? Di una vanship? -

Daphne si illuminò.
- Sì, di una vanship! Ho sempre desiderato viaggiare, sai, e una vanship è il mezzo migliore per spostarsi da una città all’altra. Mio zio era un pilota. Quando è rimasto storpiato in un incidente, cinque anni fa, mi ha dato la sua vanship, visto che non aveva bambini e mio padre non la voleva. Non ho abbastanza spazio qui, perciò la tengo al Quartier Generale dell’ Unione. Forse è sperare troppa, ma...sei per caso un pilota di vanship? -

Lucciola annuì.
“Questa ragazza potrebbe essere la mia chance per trovare Sua Eccellenza.”

Se possibile, il sorriso della ragazza si allargò ancora.
- Allora ho un’ idea. Siccome avrai certamente bisogno di una vanship e di un navigatore per trovare questo tuo Deeo, ed io ho una vanship e ho bisogno di un pilota...Perchè non facciamo una squadra? In questo modo entrambi avremo ciò che vogliamo. -
Gli offrì la mano da stringere.

Lentamente, la prese.
- ...Grazie. -

- Oh, figurati! Solo...vacci piano, ok? Non sono ancora un navigatore provetto e non credo che la mia vecchia vanship possa sopportarlo. -

Lui strizzò velocemente gli occhi. Un navigatore in erba e una vecchia vanship...

“Mio signore...potrebbe volerci un po’ prima di riuscire a trovarti.”


NdT: Spero che la lettura sia stata piacevole, le cose iniziano a complicarsi già dal principio, non ho potuto fare a meno di immaginarmi la faccia del “nuovo” Lucciola alla fine del capitolo...
Ripeto ancora una volta (non mi stancherò mai) che il lavoro che avete letto non è della sottoscritta (Leo chan), la quale è solo una mera schiavetta traduttrice, ma che appartiene a Daughter of Horus di Fanfiction.net. Invito tutti coloro che vogliano a recensire, non può che farci piacere, e tutti coloro che possano a lasciare commenti in inglese (od anche nella nostra lingua, visto che l’autrice conosce l’italiano...) sul sito originale.
Bene, spero che la storia vi abbia interessato abbastanza per continuare a leggere!
Bye!

Leo chan
  
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