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Autore: fireslight    18/07/2015    3 recensioni
Le loro anime, immortali, sarebbero state intrecciate nel tempo e nelle distanze, sino alla fine.
[Will/Jem♥ − brotherhood][Spoiler!Clockwork Princess | Angst, Dramatic, Introspective • 665 words]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“Finchè morte non ci separi
 
 
 
“Bella vita la nostra, eh, fratello?”
“La migliore. Possa non cambiare mai.”
“E possa non cambiare noi.”
 
 

Will ricordava ancora quando da bambini lui e Jem si allenavano sino allo sfinimento, le spade angeliche come prolungamenti delle loro braccia. Ricordava i pugnali contro i bersagli, − gli isolati, quanto prolungati colpi di tosse che fuoriuscivano dal petto del parabatai, come se non volessero più lasciarlo andare.
    Will ricordava di come corresse immediatamente al suo fianco, controllando che fosse tutto apposto, sfrecciando per i corridoi dell’Istituto fin dentro la stanza di Jem, portandogli lo yin fen di cui aveva bisogno perché si riprendesse.
    Sapeva quanto Jem odiasse dipendere da un simile rimedio, eppure, di solito, una sua occhiataccia era sufficiente perché si convincesse a prendere la medicina.
    «Avanti, Jem, non sarà la fine del mondo.»
    «Non puoi costringermi.» si impuntava lui, e allora Will avrebbe voluto non farlo, non tirargli un simile colpo basso.
    «Charlotte!» esclamava a pieni polmoni, sulle scale che conducevano ai piani bassi. Jem alzava gli occhi al cielo con una smorfia piccata, accingendosi ad inalare la polvere argentea.
    La direttrice dell’Istituto arrivava sempre, facendo cenno a Will di lasciarli soli, spiegando con pazienza a Jem che i suoi genitori non avrebbero voluto che lui stesse male, che se c’era qualcosa che potesse aiutarlo, avrebbe dovuto prenderla per loro.
    «Altrimenti,» sussurrava Charlotte con un sorriso triste, che malgrado ogni cosa conservava quella scintilla materna, di profonda attenzione per il giovane Cacciatore, il tono amorevole e consolatorio di chi farebbe ogni cosa pur di salvare chiunque da un tragico quanto incontrollabile destino, «Saranno morti inutilmente.»
    E per quante cose James Carstairs potesse sopportare, tra queste, non v’era la possibilità di contemplare che i suoi genitori fossero morti invano.
 
 
Quando sentiva parlare il parabatai del fatto che ci fossero altre vite dopo la morte, Will si trincerava in un silenzio stoico, come fosse troppo grande per credere ad una simile follia e come se, contemporaneamente, non potesse fare a meno di avere dubbi in proposito.
    «Come fai ad esserne così sicuro, eh?»
    «Oh, ma non ne sono davvero sicuro. Ma se moriremo, e uno dei due capirà che avevo ragione, allora dovrà farlo sapere all’altro.»
    Will rideva di una simile eventualità, come se la morte non fosse che un’idea astratta, un concetto volto a spaventare i bambini che non volevano andare a letto: si beffava della donna in nero, William Herondale, la falce della quale era per lui uno stiletto poco affilato, il suo respiro gelido, quello del vento di Novembre sulla fredda città ammantata di neve.
    «Noi non moriremo, Jem,» lo prendeva in giro, e Jem annuiva di un sorriso consapevole, «Resteremo insieme sino alla fine, vero?»
    «Ci saranno altre vite, Will.»
    Perché lui agiva nella spensieratezza tipica di chi non conosce il buio e la disperazione della perdita, anche se Jem sapeva che non era così: dopotutto, era nella natura del ragazzo nascondere il dolore con il suo tipico, ironico sorriso sfacciato.
 
 
Alzarsi da quella poltrona aveva richiesto una forza che Will credeva di non possedere, non in quel momento.
    «Se c’è una vita dopo questa, fa’ che possa incontrarti là, James Carstairs.»
    Jem gli aveva sorriso, stringendogli la mano per l’ultima volta, sussurrando parole che nell’oscurità della stanza suonavano come il più letale degli addii, «Ci saranno sicuramente altre vite.»
    Non importava davvero quanto tempo, quanti combattimenti e risate e situazioni improbabili avessero condiviso, né quanto l’amore e il rispetto che Will provava per il parabatai fosse grande, perché fossero stati pochi passi o centinaia di chilometri, le rune parabatai sui loro cuori li avrebbero tenuti legati, indissolubilmente, come il filo rosso delle leggende cinesi di Jem.
    Qualsiasi cosa fosse stata, al tempo e nell’infanzia, a legarli più di fratelli, Will sapeva − così come Jem ne era sempre stato consapevole −, che li avrebbe tenuti entrambi uniti ancora per molto tempo, al di là del tempo e dei secoli finchè la morte, inesorabile, non li avrebbe separati e ridotti in cenere − eppure, le loro anime immortali sarebbero state intrecciate nel tempo e nelle distanze, sino alla fine.






 
Note dell'autrice.
Credo non si possa non rimanere stregati dal rapporto tra Will e Jem. Sono più che parabatai, più che amici o fratelli - come metà di uno stesso corpo e di uno stesso cuore. Niente, ho voluto esplorare una parte della loro infanzia, sino al momento della pseudo morte di Jem, - nessuno spoiler, attenzione, ma chi ha letto le Origini e CoHf capirà.
Ew, la citazione in corsivo è tratta, chiaramente, da Assassin's Creed.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensaste, ringrazio tantissimo chi vorrà lasciarmi un pensiero.
Alla prossima, 
fireslight.

   
 
  
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